Erano parole che non ti avevo mai sentito. "Ti hanno tradita", mi dicevi, "ma tu sei stata forte". E nessuno mi aveva mai parlato così e mai mi sarei aspettata che saresti stato tu a parlarmi così. C'era la penombra filtrata e strisciata di un pomeriggio estivo che ti aveva quasi sconfitto. Quasi, non del tutto. La penombra estiva e un cuore aperto che si mostrava di rado.

Eppure c'era, io lo vedevo. L'avevo già visto affacciarsi diffidente quando abbassavi la guardia credendo che nessuno stesse guardando.

O come quando si mascherava e si vestiva di esperienza, quell'esperienza testarda degli anziani che rivendica il suo diritto di insegnare. Che però lo fa dolcemente, come chi sa che non lo ascolterai ma in ogni caso lascia una fiaccola là dove vede un sentiero.

Che ora mi lascia a metà tra l'anestesia e il bruciore. A salutarti così. Un ricordo alla volta, una lacrima alla volta.

Che non è un addio, così dicono.

(novembre 2013)