21. La notte più bella di sempre.

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Kate:

Sono rimasta tutta la mattina in camera buttata sul letto.
Adesso è quasi ora di pranzo e Ashton dovrebbe tornare a momenti.
Ho controllato e la riunione dovrebbe già essere finita da venti minuti.

Sbuffando, mi alzo dal letto, raggiungo la porta di camera ed esco nel corridoio per controllare se sta arrivando.
Mi sento un po' una stalker, ma stamattina ci sono rimasta male per come s'è n'è andato senza nemmeno salutarmi. È arrabbiato e molto.
Non mi aspettavo che questo primo viaggio andasse così, anzi, pensavo sarebbe stato completamente diverso, invece sta andando un po' tutto a rotoli.
Vorrei solo fare pace.

Il posto è deserto e non si sente neanche una mosca volare.
Aspetto lì qualche secondo, poi ritorno dentro, ma quando sto per richiudere la porta, sento i passi di qualcuno in lontananza.
Mi affaccio solo con la testa e sorrido nel vedere che si tratta proprio di lui. Il problema è che mi vede subito, infatti si avvicina rapidamente.
Ops.
«Che stai facendo?» corruga la fronte e alza un sopracciglio.
«Ehm, io? Niente.» Faccio la finta indifferente.
«E allora perché hai solo la testa che spunta fuori?»
Divento subito rossa e mi schiarisco la gola, cercando di trovare una scusa plausibile.
Non posso dirgli che lo stavo aspettando tutta la mattina, da quando è andato via e che a oggi minimo rumore, mi sono affacciata per vedere se fosse lui, anche essendo consapevole che era alla riunione.

«Ehm...» ci penso su, e dico la prima cavolata che mi salta in testa. «Perché sono senza vestiti.»
Ecco. La prossima volta mi cucio le labbra che è meglio.

«Senza vestiti?!» alza il tono di voce.
«Già» dico nell'imbarazzo più completo.
Ashton serra la mascella e fa la mano a pugno, nervoso, più che mai.
«Dov'è lui? Vorrei conoscerlo.»
«Chi?» non capisco chi intenda, ma lui mi fulmina con lo sguardo.
«Lui, Kate! Il ragazzo di ieri sera! Sei andata a letto con un completo sconosciuto? Ma complimenti! Che ti salta in testa? Sei impazzita, forse?!»
A questo punto urla e si avvicina ancora di più.
Schiudo le labbra, scioccata. «Ma cosa stai dicendo?»
Ha frainteso tutto.
«Tu sei pazza. Ecco cosa sei. Una pazza!
Possibile che non pensi alle conseguenze delle tue azioni?» Urla ancora di più.
«Ma in fondo, a me che me ne frega?
Fai quello che ti pare. Non sono io a doverti dire con chi andare a letto. Fanculo.»

Si volta di spalle, pronto ad entrare in camera sua. Toglie fuori le chiavi dalla tasca, ma io esco fuori, ovviamente vestita, e lo blocco per il polso.
«Hai frainteso tutto. Non ho fatto nulla! Che cosa ti prende?»
«Mi prende che tu sei una bambina. Ecco, cosa. Usa quel cervello ogni tanto!»
«Ma sei pazzo? Che stai dicendo?
Non ho fatto niente! Girati.»
Ma lui non lo fa. Continua a trafficare con la serratura per aprire la porta, ma è così nervoso che non riesce nemmeno a infilare le chiavi dentro.
«Io, pazzo?! Ti voglio proteggere e sono io il pazzo?»
Ti voglio proteggere.
Sorrido e mi calmo all'istante.
«Mi vuoi proteggere da cosa?»
«Da tutto, scema!» Urla, fuori di sé.
Mi sciolgo e sorrido ancora di più.
«Allora molla quella porta e voltati.»
Dico, dolcemente.

Fa un enorme respiro e si gira piano, per poi squadrarmi la testa ai piedi, notando che sono completamente vestita.
Ci guardiamo negli occhi per qualche istante, finché poi decido di aprire la porta del tutto mostrando la camera, libera.
Guarda me, poi oltre le mie spalle e poi di nuovo me.

«Sei sola...» mi guarda senza aggiungere altro e si passa una mano tra i capelli, agitato.
«Ti stavo aspettando. Solo che mi vergognavo a dirtelo e ho inventato la scusa che fossi nuda. Non c'è nessuno e non ho passato la notte con lui.»
«Scusa, ho esagerato. Non so che mi è preso» mormora, pentito.
«Mi stavi solo proteggendo, giusto?»
Sorrido e lui si mette una mano dentro la tasca dei pantaloni.

«Già.» Ora sembra un po' in imbarazzo così si schiarisce la gola.
«E quindi com'è andata ieri la serata con quel ragazzo?» mi chiede, serio.
«Dopo che mi hai chiamato sono tornata qui, ho provato a bussare alla tua porta, ma non hai risposto»
«Sono andato a cenare.»
«Scusa se ti ho lasciato solo.»
«Non importa», abbassa lo sguardo e fa un lungo respiro. Non mi sembra però che mi abbia perdonato del tutto.
«Scusa, davvero» ripeto. Solleva lo sguardo e fa un sospiro.
«Ti va di andare a mangiare insieme?»
Cambia argomento e io annuisco un po' preoccupata.
«Sei già pronta?»
«Sì. Prendo la borsetta.»
«Okay. Ti aspetto.»

Perché ho l'impressione che sia triste?

***********

È sera e con Ashton siamo in un locale, solo che sono ubriaca. E neanche poco, direi.
Abbiamo iniziato a bere entrambi un po' troppo.
Okay, decisamente troppo.
Volevamo svagarci. Dimenticare. Essere noi stessi.

E ora so solo che sto ridendo come una pazza. E lui anche. Ma la cosa più bella è che i problemi di stamattina sembrano essersi volatilizzati. L'alcool ha spazzato via ogni cosa.

«Siamo un po' ubriachi, come abbiamo fatto?»
Lui ride e continua a bere.
«Non ne ho idea, ma non penso più a nulla. Forse mi serviva proprio.»
«Neanche io!» rido ancora di più e lui fa un respiro.
«Ti va di prendere un po' d'aria fuori?»

Annuisco e lui prende la mia mano.
Mi trascina fuori dal locale ed entrambi respiriamo l'aria fresca della sera.
Si gira verso di me e mi fissa, serio.
«Perché mi stai guardando così?» rido e a lui spunta un sorriso bellissimo.

«Perché tu mi piaci, Winnie.»
Arrossisco e lo prendo come uno scherzo.
«Non è vero che ti piaccio!»
«E invece mi piaci. Tanto, tanto»
Ribadisce lui, continuando a stringere la mia mano.
«Lo dici solo perché sei ubriaco!» dico e lui sorride ancora.
«Forse è per quello che riesco a dirtelo!»
Scoppia a ridere e io faccio la stessa cosa.
«Be', dato che siamo sinceri, anche tu mi piaci» ammetto. La mia bocca ormai non ha filtri e nemmeno la sua.
A quanto pare, da ubriachi, siamo estremamente sinceri. Niente imbarazzo, niente di niente.

Lui spalanca gli occhi e mi guarda un po' più serio.
«Non è vero» ride di nuovo, mentre con l'altra mano alza la bottiglia di birra e la beve tutta d'un sorso.
«Ehi, a me non ne hai lasciato!» mi lamento e lui ride.
«Okay, vado a prenderne un'altra, aspettami qui.»

Annuisco e lo aspetto ridendo da sola.
Non so cosa mi stia prendendo, ma so per certo che non so neanche cosa sto dicendo.
Il mio cervello si è fuso del tutto.
In giro non c'è nessuno, non so nemmeno che ora sia. Siamo solo noi.
«Sono qui! Ti sono mancato?» Sento la sua voce e mi giro verso di lui sorridendo.
«Tantissimissimo.»
Ashton fa una risatina. «Lo sapevo.»

Nel mentre alzo la bottiglia e inizio a bere la birra come se fosse acqua.
Ne calo quasi metà e lui scoppia di nuovo a ridere.
«Ti vuoi calmare? Sei peggio di un uomo!»
«Non è vero! Solo che è buona!»
«Lo so, dai anche a me!» e senza aspettare che risponda, mi prende la bottiglia dalle mani e la beve tutta quanta.
«Ma... Te la sei finita! Era per me!»
Lo guardo male e lui sorride.
Stacca la mano dalla mia e si allontana a buttare la bottiglia in un cestino poco più lontano da noi, poi torna subito e mi fissa attentamente.
«Perché sei così bella?» mi chiede, serio.
Io arrossisco e sorrido.
«Ma che dici? La birra ti sta facendo uno strano effetto!»
«Anche a te. Ci fa dire semplicemente la verità! Perché, io non sono bello?»
Scoppio a ridere e lo guardo.
«Sei bellissimo, non bello!»
«E sono sexy?» fa un altro passo verso di me e io arrossisco un po' di più.
«Tantissimo. Sei super sexy.»

Lui sorride e si avvicina finché i nostri corpi non sono attaccati tra di loro.
Afferra i miei fianchi e mi attira contro di lui ed è bellissimo stargli così vicino.
Infatti mi stringe a sé e il mio cuore trema.
«Ti odio, Kate Fischer, perché tu mi fai impazzire» sussurra con una voce bassa e roca.
«E io odio te perché mi piaci troppo!»
Lui ride.
«Mi piace questo odio che c'è tra noi!»
«Anche a me!» io sorrido e lui punta i suoi occhi sulle mie labbra, poi con una mano mi sposta una ciocca di capelli e la mette dietro le orecchie.

«Hai presente quando ti ho detto che volevo fossimo amici, perché tra noi non poteva esserci niente? Ho mentito. Non voglio esserti amico. Fanculo. Voglio di più, molto di più.»
«Anche io voglio di più» ammetto, senza ombra di dubbio. I nostri visi si avvicinano tra loro e quando siamo a un soffio dalle labbra, sussurro: «Sei sicuro?»
«Mai stato più sicuro» sussurra anche lui, con voce carica di desiderio. «E tu?»
«Mai stata più sicura.»

Chiudo gli occhi e quando le nostre labbra si sfiorano, dentro di me scoppia un incendio. Le schiudiamo insieme, finché alla fine si uniscono completamente e non diventa un vero e proprio bacio. Le nostre lingue si intrecciano, i respiri aumentano e il sapore di birra si mischia, diventando una miscela esplosiva.
Gemo, quando mi stringe ancora di più a sé, baciandomi con passione.
Il mio stomaco è sottosopra e il cervello ormai è in tilt. Tutto attorno a me sembra sparire completamente.
Amo come mi bacia, come mi fa sentire. Dio, è così tutto perfetto che mi chiedo il perché abbiamo aspettato così tanto.

Afferro la sua maglietta, mi alzo un po' di più con la punta dei piedi e respiro forte sulla sua bocca. Ashton fa la stessa cosa e non ci lasciamo. Anzi, il bacio diventa quasi proibito. Lingue che si cercano, respiri che diventano affannosi. Nessuno di noi vuole staccarsi dall'altro. È come provare il paradiso. Una volta che sei lì, nessuno avrebbe la voglia di andarsene.

Le sue labbra sono soffici e perfette. È un momento che non dimenticherò mai.
«Dio, Kate...» mormora, senza smettere.
«Ashton» ansimo.
Le sue mani si spostano sul mio corpo e scivolano sul mio fondoschiena. Le mie, invece, scendono sul suo petto e impazzisco, a sentire tutti i suoi muscoli che si tendono. Vanno più sotto, fino a tastare gli addominali.
Prendo due bottoni della camicia e senza pensarci due volte, li sbottono.
Una volta che ho accesso alla sua pelle calda, ci passo le dita sopra. La sensazione che provo, è meravigliosa.
È così perfetto, così bello, che mi sembra un sogno.
«Mi stai spogliando» ride, baciandomi ancora.
«E tu mi stai toccando il sedere» rido anche io.
«Perché hai un corpo stupendo.»
«Tu di più.»
Sorride e io lo guardo con le guance rosse e il cervello ormai partito, andato, perso completamente.
Vorrei solo baciarlo ancora, all'infinito.

«Perché abbiamo tardato così tanto? Se avessi saputo che sarebbe stato così bello, lo avrei fatto già il primo giorno che ti ho conosciuta. Mi sei piaciuta da subito.»
«Anche tu. Solo che ho paura che domani ci saremo dimenticati tutto. Siamo ubriachi.»
«Impossibile, dimenticare. È stato stupendo. Andiamo.»
Mi prende la mano e mi trascina, non so dove.

«Dove stiamo andando?»
«In hotel.»
«Nooo. Stiamo ancora un po', non voglio lasciarti» dico, triste.
Ashton si volta. «Nemmeno io voglio lasciarti, Kate. Non ti lascerò più.»
«Nemmeno io» dico, felicissima.
Raggiungiamo la strada e appena vediamo un taxi, lo chiamiamo a gran voce.
«Taxiii?»

Si ferma e noi entriamo. Ashton gli dice dove deve portarci e chiudiamo gli sportelli.
Ci giriamo contemporaneamente. Mi avvicino e gli do un bacio, lui ricambia subito e mi accarezza la guancia, io appoggio la mano sulla sua coscia.

«Non siamo soli» sussurro al suo orecchio. Lui ride. «Lo so. Ma ho così tanta voglia di baciarti di nuovo, che sto impazzendo.»
«Anche io.»
«Tranquilli, ragazzi. Siamo arrivati. Eravate a due passi dall'hotel.» Ci dice l'autista, divertito. Chiunque noterebbe che siamo ubriachi persi.

«Oh, cavolo» rido.
Ashton ride a sua volta e gli dà i soldi.
«Mi sta dando 200 euro?» dice, sconvolto.
Ashton ridacchia. «Li prenda. Grazie per il passaggio. Andiamo, Kate.»
«Grazie. Grazie mille! Buona serata, ragazzi.»

L'autista ci saluta euforico e noi usciamo. Raggiungiamo l'hotel e corriamo verso l'ascensore, come due bambini. Appena le porte si aprono, entriamo insieme, mano nella mano.
Non aspettiamo nemmeno che le porte si chiudano. In un secondo, Ashton mi fa indietreggiare fino alla parete di alluminio, si china su di me e mi bacia con foga, tenendomi sui fianchi.
Faccio la stessa cosa.
«Ti voglio, Kate.»
«Anche io. Da morire.»

La sua lingua si scontra con la mia, si intrecciano e respiriamo entrambi a fatica. È un bacio selvaggio. Un bacio che entrambi volevamo da impazzire.
Quando le porte si aprono, Ashton mi lascia andare e prende la mia mano. La intreccia alla sua e percorriamo il corridoio fino a trovare le nostre camere.

Si ferma nella sua, tira fuori le chiavi e apre con la mano libera. Le dà un piccolo calcio e trascina anche me. Una volta chiusa la porta, non perdiamo nemmeno tempo ad accendere la luce.
Mi fa appoggiare al muro e la sua bocca si schianta sulla mia.
Respiro forte e gli tolgo la camicia. Lui mi toglie la maglietta velocemente e la fa volare da qualche parte.
In poco tempo, ci ritroviamo completamente nudi, al buio.

Ubriachi, persi, forse pazzi, incosapevoli delle conseguenze, passiamo la notte più bella della nostra vita, sperando soltanto che domani, potremmo ricordarci ogni secondo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro