Capitolo 31

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Con il fidanzamento tra Maurizio e Sofia, la banca Lanciani di Vallefiorita concesse il prestito promesso alle Seterie Silkway.
All'assemblea dei soci, Maurizio propose a Chiara e Irene le sue idee.
《Come sarebbe a dire che dovremmo richiamare tutte queste persone? Tuo padre era stato molto chiaro su di loro!》obiettò subito la vedova Cristaldi.
《Mio padre aveva sbagliato a giudicarli, ma noi abbiamo bisogno di loro. La zia Laura apporterebbe nuovi capitali, Alfredo Bianchini è un fornitore storico della Silkway e Gianfranco Rizzieri è un genio della chimica 》fece il figliastro.
《Sì, ma il loro passato lo ricordano tutti e non sarebbero graditi qui》rispose Chiara.
"Nemmeno io ti gradisco come matrigna, eppure adesso ti devo tenere in casa e anche mantenere" pensò di dire Maurizio, ma si trattenne.
《Erano sgraditi all'epoca di mio padre forse, ma adesso ci sono io, ed è per questo che li voglio al mio fianco. Credetemi, ridaranno lustro e vigore all'azienda》decise invece.
《Questo lo vedremo. Intanto bisognerà aspettare il parere di Pietro, che sta arrivando, dopodiché si potrà votare》intervenne Irene.
Maurizio sperò che il flusso di capitale che ne sarebbe derivato portasse Pietro e i suoi conti a schierarsi dalla sua parte.

                                  ***

Intanto, due piani più in basso, Beatrice aveva trovato il coraggio di affrontare l'argomento degli straordinari con la De Sanctis, ma la donna non l'aveva presa molto bene.
《Come può chiedermi degli straordinari in un momento come questo, signorina Landi?》sbottò innervosita.
《Signora De Sanctis, la salute di mio marito è peggiorata 》cercò di spiegare la ragazza.
《Questo reparto è pieno di situazioni disperate, anche più della sua, se ragionassimo così dovrei permettere di fare gli straordinari a tutte, e sa che non è possibile!》rispose Virginia.
《Ma mio marito...》continuò la siciliana.
《Signorina Landi, lei si lamenta per suo marito, ma le vorrei ricordare che ero poco più giovane di lei quando mi sono ritrovata incinta di un mascalzone che se ne è andato, e sono andata avanti lo stesso senza chiedere privilegi 》ribadì la caporeparto.
Sentendosi ferita, Beatrice scappò piangendo in cortile.
《Torni solo quando ha finito di sfogarsi!》le gridò dietro la De Sanctis.

                                    ***

La ragazza era talmente presa dai suoi pensieri che non si accorse di essere andata a sbattere contro qualcuno.
《Mi scusi, non l'ho vista...》fece subito Beatrice.
《Non si preoccupi, signorina...》rispose gentilmente l'uomo che aveva davanti. Era un bel tipo, elegantemente vestito, con capelli e occhi scuri.
《Signora...》lo corresse lei.
《Ah, mi perdoni, non l'avrei mai detto... È così giovane...》fece lui.
《Noi del Sud ci sposiamo presto》rispose Beatrice.
《Siciliana?》indovinò l'uomo.
《Si sente molto?》chiese la giovane.
《Sì sente il giusto. Comunque piacere, il mio nome è Pietro Lanciani di Vallefiorita 》si presentò il primogenito di Riccardo.
《Beatrice Landi in Ferrero》rispose la ragazza e l'uomo le fece il baciamano. Era molto galante.
《Qual è il suo problema, signora Ferrero?》domandò Pietro.
《Ecco, mio marito ha una polmonite a causa delle tinture che ha respirato al suo reparto. Io ho cominciato a lavorare ai telai per mantenerlo, ma i soldi non bastano, le cure costano, abitiamo in un sottotetto e il medico della mutua è sempre più pessimista 》raccontò lei, ricominciando a piangere dopo che si era temporaneamente calmata.
《Su, non faccia così 》la consolò lui, porgendole un fazzoletto. Beatrice lo ringraziò e si asciugò gli occhi. 《Vedrò cosa posso fare per lei》aggiunse poi.
《Davvero lo farebbe?》fece la giovane siciliana, incredula.
《Dopotutto sono uno dei soci, e come tale ho a cuore la salute dei miei dipendenti e delle loro famiglie》rispose lui sorridendo.
《Oh, grazie, signor Lanciani di Vallefiorita, grazie davvero!》esclamò contenta Beatrice, sorridendo a sua volta.
《Di niente, e buona giornata!》fece Pietro, congedandosi.
Beatrice lo guardò allontanarsi: bello, ricco e gentile, di certo doveva averlo mandato il cielo.

                                  ***

Salvatore Grandi, che passava di lì con delle tinture nuove in mano, la vide imbambolata in mezzo al cortile e la richiamò: 《Beatrice!》
《Salvatore! Sei tu...》trasalì la siciliana.
《Chi era quello lì?》chiese il seriatese.
《Un angelo di nome Pietro Lanciani di Vallefiorita, che ha promesso di aiutarmi con Dario》spiegò lei.
《In che senso aiutarti?》domandò lui, sospettoso.
《Parlerà di me con gli altri soci, e chiederà alla De Sanctis di farmi fare degli straordinari, che invece lei, poco fa, mi ha negato》rispose Beatrice.
《Non mi piace molto questa cosa...》commentò Salvatore.
《Sei troppo prevenuto, Salvatore. Il signor Lanciani di Vallefiorita vuole sinceramente aiutarmi. E adesso scusa, ma devo tornare in reparto...》disse la ragazza, andandosene.
Salvatore la guardò allontanarsi: le intenzioni di Pietro gli sembravano tutt' altro che buone; dopotutto lui era ricco e potente, lei giovane e povera, e il giovane Grandi non era certo nato ieri.
Ma Beatrice si fidava più dell'elegante e benvestito uomo d'affari, che di lui, in canottiera e pantaloni, tutto sporco di tintura.
Era fiduciosa e cieca, ma Salvatore l'amava e l'avrebbe sempre difesa.

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