Capitolo 4 Halloween

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Era incredibile quanto gli Avengers fossero uniti. Nonostante le diversità erano estremamente legati. Non era semplice familiarizzare con persone estranee al loro ambiente e quindi ogni occasione era buona per vedersi, fuori dal lavoro. Perfino Rogers si era messo ad organizzare un evento per Halloween; voleva offrir una cena ai colleghi, ma non aveva specificato a che titolo. Aveva solamente proposto di andare in una steakhouse, dove si entrava mascherati. E aveva coinvolto l'agente Tyler. Da qualche tempo, cercava sempre un contatto in più con lei, coi suoi modi garbati: era molto evidente che volesse farla integrare il più possibile con gli altri.

'Steve è pesante; sarà pure Capitan America, ma dell'insistenza' Rafflesia si lamentava col Falco, nell'appartamento dell'arciere.

'Mi piace Halloween. Mi ricorda quando ero bambino. Il ristorante dove andremo è a una decina di isolati a piedi, potremo camminare e vedere le altre maschere senza essere riconosciuti. Ho già preso il mio costume ed è fantastico!' Clint, al contrario, era fomentatissimo.

'Pensavo ti vestissi da Occhio di Falco o da Robin Hood... o meglio ancora da Legolas, come dice Tony!' Rafflesia lo prese in giro.

'Spiritosa! No, niente arcieri! E tu?'.

'Non ho deciso ancora' aveva una mezza idea di scegliere un vestito abbinato a quello di Barton, casomai avesse scoperto per quale maschera avesse optato. 

Gli si avvicinò, con sguardo sensuale. 'Clint...' gli si strusciò 'Dimmelo, da che ti vesti?' doveva estorcergli una confessione e provò con le armi seduttive che non le mancavano.

L'Avenger non si sbottonò. Rimase muto come un pesce e con un sorrisetto scemo stampato in faccia.

Era la prima volta che non si svelava a una richiesta precisa. La Tyler ebbe un'altra delle sue idee geniali. Erano a casa di lui: ci avrebbe fatto sesso sfrenato e poi avrebbe potuto curiosare, cercando l'abito di Halloween o un indizio.

'Limoniamo?' gli propose, leccandogli le labbra e posandogli le mani sul torace sopra la maglietta.

'Va bene' lui bofonchiò, scocciato. Solo bacetti voleva?

Rafflesia rise, iniziando a baciarlo, famelica. Infilò la lingua prepotentemente nella bocca del Falco, che perse subito il controllo. Ogni volta era come gettare un fiammifero in un bidone di benzina: l'incendio divampava, era certo. Per spegnerlo, dovevano andare ben oltre.

'Limoniamo a letto?' Barton fece la sua controproposta, alzandosi e tendendole la mano, che lei rifiutò, scostandolo da sé e preparandosi per un'esibizione.

Andò verso la camera, ancheggiando sfacciatamente con il sedere in evidenza. Era aiutata dai leggins attillati;  più che una risposta fu un'istigazione vera e propria.

L'arciere la rincorse e l'acchiappò, per gettarla sul letto con una spinta sulla schiena.

Le strappò quasi i vestiti di dosso  liberandosi anche dei propri, velocemente 'Adesso facciamo sul serio, niente roba da ragazzini, signorina' la redarguì. La strinse di fianco, entrando dentro in lei senza perdere un secondo nei preliminari. Avevano le gambe avvinghiate, i loro corpi erano abbracciati alla morte. Il Falco le arpionava i glutei con entrambe le mani per darle la cadenza del piacere su di sé.

Si muoveva sollecitandola e si interrompeva per spostarla all'indietro, incalzandola sul seno con la bocca e riempiendola di morsi e di succhiotti. Rallentava e ricominciava e aveva ripetuto quell'alternanza in continuazione. Aveva cercato lei una strategia di corteggiamento e accadeva il contrario: l'Avenger la stava facendo ammattire. 'Clint, sei favoloso' gemette con le braccia legate al collo del partner, le lingue che si rincorrevano di continuo. Era estremamente bello starci insieme, ogni volta si sentiva più coinvolta. Il Falco era un amante generoso, passionale e tenero al tempo stesso. Questo pensò, un attimo prima di perdersi con lui in un paradiso dei sensi unico e coinvolgente.

Stremata, si stese con la schiena sul materasso. 'Vado in bagno, torno al volo' l'uomo, esaudito, le dette un bacio sulle labbra e uno per ciascuna rosea amarena sul petto prima di dirigersi verso la toilette.

Ottimo, rimuginò Rafflesia, era quello che aspettava. Si alzò repentina alla ricerca del famoso vestito per Halloween. Lo trovò immediatamente, dentro l'armadio. Quando aprì la scatola, dovette trattenersi dal ridere: il Falco aveva scelto un costume da Batman. In modo freudiano aveva optato per un supereroe, e per di più un volatile: un pipistrello. Le venne in mente in un baleno cosa potesse prendere per sé per la festività di Ognissanti. Si appuntò mentalmente l'indirizzo del negozio stampato sul contenitore e si rimise a letto, nel momento in cui lui rientrava in stanza.

'Questa è la parte che mi piace di più: il pomiciarti dopo il sesso, pure se è da ragazzini' l'arciere le si avvicinò per sbaciucchiarla con fare romantico. Doveva essere la stessa cosa per lei, rifletté, perché aveva un bel sorriso soddisfatto sul volto.

***

Rafflesia aprì la porta del proprio appoggio e Clint la bocca per lo stupore. Lei indossava una strettissima tutina nera lucida di latex, il viso era coperto da una maschera dello stesso materiale, due orecchie spiccavano sulla testa, i soli occhi ametista oltre che le labbra debitamente rosso fuoco scintillavano dai fori sul tessuto. Dietro aveva una lunga coda scura e in mano un frustino abbinato. Era Catwoman, ispirata al film con Michelle Pfeiffer,  stupenda e sexy da morire: e, chiaramente, il personaggio si accompagnava col suo. Incredibile!

'Sorpresa, miaoooo!' La Tyler rise come una pazza al viso sbigottito di Barton.

Tony, limitrofo, era abbigliato da Spiderman in una tutina blu e rossa, con un fisico leggermente meno mingherlino, certo non il Peter Parker della situazione! La guardò strabuzzando gli occhi. 'Sei fantastica! Anzi, siete fantastici entrambi! Non pensavo vi vestiste in coppia! E bravo il Falco!'.

'Nemmeno io' bisbigliò quello 'Come diavolo lo sapevi?' le chiese curioso.

'Sono una strega, è Halloween!'.

'Mi hai stregato, in effetti. Un po' è vero: soprattutto stasera sei spettacolare!'.

La collega gli fece l'occhiolino tentando di sdrammatizzare, mentre raggiungevano gli altri.

Bruce e Nat impersonavano Joker ed Harley Queen! Erano favolosi! Lei con una parrucca bionda con le trecce di cui una verde acquamarina, una maglia colorata, slip vivaci a pantaloncino e immancabile mazza da baseball; lui con soprabito violetto, viso meravigliosamente truccato e capelli lilla anch'essi.

Per non parlare di Rogers. Era Superman in persona: stessi colori e stessa tutina aderente di Capitan America, in più il mantello. Un soggetto da psicoanalisi.

Aspettò di vedere Thor. Santa pace, oh mamma, pensò ammirandolo in una tuta anche per lui, gialla e blu, viso in parte coperto. Era Wolverine, tutto muscoli, palestrato ed immenso: in effetti adattissimo!

Erano fissati coi fumetti, questi Avengers...rifletté!

Non li notò nessuno quando camminarono per strada fino al locale. Li guardavano come si osservavano fra loro le persone in costume. In molti fischiarono a Rafflesia, che spiccava per la sensualità della tuta stretta e della coda, ma senza esagerare, visto che era chiaramente, accompagnata dall'uomo pipistrello, che la tallonava come una guardia del corpo.

Il locale scelto da Cap era una bisteccheria tipicamente stelle e strisce, molto nel suo stile. Il piatto tipico di carne e patate fritte fu l'ordinazione di tutti.

Mentre l'agente Tyler andò verso la toilette con Natasha, Stark si girò per guardarle il sedere, da cui spiccava la coda. 'Quella donna ha un posteriore divino. Che si prova, uccellino, a stare con una sventola di quel tipo? A toccare un di dietro esageratamente polposo?' si rivolse a Clint con un sorriso idiota.

'Non stiamo insieme, ve l'ho detto mille volte!' ribatté, scocciato, arrossendo.

'Si è messa un vestito abbinato al tuo, è una minaccia, dai retta a me. Barton, stasera sarai un uccellone, non un uccellino!' Tony voleva fare lo spiritoso ma si beccò il solito schiaffo sul collo da Rogers.

'Finiamola con le volgarità! Bada di più al linguaggio, per cortesia. E non glorificavi il farsi gli affari propri?'.

'Ha ragione Stark, per tutti gli dei, ha un sederino stupendo!' Thor sospirò con gli occhi al cielo.

'Ti ci metti pure tu. Vi capisco, diamine, toglie il sonno perfino a me, ma a volte esagerate. Zitti, sta tornando!' Steve li apostrofò mentre il Falco rimirava la ragazza, che gli si sedeva accanto, confidando di potersi deliziare tutta la notte col suo corpo stratosferico.

Terminato il servizio, Rogers si fece serio. 'Vi ho voluti qui per festeggiare. Fury mi ha informato che il Congresso ci premierà con la Stella d'argento, per il salvataggio del Segretario di Stato! Tutti e sette! È un onore. Complimenti!'.

'Davvero?' Iron Man strizzò gli occhi, emozionato. Perfino lui, sempre distaccato, si era agitato davanti all'onorificenza incredibile.

'Sì, certo. Il Capo non stava più nella pelle!'.

'Non me lo aspettavo, e nemmeno di sentirmi tanto contenta' la russa commentò.

'Forse spetta più a Rafflesia: tu hai salvato me e Nat in quell'occasione' Clint era interdetto.

'Falco, siamo una squadra, uno senza l'altro non saremmo arrivati da nessuna parte. È stato un lavoro di gruppo perché è sempre in questo modo quando si collabora: la medaglia è per tutti, nessuno escluso' la Tyler argomentò, sorridendogli.

'Questa volta accetterai, quindi?' domandò Bruce.

La bruna non disse nulla.

'Devi, per forza. In caso contrario, io non la voglio' Thor fu chiaro e Rafflesia alzò le sopracciglia.

Il biondo continuò 'La penso come te. Siamo uniti adesso, noi sette, una squadra e se tu non la prendi, non accetterà nessuno di noi'. Gli altri annuirono, stranamente solidali.

Lei, perplessa, guardò Clint. Le sembrò molto orgoglioso di aver ricevuto quella medaglia, che ci tenesse moltissimo ad averla; le aveva detto mille volte che era la sua stella d'argento. 'Certo, ragazzi, va bene!' sorrise di nuovo.

'E l'altra, invece? Dovresti ripensarci e metterla sul petto. La meriti' Cap tentava di convincerla da tempo e con l'abituale insistenza.

'Non è semplice' mormorò tristemente col pensiero al suo amico Bryan.

'Riflettici, ne abbiamo già parlato; comunque entri di diritto nella leggenda dell'Agenzia, cara, poiché due stelle non le ha mai guadagnate nessuno, dentro e fuori lo S.H.I.E.L.D., è pazzesco'.

Bruce aggiunse 'Mi viene in mente, pensando a te, una citazione di Einstein: le persone iniziano a vivere per la prima volta solo quando diventano capaci di non vivere per sé stesse'.

'Che vorrebbe dire?'.

'Che quando hai recuperato la scheda di memoria in Siria, non lo hai fatto per te, né era questione di mera vendetta per il tuo amico. Fury ci ha riferito che conteneva i file con le identità degli agenti di tutto il mondo, comprese le nostre e i dettagli su come scovare tutti noi, persino i nostri punti deboli. Tu lo sapevi, ne sono certo!'.

'Sì, il Direttore ci aveva informato, prima di partire' ammise.

'Hai corso per quanto? Trenta miglia, con quell'oggetto, giusto?'.

'Quasi trenta' confermò.

'Ragiona, potevamo non essere seduti a questo tavolo se non fosse stato per te, e vale per tanti altri che fanno il nostro mestiere. È anche questo il motivo per cui dovresti accettare la Stella!' Banner continuava a incalzarla.

'Per me non è importante. Pensavo che stasera ci saremmo svagati, non che avremmo discusso di questa storia per l'ennesima volta!' provò a sviare la conversazione.

'Ordino una bottiglia di champagne come si deve per fare un brindisi, sempre se ce l'hanno in questa bettola e cambiamo argomento, non voglio contraddirti, la tua frusta mi inquieta, Catwoman' Tony fece un cenno al cameriere.

***

Erano tornati a casa a piedi, i ragazzi carichi di alcool. Non era stata sufficiente la prima bottiglia, Stark ne aveva prese ulteriori cinque!

Rafflesia aveva bevuto pochissimo, piena di pensieri. Ci mancava un'altra medaglia. Per una voltasi era sciolta e aveva acconsentito a uscire con gli Avengers senza contare il ridicolo costume indossato per Clint che adorava quella festività, ed era stato un vero disastro.

Non vedeva l'ora di togliersi il vestito e mettersi a dormire da sola; si augurò che l'uomo non cercasse la sua compagnia ma l'aveva fissata tutto il tempo con lo sguardo accalorato che ben conosceva. Lei stessa aveva voluto provocarlo con la tutina, da quando si era messa in mente di noleggiarla. Successivamente, era andato tutto storto.

'Falco, scusa, stasera meglio se dormi a casa tua' mormorò mestamente mentre erano in ascensore, loro due soltanto. Gli altri erano saliti per primi.

Lui aveva capito già dai discorsi a tavola che si fosse stranita. 'Rimango lo stesso. Non dobbiamo fare sesso per forza. Lo sai, sono tuo amico. Mi metterò tranquillo accanto a te solamente a dormire, lo giuro' era quello che voleva davvero e fece una croce sul cuore.

Come avrebbe fatto senza il suo dolce e tenero Clint? si chiese la bruna 'Grazie, ti voglio bene' lo baciò su una guancia mentre entravano nell'appartamento. Si tolse la maschera, si struccò e si stese a letto in slip e maglietta a fissare la pioggia battente che aveva iniziato a scendere. La stanza era al buio, illuminata dal chiarore delle luci della strada.

Barton le si mise accanto, i boxer indosso. Si accese una sigaretta in silenzio.

'Mi piaceva il tuo costume, pipistrello!' gli disse, piano.

'Il tuo, piuttosto, era incredibile' ridacchiò 'soprattutto la coda!'.

'Siete dei pervertiti, mi avete fissato il sedere in continuazione. Thor, perfino Rogers e ho detto tutto' si lamentò, offesa.

'L'anno prossimo vestiti da suora se non ti va di essere ammirata' scherzò l'arciere.

La moretta soffocò una risata isterica nel cuscino.

'Sei nervosa? Triste?'

'Un po''.

'Ti faccio un massaggio, se vuoi' si offrì.

Che bella idea un massaggio, pensò Rafflesia, annuendo.

Lei era a pancia in sotto e, spenta la cicca, il Falco iniziò a carezzarle la schiena. Piano piano, delicatamente, sperando si rilassasse; continuò a sfiorarla con entrambe le mani sotto la maglia. La ragazza si liberò della t-shirt per farsi strofinare meglio.

Era talmente bella, indifesa, delicata. L'Avenger non resistette, come al solito. Si fece più audace baciandola sul collo e sulle spalle, leggero, la bocca umida. Maledizione, con le promesse finiva sempre male!

La sentì gemere a lungo. Le passò la lingua in un unico lunghissimo movimento dalla base della testa fino al centro dei lombi. E tornò indietro. Lo fece ancora una volta. La donna aveva girato il volto all'indietro per farsi baciare sulla bocca e Clint non si tirò indietro.

Rafflesia inarcò il sedere mentre lui riscendeva per la terza volta. Le mutandine erano completamente umide nell'incavo delle cosce. Si stava accalorando parecchio! Gliele tolse, rapidamente.

Avevano ragione Thor e Tony. Aveva un culetto incredibile, era una delle meraviglie del mondo.

Il Falco emise un sospiro e ci affondò il viso con la lingua più in profondità che poté, mentre lei mugolava notevolmente. Le carni morbide che si spalancavano al suo tocco, tenere, umide, l'odore della sua bramosia gli dettero alla testa.

'Ho pensato a questo tutta la sera, stella d'argento' forse non avrebbe dovuto dirlo ma non riusciva a tenersi.

'Uhm, pipistrello, davvero? Non l'avevo notato per niente' scherzò, molto divertita.

'Sì, quanto sei bella qui dietro, ti mangerei tutta, soprattutto dove c'è la coda'.

La leccò ancora nell'incavo del suo anfratto più nascosto e inesplorato.

Lei glielo permise per qualche minuto ma successivamente si mise in ginocchio, a quattro zampe, in un'esortazione esplicita, perché si era resa conto di volere di più.

'Batman...?' lo invitò, aggiungendo 'Miaoooooo'.

'Micetta mia' Barton si fomentò. Il  suo sedere era eccitante da morire, non poteva smettere di fissarlo. Non si frenò a insinuarsi fra le sue natiche, prepotentemente, possedendola, frenetico e vigoroso, con un colpo via l'altro. Era la prima volta che la prendeva in quel modo e nemmeno si era posto il problema, ubriaco di eccitazione e dello champagne ordinato da Tony.

Rafflesia sussultò, avvinta soltanto dalla lussuria.

'Ti faccio male, micetta?' chiese l'arciere, preoccupato, realizzando di essersi spinto verso un rapporto nuovo in ogni senso, di essere stato troppo precipitoso ed egoista.

La donna omise qualsiasi tipo di risposta, aumentando lei stessa, il ritmo dell'amplesso, lascivamente plagiata da quell'ulteriore contatto stimolante. Era un fenomeno, il Falco, a condurla verso vette di piacere mai provate, a sperimentare qualsiasi tipo di vicinanza. Si sentiva tranquilla con lui, sempre a proprio agio nella profonda intimità che si era instaurata. Lasciò che la istigasse in una condizione inesplorata che la prendeva tanto e faceva entusiasmare il partner. Era splendido e ugualmente naturale: in fondo erano due corpi in uno, in un'unica tortura reciproca di spiriti affini che si volevano un bene infinito.

'Stella d'argento' le sussurrò, Clint, prima di perdersi assieme nella perfezione dell'agognata soddisfazione degli animi.

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