Natale

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Nessun demone amava il Natale ma, da quando c'era Ahriman a capo dell'hotel, si festeggiava con un certo entusiasmo. Come ogni anno, era stato organizzato un grande banchetto dove angeli e demoni erano invitati. Era una festa a cui Ahriman teneva particolarmente, era il suo compleanno, e voleva sempre che fosse perfetta. Non se la sarebbe persa per nessuna ragione al mondo e questo insospettì un po' Azazel. Alla reception, attendeva l'arrivo del festeggiato con un simpatico cappello da babbo Natale in testa. Si ritrovò a riflettere su quanti anni compisse il giovane rampollo di casa Lucifero: trentatré. Una cifra decisamente "famosa" nel mondo sovrannaturale.

Il receptionist fissò l'orologio che portava al polso, regalo del Diavolo di qualche decennio precedente, e si chiese come mai Ahriman fosse in ritardo. Da quando era diventato umano, era del tutto inaffidabile! Anche se quasi sempre con un sorriso idiota stampato sulla faccia...

Non si stupì nel veder entrare Michael dalla porta, dopotutto anche gli Arcangeli erano invitati alla festa. Con un ghigno soddisfatto, dopo l'ennesimo giro di liquori che gli veniva offerto, Azazel lo accolse e gli indicò il salone dove molti ospiti già sedevamo.

"Cerco il tuo capo" rispose Michael.

Il receptionist inclinò leggermente la testa, facendo tintinnare il campanellino che portava in cima al cappello.

"Devi essere più preciso, angioletto. Magari una volta il capo era uno solo, ma ora la gestione è differente...".

"Cerco Lucifero" continuò l'Arcangelo, con sul viso un'espressione più cupa del solito.

"Oh, cerci QUEL capo. Mi 'spiace ma non ci sarà alla festa. Manca da qualche anno ormai".

"Contattalo allora. È una questione importante".

"Sei divertente, angioletto" ridacchiò Azazel, prendendo qualche sorso da una bottiglia che teneva nascosta sotto al bancone della reception.

"Che c'è di divertente?! Io non sto ridendo!".

"Forse non ti è ancora chiaro che è Lucifero a decidere chi lo deve cercare, e non viceversa".

"È nel suo universo?".

"Signorsì signore. Vedo che hai capito. Non posso certo inviargli un messaggino!".

"E Lilith? C'è Lilith?".

"Certo che c'è! È la madre del festeggiato, non si perderebbe per nulla al mondo il compleanno di Ahriman! Specie ora che è umano e mortale...".

"Chiamala, per favore".

"Perché? Che vuoi?".

"È una questione privata. Urgente. Seria"

"Cioè? Che le dico? L'Arcangelo musone vuole dirti non so cosa?".

"Chiamala, Azazel!".

Il receptionist rimase in silenzio qualche istante. Michael aveva qualcosa di strano quella sera, che però non riusciva a decifrare. E non lo chiamava quasi mai per nome...

Lilith arrivò dopo qualche minuto, indossando un abito rosso scintillante e sfoggiando un sorriso raggiante.

"Dov'è mio figlio, Azazel? Lo hai chiamato?" domandò "Lo aspettano tutti!".

"Non mi ha risposto. Forse è per strada".

Lilith raggiunse Michael e storse il naso.

"Ebbene?" incalzò "Sono qui. Mi hai disturbata per quale motivo?".

"Purtroppo sono portatore di brutte notizie questa notte, Lilith".

"A che ti riferisci?".

Dopo averla convinta ad allontanarsi dalle orecchie tutt'altro che discrete di Azazel, Michael riuscì a dirle la verità. Ahriman non sarebbe arrivato quella notte. Ahriman non sarebbe arrivato mai più. In principio Lilith non volle crederci ma quasi subito realizzò che gli angeli non mentivano. Quella era la verità. Suo figlio era morto quella sera, il giorno del suo trentratreesimo compleanno. Stordita, si lasciò cadere a terra e si ritrovò seduta sul pavimento. Azazel, che osservava la scena da lontano, non capì cosa stesse succedendo.

"Cosa le hai fatto, angelo?" ringhiò minaccioso, raggiungendo la donna e tentando di proteggerla da Michael "Allontanati subito!".

"Non avrei mai voluto farlo, Azazel. Mai avrei voluto pronunciare le parole che questa madre ha appena dovuto sentire".

Il receptionist fissò entrambi piuttosto perplesso e si chinò su Lilith, per aiutarla ad alzarsi. Lei fissava un punto imprecisato del corridoio, con la mente che accavallava mille pensieri e ricordi.

"Devo andare da Lucifero" riuscì a dire "Vieni con me. Ti prego, vieni con me".

"Va bene" le rispose Azazel "Tranquilla. Vengo con te... che succede?".

Non aveva mai visto Lilith così, e conosceva Lilith praticamente da quando era nata. Era sempre stata forte, determinata. Il termine "Ti prego" non era da lei. Quello sguardo smarrito non era da lei!

"Tu sei l'araldo di Lucifero..." mormorò la tentatrice "Tu... dovrai venire tu con me a riferire il più terribile dei messaggi possibili".

Azazel continuava a non comprendere ma ripensò a quelle ultime parole: il più terribile dei messaggi possibili. Anche lui era un padre, aveva una famiglia, e iniziò a intuire qualcosa.

"Ahriman?" domandò.

Lilith annuì.

"Come?" insistette l'araldo.

"Lo hanno trovato a casa sua" spiegò Michael "In una stanza dove si ritirava per dipingere. Lo hanno trovato lì. Si è tolto la vita. Si è sparato in testa".

Azazel rimase in silenzio qualche istante e poi scosse il capo. No, non Ahriman! Doveva esserci un errore! Ahriman era sempre contento! E non vedeva l'ora di partecipare a quella festa!

"Impossibile! Tu, Arcangelo protettore delle forze armate, fai il poliziotto e vedi di andare a fondo a questa faccenda! Lui non lo avrebbe mai fatto!".

"Sono già iniziate le indagini ma ti renderai conto anche tu che non potranno ficcare il naso troppo in profondità. La sua vita passata, da demone, non è documentata. La sua famiglia demoniaca non deve essere contattata o rilevata. Sono su un brutto terreno. Tuttavia cercherò di fare il possibile. Nel frattempo...".

"Nel frattempo come cazzo lo dico a Lucifero?!".

"Facciamo un altro brindisi alla festeggiata!" propose Lucifero e Najira sorrise.

Nata lo stesso giorno di Ahriman, la regina degli Inferi e primogenita del Diavolo era ospite in quel nuovo universo e sorrideva. Aveva appena ricevuto in dono uno splendido bracciale da suo padre e si stava rilassando, seduta a un lungo tavolo pieno di prelibatezze. Governare l'Inferno era bello, le piaceva, ma ogni tanto era altrettanto bello staccare la spina!

"Non vai quest'anno alla festa di Ahriman?" domandò lei al padrone di casa.

"Armand. Adesso di fa chiamare così".

"È un nome che fa cagare, perdonami!".

"Mica l'ho scelto io! Cazzi suoi!" ridacchiò Lucifero, versando ancora da bere "E no, non ci andrò. È stato lui stesso a dire che non siamo più la sua famiglia. Poi a me il Natale sta proprio sul cazzo. L'unico motivo per cui festeggio è per il compleanno dei miei figli. I figli che mi riconoscono come padre. Anche se ci sei solo tu...".

"Espero non lo vedo da anni...".

"Pure io. Ho provato a contattarlo, Lailah è stata in Paradiso diverse volte ma si è limitato a salutare da lontano. Probabilmente anche per lui è meglio non riconoscere un lato della famiglia. Dopotutto è un angelo, uno di quelli importanti. Mica è bello per loro avere un padre come me! Potrebbe aver ricevuto qualche ordine dall'alto".

"Per me sono solo due coglioni. Espero ed Ahriman intendo. Trentatré anni di coglionaggine!".

"Ma non ci pensiamo. Tu sei qui, è il tuo compleanno: festeggiamo!".

Najira alzò il proprio calice, soddisfatta.

"Sei rimasto solo tu come figlio maschio decente" commentò, rivolta al suo unico fratello minore, seduto allo stesso tavolo.

Il ragazzino sorrise, poco convinto. Si stava gustando il dolce in silenzio, amava il silenzio.

"Quanti anni compiono lui e la gemella questa primavera? Undici?".

"Tredici".

"Oh, mi ero persa qualche anno! Sei quasi un ometto allora, Kai. Anche se sembri più piccolo... Lo sai che porti il nome di un cavaliere della tavola rotonda?".

Il ragazzo annuì di nuovo.

"Ti toccherà farne altri" ridacchiò la regina infernale, rivolta al padre "Per pareggiare il numero delle femmine".

"O potresti farne uno tu...".

"Preferirei farmi crescere il cazzo, grazie! Mai e poi mai!".

Ripresero a ridere e parlare d'altro, tra faccende infernali e nuove creazioni. Le tre gemelline più piccole erano già a letto, Kai e la sorella avrebbero presto fatto altrettanto. Così, quando Azazel e Lilith entrarono in casa, trovarono solo tre adulti ad attenderli.

"Siete venuti a festeggiare anche qua?" salutò Lucifero, pronto ad offrire da bere "Najira non vede l'ora! Accomodatevi".

Lailah, Lucifero e Najira erano felici, complice l'alcol e il buon cibo. Azazel rimase fermo ad osservare il padrone di casa, sapendo che presto sarebbe cambiato drasticamente. In quel momento era sorridente, con i lunghi capelli neri lasciati sciolti e l'aspetto raggiante e quasi etereo di chi ha trovato il luogo perfetto dove stare e le persone perfette con cui vivere. Quel sorriso non durò molto perché Lucifero conosceva fin troppo bene Azazel e Lilith e notò le loro strane espressioni.
E subito nella mente dell'ex sovrano infernale iniziarono ad intrecciarsi mille ipotesi e scenari. Quella mente matta si inventò mille e più possibili eventi in pochi istanti, prima che Azazel aprisse bocca. Poi l'araldo prese coraggio e spezzò quella felicità, dando a tutti la triste notizia.

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