A casa di Rachel

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A pochi chilometri da lì in una tranquilla villetta d'angolo Rachel uscì dalla porta sorridendo, stringendosi le braccia attorno alla vita e tremando nella sua camicetta bianca. Una volante della polizia aveva appena girato nel vialetto e lei era lì immobile che la guardava appoggiata all'anta della porta bianca. Le pantofole ai piedi e lo sguardo stanco si prese un attimo per guardare il suo compagno scendere dall'auto in divisa, con la camicia aperta sul collo e la cravatta che pendeva da una tasca dei pantaloni.

-Ehi, coniglietta, già a casa? - le chiese avvicinandosi a lei e stampandole un bacio sulla fronte. Rachel lo guardò in quei suoi intensi occhi azzurri. Gli spettinò i capelli marroni sul viso e passò le dita sulla targhetta che portava appuntata alla camicia.

-È lei che è in ritardo signor Kruger - lo rimproverò con un finto disappunto disegnato sul viso. Lui le sorrise e la baciò sulla bocca. Rachel non aveva mai permesso a nessuno compagno di chiamarla "coniglietta", ma Robert non era un uomo "qualsiasi" e soprattutto non era un fisico, il che era stato per lei la novità più sorprendente. L'idea di tornare a casa e non parlare sempre di cose serie incredibilmente la deliziava. Robert Kruger era un bel trentacinquenne agente della polizia locale. L'aveva conosciuto causa o grazie ad una multa non pagata per un divieto di sosta. Alla fine la multa l'aveva costretta a pagarla, ma l'aveva invitata a cena. Spavaldo. E molto bello... Rachel ovviamente aveva accettato. Ora vivevano insieme da tre anni.

-Scusa, c'è stata una rapina alla Coop Geneve poco prima della chiusura, per fortuna nessun ferito- le raccontò brevemente precedendola in salotto. La tavola era apparecchiata in cucina, una candela riluceva nel buio del sole che sprofondava oltre le montagne ad ovest. –Wow- Robert non potè trattenersi.

-Cosa festeggiamo? - disse incerto, come se stesse ripassando mentalmente tutte le loro ricorrenze eppure ad aprile non ne trovava proprio nessuna.

-Niente, tranquillo. Avevo voglia di mangiare insieme- fece spallucce Rachel. Robert la guardò di traverso. Capiva sempre quando Rachel mentiva.

-Al lavoro tutto a posto? - chiese circospetto abbandonando la camicia sul divano. Rachel annuì e si apprestò ai fornelli per ultimare la cena

-Sì, sono arrivati quelli del SIDC oggi, domani andiamo su alla stazione radio. Torneremo prima di sera. Mi sa che non riusciamo a sentirci a pranzo, i telefoni su non funzionano- gli ricordò poi distratta dai fornelli.

-Troppe interferenze, giusto, non fa niente, coniglietta- le sorrise Robert fregando un pezzo di pane dalla tavola e mettendosi a sedere a pochi passi da lei. Rachel si voltò stupita. Aveva pensato che non l'avesse ascoltata quando gli aveva spiegato delle interferenze.

-Guarda che le scuole le ho fatte- aggiunse Robert piccato al suo sguardo.

-Sono piacevolmente stupita, quanto hanno portato via dal supermercato? - chiese Rachel mentre affettava le verdure.

-L'incasso della giornata- sospirò Robert.

-Li troverete- lo incoraggiò Rachel.

–Saranno già ad Innsbruck ormai- commentò Robert senza distogliere lo sguardo dalla candela. Il suo lavoro non era come quello di Rachel e lui non era un poliziotto di una serie televisiva. Passava la metà del tempo a compilare rapporti e l'altra metà a girare per la città sperando di mantenere l'ordine, ma qualcosa o qualcuno sfuggiva sempre.

-È la seconda volta quest'anno, ma non penso siano gli stessi, diverso numero, diverso metodo- aggiunse scettico. –L'altra volta non avevano le pistole, ma forse erano finte- aggiunse alzandosi.

-Non mi piace molto pensare quante volte dopo il lavoro fai un salto lì a prendere qualcosa- le disse mettendole le mani attorno alla vita.

-Non posso non andare al supermercato, ci serve mangiare. – rise Rachel voltandosi verso di lui.

-Cambia supermercato, perché non vai al Migros in centro, lì hanno un buon sistema di video sorveglianza- suggerì.

-Non c'è mai parcheggio- aggiunse Rachel alzando le fiamma sotto al fuoco. Le faceva talmente specie che Robert le indicasse il supermercato migliore in base al sistema di sorveglianza.

–Poi sono molto cari. Ti hanno promosso, forse? - chiese lei voltandosi vero di lui e ritrovandosi tra le sue braccia.

–Per ora no- ammise baciandola in bocca.

-Promettimi che non cambierà- aggiunse all'improvviso Rachel. Robert lesse sul suo volto un'angoscia che non si aspettava.

-Che cosa? -fece aggrottando la fronte.

–Noi, questo...- sussurrò Rachel.

-Ma certo che no, coniglietta, cos'è successo? Ti vedo così turbata! - aggiunse Robert. Rachel si sedette su una seggiola e lo guardò dritto negli occhi poi cambiò idee e scosse la testa.

–È solo una scena che ho visto oggi- confessò lei, Robert la guardò incuriosita e la spinse a continuare.

-Tu conosci Jerome Montreux? - intervenne Rachel.

-Se non è un pregiudicato, credo di no- sorrise Robert.

-È un fisico subatomico di fama internazionale! - lo rimproverò Rachel.

–Comunque la responsabile del SIDC era sua moglie e si sono ecco scontrati, oggi, davanti a noi, stanno divorziando credo- descrisse senza entrare troppo nel dettaglio Rachel.

- Quella tipa che era stata anche la tua boss? - chiese Robert afferrando un altro pezzo di pane.

-Si, esatto- aggiunse Rachel rialzandosi e versando la zuppa nei piatti.

-Come mai divorziano? Fammi indovinare: lui ha un amante! - fece incuriosito. Rachel non poté che trattenere un sorriso.

–Vedi, sanno essere così prevedibili gli uomini, arrivano a 50/60 anni e improvvisamente si trovano soli e annoiati ed ecco che spunta una bionda in minigonna- lo rimproverò Rachel.

Robert rise. –Io amo di più le more e poi la minigonna sta benissimo anche a te, è un peccato che non la metti mai – aggiunse con sguardo allusivo.

-Non è molto comoda in laboratorio- rise lei. Era quello che amava di Robert, stemperava ogni situazione difficile, polverizzava le sue preoccupazioni. –Federica era sconvolta, credo abbiano litigato-aggiunse Rachel.

-Coniglietta non preoccuparti, noi non finiremo mai così, poi non siamo sposati, vedi! - aggiunse come invitandola a sorridere. Rachel non seppe resistere. Si sedette sulle sue ginocchia.

–Così non c'è problema di litigare per il divorzio, basta che mi metti a dormire sul divano- aggiunse Robert.

-Stasera non penso che ti metterò a dormire sul divano- aggiunse Rachel rinfrancata dalla sua risposta.

-Ti metterai la minigonna per me? - aggiunse speranzoso Robert.

–No, ma adesso mangiamo se no si fredda la zuppa- aggiunse Rachel alzandosi.

–Era solo un'idea- rise sotto i baffi Robert.

Pensò che alla luce di quella candela Rachel era bellissima e che non gli sarebbe stato possibile trovare una donna migliore di così. Forse un giorno l'avrebbe perfino convinta a fare quel passo che rifiutava così ostinatamente: era disposto ad aspettare per avere un figlio da lei. Non lo voleva da nessun'altra. Non tutti gli uomini forse erano come Jerome Montreux. E sapeva dal suo lavoro che se un uomo come Jerome era caduto nella trappola non era mai tutta colpa sua. Non conosceva quella donna, ma probabilmente non era stata adorabile quanto sapeva esserlo Rachel. L'intelligenza non è tutto al mondo. Ci sono persone che non si accontentano, che cercano sempre qualcos'altro, qualcosa di nuovo, di diverso. Lui non era mai stato così.

-Mmm, come sta andando la recluta? - gli chiese Rachel traendolo dai suoi pensieri.

- Javier? È bravino, sai. Non ci sa fare molto con le persone ancora, ma col computer è un asso, mi ha sistemato già metà dell'archivio, finalmente riesco a vedere oltre la mia scrivania- aggiunse contento Robert. –Domani lo porto a fare pattuglia, forse non diventerà commissario, ma da una grande mano, era tanto che aspettavamo qualcuno! - ammise Robert. –E il tuo nuovo acquisto? –chiese di rimando.

-Michele? Si è ambientato molto bene. Molto competente, serio. Credo che Helene lo detesti- scoppiò a ridere Rachel. Mandò giù la zuppa e poi spiegò: –Helene è la ragazza del SIDC che si occupa dei test su SPHERE, il nuovo programma che stiamo testando-

-Come mai pensi che non le piaccia? - rise stupito Robert.

–Fa delle facce, dovresti vederla, per fortuna Michele non se ne accorge...- ammise Rachel.

–Sai, Sebastian è brillante, estroverso, è difficile non andarci d'accordo. Michele è più sulle sue, il che è abbastanza normale per i fisici- ammise Rachel.

-Mi hai fatto venire in mente che devo ridare a Sebastian il disco che mi ha prestato, ce l'ho su in camera da un secolo, dovremmo uscirci di nuovo con lui e la sua ragazza, perché non gli proponiamo di prenderci una birra insieme il prossimo weekend? - propose Robert.

-Si può fare- annuì Rachel. –Magari invitiamo anche Michele- propose poi.

-Ma se hai appena detto che è noioso! - protestò Robert.

-Io non ho detto che è noioso! Ho detto che è serio- sorrise Rachel.

-Serio, noioso: tutti sinonimi! Se deve parlare di fisica tutto il tempo, io la birra me la prendo a casa davanti ad un film di Hitchcock – la redarguì Robert.

-Niente fisica, promesso- aggiunse Rachel tirando fuori il tiramisù dal frigo. Li aspettava una serata davvero dolce.

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