Divenire umano

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"Tu hai bisogno di uno psichiatra, non di diventare mortale" sbottò Espero, all'ennesima richiesta insistente di Ahriman.

Il gemello lo aveva raggiunto in Paradiso, pregandolo di trovare un modo per renderlo umano. Espero in principio si limitava ad ignorarlo ma si stava facendo sempre più fastidioso.

"Perché? Se io divento umano, non infrangerò più nessuna regola. Potrò vivere con Magdalena".

"E chiedi pure perché? Rinunciare a noi, alla tua famiglia, alla tua natura, alla tua immortalità... per lei? È un'idiozia!".

"Come angelo dovresti appoggiare l'amore, sostenerlo".

"L'amore è una cosa. Ma qui parliamo di stravolgere totalmente quel che sei. Tu sei un principe, Ahriman! Sei il figlio di Lucifero e di Lilith! Sei destinato a ben altro!".

"Tu non prevedi il futuro. Perciò che ne sai?! Che ne sai che magari non sia questo il mio destino e che tu mi stia solo ostacolando?".

"Ci sono delle cose che non sai...".

"Dimmele, se sono così importanti!".

Espero distolse lo sguardo, alzando gli occhi verso l'immensa biblioteca che ricopriva buona parte delle pareti della sua dimora. Non poteva parlare, c'erano delle regole ben precise. Lui era la Sapienza, così come lo era sua madre Sophia, ed era a conoscenza di tutto quel che accadeva sulla Terra. Ma non poteva svelare dettagli del presente, non poteva in alcun modo influenzare il futuro. Espero era il custode silenzioso del sapere del Mondo e non il suo demiurgo.

"Ascoltami, Ahriman" tentò ancora di farlo ragionare "Pensa a noi. Pensa a tua madre, pensa a nostro padre e a tutti coloro che ti vogliono bene e ti rispettano. Perché scegliere di appassire e morire come umano? Puoi rimanere accanto a quella mortale ancora un po' e poi andare avanti con la tua vita".

"E che vita avrei? Una vita sconsolata e infelice, densa di ricordi di colei che ho perduto".

"Una vita lunga. Dove potrai innamorarti di nuovo. Magari di una tua simile! Il primo amore sembra sempre qualcosa di grandioso ma non è quasi mai come sembra. Il primo amore travolge e confonde ma raramente conduce a un lieto fine".

"E tu che ne sai? Tu al massimo ti sei innamorato di qualche personaggio descritto nei tuoi libri".

Espero non rispose. Preferiva evitare, quando possibile, le risse inutili.

"Tu sei l'Anticristo, Ahriman. Hai altre missioni da compiere".

"E come lo sai? Come sai che sia io l'Anticristo?!".

"In tutte le profezie si parla del figlio di Lucifero. Un maschio. Nostro padre ha solo tre figli maschi. Me, te e il figlio che ha avuto con Lailah. Che è solo un bambino, come ben sai  e non ha l'animo demoniaco. Così come non ce l'ho io. Poi ha solo figlie femmine! Perciò...".

"La fine del mondo non avverrà domattina, fratello. O anche questo rientra tra le cose che sai e non dici?".

"Non so quando sarà la fine del mondo, se è questo che intendi. Ma...".

"E allora chissenefrega! Il nostro fratellastro potrebbe benissimo diventare più demoniaco di me".

"Anche io e te siamo fratellastri, Ary...".

"Già.  Ma il moccioso di Lailah è voluto, a differenza nostra".

Espero sorrise per un attimo, divertito. Sapeva benissimo di non essere stato programmato!

"Io ho preso la mia decisione, Espero. Vorrei che mi aiutassi a trovare la felicità".

"Non è così che la troverai. Credimi. Non posso dirti altro".

"Io sono assolutamente certo che questo sia il mio destino! Ti prego! Che devo fare per convincerti? Implorarti Corromperti? Minacciarti?".

"Smettila, Ahriman!".

L'angelo mostrò il suo disappunto, accigliandosi e facendo brillare le iridi. 

"Non me ne importa niente di profezie e ipotesi. Io voglio invecchiare e morire con Magdalena".

"E sei sicuro che lei voglia altrettanto?".

"Sarebbero solo affari miei! Non ti obbligo a farlo personalmente, spiegami solo come devo fare. E, se non lo sai fare, indicami da chi andare!".

"Nessuno lo ha mai fatto. Nessuno mai è stato così stupido!"

"Quindi non sai come si fa? Non sai come rendermi mortale?".

"Non l'ho mai detto questo...".

"E allora parla!".

Espero sospirò. Capì che era impossibile far desistere il fratello. Era cocciuto come loro padre!

"Tu sei figlio di Lilith" iniziò a spiegare, poco convinto "Lilith un tempo era umana. Questo significa che dentro di te esiste una parte umana, una minima parte. Quel che devi fare è distruggere il lato demoniaco".

"Sembra facile. Come si fa?".

"Non è facile per niente!.Serve un esorcismo. Il più potente che esista. Ma è rischioso. Potresti morire".

"Correrò il rischio".

"Ma allora sei proprio coglione!".

"Chi può farmelo questo esorcismo? Tu potresti?".

"Potrei, certo. Ma non lo farò mai".

"Vuoi davvero vedermi infelice per l'eternità? Gran bel fratello che sei!".

"Tornatene a casa. E non garti rivedere da queste parti. Io non voglio sapere altro di questa faccenda!".

Ahriman insistette ancora un po' ma poi capì che era inutile. Incollerito, tornò all'hotel e da Magdalena. Quella fu l'ultima volta che come demone mise piede in Paradiso.

Purtroppo Espero non poteva ignorare quel che accadeva. Come Sapienza, vedeva e sapeva come l'animo del fratello si tormentasse ogni giorno di più. Ahriman aveva smesso di tentare gli umani, aveva smesso di odiarli e disprezzarli. Era un demone, ma non si comportava più come tale. L'angelo non riusciva proprio a comprenderlo. Una singola mortale come aveva potuto cambiare così profondamente suo fratello? Un demone che fingeva di essere un umano e sperava di esserlo. E non un demone qualsiasi ma il principe Ahriman, il primo figlio maschio di Lucifero! Era uno scandalo!

Non procacciando più anime, non era il benvenuto all'Inferno. I suoi simili non lo vedevano più di buon occhio, dato che familiarizzava con i mortali. Najira, la sua gemella, sperava fosse solo una fase. Espero sapeva che non era solo una fase ma sapeva anche molte altre cose che non poteva dire!

"E se fosse davvero quello il suo destino?" si disse, un giorno.

Forse faceva tutto parte di un grande disegno, di un piano più grande. Forse avrebbe portato alla fine dell'umanità facendo parte dell'umanità! O forse avrebbe impedito la fine del mondo non essendoci un degno Anticristo. Aveva senso? Non molto. Ma non aveva nemmeno senso che volesse così tanto diventare mortale! Eppure era l'unico desiderio che Ahriman aveva e ormai non solo per stare accanto a lei ma perché si sentiva più a suo agio fra loro. Fra i suoi simili percepiva solo il disprezzo.

"Lo desideri ancora con tutto il cuore?" chiese una sera Espero, comparendo accanto al fratello in una notte d'estate.

"Con tutto me stesso" aveva risposto Ahriman, seduto sull'erba di quell'angolo di mondo solitario. Era parte dell'eredità di suo padre, uno dei pochi frammenti di Terra dove nessuno metteva mai piede.

"E non pensi alle conseguenze?".

"Sono pronto ad affrontarle tutte. Come demone, non servo più a nulla. Agli hotel sta pensando Helel".

"Una delle conseguenze potrebbe essere la morte".

"Acceterei anche quella".

"E va bene" sospirò Espero "Lo farò".

Ahriman si voltò, guardando con stupore il fratello.

"Davvero?! Tu...".

"Ti renderò mortale. Ti renderò umano. Spero di riuscirci".

"Oh, fratello! Sapevo che potevo contare su di te!". Fece per alzarsi ed abbaracciarlo ma Espero lo bloccò, con sguardo irritato.

"Non ringraziarmi. È una cazzata quella che stai facendo. Ma non lo fai più solo per lei...".

"No. Lo faccio per me. Invecchierò e morirò. Vivrò e morirò come mortale e fra mortali starò d'ora in avanti. È così che funziona, giusto?".

"Scegliendo questa via, abbandonerai la tua specie e la tua famiglia. Agli occhi di noi eterei sarai solamente uno dei tanti mortali che camminano su questa Terra. Polvere. Per qualcuno da tentare, per altri da proteggere. Per la maggior parte da ignorare".

"Mi sta bene".

"Non potrai più andare in Paradiso o all'Inferno, e nemmeno nel mondo di nostro padre. Di fatto, non esisterai più come Ahriman".

"Bene. Che devo fare?".

"Ary... ne sei davvero sicuro? Tra un secolo, qualsiasi cosa accada, sarai morto. Non voglio venire al tuo funerale! Non voglio sapere che il tuo corpo è in pasto ai vermi!".

"E non venirci! Al mio funerale non voglio né angeli né demoni. Sarò umano fino alla fine. Che devo fare?".

Espero tentò ancora di temporeggiare, non sapendo che altro dire.

"Nostro padre mi ucciderà..." riuscì solamente ad aggiungere, prima di iniziare il rituale.

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