Magia

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La giornata tipo della famiglia in hotel era organizzata in modo piuttosto complesso ma funzionale.

Al mattino, Kaila e Kairos tornavano nel mondo nuovo creato da Lucifero e seguivano delle lezioni con Helel, che insegnava loro tutto quel che sapeva come loro insegnante. Le tre gemelline si divertivano al nido, accanto al reparto animazione di cui si occupava Lailah, mentre lei e il padre lavoravano. Verso ora di pranzo, quando gli impegni lo permettevano, si ritrovavano tutti assieme per poi dividersi di nuovo nel pomeriggio. Kaila gironzolava in hotel in cerca di qualcosa da fare, Kairos si chiudeva in camera per conto suo, le gemelline giocavano in animazione con la madre o in stanza con il padre quando era disponibile. La cena a la sera si ritrovavano tutti insieme per poi separarsi di nuovo se uno dei due genitori aveva impegni notturni.

Ultimamente, tra avvocati e incontri con albergatori vari, il tempo a disposizione di Lucifero era davvero poco e la cosa lo infastidiva. Ma non poteva tralasciare nessun dettaglio, né dal punto di vista giuridico né dal lato pratico. Doveva assicurarsi che Magdalena e il suo amante avessero ciò che si meritavano e quindi seguiva personalmente ogni aspetto della vicenda. Dall'altro lato voleva mantenere lo standard elevato e il prestigio ottenuto dagli hotel e si occupava di ogni aspetto possibile.

Quando aveva visto Asmodeo era già di pessimo umore al solo pensiero che qualcuno osasse chiedere l'infermità mentale per i due assassini. La difesa si arrampicava sugli specchi ipotizzando la presenza di una terza persona, il vero assassino, e dell'uso di sostanze per "confondere gli accusati". Il riesumato corpo di Ahriman aveva portato alla luce segni di colluttazione e narcotici nel sangue, confermando l'omicidio ed escludendo il suicidio.
Solo l'idea che quei due potessero avere un qualche tipo di sconto di pena lo mandava in bestia. Era fuori discussione: doveva fare in modo che dalla galera non uscissero. Anche a costo di utilizzare metodi non molto consoni ed "approvati paradisiacamente". Si sarebbe presentato lui stesso all'udienza e li avrebbe guardati negli occhi, impedendo loro di mentire e provando quel brivido di terrore che chi osava sfidarlo doveva provare. Non voleva spingerli a confessare cose inesistenti, voleva solo la verità come supremo giudice delle anime peccatrici. O almeno quello era quel che era fino a poco tempo prima. L'udienza si sarebbe svolta a breve e doveva depositare tutti gli incartamenti per presentarsi come parte civile. Solitamente erano altri ad occuparsi di questioni simili ma in questo caso non voleva lasciare nulla in mano ad esterni.
L'incontro con Asmodeo gli aveva lasciato quello strano amaro in bocca che non sapeva spiegarsi. Era stato piacevole rivederlo ma allo stesso tempo lo aveva turbato in qualche modo. La vita era davvero strana, questo doveva ammetterlo, ma trovarsi davanti un demone prete non se lo sarebbe mai aspettato.


"Mamma..." domandò timidamente Kaila alla madre, quella sera "Ma papà quanti anni ha?".

"Perché me lo chiedi?" rispose Lailah, sedendosi sul divano dopo essersi tolta la divisa dell'hotel ed aver indossato qualcosa di più comodo.

"Ci sono voci... strane".

"Che voci, tesoro? L'età di tuo padre è come quella di questo universo. Che importanza ha?"..

"Dicono che noi non siamo figli suoi. Che io, Kairos e le sorelline non siamo figli suoi perché lui in miliardi di anni non ha avuto nemmeno un figlio e noi siamo troppo... chiari per essere suoi".

"Chiari?!".

"Sì, mamma. Noi abbiamo tutti i capelli bianchi. Papà li ha neri. Dicono che ci ha avuti solo... finendo il toner!".

Lailah si voltò di scatto verso la figlia, perplessa.

"Chi dice questo, Kaila?" domandò, turbata.

"Non li conosco. Girano tante voci, comunque. Davvero tante. Le sento, camminando per i corridoi. Dicono che in realtà papà non può avere figli e che noi siamo tutti figli di altri. Anche Espero, Najira ed Ahriman. Dicono che sono troppo alti per essere figli di papà".

"E di chi sareste figli voialtri, secondo questi simpaticoni?".

"Di... Metatron e Sandalphon. A seconda del colore dei capelli".

"Che cosa?!".

Lailah si alzò, accigliandosi.

"Chi osa dire una cosa del genere?! Voglio sapere chi!".

"Non lo so, mamma. E io... non so cosa rispondere perché non so cosa possa far capire che lui è mio padre. Assomiglio solo a te! Naji plasma la materia, come papà. Espero ha una luce fortissima, come papà. Ahriman aveva gli occhi di papà. Io? Io cos'ho di papà?".

"Molte cose, Kaila. Sei ancora molto giovane e simili voci devono tacere immediatamente! Voglio che parli con la sicurezza, quando senti certe cose. Offendono tutti noi! Offendono voi, dandovi dei bastardi, e offendono me e vostro padre! Devi dirlo anche a lui!".

"Cosa?! No, mamma! Si incazzerà di brutto e io non voglio vederlo incazzato!".

"Si incazzerà per una ragione, bambina mia! Devi dirglielo".

"E se poi da i numeri e fa cose strane?".

"Lascia che le faccia! Nessuno deve osare offendere questa famiglia!".

La ragazzina non era convinta e rimase in silenzio quando Lucifero entrò in stanza.

"Ho visto Asmodeo" esordì lui, rivolto alla moglie "Tu lo sapevi che è diventato prete?".

"Pensavo lo sapessi. Davo per scontato che i tuoi sottoposti pettegoli te lo avessero detto".

"Non lo sapevo. È stato piuttosto strano parlarci, a dir la verità. E mi ha fatto pensare. A tante cose. Una di queste è che sono fortunato ad avere te accanto".

Lailah si lasciò baciare e poi indicò sua figlia, spiegando che aveva qualcosa da dirgli.

"Che hai combinato?" si allarmò immediatamente il padre e Kaila si affrettò a spiegare tutto.

"Capisco..." rimase stranamente impassibile Lucifero "Vieni con me".

"Dove, papà?".

"A fare una magia...".


Come ogni sera, nel grande salone principale iniziava uno spettacolo per accompagnare la cena e la nottata a seguire. Poteva trattarsi di un concerto, di un ballo a tema, di uno spettacolo teatrale o circense, comicità od ospiti illustri. Quella sera andava in scena la magia. Ad esibirsi un giovane mago la cui anima ormai apparteneva ad Astaroth, che gli faceva d'assistente divertendosi particolarmente. Specialità del prestigiatore erano le trasformazioni e la possibilità di cambiare sesso di Astaroth era un "trucco" che lasciava sempre a bocca aperta gli spettatori umani. Usare le capacità demoniache per intrattenere i mortali, convinti di assistere a un trucco molto ben riuscito, rendeva lo spettacolo unico nel suo genere.
Un tempo Lucifero apriva ogni serata, presentando chi si doveva esibire con un sorriso compiaciuto. Ultimamente non ne aveva molta voglia, perciò i demoni presenti furono molto stupiti quando lo videro entrare nel salone con accanto la figlia. Si era accordato con pochi, semplici, messaggi sul telefono del demone mutaforma ed era pronto ad aprire lo spettacolo.

"Benvenuti alla serata magica del Kerigma!" esordì, salendo sul palco e stringendo il microfono tra le mani "Vi presento il nostro mago e la sua assistente, Adon ed Astarte!".

Il mago ed Astaroth in forma femminile salutarono con un inchino.

"Preparatevi a non credere ai vostri occhi davanti a quel che vedrete. Vi sembrerà di vivere un sogno, da cui non vorrete più risvegliarvi. Un applauso".

"Vi vedo belli carichi!" sorrise il mago che si faceva chiamare Adon "Ringrazio il proprietario di questo splendido hotel per concedermi l'onore di esibirmi davanti a un simile pubblico. E il primo numero vorrei poterlo fare proprio con lui, per rompere il ghiaccio. Che dite?".

I demoni presenti si fissarono un po' stupiti. Non era da Lucifero lasciarsi convincere in sceneggiate umane!

"Buonasera, boss" sorrise Astaroth "Chi è questa bella fanciulla? La sua vice?".

"Mi chiamo Kaila" sorrise la ragazza, rispondendo al microfono senza alcun imbarazzo.

"Lei è mia figlia" spiegò Lucifero, poggiandole una mano sulla spalla "E sì, perché no? Se la cava come mia vice".

"Una giovane e bellissima rosa bianca, i cui occhi riflettono il colore del cielo".

"Già. Che a detta di qualcuno ho avuto dopo aver finito il toner...".

Astaroth spalancò gli occhi, in una smorfia divertita, mentre qualcuno tra il pubblico rideva.

"Il vostro ying e yang ci fa venir voglia di rendervi partecipi della prima trasformazione. Siete pronti?".

Kaila annuì. Camminando verso il salone il padre le aveva spiegato quel che aveva in mente. C'era un potere che accomunava padre e figlia ovvero la capacità di mutare forma. Contrariamente a Lailah o a qualsiasi altro angelo, sia Kaila che Lucifero erano in grado di trasformarsi in diverse creature e la giovane era pronta a mostrare quel che sapeva fare. Per gli umani presenti sarebbe stato un trucco straordinario, per i demoni la prova inconfutabile che lei era figlia del Diavolo e che ogni voce contraria doveva cessare.

"Dimmi, Kaila..." parlò il mago "Qual è il tuo animale preferito?".

"Il gatto" rispose lei.

"Potresti prendere per mano tuo padre e guardarlo negli occhi, per cortesia?".

La ragazzina annuì e sorrise.

"Pronta? Conto fino a tre... Uno. Due. Tre!".

Gli occhi di entrambi brillarono qualche secondo e si trasformarono in un grande gatto nero e una giovane gattina bianca. Il pubblico applaudì.

"Bello essere un gatto? Ma torniamo come prima. Uno. Due. Tre".

Padre e figlia tornarono ad essere umani.

"Proviamo qualcosa di più... esotico? Che ne dite di un serpente? La mia assistente può aiutarmi?".

Astaroth allungò la mano sulla spalla di Lucifero e si contò di nuovo. Al tre, Astaroth presentava il suo aspetto maschile e tra le mani sorreggeva un minaccioso serpente nero dagli occhi rossi. Il mago mostrava al pubblico lo stesso animale decisamente più piccolo, bianco e con gli occhi azzurri. Si levò un altro fragoroso applauso, fra frasi stupite e complimenti.

Padre e figlia erano tornati al loro solito aspetto e Kaila ridacchiava divertita.

"Ed ora chiedo al pubblico di fare silenzio" invitò il mago "Silenzio assoluto perché vi condurrò nel mondo immaginifico della fantasia. Vi mostrerò delle creature qui, davanti a voi, che fin'ora avete visto solo sui libri. Siete pronti? Preparatevi a vedere... i draghi!".

Il pubblico mormorò eccitato. I demoni si zittirono: solo Lucifero si tramutava in drago! Veder fare lo stesso a Kaila significava non avere più alcun dubbio su chi fosse la figlia. E se era giunto alle orecchie del passato sovrano infernale qualche commento inopportuno, rischiavano forse qualche ripercussione non da poco! Terrorizzati, videro i due draghi materializzarsi davanti a tutti. Il loro sguardo era uguale: rosso come il sangue e il fuoco. Le squame nere del padre rilucevano e, spalancando la bocca, terrorizzò molti presenti. Il corpo bianco e più piccolino di Kaila fu ammirato con meraviglia e qualcuno allungò le mani, stupendosi di non ritrovarsi davanti un'ologramma.

"Sembrano proprio veri!" esclamò qualcuno.

La ragazzina fu la prima a tornare normale, facendo svanire per ultime le ali bianche. Lucifero lanciò prima uno sguardo di accigliato a chiunque, come monito a chi riusciva a comprendere, prima di riprendere il suo solito aspetto.
Il pubblico si alzò in piedi ed applaudì a lungo. Kaila si inchinò e salutò con la mano.

"Un applauso al mago Adon!" si congedò Lucifero, lasciando il palco e abbandonando la sala tra le grida d'entusiasmo.

"Se ti dovesse capitare di udire altre voci..." ordinò alla figlia, camminando verso l'ascensore "Tieni bene a mente il volto di chi osa aprire bocca e poi indicamelo. Gli rivolterò la lingua fino a fargliela ingioiare".

"Sì... sì papà" mormorò la figlia, lievemente spaventata.

"Sei stata brava" le sorrise poi Lucifero, avvolgendola col braccio attorno alla spalla, una volta che le porte dell'ascensore furono chiuse e iniziava la salita "Sei proprio cresciuta!".

"Grazie...".

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