Capitolo 7

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Quella sera a Villa Cristaldi fu preparata una sontuosa cena per il ritorno di Maurizio a Bergamo.
Era una struttura imponente, con un lussureggiante giardino in cui c'era anche la piscina con le sdraio, sulle quali Chiara e Irene prendevano il sole per ore.
La tavola era apparecchiata con il servizio migliore, quello delle feste: in onore del ritorno del figliastro, Chiara aveva dato ordine di lucidare l'argenteria.
Lorenzo e Maurizio aspettavano le donne di casa, prima di sedersi; arrivarono dopo un bel po', ma valeva la pena aspettare: Chiara Longoni in Cristaldi aveva gli stessi occhi azzurri e capelli biondi della figlia Irene, solo che i suoi erano lunghi e ricci; indossava un peplo verde sottobosco.
Irene invece aveva prediletto un abito più moderno, blu e dalle forme più squadrate.

                                     ***

《Buonasera, signori. E bentornato, Maurizio!》esclamò la padrona di casa, baciando il ragazzo su entrambe le guance.
《Chiara. Irene.》le salutò lui. Quella cena in pompa magna lo imbarazzava parecchio, e poi aveva soltanto un desiderio: rincontrare Elena il più presto possibile.
《Spero che questa cena di ben tornato sia di tuo gradimento; l'ho fatta preparare apposta per te》affermò Chiara, sfoggiando il migliore dei sorrisi: a quarantacinque anni aveva un aspetto fresco e curato da fare invidia a molte ragazzine.
《Apprezzo la tua iniziativa》rispose con educazione Maurizio.
I rapporti in quella famiglia erano sempre stati sul filo del rasoio: Lorenzo e Chiara si erano sposati quando Clorinda Treves, la prima moglie di lui, era morta da pochissimo tempo; Maurizio aveva tre anni quando si vide arrivare in casa la donna che gli avrebbe fatto da nuova madre, e aveva sempre pensato che avesse sposato suo padre per i soldi: aveva anche dei dubbi riguardo la loro fedeltà reciproca - in fondo Irene era nata parecchi anni dopo il loro matrimonio.

                                  ***

Ma quella sera il giovane Cristaldi decise che era meglio fare buon viso a cattivo gioco, anche se quello era l'ultimo posto dove sarebbe voluto essere in quel momento.
《Bene, allora possiamo cominciare a mangiare》decretò Lorenzo, che si sedette a capotavola; Maurizio prese posto alla sua destra, Irene e Chiara alla sua sinistra.
《Sei già stato alle Seterie, caro?》chiese la signora Cristaldi, mentre la governante Gloria le serviva la sua porzione di pollo arrosto con patate al forno.
《Sì, mio padre mi ha fatto fare un giro, mi ha fatto vedere quale sarà il mio studio e io gli ho avanzato le mie proposte》rispose il giovane.
《Proposte?》fece Chiara sgranando gli occhi. Quella parola le provocò un brivido lungo la schiena.
《Ho bisogno di un assistente e avevo pensato di assumere il mio amico  Valerio Mercalli》rispose Maurizio.
《Assumerlo? Sembra quasi che tu stia parlando di un contabile qualsiasi e non del rampollo di una delle famiglie più in vista di Bergamo!》rise Irene.
《Ad Amburgo ci hanno formati per il mondo del lavoro, non per fare gli eterni figli di papà, sorellina》ribattè il ragazzo.
Per evitare che la cena si trasformasse in un campo di battaglia, Chiara si mise a decantare le qualità della frutta di stagione che stava portando Gloria in quel momento e anticipò il dolce che aveva preparato Fernando, il cuoco: una millefoglie con crema d'uovo e panna, che mise d'accordo tutti.
Dopo il dolce Maurizio si congedò, dicendo che avrebbe fatto un giro in macchina per rincontrare alcuni vecchi amici.
In realtà stava andando da Elena: voleva chiarirsi con lei, dirle che l'amava e che non voleva abbandonarla, undici anni prima.

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