Ricordare

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Dopo il funerale, svoltosi in forma fin troppo privata, Lucifero si diresse verso l'Hotel Kerigma. Davanti all'ingresso erano stati deposti dei fiori, molti più di quanti il demone si aspettasse. A quanto pare Ahriman, o Armand, era piuttosto conosciuto ed apprezzato nel mondo umano.
Entrando, trovò altri fiori e messaggi di cordoglio che il personale cercava di spostare senza infastidire gli ospiti non a conoscenza di quanto accaduto. Li stavano portando nel salone principale, chiuso al pubblico per quella sera. Non potendo recarsi personalmente in cimitero o in altro luogo consacrato, molti demoni si erano radunati in quella grande stanza e porgevano le condoglianze a Lilith. Varcando la soglia, chiudendo la porta dietro di sé, Lucifero la notò a capo chino accanto a un enorme mazzo di rose infernali che incorniciava la foto del figlio defunto. Non l'aveva mai vista con quell'espressione sul viso, eppure lei di figli e figlie ne aveva avuti e persi parecchi nel corso dei secoli!
Nel salone era sceso uno strano silenzio, nessuno sapeva che dire a quel padre che evitava ogni sguardo dietro spessi occhiali neri e si dirigeva verso Lilith.

"Lo hai visto?" mormorò lei, stringendo la mano che lui le poggiava sulla spalla "Hai visto il mio bambino addormentato per sempre?".

"Ricordalo in vita" le rispose Lucifero "Ricordalo bello e perfetto com'era in vita".

"Il suo bellissimo viso era sfigurato, vero? Il suo corpo... le sue mani... il sangue mortale...".

"Non pensare a questo, Lilith".

Lei distorse le labbra in una smorfia e poi lanciò un grido, rivolto a quella foto sorridente.

"Perché lo hai fatto?!" sbraitò, furiosa e amareggiata "Perché hai fatto una cosa così stupida?!".

Lucifero non sapeva che dirle. Lasciò che si sfogasse, mentre lei gli stringeva le braccia fino a farle sanguinare. La sua mente era vuota, alzò gli occhi su quelle pareti impreziosite da dettagli architettonici unici ideati da Ahriman. Ovunque in quel luogo si percepiva Ahriman. Era stato lui stesso a progettarlo in ogni dettaglio, bello come un dipinto e perfetto come un orologio. Non vedeva l'ora di andarsene...

Carmilla raggiunse Lilith e la abbracciò forte, tentando di confortarla. Assieme a lei molti altri demoni ed angeli vollero provare ad alleviare quel dolore e quelle grida. Il Diavolo lasciò il salone e raggiunse il grande giardino centale, non sapendo che altro fare. Erano davvero in molti riuniti a ricordare Ahriman, da Paradiso e Inferno. Troppi. Non era più abituato a tanta gente tutta assieme e gli mancava l'aria. La fontana e il cielo ormai buio lo aiutarono.
Giornate corte. Freddo. Folla.
Cazzo, che schifo!
Accese una sigaretta trafugata ad Azazel poco prima e fissò l'acqua illuminata da raffinati giochi di luce. Si sentiva inadeguato, cosa che non gli capitava spesso. Era lì solo e solamente per sostenere Lilith e non sapeva che dirle. Non sapeva che fare. Era incredibile che lui non sapesse che dire o fare!

"Coglione" si mormorò da solo, spegnendo la sigaretta con il piede e infilando gli occhiali neri nel taschino della giacca

"Non dovresti startene qui da solo, fratello".

La voce di Michael era peggio delle grida di Lilith: una specie di coscienza giudicante che iniziava a borbottare.

"Lasciami in pace. Non sono in vena" sbottò Lucifero.

"Date parole al dolore, il dolore che non parla bisbiglia al cuore oppresso e gli ordina di spezzarsi" rispose l'Arcangelo, in un impeccabile completo azzurro.

"Mi citi Shakespeare? Davvero?!".

"Non rimanere in silenzio, non fuggire. Io so quel che fai: fuggi via. Fuggi via da tutto ma da questo non hai luogo dove nasconderti".

"Ma che vuoi?! Sono andato pure al funerale!".

"Perché te lo ha chiesto Lilith".

"Sono cazzi miei, Michael!".

"Hai perso un figlio, Lucy. Comprendo che...".

"No, tu non comprendi! Tu non comprendi proprio un cazzo! Mio figlio, l'unico figlio che io e Lilith avevamo, si è sparato in testa! È diventato umano e si è sparato in testa!".

"Lucy...".

"E non so perché lo abbia fatto! Ero convinto che come umano fosse felice! Mi faceva schifo l'idea che fosse mortale, ma mi ripetevo che dopotutto era quel che voleva ed era felice! E invece non lo era! E qualsiasi problema avesse ha preferito spappolarsi il cervello su una parete piuttosto che...".

"... venire da te? O da Lilith? È questo quel che pensi?".

"Vaffanculo, Michael".

"Se ti fa stare meglio, puoi insultarmi anche tutta la notte. Sono qui per aiutarti".

"Fottiti, piccione in armatura! Nessuno può aiutarmi. Meno che mai tu!".

Michael era impassibile, con le mani incrociate dietro la schiena. Controllava il demone, temendo strani comportamenti nel mondo mortale. Il suo sguardo mandava in bestia Lucifero, che lo trovava irritante come non mai.

"Lasciami in pace" biascicò il Diavolo "Vettene via".

"Dov'è Lailah, fratello?".

"A casa. Con i nostri figli".

"Hai una bella famiglia. Pensa a questo...".

"Ma vuoi chiudere quella bocca?! O te la devo chiudere io estirpandotela dalla faccia?!".

"Sono qui, fratello. Sono qui".

Lucifero strinse i pugni infastidito, tentato dall'idea di prenderlo a pugni. Poi si trattenne, capendo che tanto non sarebbe cambiato niente. Si limitò a dargli le spalle e mostrargli il dito medio, mordendosi il labbro. Gli occhi gli si erano accesi d'arancio vivo.

"Ahriman era un bravo ragazzo" riprese a parlare l'Arcangelo "Un brav'uomo. In tanti gli volevano bene. Hai visto quanti fiori e messaggi? Era altruista, gentile... buono".

"Come cazzo è uscito uno così da me e Lilith?".

"Era speciale".

"Era un coglione. Come me, del resto. Mi somigliava. E ammazzandosi ha condannato la sua anima all'Inferno come dannato".

"Lo hai incontrato?".

"No, Najira non lo ha ancora visto. E non siamo nemmeno sicuri che effettivamente avesse un'anima. Perché? Vuoi spedirgli una cartolina?!".

"Sto cercando di capire... alcune cose".

"Quali cose?!".

"Non è il momento e il luogo. Appena saprò dirti di più, ti metterò al corrente".

"C'entra qualcosa quella donna? Quella Magdalena?".

"Perché lo chiedi?".

"Ho fiuto per le stronze...".

"Sii più preciso".

Lucifero sospirò, voltandosi di nuovo verso Michael.

"Non so" ammise "Una sensazione. Non mi è sembrata particolarmente addolorata al funerale. Anzi, mi è sembrata quasi contenta che sparisse sotto terra".

"Ufficialmente il caso è stato chiuso. Non potevo far ficcare troppo il naso in certe faccende. Ma se hai dei sospetti...".

"Gli umani mi stanno tutti sulle palle a prescindere...".

"Parla con Espero. Lui dovrebbe sapere tutto quel che succede in questo Mondo".

"Lui lo sa. Ma non può dirlo. Le sai le regole. E non vuole parlare con me. Probabilmente perché non vuole più avere niente a che fare con la parte cornuta della famiglia".

"Ma tu non le hai più le corna!".

"Dettagli, Michael!".

L'Arcangelo non aggiunse altro, capendo che era inutile insistere. La minuta figura di Azazel li stava raggiungendo, a passo svelto e col volto contrito.

"Mi dispiace capo, ma..." esordì il messaggero.

"Non sono il tuo capo" lo interruppe subito Lucifero "Non più".

"Tecnicamente sì. L'albergo, per atto notarile, è per metà vostro. Quindi...".

"E da quando?!".

"Da quando Ahriman è umano. Ho deciso di cambiare qualche carta, consapevole che i mortali sono piuttosto effimeri".

"E l'altra metà di chi sarebbe adesso?".

"Della vedova. Di Magdalena. Che, mi duole comunicarvelo, sta aspettando alla reception".

"E che vuole?!".

"Soldi, immagino...".

"Dio, quando mi stanno sul cazzo gli umani...".


Buonasera a tutti!!
Chiedo scusa se ci metto un po' ad aggiornare, ma sto cercando di riordinare le mille idee che ho in modo sensato! A presto (spero!)

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