Capitolo 63

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《Perché, mamma?》era stata la domanda di Maria.
《Tesoro, io...》cercò di dire Virginia, ma la ragazza la interruppe.
《Non cominciare a dirmi che lo hai fatto per il mio bene. Mi hai mentito per ventidue anni, tutta la mia vita è stata costruita su una bugia!》replicò la giovane confezionatrice.
《Quando mi avvicinai a Lorenzo, Alfredo Bianchini era appena stato cacciato, lui invece era infelice con la signora Chiara, e quindi ci siamo consolati a vicenda...》spiegò la madre.
《E certo, non avete perso tempo!》ribattè la figlia.
《Così sei ingiusta. Hai idea di cosa ti avrebbero fatto passare le Cristaldi se avessero saputo chi era tuo padre?》la fece ragionare la donna.
《Io so solo quello che ho passato effettivamente! Ogni anno al mio compleanno speravo che mio padre aprisse la porta di casa nostra, dicendo che era tornato per me e che non se ne sarebbe andato mai più. E invece l'unica prova della sua presenza era un assegno!》rimbeccò la ragazza.
《Sarà anche stata dura, ma ce l'abbiamo fatta, no?》insistette l'una.
《Ho passato l'infanzia e l'adolescenza in un inferno di pettegolezzi e umiliazioni, e adesso voglio prendermi ciò che mi spetta di diritto!》rispose l'altra.
《I Cristaldi e i Lanciani di Vallefiorita ti faranno la guerra!》la riportò alla realtà Virginia.
《Non m'importa》rispose secca Maria, correndo via.

                                 ***

Nel frattempo, Maurizio correva da Elena con la testa che gli vorticava: non erano fratelli, e avrebbero potuto essere felici.
E fu proprio lei che vide venirgli incontro, gli occhi pieni di lacrime.
《Elena, noi... 》esordì lui.
《Ho saputo, non siamo fratelli》continuò la ragazza.
《Perché piangi? Possiamo essere felici adesso!》esclamò il giovane Cristaldi.
《Non possiamo essere più niente 》rispose la Bassi.
《Perché dici questo?》chiese l'uno.
《Sposerai Sofia tra due giorni, non puoi mandare all'aria tutto》gli ricordò l'altra.
《Ma tu adesso sei ricca, nessuno potrà farci osservazioni sulle differenze di ceto!》insistette il primo.
《Non è una questione di ricchezza ma di etica. Tu non puoi lasciare Sofia di punto in bianco come io non posso farlo con Gianfranco 》replicò la seconda.
《Ma tra noi c'è qualcosa di molto più grande, Elena!》la pregò Maurizio.
《È la mia ultima parola. Buona fortuna, Maurizio 》concluse Elena.
《Elena, aspetta... Elena!》gridò l'imprenditore, cercando di fermarla, ma lei non ne volle sapere.

                                   ***

E mentre la sua storia finiva su tutti i giornali tramite l'intervento di Emma Rengoni, la ragazza andò da suo padre e suo fratello.
《Come hai conosciuto mia madre?》chiese ad Alfredo.
《Eravamo molto giovani, Lorenzo Cristaldi aveva appena fondato le Seterie Silkway. Io aiutavo mio padre nelle forniture, Anna lavorava ai telai. Anche Virginia De Sanctis si innamorò di me, ma io scelsi tua madre. Quando rimase incinta non mi disse niente. Disse che aveva trovato un altro. Cominciai a uscire con Virginia, e successivamente con Laura Cristaldi, ma Lorenzo cominciò a dire che insidiavo le donne della Silkway e mi fece allontanare. Sono andato a Nizza e mi sono rifatto una vita, ma se solo avessi saputo...》fece Bianchini.
《Mia madre non ci avrebbe mai ripensato. Ha avuto diversi uomini, ed è stata lontana dall'Italia dal 1939. Se ha detto in giro che ero figlia di Lorenzo Cristaldi è stato solo per allontanare me e Maurizio e fargli sposare Sofia Lanciani di Vallefiorita 》rispose la Bassi.
《Ma adesso non c'è più bisogno di loro. Maurizio ha noi, e Maria è sua sorella. Questo eviterebbe lo strapotere del signor Riccardo e della sua famiglia!》intervenne Paolo.
《Tra me e Maurizio è finita da tempo. Voglio solo un po' di pace con Gianfranco 》sospirò stancamente Elena.
Alfredo l'abbracciò e lei si lasciò andare a quella stretta paterna.
《Qualunque scelta farai, sarà quella giusta》le sussurrò all'orecchio.
Anche Paolo si unì all'abbraccio.

                                    ***

L'indomani mattina alle palazzine dei dipendenti c'era un gran movimento: mancava infatti un solo giorno al matrimonio tra Maurizio e Sofia e i preparativi erano agli sgoccioli. Quel pomeriggio la ragazza sarebbe andata a provare l'abito da sposa e poi avrebbe festeggiato andando a teatro col suo caro amico Gianfranco.
《Devono essere dei giorni terribili per Elena...》commentò Agata.
《Già, non solo la vicenda delle sue origini, ma anche il matrimonio del suo grande amore con un'altra alle porte...》concordò Cecilia.
《Non farei a cambio con lei nemmeno per tutto l'oro del mondo...》si aggiunse Antonio.

                                   ***

Intanto Beatrice era rimasta indietro: nonostante i consigli degli amici, della De Sanctis e di Vittorio Bassi, aveva deciso di tornare a lavorare subito dopo il funerale di suo marito, ma si vedeva che era abbattuta, stanca e in colpa verso la buonanima di Dario.
Salvatore si avvicinò a lei.
《Come stai?》domandò.
《Come vuoi che stia, Salvo? Mio marito è morto, e la colpa è solo mia...》ribattè Beatrice.
《C'entra Pietro Lanciani di Vallefiorita?》insistette lui. La siciliana tacque e questo valse come un'ammissione.
《Io avevo capito tutto dall'inizio, ma tu non mi hai creduto. Nessuno al posto tuo lo avrebbe fatto. Quelli come lui sono dei vermi che si approfittano delle ragazze sfortunate per farci i loro comodi 》affermò.
《Comodi o non comodi, la mia vita è finita》replicò lei.
《Non è vero. Ci sono io, e ti amo. Ti amo da sempre, Beatrice Landi, e se non mi vorrai subito ti aspetterò 》rispose Salvatore inginocchiandosi in mezzo al cortile. Tutti si girarono.
《Tu sei completamente pazzo...》fece la ragazza.
《Sì, sono pazzo di te!》esclamò lui e allora lei si chinò e lo baciò, tra gli applausi generali.

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