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Le recenti vicende avevano rivegliato un notevole interesse mediatico attorno al Kerigma. Se la storia del suicidio aveva scosso gli animi, sapere che si trattava in realtà di omicidio stava scatenando l'opinione pubblica e numerosi telegionali e talkshow riportavano aggiornamenti e nuovi dettagli. L'ennesima perizia aveva confermato l'omicidio ed era stato trovato del narcotico nel tè della casa dove era avvenuto il crimine. Una dopo l'altra, le bugie raccontate da Magdalena subito dopo il ritrovamento del corpo si stavano sgretolando. Non si trovava sola in casa, non si trattava di suicidio, la vittima non si era drogata di sua volontà. Non era stata trovata alcuna traccia oltre a quella della donna, del suo amante e di Ahriman e dunque era esclusa anche l'ipotesi di un assassino esterno alla coppia di accusati. Le ipotesi su cui puntava la difesa erano infondate e, da quando lo sguardo dei due assassini aveva incrociato quello di Lucifero, vi era stata più di una confessione di colpevolezza. Lo avevano ammesso, candidamente, di essere stati loro a drogare Ahriman, a fargli prendere la propria pistola in mano e premere il grilletto. Avevano inoltre confessato di essere amanti, di essere sempre stati amanti e di aver escogitato quel piano lungo gli anni passati per ottenere più denaro possibile.
Ahriman era il soggetto perfetto. Era molto ricco e senza eredi, né moglie né figli. Non risultavano notizie su una sua eventuale famiglia, sembrava essere sbucato dal nulla e questo rendeva facilmente una donna unica erede e beneficiaria dell'intero patrimonio. Era stata tutta una messinscena, dal primo incontro fino alla morte.
Alla luce dei fatti, dopo simili confessioni, Lucifero aveva deciso di calcare la mano ed era sicuro di ottenere quel che voleva. Ovviamente pretese la revoca immediata del contratto che prevedeva pagamenti in denaro a Magdalena, seguito da un risarcimento più che cospicuo per danni morali e d'immagine all'hotel, sostenendo che una morte in periodo natalizio aveva intaccato irreversibilmente il morale dei dipendenti e degli ospiti. In ultima istanza, volendo accertarsi che nulla venisse lasciato al caso nemmeno in futuro, richiese la revoca dello stato civile Coniugato di Ahriman e Magdalena. La donna aveva ammesso di aver progettato tutto fin dal principio, di non aver mai provato alcun sentimento per la vittima e di aver frequentato l'amante lungo tutti gli anni di fidanzamento e matrimonio. Lucifero chiese pertanto di non riconoscere in alcun modo Magdalena come moglie, non sussistendo alcun elemento per ritenere valida quell'unione.
Si era poi accertato che non venisse riconosciuta alcuna infermità mentale, data la lucidità e lungimiranza con cui i due assassini avevano premeditato e progettato il tutto. E potevano inoltre commettere di nuovo il fatto, se trovavano la vittima adatta.
Sapeva che i tempi erano lunghi e sarebbero giunti a una sentenza dopo molto tempo, ma almeno nel frattempo era lieto di sapere che il giudice aveva  disposto il sequestro della casa di Ahriman e impedito a Magdalena di rimettervi piede. Per entrambi era scattato il carcere, in attesa della sentenza, data la particolare crudeltà con cui erano avvenuti i fatti.

Rientrando dal tribunale, Lucifero aveva schivato i giornalisti e trovato di nuovo gli schermi d'ingresso sintonizzari sui telegiornali: agli ospiti interessava sapere come proseguiva la vicenda e discutevano tra loro fingendosi esperti criminologi.

"Si capiva subito che era stata lei!" commentava un uomo sulla sessantina "Basta guardarla in faccia!".

"Per me è stata un'idea dell'amante" rispondeva una donna di poco più giovane "Hai visto come sorride? È stato chiesto l'ergastolo e ride, è contento di aver ammazzato un uomo!".

"Ergastolo e buttare la chiave!".

"E se invece non fossero stati loro?" ipotizzò un terzo uomo "Con tutti questi stranieri...".

"E magari li hanno minacciati dicendo di dire quelle cose o li ammazzano!" concordò un'anziana con la pelliccia e le perle al collo.

"Non voglio sentirle queste cose" borbottò Lucifero a mezza voce, rivolto ad Azazel. Per fortuna lo schermo era a distanza tale da permettere una conversazione quasi privata.

"Non si parla d'altro, purtroppo" ammise il receptionist "Sono entrati anche dei giornalisti per intervistare il personale, cercandovi e facendo domande in giro. Ho dovuto cacciarli".

"Sciacalli del cazzo".

"Però oggi è andata bene, no? In tribunale intendo".

"Ho solo presentato le istanze, i tempi sono ancora lunghi. Ma sono state tutte accettate perciò direi che posso ritenermi soddisfatto. Il fatto che si trovino in carcere e non ai domiciliari è un'altra cosa che gradisco".

"Ma come mai ci mettono tanto? Hanno confessato, ci sono le prove. Che altro serve? Perché non li condannano?".

"Perché la giustizia terrena è una merda! Ora voglio solo levarmi questi vestiti di dosso, lebarmi via l'odore di umano di dosso e starmene in pace fino a domattina!".

"Mi pare un buon programma...".

Sullo schermo comparve la foto del figlio di Magdalena. A quanto pare era stato affidato temporaneamente a una casa famiglia, non trovando parenti disposti ad accoglierlo.

"Povero bambino" commentò a mezza voce il Diavolo e Azazel pensò che una frase del genere non se la sarebbe mai aspettata.

Lailah lavorava in un grande parco giochi interamente al coperto. C'era la ruota panoramica, la giostra con i cavalli, il trenino, le montagne russe, palloncini, zucchero filato e molte altre attrazioni. Si entrava passando per un tornello, esibendo il badge che apriva la porta della stanza dell'hotel, e tutta l'area era sorvegliata per permettere ai genitori di lasciare bambini e ragazzi a divertirsi in sicurezza mentre loro si godevano le vacanze in altro modo.

"Buonasera, capo" salutò educatamente una ragazza ai tornelli.

"Mia moglie in che zona è?" domandò Lucifero, facendo scattare il meccanismo con il quadrante dell'orologio.

"Dovrebbe essere nell'area ristoro. Oggi c'è un compleanno e di solito c'è la torta a quest'ora" rispose la ragazza.

Il Diavolo ringraziò con un cenno e si avviò a passo deciso evitando gli sguardi altrui. Quel posto lo irritava da morire: troppi marmocchi altrui, troppe grida, troppo rumore e puzza di odiosissimo zucchero filato! Lailah al contrario era raggiante, sorrideva felice. Il marito la raggiunse e le scostò i capelli dal viso, domandandole all'orecchio a che ora staccasse.

"Mi ci va ancora qualche ora" rispose lei, mentre un bambino sparava coriandoli in aria da un tubo e produceva un botto improvviso a pochi passi da loro.
Lailah rise divertita, Lucifero si trattenne dal far ingoiare al moccioso tutti i coriandoli e si allontanò verso la zona del nido. Ritirò le tre gemelline e tornò in stanza, trovando come pensava Kairos alle prese con un complicatissimo puzzle. Il ragazzo si limitò ad alzare gli occhi e sorridere, il padre lo salutò con un cenno e iniziò la giornaliera battaglia serale per sbattere a dormire le piccole.
A battaglia terminata si gettò sul divano, sciogliendo la treccia in cui si era stretto i capelli prima di uscire e lanciando la cravatta in un angolo. Richiamò a sé una bottiglia di liquore infernale e un paio di pastiglie, mescolando il tutto e fissando il soffitto con un sospiro. Girò gli occhi verso il figlio, concentrato sul suo puzzle.

"Kai..." lo chiamò e il ragazzo alzò lo sguardo "Kai, tu stai bene qui? A tua madre e alle tue sorelle piace. A te?".

Kairos alzò le spalle, trovando un pezzo da incastrare.

"Parlo sul serio. Stai bene qui?" continuò Lucifero, questa volta usando il linguaggio dei segni.

"Di sicuro sto meglio di te" rispose il figlio, sempre a gesti.

"Non ci vuole molto...".

Il padre continuò a fissarlo, mentre si chinava di nuovo sul puzzle e si estraniava dal resto.

"Vuoi venire con me da Duma?" domandò infine il Diavolo, spezzando il silenzio.

Il ragazzino si accigliò. Chi era Duma?

"Duma è l'angelo del silenzio" spiegò Lucifero, dopo qualche sorso dalla bottiglia dal liquido rossastro "Ti piacerebbe conoscerlo?".

Kairos annuì, convinto. "Quando ho finito il puzzle" segnò e il padre sorrise lievemente. Quel ragazzo poteva parlare ed era perfettamente in grado di sentire, eppure preferiva il silenzio totale. Non apriva mai bocca. Era decisamente piacevole averlo vicino dopo una giornata passata tra gli avvocati...


Mezz'ora più tardi, rientrò anche Kaila. Era felice, sorrideva, e salutò con entusiasmo. Tra le mani stringeva un cellulare, regalo recente dello zio Azazel. Lucifero non era molto d'accordo che lo avesse, odiava quegli affari, ma era contento che si fosse fatta degli amici fra i demoni ospiti e lavoratori della struttura. Era bello vederla di buon umore. 

"Papi... lo sai che sei il miglior papi del mondo, vero?" cinguettò la ragazzina.

"Cosa vuoi chiedermi?" capì subito il demone.

"Tra poco sarà il mio compleanno...".

"Lo so".

"E cosa mi regali?".

"Tu cosa vorresti?".

"Vorrei una festa. Una festa con i miei amici".

"Direi che come cosa è fattibile...".

"Qui in hotel".

"Mi pare ovvio. Di quanti amici parliamo e che avevi in mente?".

"Un ballo. Un grande ballo dove chiunque è invitato".

"Un ballo? Che genere di ballo? E poi... chiunque?".

"Voglio creare l'evento online e far partecipare tutti quelli che vogliono. Pagando, ovviamente. O portandomi un regalo".

"Parli di demoni o...?".

"Di chiunque. Mi stanno bene anche gli umani e gli angeli. Demoni di ogni rango. Chiunque voglia".

Lucifero non rispose subito, era alquanto perplesso. Fissò la figlia che iniziò a pregarlo con occhioni dolci.

"Fammici pensare, ok? Una cosa del genere richiede una certa organizzazione, Kaila. Parlerò con tua madre e ti faremo sapere".

"Quindi non è proprio un NO categorico?".

"È più un forse.  Ti basta?".

"Spero nel sì, ma per ora mi basta. Lo dico subito ai miei amici!".

Iniziò a digitare sul telefono, camminando verso la camera da letto. Il demone sapeva che in rete circolavano molti video riguardanti la trasformazione della figlia avvenuta durante lo spettacolo del mago Adon. Aveva riscosso molto successo ed era stata condivisa da molti in modo ossessivo, nel tentativo di capirne il trucco. Questo l'aveva aiutata ad avere una certa notorietà sui social, unito al fatto che mostrava aspetti di quell'hotel lussuoso e degli spettacoli che vi avvenivano. Era un'ottima pubblicità, dopotutto.
Purtroppo però Lucifero non era del tutto consapevole di quante cose svelasse in realtà la figlia in quelle dirette e in quei filmati. Azazel aveva apposto un filtro sull'apparecchio, in modo da evitare qualsiasi contenuto non appropriato per una ragazzina, ma c'erano cose proibite che quel filtro non poteva bloccare...


Oggi ho voluto svelare qualche immagine degli "eredi". Kairos e le tre piccole (i cui nomi svelerò più avanti)

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