Capitolo 46

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Paolo Bianchini passava tutto il suo tempo alle Seterie col padre: non c'era realmente molto bisogno della sua presenza, ma da quando il giovane aveva saputo che Ilaria Del Vecchio lavorava lì, la Silkway era diventata la sua seconda casa.
《Però... Sei sempre qui ormai!》osservò la ragazza, non appena lo vide nell'atrio.
《Sono un figlio diligente 》fece lui divertito, a mo' di spiegazione.
《Quando eravamo a Nizza non lo avrei mai detto...》commentò lei.
《La gente cambia... E poi neanche io ti avrei mai vista a lavorare 》rispose il giovane.
《Come hai detto tu, la gente cambia》affermò la Del Vecchio.
《E la tua famiglia? Come ha reagito al vostro arrivo a Bergamo?》domandò Bianchini, riferendosi al giorno in cui la ragazza e sua madre arrivarono in città.
《La zia Chiara e la mia cara cuginetta Irene lo hanno trovato piacevole come una testata su uno spigolo!》sorrise sarcastica Ilaria.
《E Maurizio?》fece ancora Paolo.
《È stato il più tollerante. E adesso scusa, ma devo tornare in reparto 》rispose lei, andando via di corsa e non lanciandogli il tempo di replicare. Aveva altro per la testa. Doveva trovare il figlio o la figlia naturale di Lorenzo Cristaldi, era sempre più sicura che non fosse Elena Bassi.

                                  ***

Passò di corsa davanti ad Agata, che, con delle stoffe in mano, stava parlando con Quaranta.
《Però, confermo quanto sia impegnativo questo matrimonio...》affermò lui.
《Lo fosse solo il matrimonio...》commentò lei.
《Che vuole dire?》chiese l'investigatore privato.
《È mia sorella... Si deve sposare con Antonio, ma è uscita con Valerio Mercalli, mi chiede di coprirla con Antonio ma allo stesso tempo mi dispiace per lui...》raccontò la filatrice.
《È una situazione complicata... Come fa a gestirla?》domandò l'uomo.
《Sono arrivata qui da Seriate... Una città più grande, ritmi diversi, gente che non si conosce... Sono abituata a tutto ormai!》rispose fieramente la ragazza.
《È coraggiosa, signorina Dondi 》sorrise l'uno.
《E lei è molto paziente》osservò l'altra, sorridendo a sua volta. 《Oddio, è tardissimo, devo tornare in reparto!》esclamò poi.
《Che ne dice se continuiamo il nostro discorso stasera, al Caffè del Tasso?》propose il primo.
《A... al Caffè del Tasso?》fece sbigottita la seconda.
《Stasera alle otto, se le fa piacere》disse lui.
《Oh... sì, mi piacerebbe molto!》esclamò lei.
《Allora a stasera...》si congedò Ernesto, facendole il baciamano.
《A stasera...》rispose Agata, quasi senza fiato. Il bel Quaranta le aveva appena dato appuntamento. Ancora non ci credeva, ma all'improvviso tutto - il lavoro, i preparativi del matrimonio di Maurizio e Sofia, i problemi di Antonio e Cecilia - gli sembrò lontanissimo e di poco conto.
Nel frattempo, un entusiasta Marco Valente spiegava la sua idea di pubblicità a Maurizio e Valerio.
《Le parole devono essere semplici e persuasive. Le sete dovranno sembrare alla portata di tutti》enunciava.
《Le sete alla portata di tutti?》chiese Valerio, un po' scettico.
《È ovvio che dovrete praticare degli sconti, delle grandi svendite per avere più gente...》rispose Valente.
《Abbiamo la vecchia collezione...》riflettè Maurizio.
《Possiamo puntare su quella... Quante massaie avranno sognato di indossare broccato e taffetà?》lo appoggiò Mercalli.
《Un sogno a portata di mano... Grande svendita alle Seterie Silkway! Ecco lo slogan per il Carosello!》esultò Marco.
《Sembrerà che siamo disperati...》commentò Cristaldi.
《O sembrerà che siamo avanguardisti!》ribattè il pubblicitario.
Maurizio e Valerio si guardarono: Marco aveva ragione, poteva essere una follia, ma poteva anche dare un'immagine nuova alla Silkway. E loro avevano principalmente bisogno di quello.
I tre furono d'accordo.

                                  ***

Poco prima di uscire, Marco fermò Valerio sulla porta.
《Ma quella tua segretaria, la bella Cecilia Dondi, è sempre così scontrosa?》domandò.
Mercalli capì immediatamente le intenzioni del pubblicitario e rispose: 《Scontrosissima!》
《Meglio, come ho già detto mi piacciono le sfide!》decretò Marco.
Valerio salutò e uscì subito, voleva prendere aria.
Marco Valente voleva far capitolare Cecilia, e la cosa lo faceva innervosire parecchio.

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