Riunione

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Sentii qualcuno che bussava alla porta della mia camera, quando andai ad aprire mi ritrovai difronte il mio John, ed il mio cuore comincio a battere forte, distinto mi inginocchiai e abbassai lo sguardo a terra, "va bene, Sonia mi piaci così inginocchio difronte a me, ma oggi no!" Mi prese e mi pose sul letto per poi sdraiarsi accanto a me, mi carezzò i capelli e poi mi strinse a se "non ti ho salvata da un inferno, per metterti in un altro incubo, ma si sono un dominatore come tutti gli uomini di questo regno, ma non ti farò mai male solo per il piacere di fartene, ti punirò ma mai fino a farti svenire e urlare dal dolore e non farti muovere per giorni, ti insegnerò l'amore e il piacere di questo gioco, ma non ti tratterò mai come un oggetto, tu sei la mia donna e la mia sottomessa, ma sopratutto sei la donna che voglio sposare" a quelle parole lo baciai e mi strinsi ancora di più a lui, poco dopo mi addormentai con il cuore sereno, finalmente ero al sicuro, ora nessuno poteva farmi del male.
La mattina quando mi svegliai, ci preparammo, lavandoci insieme, per la prima volta dopo molto tempo mi sentivo felice, ci baciammo e poi facemmo l'amore, fu delicato, ma dominante, diresse ogni mia mossa, quel giorno per la prima volta raggiunsi un orgasmo, fu tutto così bello e strano.
Dopo pranzo uscimmo di casa per dirigerci verso la capanna dei ribelli, per tutto il tragitto giocammo, ridendo di noi e di ogni piccola cosa, stavo rinascendo, ma sapevo che in fondo al cuore la Vecchia me era morta ora c'era una nuova donna, più coraggiosa, testarda, audace, ma anche fragile e piena di cicatrici e paure da curare e lenire.
Finalmente dopo due ore di cammino eravamo arrivati al punto esatto, una piccola capanna isolata e spersa nel deserto, li avrebbe avuto luogo la riunione.
Quando entrai nella tenda rimasi sorpresa, scossa perché era completamente vuota, solo una donna difronte al fuoco che cucinava, riempiva quel vuoto "la libertà, non ha colori" a quelle parole la donna premette una piccola leva davanti a lei e si spalancò un enorme botola in terra, lentamente comparvero anche i gradini, "vi stanno aspettando" dette quelle parole John mi prese per mano e piano cominciammo a scendere, la luce proveniva dai led sulle scale; mano mano che noi scendevamo comparivano sempre più gradini davanti a noi, mentre dietro ne scomparivano.
Arrivati alla fine delle scale cominciai a sentire delle voci, è una grande stanza circolare piena di monitor, computer, tecnologie immense mi accolse, "ben arrivati" "grazie Galor" "tu devi essere la principessa Sonia" "si, sono io" cercai di mantenere la voce calma e autoritaria, ma dentro tremavo. Fatte tutte le presentazioni, mi spiegarono che da lì potevano mettersi in contatto con ogni gruppo ribelle presente nella capitale e non, che avevano assaltato diversi magazzini di armi e che ormai si era pronti alla battaglia, ora che io avevo ricondotto a loro il libro delle leggi e che la vera erede al trono senatoriale era tornata tutto si poteva compiere. Da lì a un mese avremmo compiuto il grande passo; sarebbe stata guerra, una guerra per la libertà e i diritti, guerra più antica non poteva essere, ma questo garantiva che fosse giusta? Io non lo sapevo, ma sapevo che un mondo così era meglio non averlo. Al tramonto fui di nuovo a casa, ormai sapevo di far parte di qualcosa di più grande di me.

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