4•capitolo -Gli darai mai un'occasione?-

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Ester

Sono stati i tre mesi più lunghi della mia vita, quando soffri per l'assenza di qualcuno sembra che il tempo non scorra, ma per fortuna io ho i miei amici e mi sono rimasti vicini per tutto il tempo. Soprattutto uno. Il ragazzo che si sta avvicinando in questo momento con quel sorriso dolce che ho capito riservare solo a me e tra le mani una busta di cornetti.

«Buongiorno!» sussurra abbracciandomi e stampandomi un bacio sulla guancia, sotto lo sguardo attento delle mie migliori amiche che non fanno che domandarmi cosa sia cambiato tra noi. La realtà è che non lo so neppure io. Dal giorno in cui ne abbiamo parlato, io e Felipe, non ci siamo staccati un attimo. Ha adempiuto la promessa di corteggiamento che mi aveva fatto. E lo ha fatto pure in una maniera meravigliosa, dimostrando di conoscermi meglio di quanto mi aspettassi. Abbiamo passato ogni nostro giorno insieme, da amici certo, però non posso non ammettere che qualcosa tra noi stia cambiando e si sta evolvendo.

«Se mi coccoli in questo modo, non solo potrei abituarmi ma mi farai ingrassare» lui scrolla le spalle, mantenendo stampato sulle labbra il suo sorriso.

«Be'... è ciò che voglio, insomma che ti abitui» in quel momento viene distratto dal trillo del suo telefono che emette un messaggio e abbassa lo sguardo per controllare. La sua espressione muta, stringe le labbra come ho notato fare sempre quando qualcosa lo preoccupa.

«Tutto bene?» mi avvicino per farmi sentire solo da lui, tanto le mie amiche adesso si stanno facendo i fatti suoi e si sono fermati a parlare con Santiago e Roman.

«Si... si... era solo...» e capisco subito dal suo tentennamento chi gli ha mandato il messaggio. Probabilmente lo fa sentire in colpa quello che si sta creando tra noi nei confronti di Gonçalo, anche se a questo punto non credo gli interessi qualcosa. Da ormai due mesi è sparito dai social, non da più segni di vita e, inoltre, non mi ha mai scritto. Non che potessi pretendere che lo facesse, ma il mio lasciarlo era anche nella speranza che si rimboccasse le maniche e cominciasse a dimostrarmi che ci tiene. Sicuramente non mi aspettavo la new entry, né che si disinteressasse di me.

«Gonçalo» trattengo il fiato e il pronunciare quel nome fa ancora in me un tonfo al cuore. Come si cancellano tanti anni vissuti a cercarci e ad innamorarci. Quella tra me e Gonçalo è stata una storia intensa, fatta di complicità, amicizia e poi amore. «Come sta?» mi viene spontaneo chiedere, ma noto negli occhi di Felipe che qualcosa si è incrinata, quasi gli facesse male sapermi ancora interessata a lui. Non ne abbiamo più parlato, abbiamo taciuto l'argomento e non perché non fossi curiosa di sapere qualcosa su di lui, ma perché ho mirato a dimenticarlo. Be', non ci sono riuscita proprio per niente per quanto sono riuscita a pensarci un po' meno.

«Bene... sempre lo stesso! Ultimamente ci siamo sentiti meno» confessa, sposta lo sguardo alle mie spalle come ci fosse qualcuno, ma so che sta solo riflettendo. «Lui è molto indaffarato»

«Certo, la squadra prima di tutto» un sorriso amaro si pianta sulle mie labbra e da lì non se ne va.
«Probabilmente passerà il Natale con loro e la sua nuova ragazza» e mi fa male il solo pensiero, non credevo che le cose tra noi andassero così.

«Già...» abbozza un sorriso finto, poi si avvicina e mi stringe nel suo abbraccio. «Noi però lo passeremo insieme» mi promette, visto che la sua famiglia sarà ospite della nostra così come ogni anno. Ci sarà anche quella di Gonçalo, chiaramente senza di lui. Oggi è l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze e fra due giorni ci sarà il tanto atteso giorno natalizio.

🦋🦋🦋🦋

Due giorni dopo sono in camera mia insieme alle mie amiche che mi sono venute a trovare a casa per farci gli auguri. Sono giorni che penso a come comportarmi, se mandare o meno gli auguri a Gonçalo e, tutte le volte, mi viene in mente Lola, la sua ragazza. Probabilmente neppure gli importa di riceverli.

«Ma quindi a che punto siete tu e Felipe? Vi siete baciati o no?» stringo le labbra all'insistenza di cavarmi le parole della mia amica Ana e quasi la ignoro, continuando a scrivermi gli appunti dei compiti che il prof Ortega ci ha lasciato per le vacanze.

«Oh, ci sei?» mi pianta una mano sul viso Ana pur di ridestarmi da quello che sto ignorando e la guardo fulminandola con lo sguardo.

«Il prof Ortega ci ha lasciato un milione di compiti, sto cercando di riordinare le idee per capire come portarli a termine»

«Il prof Ortega» dice Ana con aria sognante, «Il prof Ortega» ripete, sistemandosi i capelli. «È un essere umano delizioso, uno con cui vorrei andare a letto senza remore» lo lusinga. È da quando ha messo piede nella nostra scuola, ovvero a settembre, che non fa che lusingarlo. È di certo un bellissimo uomo, d'altra parte tanto bello quanto stronzo. Non fa che stressarci perché vuole che tutto sia come dice lui.

«Ma la pianti?» Beatriz interviene, anche lei stava scrivendo degli appunti, ma ogni volta che si parla di quell'uomo lei quasi si infastidisce. Probabilmente perché non le piace che si parli dei professori in quel modo. «È solo un uomo come un altro» sminuisce.

«Un uomo come un altro?» sbotta Ana, come fosse stata ferita nell'orgoglio, «quell'uomo è Dio sceso in terra, è Gesù con quei capelli lunghi e la barba che gli dona fascino. Io vorrei farci un giro, anzi vorrei essere decisamente la sua penna, quella che si porta sempre in giro. È uno splendore!» ribadisce, allargando le labbra in quell'espressione sognante che non si toglie dal viso neppure a pagarla. Beatriz sbuffa infastidita, ma non aggiunge altro, rinunciando in partenza a far valere il suo concetto. Tanto lo sa che Ana è una che non si può tenere, deve sempre esprimere in maniera esagerata ogni suo pensiero.

«Ma tornando a noi, mia cara Ester» ecco ci risiamo, mi sembrava strano avesse desistito. «Gliel'hai data o non gliel'hai data al povero Felipe che ti aspetta praticamente da quando avevate cinque anni, capendo di essere sempre la seconda scelta per via del suo bellissimo migliore amico Gonçalo?»

«Ma la smetti di fare la melodrammatica?» le pizzico il braccio scocciata, ma in realtà non lo sono davvero. «Io e Felipe siamo solo amici e te l'ho detto già mille volte, quindi smettila!»

Ana sghignazza, non mi crede e non fa nulla per nasconderlo.

«Quindi tu mi vuoi dire che sono praticamente tre mesi che ti corteggia come Dio comanda, ti porta cornetti, andate insieme a cena, ti porta i compiti, studiate insieme e non vi siete mai baciati?» scuoto la testa in segno di diniego, poi passo le mani sul viso stando attenta a non sporcarmi col mascara.

«Ti sei scordata davvero la parte più importante: è il miglior amico...»

«Si si...» m'interrompe Ana con tono ironico, «è il miglior amico di Gonçalo, lo stesso che gliene importa così tanto di te da essersi messo con un'altra neppure un mese dopo che vi siete lasciati. Ma la smetti di perseverare con Gonçalo e dai un'occasione a quel povero cucciolo di Felipe? Cioè ma lo vedi quanto è adorabile!» e fa ancora la melodrammatica, cerca in qualche modo di convincermi a vederla come la vede lei. E su Gonçalo, purtroppo, non ha neanche tutti i torti. «Possibile che non ti piaccia neanche un po'?» poi continua imperterrita.

«Mi piace un po', ma ho paura di rovinare la nostra amicizia» confesso per la prima volta ad alta voce, Beatriz mi osserva quasi mi stesse studiando. Lei non parla molto ma sa decifrarmi come poche.

«Lo sai che secondo me dovresti rimanere sola, però fossi in te neppure penserei a Gonçalo, non penso che lui si meriti tutto questo rispetto dopo come si è comportato» mi fa notare Beatriz, la quale non si espone quasi mai sulla mia vita sentimentale se non per farmi notare che gli amori adolescenziali sono quelli più volubili. Purtroppo tutti i torti non ce l'hanno e dal loro punto di vista dovrei lasciar andare per sempre Gonçalo.

Sto per rispondere o per lo meno cercare delle parole da dire per giustificarmi, ma non faccio in tempo perché sulla finestra si abbattono delle pietrine che attirano la mia attenzione. Mi affretto ad andare a vedere di chi si tratti, ed è istintivo il sorriso che fiorisce sulle mie labbra quando mi rendo conto che Felipe mi guarda dal basso con una mano dentro la tasca e nell'altra un sacchetto con dentro del cibo.

Le mie amiche si sono avvicinate per capire di chi si tratti e, Ana, non si fa sfuggire l'occasione di darmi una gomitata per farmi capire quanto sarei una stupida a farmelo scappare.

«Capisci? Cioè uno che si prende tanto cura di te dove lo trovi?» scrolla le spalle e non aspetta che rispondi. «Noi andiamo e vi lasciamo soli» prende per mano Beatriz senza aspettare la sua opinione e abbandonano insieme la mia stanza. Prendo un forte respiro prima di veder Felipe davanti all'uscio della porta della mia camera, bussa e sembra un po' a disagio, come se qualcosa lo turbasse.

«Se ti... ti disturbo, vado via» scuoto la testa e il sorriso che ne segue spero gli faccia capire quanto la sua presenza mi faccia bene. È merito suo se sono riuscita a risalire dall'oblio in cui ero caduta dopo la fine della mia relazione con Gonçalo, perciò non è una persona a cui posso rinunciare, lo voglio vicino più di chiunque altro.

«No, entra, stavo sistemando gli appunti per i compiti delle vacanze. Il prof ci ha dato tante cose!».

Annuisce e si avvicina, passa la mano tra i capelli scuri e sbuffa aria dal naso. È bello quando si avvicina piano a me, è proprio la sua essenza: lui non si fa notare, entra in punta di piedi nella tua vita e tu non hai il tempo di scostarti, ormai sei troppo assuefatta. Gonçalo è diverso: lui entra di soppiatto, ti stringe così forte alla sua vita con i suoi modi bruschi di fare e ne rimani comunque affascinata.

«Vuoi una mano?» chiede, ma i miei occhi finiscono per guardare la sua mano che tiene stretta un sacchetto del McDonald.

«Mi sembra più affascinante l'idea di mangiare ciò che c'è in quel sacchetto» e lui sorride soddisfatto, sapeva benissimo che mi avrebbe resa felice nel portarmi del cibo del McDonald, dato che ne vado pazza.

«Mc crispy, il tuo preferito» dice dopo esserci seduti sul letto e aver scartato l'involucro del panino.

«Come fai?» mi mordo forte il lato destro del labbro e annaspo.

«Cosa?»

Mordo il mio panino e mugolo di piacere prima di rispondere al quesito.

«A sapere tutto ciò che mi piace» scrollo le spalle e continuo a mangiare il mio panino. Felipe non risponde subito, aspetta che finisca di mangiare e anche lui lo fa. E quando penso che non arriverà mai la risposta, ecco che affonda con le sue parole capaci di crepare il mio cuore e fargli avere l'infiltrazione che gli serve per approdarci e restarci. È sempre un po' di più, ogni giorno un po' di più.

«Perché ti osservo da quando sono piccolo e non mi sono mai voluto perdere niente di te» confessa. Rimaniamo in silenzio, sento il sussulto del suo cuore ogni volta che mi guarda negli occhi e ci rimane un po' di più. Mi avvicino quel tanto che basta a lui per vederlo meglio, per rimanere ancora ad osservarci, e poi faccio quell'azzardo e azzero le distanze che c'erano tra noi e lo bacio. Stavolta non per una vendetta, ma perché voglio capire se provo qualcosa per lui o è solo un amico. Devo farlo se voglio vederci chiaro. Lui rimane un po' intontito, non si aspettava questo da me e neppure io me l'aspettavo, tuttavia schiude le labbra mostrandomi quanto bramasse questo contatto tra noi. Alza il braccio e stringe il mio viso per avvicinarmi più a lui, le nostre lingue giocano tra loro, si stuzzicano e un brivido nuovo si fa spazio dentro di me, diverso, ma bello. Mi avvicino ancora di più per sentirlo meglio, per averlo più vicino e continuiamo a divorarci le labbra, o meglio è lui che lo fa con la sua delicatezza ma con la brama di chi aspetta questo momento da anni. Il bacio non lo interrompiamo noi, bensì mia madre che bussa alla mia porta e ci fa sobbalzare, mi tiro indietro quasi avessi preso la scossa e rimaniamo solo per un attimo a guardarci, poi abbasso gli occhi presa dall'imbarazzo.

«Tesoro, sono arrivati gli ospiti» dice per poi richiudersi la porta e farci piombare in un silenzio imbarazzante.

«Ester, mi sa che devo dirti...» tenta di dire, ma io lo freno.

«È meglio scendere, lo sai com'è mia madre, se non ci vede entro cinque minuti ad accogliere gli ospiti dà di matto» e infatti mi alzo, ma più per togliermi da questo disagio che il nostro bacio ha generato. Scappo via dalla stanza per soffocare le emozioni contrastanti a cui darò un peso quando rimarrò da sola e potrò capire se c'è o meno stato un vero coinvolgimento tra noi, ma non faccio i conti con quello che succede subito dopo quando i miei occhi, scendendo le scale, incontrano quelli di una persona che non avrei pensato di vedere in casa mia.

E ci cado ancora, nell'oblio, che sono i suoi occhi.

🦋🦋🦋
E mo Ester dovrà fare i conti con quello che è successo con Felipe e prima di quanto potesse immaginare.
Che ne pensate di Felipe?
E di Ester?🫢
Prepariamoci all'uragano Gonçalo!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro