LAMINAE - Rubedo e il compimento dell'Opera

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Se non avete terminato Laminae andate a leggere qualcos'altro, che qui ci sono spoiler (o comunque non ci capireste niente)!

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"Se mai un giorno dovessero trovare un accordo, Colui che è morto e Colui che è vivo suoneranno insieme le nuove trombe del Giudizio, che però non è destinato a loro.

Unendosi alla danza del Cosmo, gli Elementi salveranno l'Anima del Mondo e metteranno fine all'Opera".

Laminae

Eccoci finalmente alle due ultime carte del mazzo, Il Giudizio e Il Mondo, che rappresentano la fase del Rubedo.

XX - Il Giudizio indica l'approssimarsi della fine del viaggio. Invita ad andare avanti e ad accettare uno stato di coscienza più elevato per servire un bene più alto. Entrare nella lama del Giudizio significa accettare chi si è davvero e lasciare andare il vecchio sé. La carta, infatti, mette di fronte a una decisione che può cambiare la vita e che avrà un impatto a lungo termine. Bisogna, a questo punto, credere nelle proprie scelte, credere di essere sulla strada giusta. Qualora non si possedesse ancora una simile sicurezza, si può guardare al passato e alle esperienze precedenti come guida, proprio come accade a Phoenix nel momento cruciale.

Le due figure, femminile e maschile, Luna e Sole, alludono all'unione perfetta che indica la fine dell'Opera. A questo punto i rimorsi sono stati superati, le trasgressioni eliminate, gli errori del passato perdonati, come ci hanno detto le carte precedenti. Tutti i pezzi del puzzle si sono incastrati e il soggetto è pronto ad affrontare qualsiasi difficoltà. L'Uno, generato dalla Dualità non può più resistere al richiamo della Coscienza suprema, dell'elevazione dalla Terra al Cielo rappresentata dall'angelo, perché una forza che sfida la stessa morte è all'opera nelle nostre vite. L'angelo, infatti, ci guarda direttamente, perché il richiamo a questo ordine di cose riguarda tutti noi.

Questa carta, collegata alchemicamente al colore rosso e all'elemento Fuoco, ci porta subito a quella successiva.

XXI - Il Mondo è una carta molto complessa. La figura androgina al centro fonde l'idea maschile del Mondo e quella femminile dell'Anima del Mondo. Ha il viso rivolto a sinistra e il corpo a destra. Sta guardando, quindi, al passato mentre si muove verso il futuro. Tiene in mano due bacchette, che rappresentano il mondo interiore e quello esterno, l'equilibrio tra il soggettivo e l'oggettivo, che è il fine ultimo dell'Opera.

La ghirlanda rappresenta la ciclicità, come la Ruota della Fortuna, come l'Opera stessa, perché la fine di un viaggio è anche l'inizio di un altro. Le quattro teste agli angoli rappresentano i quattro Elementi, le quattro stagioni, i quattro semi delle carte e i quattro punti cardinali. Tutte queste energie si irradiano verso il centro per unirsi e mettersi al servizio del Mondo. La carta indica la conclusione del viaggio interiore e la realizzazione di tutto. Attraverso gli insegnamenti degli Arcani precedenti, l'adepto ha sperimentato le difficoltà, ha superato le avversità e infine può godersi il successo e i suoi benefici. Il Mondo lo rassicura che le opportunità che gli si sono aperte dinnanzi sono illimitate. In una situazione simile, è anche possibile distaccarsi dalle proprie esigenze, vedere i bisogni e le sofferenze dell'Altro da sé, e mettersi al suo servizio.

L'Opera, con questa carta, è conclusa. Il viaggio è giunto alla fine. Ma "in ogni fine è racchiuso un inizio", come sottolinea anche il vecchio Phoenix. E questo ci porta a prendere in considerazione un'ultima carta.

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