Capitolo 25

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Quel pomeriggio Maurizio lasciò un po' prima le Seterie per tornare a casa e prepararsi ad incontrare Sofia al Caffè del Tasso: era parecchio tempo che non si vedevano, circa due anni.
Chissà com'era diventata, pensò il ragazzo mentre usciva dalla doccia e si dirigeva in camera sua per decidere quale abito mettere.
Ricordava quando si erano conosciuti: erano piccoli, forse non avevano neanche dieci anni, e il fratello maggiore di lei all'incirca tredici; le loro famiglie si frequentavano spesso, e Sofia era diventata per lui una grande amica, ma di certo quello che provava per lei non era amore; nonostante tutto nel suo cuore c'era sempre Elena.

                                  ***

Quando fu vestito e pronto per uscire, Chiara lo salutò col sorriso sulle labbra: probabilmente anche lei era al corrente del suo appuntamento con Sofia, magari aveva architettato il tutto con Riccardo.
Non diede troppo peso a questo particolare e si diresse alla macchina, guidando fino al Caffè del Tasso, al quale arrivò alle sette in punto.
Il cielo serale era pieno di nuvole, probabilmente sarebbe venuto a piovere.
《La signorina Lanciani di Vallefiorita è già arrivata?》chiese al caposala.
《Sì, qualche minuto fa》rispose l'uomo, indicandogli dove.
《Grazie 》rispose il giovane Cristaldi dirigendosi verso il tavolo dove lo attendeva Sofia.
La ragazza si alzò non appena lo vide arrivare: portava un abito azzurro cielo senza maniche, allacciato dietro il collo, guanti bianchi corti e scarpe nere come la sua borsetta; Maurizio trovò che fosse oggettivamente molto graziosa.
《Maurizio!》esclamò la ragazza andandogli incontro con un gran sorriso.
《Sofia! Ti trovo bene》osservò il ragazzo sorridendo a sua volta.
Si baciarono sulle guance.
《Dai, vieni a sederti con me. Ho ordinato degli spritz》disse lei accompagnandolo al tavolo.
《Tuo padre mi ha detto che sei rientrata a Bergamo da poco 》esordì lui, sedendosi.
《Già... Londra è bella, ma l'Italia è l'Italia. A casa hanno organizzato una cena per il mio rientro, ma in realtà io aspetto con ansia di rivedere tutti gli altri nostri amici... È vero che hai assunto Valerio alle Seterie?》fece Sofia.
《Già, è il mio braccio destro》rispose Maurizio.
《Valerio Mercalli a lavorare... Devo vederlo con i miei occhi per crederci...》ridacchiò la giovane Lanciani di Vallefiorita.
《Lo vedrai 》rispose Cristaldi.

                                  ***

Nel frattempo, Elena era di fronte al Caffè del Tasso: aveva finalmente trovato il coraggio di andare a parlare con Maurizio; tuonava, ma lei per l'agitazione si era anche scordata l'ombrello.
Entrò, sicura di trovarlo al solito tavolo, da solo, a bere un Martini; invece lo vide con una donna, che doveva essere Sofia Lanciani di Vallefiorita.
Il dolore fu troppo per rimanere lì, e così corse via velocemente, senza essere vista; fuori diluviava e lei scappò a casa sotto la pioggia, con la quale mischiò le sue lacrime.
Maurizio riconobbe la scia del suo profumo e scattò in piedi.
《Maurizio, che hai?》domandò Sofia, trovandolo strano.
《Aspettami qui 》disse il ragazzo, correndo fuori dal locale e lasciando la Lanciani di Vallefiorita da sola, a guardarlo uscire in tutta fretta con aria interrogativa.
《ELENA! ELENA!》gridò sotto la pioggia, ma non ottenne risposta.
Fradicio e sconsolato tornò dentro.
《Cosa è successo?》chiese Sofia.
《Niente, credevo di aver riconosciuto una persona che conoscevo ma mi ero sbagliato. Mi stavi dicendo?》fece Maurizio, celando il dolore che lo dilaniava dentro: Elena era lì, lui se lo sentiva; lo aveva visto con Sofia ed era scappata.
《Dopodomani danno la "Boheme" alla Scala a Milano, ho due biglietti e mi servirebbe un cavaliere: verresti con me?》domandò la ragazza, con un sorriso smagliante e speranzoso.
Maurizio pensò che chiunque altro al posto suo non avrebbe pensato due volte ad accettare quell'invito, mentre a lui suonava come una forzatura.
《Con molto piacere》rispose con voce meccanica.
《Bene, allora mi vieni a prendere tu?》fece lei.
《Ovviamente 》sorrise lui. Sperava che quella serata finisse al più presto. Doveva parlare con Elena, ma non quella sera; era troppo stanco.

                                   ***

Intanto la ragazza era arrivata a casa; doveva assolutamente asciugarsi.
Incontrò Agata e Cecilia per le scale, e le due sorelle, vedendola fradicia, la guardarono sbigottite.
《Dove sei stata?》chiese la maggiore delle Dondi.
《A cercare Maurizio. Per parlargli》rispose la Bassi.
《E...?》fece la minore delle Dondi.
《Era in compagnia di Sofia Lanciani di Vallefiorita 》disse Elena guardando nel vuoto.
《Oh cielo, con la figlia del banchiere?》esclamò Cecilia.
《Già. Così salverà la Silkway e tutti i nostri posti di lavoro 》rispose la nipote del capo del personale.
《È assurdo. È tutto assurdo. Così come quello che sta succedendo a Beatrice》commentò Agata.
《Dario è peggiorato?》chiese Elena.
《Non lo sappiamo, ma abbiamo visto scendere da casa sua il medico della mutua, e aveva una faccia scura...》spiegò Cecilia.
《Però abbiamo pensato di non disturbarla. Ci andiamo domani a sentire come sta》aggiunse Agata.
《Speriamo bene 》rispose Elena, salutando le amiche e rientrando a casa. Sicuramente suo zio e sua madre, vedendola zuppa di pioggia, le avrebbero fatto un sacco di domande.

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