L'urlo nel castello (500 parole)

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Cinquantamila persone, e non c'è davvero nulla.

I pochi cinema e il teatro hanno chiuso i battenti, come il vecchio stadio fatisciente.

Un paio di palazzetti dello sport sono rimasti a metà, bloccati da indagini sugli appalti; una piscina sotto un tensostatico malconcio si può frequentare solo nella bella stagione.

Le attività commerciali si trascinano, nessuna grande catena viene ad aprire da noi, distolta subito dalle richieste della malavita, perché chiunque in zona deve essere rispettoso e grato a chi lo protegge.

Le scuole superiori sono poche, pubbliche, di pessimo livello. I giovani che desiderano studiare, lavorare, sperare in una vita migliore, fuggono.

Siamo sul fondo delle classifiche nazionali: pessima qualità della vita e tasso di criminalità altissimo, perché se sei brutto, stupido ed emarginato, qui la mala ti offre una pistola e ti cambia la vita. Puoi veder tremare chi ti rideva dietro e prendere quel che desideri senza dover lavorare; in cambio devi solo obbedire e sporcarti le mani senza scrupoli insignificanti.

Qui sono nata senza sapere di essere diversa. Un vedente non si chiede se tutti pure lo siano, lo dà per scontato. Solo crescendo scopre con stupore che alcuni vedono meno, alcuni sono daltonici, alcuni ciechi.

Io scoprii a circa cinque anni che i pensieri restano segreti, di norma.

Ebbi l'astuzia di non rivelare che io invece li sentivo. Ma presto il vantaggio nei giochi, divenne una condanna a sapere ciò che avrei preferito ignorare.

Riflettete come crescendo si impari a creare un territorio esclusivo di giudizi che non esprimiamo e di desideri che non manifestiamo; come crescendo si sviluppi una struttura esteriore, un castello che contiene e cela ciò che siamo più autenticamente. Bene, io vedevo attraverso le mura; ma di rado potevo gioirne. Anche le persone migliori non mi risparmiavano pensieri feroci, forti della segretezza che la natura ha assicurato a tutti.

E ancora, questo non   era  stato tutto!

Fu a quindici anni, davanti a un ragazzo armato sul punto di sparare a un gioielliere che aveva denunciato il pizzo, che scoprii il mio vero potere.

Non solo sentivo i pensieri: come se un filo collegasse la mia mente ad un'altra, potevo rimandare contro qualcuno un urlo mentale, di tale potenza da devastare. Quel ragazzo sbarrò gli occhi, lasciò cadere la pistola e rimase lì finché non andarono a prenderlo. Un idiota, l'aveva ridotto il mio urlo d'orrore sentendo che stava per uccidere.

Ora vi chiedo, cosa fareste al mio posto? Secondo voi, l'ho solo disarmato o l'ho ucciso, benché ancora respiri, quel giovane?

Capite come potrei usare, la mia capacità?

Potrei segretamente ripulire questa città... per quante indagini potessero condurre, mai verrebbero a capo dell'incredibile malattia mentale che ne decapiterebbe la mafia.

Però mi chiedo, devo?

Questo potere mi condanna a sbagliare qualsiasi cosa scelga di fare... Se interverrò, mi autonominerò giudice, condannando qualcuno per sempre. Irrimediabilmente.

Diversamente, degli innocenti soffriranno.

Innocenti, o forse solo meno colpevoli.

E io, sarò mai più un innocente?

Ma due uomini stanno piazzando una bomba. Urlo: Perdono!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro