39•capitolo -L'ultimo mese insieme-

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Gonçalo

«Mercedes, ti raccomando: non dire a mia madre che sono qui!»

Quando l'altra sera mi sono introdotto in casa, l'ho fatto pensando di non essere scoperto, tuttavia Mercedes mi ha scovato il giorno dopo e non ho potuto far nulla per evitarlo. Mi è stata vicina in questi giorni, come ha sempre fatto d'altronde. Non voglio però che mia madre scopra la mia presenza in questa casa, in fondo mi ha cacciato.

Rivedere Ester mi ha strappato il cuore dal petto, soprattutto visto che ha scoperto che ho deciso di accettare la proposta del Villarreal. Ci ho pensato tanto e, ho capito, che è l'unico modo per giocare e per ricominciare a vivere visto che, da quando Felix se n'è andato, anche io mi sono spento. L'unico modo per aiutare Ester è che mi levi dai piedi, anche se ancora non lo capisce.

Sono le sei di sera quando mi sdraio sul letto e controllo Instagram, Roman ha postato una foto, sono tutti a casa di Ester. Vederla con quel viso triste mi fa per un attimo pensare di star facendo la scelta sbagliata, tuttavia ci ho riflettuto bene e penso che sia l'unico modo per non farla soffrire. Adesso non può capirlo, ma un giorno si accorgerà che liberarsi di me è stata la cosa più sensata della sua vita.

Sono tra i miei pensieri quando sento un pugno infrangersi nella porta, sobbalzo. Sarà Mercedes che mi porta qualcosa da mangiare, mi tratta ancora come un bambino che ha bisogno di mangiare ogni ora. Senza aspettare il mio consenso entra, ma sobbalzo quando mi accorgo che non si tratta di chi pensavo, bensì di mia madre. Si mordicchia le labbra nervosamente e in modo convulsivo si sfrega le mani sul vestito di alta sartoria.

«Ciao, tesoro!»

«Mamma...» mi esce dalle labbra in maniera ansiosa. Mi alzo dal letto quasi avessi preso la scossa e mi sistemo la felpa.

«No, aspetta, fermati!»

«Se sei venuta qui per cacciarmi un'altra volta, me ne vado da solo!» scuote la testa, un sorriso amaro sulle labbra, si siede sul mio letto e mi incita con lo sguardo a fare la medesima cosa.

«Puoi per favore sederti un attimo?»

La guardo e trattengo il respiro, cerco nei suoi occhi qualcosa che mi induce a fidarmi, e anche se è davvero difficile acconsento a questa richiesta.

«Te l'ha detto Mercedes che ero qui?» continuo a chiederle, lei per qualche istante rimane in silenzio poi scuote la testa.

«No!» dice guardando dritto davanti a sé. «So che sei qui da ieri, solo che... cercavo un modo per venire da te!» dovrei replicare, eppure non lo faccio. Lascio che sia lei a dirmi cosa vuole da me. «Mi dispiace, Gonçalo, mi dispiace per tutto!» ha il rammarico dipinto nello sguardo e finisco per crederle, questa volta.

«Per cosa? Per avermi cacciato di casa?» la delusione brucia ancora sotto pelle, dunque sono restio a lasciarmi andare.

«Per tutto...» ripete. «Per tutto!» annuisco ma non dico nulla. «Mi dispiace soprattutto per non essere stata una buona madre, per non essere stata in grado di farmi apprezzare da te!» continuo a rimanere in silenzio perché non ho molte cose da dire, forse perché è la prima volta che vedo mia madre ammettere i propri errori. «Mi sono chiesta continuamente, in questi giorni, cosa abbia sbagliato con te. Perché tu abbia preferito andare tra le braccia di tuo padre, dopo come si è comportato, piuttosto che capirmi...» stringo le mani sul copriletto quando sento pronunciare il nome di mio padre. Non posso dimenticare che mi ha tolto l'unico uomo che abbia davvero fatto il padre con me. «La risposta è che aveva ragione Felix, ho sbagliato a mandarti via. Credevo così di farti capire come dovevi comportarti, invece ti ho allontanato e spinto tra le braccia di quell'uomo!»

«Cosa c'è di vero in quello che mi ha detto mio padre? È colpa tua sé il vostro matrimonio è finito?» a quel punto le chiedo, ormai che siamo qui voglio capire come stanno davvero le cose.

«Lui mi perseguitava. Era geloso così tanto da controllare ogni mia mossa. Ho scoperto che si drogava che avevi cinque anni, l'ho lasciato che ne avevi dieci e, anche se pensi che in questo centri Alvaro, non è così. Lui mi ha solo aiutato a capire che non fosse giusto buttare la mia vita con un uomo che non faceva altro che farmi soffrire, e anche se ho cominciato a provare sentimenti per lui, non li ho manifestati finché non ho trovato il coraggio di lasciare tuo padre. Quindi no, non è colpa di Alvaro se ci siamo lasciati, ma è grazie a lui se ho capito che volevo vivere la mia vita.»

«Perché...» prendo un profondo respiro e le lacrime mi pizzicano gli occhi, ma non le lascio cadere. «Perché non mi hai mai detto nulla?» tiro su col naso. «Avresti evitato... evitato che mi avvicinassi a lui!» avrei evitato di uccidere Felix attraverso le mie scelte sbagliate.

«Volevo proteggerti, ecco perché. Non volevo che avessi un brutto ricordo di lui. Alvaro e Felix mi hanno sempre detto di trattarti da adulto e di raccontarti come stavano le cose, ma per me sei sempre stato il mio bambino da proteggere e, così facendo, ti ho allontanato da me!» apre il suo cuore e vedo tutta la sincerità nelle sue parole. Il mio istinto mi farebbe venir voglia di abbracciarla, ma non lo faccio perché non ce la faccio.

«Mi dispiace di non essere stato un buon figlio e non averti capito» confesso e abbasso lo sguardo. Mia madre immediatamente mi prende la mano tra le sue coprendola.

«No, è solo colpa mia. Non hai colpe. Come non sei colpevole della morte di Felix!» sembra quasi mi legga nella mente quando afferma ciò. «So che lo stai pensando e che stai allontanando Ester per questo, ma non hai colpe. Non ce l'hai! Tu hai diciotto anni, e non sei colpevole degli sbagli degli adulti che avrebbero dovuto aver buon senso!» sembra di risentire Ester, ma così come con lei, non mi convincono queste parole. Continuo a pensare di aver la mia parte di colpa in questa storia. Se solo gli avessi impedito di mettersi alla guida, non sarebbe accaduto nulla.

«Tesoro, inoltre, voglio che tu sappia che tuo padre sta meglio e che, se vorrai andarlo a trovare, verrò con te!»

Scuoto la testa come avessi preso la scossa. L'ultima cosa che voglio, al momento, è vederlo. Mi farebbe solamente rivivere la morte di Felix.

«Non voglio più vederlo!» infatti rispondo immediatamente.

«È pur sempre tuo padre e, anche se mi duole ammetterlo, ci ha provato a riprendere i rapporti, forse potresti...» la interrompo.

«Non voglio!» scandisco.

Lei annuisce comprensiva e mi accarezza.

«Okay, tesoro, lo farai solo quando ti sentirai pronto!»

🦋🦋🦋🦋

Mi fa strano aver ripreso i rapporti con mia madre, anche con Alvaro è tutto più disteso, riusciamo a parlare senza ammazzarci. In tutta questa tranquillità apparente, continuo a non star bene e a sentirmi in colpa nei confronti dei Cortes. Ma Ester mi manca, e anche tanto. Svegliarmi senza di lei al mattino è come un pugno assestato in pieno stomaco. Anche a scuola lei mi ignora, fa proprio finta di non conoscermi e la stessa cosa faccio io. Tipo adesso, mentre mi sto sistemando lo zaino in spalla, mi passa di fianco e neppure mi sfiora con lo sguardo. Mi uccide, non posso negarlo, la sua indifferenza è peggio di una pugnalata. Non è mai stata così neppure a inizio anno, quando le cose tra noi erano tese, stava con Felipe ma cercava in tutti i modi di avvicinarsi a me. Adesso non più, mi fa chiaramente capire quanto l'ho ferita e mi dispiace perché tutto volevo tranne che farle del male.

«Quindi venite o non venite?» Roman parla, ma sinceramente non ho capito una parola uscita dalle sue labbra. I miei occhi sono rimasti fissi su Ester per tutto il tempo che è seduta vicino le sue amiche.

«Dove? Scusa non ti stavo ascoltando!» ammetto.

«Lo so, fissavi Ester!» ridacchia il mio amico e sento gli occhi di Felipe addosso. Anche con lui, nonostante non possiamo tornare ad essere amici, le cose vanno meglio. «Ma la smettete voi due e parlate una volta per tutti?» domanda, come se per lui fosse stupido il mio comportamento. Tutti i torti non ce li ha.

«Lei non vuole parlare con me!»

«Certo che non vuole: l'hai mollata nel periodo più brutto della sua vita!» vedo nei suoi occhi pentimento nel dirlo. A volte Roman non capisce che alcune parole feriscono.

«Vabbè, ci vediamo più tardi!» dico e mi divincolo, tuttavia mi si avvicina Santiago.

«Lascia stare, lo sai com'è fatto!» dice, dandomi una pacca sulla spalla.

«Lo so, ma in questo caso non ha neanche tutti i torti!»

Quando finalmente suona la campanella dell'ultima ora, sono il primo ad uscire, mi giro solo un'istante per vedere Ester che fa qualsiasi cosa pur di non incrociare il mio sguardo. Sospiro con l'amarezza nel cuore e vado via, senza voltarmi più indietro.

Di pomeriggio passo a casa di Roman che mi accoglie col solito sorriso, come non fosse accaduto nulla durante la ricreazione.

«Tutto a posto per oggi, si?» infatti mi domanda, so che a volte ha dei modi un po' diretti di dire le cose ma in fondo è il bello di Roman.

«Si!» annuisco e gli sorrido. «Non preoccuparti»

Nella stanza trovo Ana, Beatriz e Santiago. Ovviamente questo mi fa venire il dubbio che ci siano anche Felipe ed Ester, ma non li vedo e trattengo la domanda sulla punta della lingua.

«Sono di là!» esclama Ana come mi leggesse nel pensiero. «Ma a te non dovrebbe importare!» socchiude gli occhi in due fessure con fare minaccioso.

«Infatti non mi interessa!» mento perché la gelosia, nel saperli insieme, mi assale. So che non c'è più niente tra loro, ma Felipe sembra che si avvicini a lei ogni volta che tra noi ci sono dei problemi e questa cosa mi fa uscire fuori di matto.

Mi siedo sul divano a giocare ad un videogame con Santiago, ma il pensiero va a Ester sola con Felipe, mi rimane fisso in testa ed è per questo che mi faccio battere senza opporre resistenza. Continuo a guardare la porta per controllare che si faccia viva e, quando finalmente la vedo, ha un sorriso bellissimo in volto ma è riservato a Felipe. Stanno scherzando insieme e questa cosa mi fa ribollire il sangue, tanto che stringo forte il Joystick tra le mani. Ester quando si accorge della mia presenza cambia espressione, si incupisce e come al solito non mi guarda neanche. Mi fa impazzire non aver più le sue attenzioni, anche se in fin dei conti sono stato io a cercarmela. Ma la amo, non posso farci nulla e l'idea di starle lontano mi atterrisce. Per quanto sappia che sia la scelta migliore.

Felipe ed Ester si siedono vicini, come fossero una coppia, mentre io e Santiago smettiamo di giocare.

«Quando partirai, Gonçalo?» domanda Ana, poi se ne pente nel guardare l'espressione della sua amica.

«La prossima settimana firmo il contratto, farò gli esami con voi il prossimo mese e poi me ne andrò!» e non mi sfugge Ester che abbassa lo sguardo amareggiata e ancora una volta sento un tonfo profondo al cuore nel sapere di averle fatto del male. Lei non lo sa che prima o poi mi ringrazierà per essermi allontanato.

«Oh, allora questo è il nostro ultimo mese tutti insieme!» dice sempre Ana. Mi accorgo con la coda dell'occhio che Felipe fa una carezza ad Ester e in questo caso non riesco più a trattenermi.

«sempre che ti approfitti delle situazioni, tu, eh Felipe?» lui sobbalza nel sentirmi parlare così e mi guarda stordito. «Ogni volta che tra me ed Ester ci sono problemi ti incolli come una cozza!» sta per rispondere, tuttavia Ester lo ferma con la mano, è lei a voler parlare.

«Tu non dovresti proprio immischiarti, Gonçalo! Almeno lui mi sta vicino, almeno lui c'è, non se ne va come un codardo!» poi si alza e mi guarda in cagnesco. «Scusatemi Roman e Beatriz» si rivolge ai padroni di casa. «Devo andare!» dà le spalle per andare via ma io mi alzo e la rincorro, per dirle cosa poi non lo so. So solo che la fermo da un braccio e ormai siamo fuori casa quando riesco a guardarla negli occhi.

«Lasciami, Gonçalo!» sbotta furente.

«No!» affermo perentorio.

«Invece si: lasciami visto che ti riesce tanto bene!»

«Perché non lo capisci?» dico in un soffio. «Perché non capisci che...» non mi da il tempo di finire che, con un sorriso amaro, dice: «Lo fai per me, si, lo hai già detto! Ora lasciami perché non ti voglio più vedere. Vattene via visto che è quello che vuoi, esci dalla mia vita visto che l'hai deciso e non parlarmi più!» toglie il braccio stretto nella mia mano e mi lascia lì senza che possa dire una parola.

È davvero giusto rinunciare all'amore più grande che conosco?

È davvero la scelta giusta rinunciare all'unica persona capace di farmi sentire sempre nel posto giusto?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro