Cristian

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Ovviamente non appena il ragazzo mi chiede se può sedersi, dalla mia gola non esce neanche un filo di voce, quindi mi limito a un rapido cenno d'assenso con il capo. Lo guardo meglio mentre si toglie lo zaino: è un bel ragazzo, semplice, ma allo stesso tempo affascinante, proprio il mio tipo.

Ma che sto dicendo? Il mio tipo? Io non ho un tipo di ragazzo. Non appena incontro uno carino e che sembra gentile vedo tutto rose e fiori e mi immagino già come potrebbe essere la nostra vita da innamorati.

Mentre nella mia mente il dibattito tra me e me stessa va avanti, il mio sguardo è perso nel vuoto rivolto nella sua direzione e la mia bocca spalancata non mi dà certamente un'aria intelligente. Quando mi accorgo che il mio compagno di sedile mi sta osservando incuriosito, divento paonazza dall'imbarazzo e mi giro verso il finestrino a guardare il panorama.

Che figuraccia! Chissà che cosa penserà di me adesso?

Spero di poter scomparire per qualche minuto dalla faccia della terra, ma non succede niente e rimango assorta nei miei pensieri.

Quando finalmente la vergogna è passata e sento che il mio viso è tornato del solito colore, mi volto verso di lui per trovarlo immerso nella lettura. Mi ricordo che anch'io stavo leggendo prima e, anzi, mi ero interrotta un attimo prima che Poirot svelasse il colpevole degli omicidi. Tiro fuori il libro dallo zainetto e riprendo la storia.

"Che cosa leggi?" mi chiede inaspettatamente il ragazzo, rompendo il ghiaccio.

Mi schiarisco la gola, maledicendo il fatto che con la timidezza mi sparisce sempre la voce "Un romanzo di Agatha Christie... la conosci?" Ma che domande cretine mi vengono in mente certe volte? Ovvio che la conosce.

"Sì, certo, ma non è il mio genere."

"Tu che cosa stai leggendo invece?" intervengo io, sorprendendo anche me stessa. È meglio spostare l'attenzione su di lui.

"Guerra e pace, di Lev Tolstoj. Immagino tu ne abbia sentito parlare... a proposito, io sono Cristian. Scusami per prima: non volevo spaventarti." risponde allungandomi la sua mano destra.

"Ah, no niente figurati." abbozzo un sorriso, ma quello che mi esce sembra più una smorfia di dolore. "Io comunque sono Marianna." mi presento a mia volta, stringendogli la mano.

Wow! Si è addirittura preso la colpa per la mia brutta figura. Che gentiluomo! E per di più legge Tolstoj. Cosa può esserci di meglio?

È ritornata la io romantica che vede nastrini colorati e perline ovunque! Quanto vorrei prendermi a sberle! Non lo conosco neanche da dieci minuti e finora abbiamo parlato solamente di gusti letterari. Non è abbastanza per sbilanciarmi così tanto, almeno non basta per farmi dire che sono già innamorata pazza di lui.

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