Il patto

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Quel giorno tutto il palazzo era in subbuglio, presto mia sorella Jennifer Mastrock figlia del magistrato supremo avrebbe abbandonato la sua casa, per unirsi in matrimonio con Luke Querciack una delle casate nobiliari più ricche. Con questo matrimonio si sarebbe dato il via ad un'alleanza che ci avrebbe garantito di accrescere le nostre già immense ricchezze e un maggiore potere.

Nonostante il denaro non ci manchi, per realizzare ciò che desideriamo c'è ne occorre davvero molto. Io e mio padre abbiamo deciso di creare delle armi da guerra imbattibili, ma per realizzarle avremmo dovuto spendere troppi soldi non nostri, ma dell'erario e dare fin troppe spiegazioni anche se con l'aumentare dei movimenti dei ribelli in realtà molti senatori si sono convinti che l'unica via possibile è aumentare i ranghi del nostro esercito in attesa di una sommossa. Ma Il padre del mio futuro cognato è il possessore delle miniere del sud egli possiede il settanta percento delle montagne da cui viene estratta l'Urithe, ed è dell'Urithe che io e mio padre necessitiamo per ricoprire le nostre nuove armi a fotoni. Ovviamente il matrimonio ci assicura Urithe in gran quantità a costo zero, ma soprattutto il mio futuro suocero avrà la possibilità di far parte di questo immenso progetto che vedrà enormi guadagni a lungo andare. Lo scambio era stato semplice e veloce suo figlio minore avrebbe sposato mia sorella e lui ci avrebbe dato tutta l'Urithe di cui necessitiamo, lui avrebbe ottenuto anche l'accesso alla nostra famiglia, la più prestigiosa e importante e suo figlio maggiore avrebbe così potuto scalare le alte vette della politica riservate solo ai nobili di sangue nobiliare. I Querciack infatti sono considerati nobili per il loro immenso patrimonio, ma in realtà erano dei semplici mercanti che nel tempo hanno acquisito sempre più ricchezze fin tanto da comperare i titoli nobiliari, la gran parte della montagna e delle miniere ed un gran numero di schiavi, ma ovviamente non avevano il diritto alle alte cariche poiché il sangue non manca, con questo accordo invece d'ora in poi entrano a far parte dell'alta società nobiliare. Insomma il patto era conveniente per entrambi e necessario, mio suocero aveva eliminato ogni problema facendo esiliare la donna di cui Luke si era stupidamente innamorato ed ora restava solo una questione da sistemare far smettere quella stupida ragazzina di mia sorella di piangere. Non la sopporto più non fa altro che piangere da giorni ormai e annulla sono valsi i castighi di nostro padre, ma oggi non deve farsi vedere in questo stato non ci disonorerà. Con passo svelto, deciso e molto infuriato arrivai nella zona riservata a mia sorella, sapevo che le schiave la stavano vestendo dovevo parlare con lei prima che avesse inizio il matrimonio, avvicinandomi alla porta sentii delle voci soffocate che cercavano di rassicurarla e lei che continuava a piangere, la mia furia esplose. Spalancai la porta di bottò entrando nella stanza e spaventando tutti quanti, le serve si misero immediatamente in ginocchio vedendomi arrivare sanno bene quale sia il loro posto, ma evidentemente quella stupida di mia sorella ancora non aveva capito che ogni mio ordine e capriccio dovevano essere eseguito con un bel sorriso stampato in faccia. Mi avvicinai a lei e le strinsi il polso alzandole il braccio e strattonandola per poi urlarle addosso "la vuoi smettere di piangere, stupida che non sei altro" le parole furono seguite da un forte schiaffo che le segnò di rosso la guancia, con lei bisognava solo usare le maniere forti. Cosi mi aveva sempre detto mio padre e insegnato nessuna pietà verso i più deboli e verso chi è inferiore a noi. Dopo la morte di nostra madre io e mio padre l'avevamo educata perché divenisse la migliore moglie possibile, la migliore sottomessa in attesa di creare un'alleanza che ci avrebbe fruttato un sacco di vantaggi e quel momento era arrivato e lei doveva ubbidire in silenzio, da quando nostra madre ci aveva lasciati non le era più stato concesso un momento d'amore, non se lo era mai meritato. "Mi dispiace, non ci riesco" disse tra i singhiozzi "smettila e basta. Questo è il tuo dovere da donna quale sei" le dissi acido e privo di scrupoli sputandole addosso tutto il mio schifo per la sua razza "ma non lo conosco nemmeno" mi disse provando a suscitare in me pietà, ma dopo tutto io non ero quel genere di fratello non lo ero mai stato "non mi importa, tu ubbidisci, io ordino, tu esegui, ti devo spiegare altro?" "no, signore", ma continuava a piangere esasperato la presi e la trascinai fino al letto per poi sdraiarla sulle mie ginocchia e picchiarla, le diedi talmente tante sculacciate che alla fine persi il conto ed anche il tempo. "Adesso, che abbiamo chiarito la questione sorridi, finisci di prepararti e muoviti, manca sempre meno al tuo matrimonio" "Si, signore" disse abbassando lo sguardo "ecco brava questa è lamia sorellina ubbidiente e sempre pronta a compiacermi" le dissi dandole una leggera carezza proprio sulla guancia arrossata per lo schiaffo ricevuto poco fa "sbrigatevi a finire le preparazioni" urlai alle schiave uscendo dalla stanza.

A mezzogiorno come d'accordo ci trovavamo tutti difronte alla villa dei Querciak, c'erano già moltissime auto, il viale da percorrere per arrivare alla casa era infinito, ma molto ben curato. Cerano fontane disposte da ogni lato e poste le une difronte alle altre, tra una fontana e l'altra erano sistemati dei fiori. Finalmente l'autista dopo quella che mi parve un'infinità di tempo si era fermato, per un istante volsi lo sguardo verso mia sorella che stava tremando dalla paura non sapeva cosa aspettarsi dalla sua nuova vita. Per un attimo e per la prima volta in tutta la mia vita ebbi pietà per lei e sentii che tutto quello era sbagliato, il mio cuore stava soffrendo, ma perché? Ero quello il suo destino e dovere non potevo essere così debole, se mio padre lo avesse scoperto me l'avrebbe fatta pagare cara e aveva anche ragione, ebbi l'istinto di stringerle la mano e lo feci, lei mi guardò e mi sorrise un tempo quando eravamo molto piccoli prima che la mamma morisse la difendevo e giocavamo sempre insieme le volevo un mondo di bene, poi tutto era finito ripensai alle parole di mio padre solo un debole mostra i sentimenti e prova pietà per chi non vale e non conta nulla chi è inferiore va solo schiacciato e me lo aveva ripetuto talmente tante volte che per me ormai era così, il mio cuore era di ghiaccio staccai la mia mano dalla sua che stupido ero stato debole, eppure avrei voluto rassicurarla e stringerla a me almeno per una volta, ma sapevo che era vietato, mio ​​padre non me lo aveva mai permesso e quando ci aveva visti ne avevamo pagate le conseguenze. Una volta scesi dalla macchina, mi fermai ad ammirarla, era bellissima nel suo abito bianco da sposa, con stras e un lungo strascico, era truccata molto semplicemente, ma in modo che i suoi bellissimi occhi neri risaltassero, i suoi capelli mori e ricci erano stati intrecciati con fili argentati. Era una sposa bellissima, ma non felice. Eppure era sempre stato così dovevo pensare agli affari di famiglia, in tutti quegli anni poche volte avevo provato tristezza o pietà per lei e quello non era né il momento né il giorno adatto, il suo matrimonio ci avrebbe fornito ciò di cui avevamo bisogno. Anche Luke non mostrava una grande felicità ansi, ma era lì ad attendere la sua futura sposa con lo sguardo severo di suo padre e suo fratello a fissarlo per ricordargli quale era il suo compito e dovere come secondo genito.

Una volta dentro la cerimonia ha inizio, tra canti e celebrazioni, suoni di violini e pianoforte che riempiono l'aria, l'aria è satura del profumo dell'incenso e della viola, mentre cammino verso l'altare il mio cuore batte all'impazzata mio fratello mi tiene stretta a se come se non volesse lasciarmi andare, è la prima volta che lo vedo così incontro gli occhi di Luke sono spenti, assenti, un matrimonio non dovrebbe essere così no, ci si dovrebbe voler bene per arrivare a sposarsi, nessuno dovrebbe decidere per te ciò che desideri.

Eccolo il momento quellodelle promesse "Io Jennifer Mastrock, prendo te Luke Querciak come miomarito e padrone per tutta la nostra vita, giuro di rispettarti e di nontradirti mai pena la morte, giuro obbedienza e devozione finché non morirò"la mia voce ha tremato un po', ma nessuno se ne è accorto, qualche lacrima stacaldo, ma Luke mi copre con il suo corpo tenta di nascondere il mio dolore "ioLuke Querciak prendo te Jennifer Mastrock come mia sposa per tutta la nostravita, giuro di prendermi cura di te, di rispettarti e di comportarmi secondoquanto è stabilito dalle leggi" ci legano uno spago rosso intorno ai polsiintrecciando il mio con il suo e poi ci baciamo, vedo i suoi occhi nocciolasono profondi e dolci e lui incontra i miei verdi e rossi, non mi baciacrudelmente, ma dolcemente. Quelle furono le parole più dure e orribili ditutta la mia vita. La gente in torno a me sorride al nostro bacio, applaudee ride ed io dentro urlo, muoio e il mio volto si riga di lacrime, Like ancorauna volta le cela abbracciandomi e mi sussurra "non farti vedere asciugale,adesso", ma non è un ordine la sua voce è dolce comprensiva ed io ubbidisco "grazie"sussurro a mia volta. Chi sa se qualcuno capirà il mio dolore, se vedranno le mie cicatrici. Guardo mio fratello, per la prima volta in sedici anni, anche lui mi sta guardando, forse per la prima volta mi vede. Sono come una bottiglia di vetro, bellissima fuori, ma così vuota dentro. Mi sento in trappola, le mie stesse mura mi hanno soffocato e ora avrò muri che mi sgretoleranno. Vorrei fuggire, scappare, ma non posso, non ho questo coraggio. Luke mi guarda e asciuga le mie ultime lacrime di nascosto, ho paura come sarà con me? Duro come mio padre e mio fratello o più dolce? Ho paura, la mia vita è fatta solo di quella, la paura è l'unico sentimento che ho sempre conosciuto, l'unica cosa che mi è sempre stata insegnata è l'obbedienza e il rispetto. La sottomissione è la mia via, questa è l'unica cosa che so, sono un oggetto vuoto, che il mio padrone riempirà a suo piacimento. Eppure sento di essere di più di tutto questo, sento di avere... ma non importa, tutto quello che ho e che sarò da oggi, dipenderà da Luke. (si consiglia di sentire il video in questo momento, o quando preferite voi).
Dopo la cerimonia ci dirigemmo tutti nella nuova casa di mia sorella la residenza di Querciak lì avrebbe vissuto d'ora innanzi in un'ala prettamente riservata a loro due. Il giardino della villa con un'enorme piscina e vista mare ci dona una splendida sensazione di freschezza al sud fa caldo sempre se non si vada verso le montagne. Ci sono molti tavoli ed un ricchissimo buffet con schiavi e dipendenti tutti pronti a servirci e riverirci, le ballerine che danzano per intrattenere gli ospiti e delle fiaccole questa sera saranno accese, teli ombreggianti per riparare dal sole, è un meraviglioso pranzo, la madre di Luke è stata un portento. Verso la mezzanotte mia sorella e mio cognato si congedarono per compiere il loro dovere di novelli sposi. Avrebbero consumato la loro prima notte. Mentre io e mio padre torniamo verso casa ho una strana sensazione al petto, è la prima volta che lei non è con me. Nonostante tutto mi manca la sua risata ei suoi modi di fare, persino i suoi scherzi che mi hanno sempre fatto infuriare ora mi mancano. Giunti a casa mi dirigo verso le sue stanze è un'abitudine che ho fin da bambino passavo sempre a vedere se dormiva, soprattutto dopo averla punita molto e controllavo che avesse le coperte tirate su, ma lei non può saperlo dormiva sempre e spesso il suo volto era bagnato da lacrime, che io stesso gli avevo procurato. Ripenso a lei sdraiata a pancia in sotto mentre leggeva, o quando la punivo. Non avrei mai creduto che mi sarebbe mancata, ma mi sbagliavo. 


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