Tic... toc...

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Il tempo cambia il volto delle cose. Anche dei ricordi.

(Licia Troisi)

E' così strano come accada sempre, ciclicamente, la stessa cosa. In questo periodo dell'anno mi viene voglia di partire ancora. Di ricominciare ancora a vivere altrove. Capita sempre ed è subdolo il modo in cui accade. Mascherato come una nostalgia che sembra dica "ritorna" e dice invece "vai". Sarà che ho sempre trovato incredibilmente interessanti e attraenti le persone che viaggiano molto, che vivono spesso l'altrove. Sarà che io stessa l'ho vissuto, che ho avuto il cuore in tanti luoghi differenti e che non mi riesce di restare troppo a lungo in un posto solo. O entrambe le cose forse.

Me ne stavo in ufficio quando, insieme alle note di una canzone che già tante volte avevo ascoltato, mi è scivolato sotto la pelle anche quel desiderio profondo di portare indietro il tempo. In un attimo ero di nuovo per le strade di Roma, ero di nuovo sul Lungotevere che di sera scintillava. E il ritornello, forse per quelle sue onomatopee ricorrenti TIC... TOC... TIC... TOC... sembrava guidare i miei passi ancora per le strade della città. Ed erano belle, serenamente illuminate, immerse in un'aria tiepida. Come le avevo conosciute nei miei primi tempi lì.

Forse accade solo perché avverto i giorni che si accorciano e qui le strade di sera sono così buie... Forse perché è un periodo un po' morto che sembra non offrire poi molto da fare. O solo perché la mente sui ricordi lavora in modo strano e sembra cancellare quelli brutti poco a poco. Li screma e li sistema accuratamente in un altro luogo, in quello in cui le esperienze si fanno insegnamento e, a volte, oblio (sarà per questo che ho pochissimi ricordi dell'ultimo periodo laggiù). E lascia, invece, quelli belli in evidenza sui mobili perché li si possa osservare, godere e, se vuoi, persino toccare. Se si ha la forza di resistere a quella calamita che sembra voler attrarre là ancora.

Così, questa sera, l'aria dell'inverno che arriva mi ha trascinata lì. Ha mascherato con l'immagine di quelle strade il mio innato senso di partenza. Passerà, adesso lo so. Adesso so come dominare quel dolore così sottile da essere quasi un solletico sul petto. Ma per ora lascio che mi accompagni ancora un po'.

TIC... TOC...

(ottobre 2008)

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