Capitolo 8

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Quella sera, Elena era uscita con Agata, Cecilia, Antonio e Salvatore: Beatrice non si era aggregata a loro per stare a casa col marito Dario, il quale non stava facendo particolari progressi nella sua lotta alla malattia.
L'idea di uscire era stata delle sorelle Dondi: pensavano che, svagandosi un po', Elena non avrebbe pensato troppo al fatto che Maurizio Cristaldi fosse tornato.
E invece la Bassi ci aveva pensato eccome, all'uomo che amava, che le aveva promesso di fuggire insieme nel 1946 e che invece se n'era andato ad Amburgo e non si era fatto sentire per undici anni, lasciandola da sola a disperarsi e a chiedersi il perché.

                                 ***

《Dai ragazze, sbrighiamoci che sicuramente la De Sanctis starà facendo la guardia》fece Cecilia.
《E non perderà occasione per sgridarci 》concordò Agata.
《Elena!》esclamò Maurizio, andando loro incontro: aveva aspettato la Bassi da quando era uscito di casa.
《Maurizio!》fece l'interessata.
《Noi andremmo》commentò Cecilia, facendo capire agli altri che in quel momento erano di troppo. 《Buonasera, signor Cristaldi 》aggiunse poi. Anche tutti gli altri lo salutarono, mentre tornavano ai rispettivi appartamenti.

                                  ***

《Che cosa ci fai qui? Mi pedini?》cominciò Elena, infastidita.
《Volevo parlarti 》spiegò Maurizio.
《E di cosa? Del fatto che te ne sei andato?》domandò la ragazza, sempre stizzita.
《Non ho voluto io tutto questo. È stato mio padre, o l'hai dimenticato?》si giustificò il giovane.
《Certo, sempre pronto a recitare la parte del figlio perfetto! Tu sei sparito, Maurizio, in questi anni non mi hai mandato neanche una lettera, una cartolina, un biglietto, niente! Io sono stata qui a struggermi per te, e adesso tu torni qui, davanti a me, come se niente fosse!》si alterò l'una.
《Io volevo scriverti, Elena, ma mio padre mi ha fatto giurare di non provarci altrimenti avrebbe compromesso il tuo futuro. Dimmi, come sei riuscita a studiare all'istituto chimico biologico?》ribattè l'altro.
《Grazie ad una borsa di studio che tuo padre aveva spedito ai figli e ai nipoti dei dipendenti più meritevoli 》ricordò lei.
《Vuoi sapere perché non ti ho scritto? Bene, quando tuo zio ti ha chiusa in camera, mi ha trascinato da mio padre, il quale stava preparando appunto le borse di studio. Alla tua ci ha avvicinato l'accendino, Elena, e ha detto che l'avrebbe bruciata e non avresti mai studiato, se mi fossi messo in contatto con te. Non potevo permettere che distruggesse il tuo futuro!》replicò lui, confessandole tutto.
《Perché non me lo hai detto subito, oggi che sei tornato?》fece allora la giovane, con la voce spezzata.
《Ero assediato dalla mia famiglia. E stasera sono scappato da una specie di cenone della Vigilia di Natale per venire da te》spiegò il ragazzo, accarezzandole una guancia.
《Mi sei mancato》ammise Elena.
《Anche tu 》fece Maurizio.
《Ma non voglio essere un segreto, per te. Voglio amarti alla luce del sole》disse lei.
《È il mio stesso desiderio. Ma ora è difficile. Solo che adesso non m'importa. Ci siamo ritrovati, ed è questo che conta!》esclamò lui, prendendole il viso tra le mani e dandole un lungo e disperato bacio. Lei non si ritrasse, anzi, ricambiò e si sentì tornare indietro nel tempo, a quando si erano giurati amore eterno da adolescenti.
All'improvviso tutto - gli anni di separazione, le differenze sociali, le famiglie contrarie alla loro felicità - sembrò ai due ragazzi lontano e poco importante; era solo il loro amore, a contare. E nient'altro.

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