Illusioni

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Dai Marianna, non è così difficile... fagli una domanda, anche stupida. Devi continuare il dialogo. Potrei chiedergli che ora è? No, ho il telefono in tasca. Oppure dove scende lui? No, mi prenderebbe per una stalker! Forse l'ho trovata.

"Scusa, sai per caso quanto tempo si sta per arrivare a Udine?"

"Allora, in teoria da Mestre a Udine dovrebbero essere quasi due ore." risponde Cristian sollevando gli occhi dal libro "Ma non saprei dirti di preciso a che ora arriva. A dir la verità non uso il treno cosi spesso: è la prima volta che lo prendo per andare a Mestre. Sono stato a trovare un mio amico che frequenta lì l'università."

Bene. Ora immagino tocchi a me scoprire qualche carta del mio mazzo. Prendo coraggio... no, non ce la faccio. Ah, io e la mia timidezza!

"Grazie. Però, dev'essere bello ritrovarsi con gli amici lontani! Io invece sono qui con la mia classe. Abbiamo visitato i musei di Venezia. Una gita un po' noiosa: ci sarebbe stato così tanto da vedere: è una città molto... interessante." Una città molto romantica! Perché non l'ho detto?

"Beh, dai, non è così male. Penso di non essere mai andato oltre Tarvisio nelle gite di una giornata. Adesso pensavo di avere molto tempo per andare in giro per recuperare gli anni delle superiori, invece sono sempre chiuso in università. E nel tempo libero lavoro part-time come barista per pagarmi un po' gli studi." aggiunge.

"È sempre brutto illudersi di una cosa e poi scoprire che non è proprio come la volevamo noi." replico. Io però sto pensando a qualcos'altro.

"Hai ragione. Ma è giusto così: se vuoi raggiungere il tuo scopo devi rimboccarti le maniche e lavorare sodo."

"Ben detto! Ma non dirmi che l'università è così impegnativa: siamo a marzo e non ho ancora deciso a che facoltà iscrivermi l'anno prossimo." spiego scoraggiata.

"Stai tranquilla: è normale." il suo tono è molto gentile "Non metterti alcuna fretta: è una scelta importante e non devi farti influenzare né dagli altri né dal tempo."

"Va bene. Seguirò il tuo consiglio." sorrido timidamente.

Abbasso lo sguardo sul romanzo che sto tenendo ancora aperto in mano. Ho dimenticato tutto quello che ho letto finora. La mia mente sta pensando ad altro. È proprio vero quello che gli ho appena detto: fa molto male capire che i nostri desideri talvolta sono soltanto illusioni.

Ci sono passata mille volte, ormai non tengo neanche più il conto. Non posso farci niente, è più forte di me. Ogni volta che vedo un ragazzo carino, gentile, educato, mi prendo una bella cotta. Mi ripeto ogni volta che questo è quello giusto, ma alla fine devo sempre ritornare con i piedi per terra e ammettere a me stessa che sono andata oltre.

Ma allora come faccio a saperlo? Quando capisco che quello che ho di fronte è quello giusto?

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