Da bambina, quando amavo immergermi in storie fantastiche e in epoche lontane, ho sempre immaginato che l'Amore potesse vincere su ogni cosa e che il principe azzurro, l'uomo perfetto, il cavaliere senza macchia, esistesse per ognuna di noi. Ma ho scoperto a mie spese che non è così.

Ho poco più di venti anni, ma mi sembra di aver vissuto già tre vite. Sono stata la figlia perfetta, la ragazza della porta accanto, mentre la sera mi coprivo di lustrini, ubriacandomi fino a svenire, per poi diventare il boia di chi ha provato ad uccidermi. Vorrei solo saper chiedere scusa per il male che ho fatto ai miei amici, a mio padre, a tutte le persone che hanno provato a starmi vicina e che io ho allontanato per Marcello. Scrivere questa storia sarà come un processo di rielaborazione per riuscire a capire quali sono stati i passi che mi hanno portato di fronte al baratro nel quale stavo per sprofondare.

Al bar ho sempre ordinato vodka liscia, senza ghiaccio, senza limone, insomma senza fronzoli. Ecco, Marcello è come la vodka: sembra acqua, qualcosa di diverso da quello che in realtà è. Se ne versi tre dita in un bicchiere cilindrico la vedi lì, trasparente, ma poi, quando ti affacci nel bicchiere, mezzo pieno, mezzo vuoto, inizi a vedere che è più densa dell'acqua, la bevi e ti brucia nella gola, allora capisci che non è acqua. L'acqua ti disseta, la vodka ti corrode. Potresti fermarti ma è tardi, ti piace, ti invaghisci del suo retrogusto dolciastro, forse perché ha già toccato le sinapsi giuste del tuo cervello. Allora butti giù un bicchiere dopo l'altro e senza capire come, sei già brilla, anzi non ti reggi neanche sulle gambe e cadi, ti fai male.

Ma devo andare in ordine, devo ritornare alla prima sera, alla cena a casa di Marcello, dal primo passo sbagliato che poi mi ha portato a cadere.

È passato quasi un anno, ma se ci penso, sento ancora le farfalle nello stomaco.

AVVISO

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo scritto può essere riprodotta salvo approvazione da parte dell'autrice.

I fatti e i personaggi rappresentati nella seguente opera e i nomi e i dialoghi ivi contenuti sono unicamente frutto dell'immaginazione e della libera espressione artistica dell'autrice. Ogni similitudine, riferimento o identificazione con fatti, persone, nomi o luoghi reali è puramente casuale e non intenzionale.