LAMINAE - Nigredo

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⚠️ALERT⚠️

Ecco il mio solito reminder: se non avete terminato Laminae andate a leggere qualcos'altro, che qui ci sono spoiler (o comunque non ci capireste niente)!

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"La Temperanza dovrà impegnarsi a tenere in equilibrio Acqua e Fuoco, e presto o tardi il Diavolo dovrà essere affrontato per spezzare le catene".

Laminae


Ebbene sì, ricominciamo da capo e, come ormai sapete benissimo, il primo passo è Nigredo 😁

È bene ricordare, però, che l'Opera alchemica analizzata parlando del primo libro nasceva per illustrare un processo pseudo-scientifico: mescolava metallurgia e chimica, descriveva una serie di azioni pratiche e il suo fine era quello di dare vita a un oggetto - la Pietra Filosofale - considerato concreto dagli alchimisti.

I Tarocchi, invece, raccontano la "via filosofica" dell'Alchimia. Il loro percorso è elevato, spirituale. È la via che l'adepto deve compiere per raggiungere la completezza come individuo. Per questo motivo Laminae - a differenza di Opera - ruota attorno a un processo più interiore che esteriore, e l'obiettivo non è quello di compiere un'azione specifica (materiale ed esterna), ma di raggiungere un equilibrio interno. Questa volta ai nostri protagonisti non sarà sufficiente "incarnare gli Elementi" da combinare in una formula alchemica, ma dovranno intraprendere in prima persona il percorso di illuminazione che stiamo per scoprire.


La fase della Nigredo è illustrata da tre Lame: la Morte, la Temperanza e il Diavolo.

XIII - La Morte segna l'inizio dell'Opera. Nonostante le apparenze, non è una carta negativa come si potrebbe pensare. La Morte, in quanto avvenimento "ultraterreno" ci porta in una dimensione fuori dal tempo e dalla storia (nella tradizione originaria dei Tarocchi era anche l'unica carta che non possedeva la dicitura, infatti è nota anche come "Tarocco senza nome"). Ci obbliga a guardarci dentro e a realizzare che l'unica azione importante è il cambiamento (ovvero la trasmutazione, come avveniva ai metalli nell'Opera) che possiamo operare dentro di noi.

La Morte distrugge le maschere che indossiamo e le certezze che ci siamo costruiti per affrontare la realtà, ma è necessaria per iniziare il percorso di rinascita (esattamente come la Nigredo lo è per far emergere gli altri elementi del processo alchemico).

Nella parte bassa dell'immagine è rappresentata l'uccisione del Re (l'Imperatore, raffigurato nel IV Arcano). È la morte simbolica del padre, ovvero il primo passo da compiere per rendersi indipendenti come individui (non è un caso che questa carta sia collegata soprattutto a Raven ma, se vogliamo, tutti i Maestri incarnano la figura genitoriale).


XIV - La Temperanza rappresenta l'equilibrio, che è uno degli aspetti della Citrinitas. Anche se siamo al centro della Nigredo, questa Lama va considerata in coppia con la successiva, il Diavolo. Abbiamo già visto che gli alchimisti ritengono fondamentale il corretto uso del Fuoco per realizzare l'Opera. Il suo ardore distruttivo deve essere temperato e alternato alla sua capacità di purificare se si vogliono raggiungere dei risultati. La Temperanza, quindi, suggerisce l'esercizio della pazienza e l'autocontrollo attraverso la moderazione.

L'Arcano è collegato astrologicamente al segno del Sagittario, che è un segno di Fuoco. I vasi che la Temperanza tiene in mano sono i vasi alchemici che abbiamo visto nell'Opera, dove l'Acqua verrà purificata e i residui della disgregazione verranno raccolti.

La Temperanza ha anche delle bellissime ali che le consentirebbero di volare (l'ascesa, tipica della Citrinitas), tuttavia preferisce restare a contatto della Terra e dell'Acqua, perché sa che il suo compito, alla stato attuale, è quello di innaffiare i semi che si trovano ai suoi piedi e che genereranno la vita (se il vecchio Phoenix non l'avesse usata per Eagle, non so a chi altri l'avrebbe potuta dedicare! 💛)


XV - Il Diavolo è il culmine della Nigredo, il "nero perfetto". Anche in questo caso, la figura non deve essere interpretata come negativa. Il Diavolo conferisce spessore all'esistenza attraverso le passioni e le emozioni, e abbiamo già visto come l'Oscurità occupi il proprio posto all'interno dell'unità finale. Il Diavolo è l'opposizione: è l'anticonformista per eccellenza, colui che vuole sovvertire le regole seguendo la propria ispirazione e il proprio intuito. Dall'altra parte, però, è schiavo delle proprie passioni e fortemente legato agli espetti terreni della vita (primo fra tutti la lussuria, ma anche l'invidia, l'avarizia e l'orgoglio). Le due figure nude ai lati della carta rappresentano proprio la necessita di tenere sotto controllo queste passioni per evitare di diventarne schiavi (come i due che sono, appunto, incatenati).

Le braccia del Diavolo, orientate in due diverse direzioni, mostrano che tutte le energie (sia terrestri che celesti) sono necessarie al compimento dell'Opera, che altrimenti non potrebbe realizzarsi. L'invito della Lama, quindi, è quello di confrontarsi con la propria Oscurità. È una vera e propria "discesa agli inferi" (con annesso tormento interiore) quella che l'eroe deve affrontare, ma è anche l'unica via per poter proseguire correttamente.

Piccola curiosità: astrologicamente la carta è collegata al Capricorno, che è anche il segno zodiacale di Raven 😏 

Vi è piaciuta questa Nigredo "versione Tarocchi"?

Spero l'abbiate trovata interessante come quella alchemica. Nel prossimo capitolo proveremo a raggiungere l'Albedo 😉

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