.54. Ricordi.

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Barcellona,
19 Marzo 1809.

Cademmo entrambi in terra e presto il fuoco che bruciava la sua camicia inondò il mio vestito. Sentivo il calore feroce dell'elemento che raggiungeva le mie carni, scottandole.

Urlai impaurita e vidi negli occhi del padrone quella familiare sfumatura di pazzia. <<Se io muoio, tu morirai con me.>>

Mi misi a piangere a dirotto mentre cercavo in tutti i modi di liberarmi dalla sua morsa letale, ma non riuscivo a spostare il suo corpo dal mio, e le fiamme mi impedivano di avere una maggiore presa. Quando il calore raggiunse il mio petto e mi bruciò la camicia intima sotto al vestito urlai ancora di più.

Era stata una mia idea, e se per liberare il ragazzo che amavo e mio padre sarei dovuta morire, allora ero disposta a farlo.

Alexander mi tenne ferma con una mano sul collo aumentando sempre di più la stretta mortale e i polmoni presto bruciarono in mancanza di aria. Il cuore pompava sangue a ritmo anormale e gli occhi del padrone si inchiodarono nei miei.

In quel momento, mentre il dolore esplodeva in me, il tempo mi sembrò per la seconda volta fermarsi. Vidi le fiamme dei nostri corpi avvolgerci come fossimo una cosa sola, e nei suoi occhi rivissi ogni momento passato con lui.

La prima volta che mi vide, quando rovesciò il secchio d'acqua giù per le scale e se ne andò sputando in terra. La volta dopo, esattamente cinque anni più tardi, quando rovesciò di nuovo il mio secchio, ma quella volta avevo reagito. Mi ero alzata, avevo serrato i pugni e lui mi aveva notata. Forse era stato quello il mio errore più grande. Ribellarmi a lui quel giorno. Se non lo avessi fatto, probabilmente non mi avrebbe mai notata. Rividi in quegli occhi la prima volta che mi aveva posseduta, e come mi aveva fatta sentire bene. E la volta dopo, e quella seguente.

Tutta la mia esistenza sembrava trovare un motivo quando stavamo insieme.

Avevo davvero creduto che fossi nata per lui. Per stare con lui.

La metà di un cuore che per molto tempo era stato spezzato.

Ma quello non era amore. Non era mai stato amore. Era qualcosa di molto più grande, a cui probabilmente un giorno qualcuno avrebbe dato un nome. A me veniva da pensare a "pericolo", "ossessione".

Chiusi gli occhi e mi lasciai andare al dolore.

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