Scontro

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Amareggiata per non aver parlato con Cristian dopo averlo ritrovato, torno indietro. Chissà cosa deve dirmi Serena di così importante?

Povera. Lei cerca di aiutarmi e io mi sto arrovellando per un rapporto immaginario con un ragazzo appena conosciuto. Ma cosa posso farci? Devo lasciarlo andare via? Anche se può essere quello giusto? Capita una sola volta nella vita. Non posso sprecare un'occasione del genere!

Avanzo lentamente, immersa nei miei pensieri, finché non mi sento toccare da una mano. Guardo dritto davanti a me e mi accorgo finalmente di Serena. Mi fa cenno di accomodarci nel sedile a lato. Ha un'espressione ansiosa e il respiro accelerato mi dice che è anche alquanto nervosa.

"Allora? Cosa devi dirmi?" le chiedo, forse un po' troppo bruscamente.

"Quelle quattro..." ancora loro! "...stanno rompendo riguardo al tuo moroso"

La fulmino con lo sguardo.

"Scusa. Hanno usato quel termine così tante volte che... il tuo amico."

"Che cosa vogliono adesso?" sospiro seccata.

"Sai come sono fatte: se non ti rompono la vita non sono contente. Vogliono parlare con lui. Non prevedo niente di buono..." mi guarda con il volto corrucciato.

"Quelle, quelle..."

"Oche." completa Serena.

"Peggio."

"Arpie."

"Sì, arpie. Mi piace arpie! Comunque, devono assolutamente finirla qui. Non è possibile. Non posso vivere un attimo in santa pace senza che mi rompano le scatole." dico scoraggiata.

"Tranquilla." Noto un lampo di perfidia illuminarle gli occhi. "Ho un piano."

Mi metto in ascolto.

"Hai presente Samuel Beckett? Aspettando Godot?" Aspetta un cenno di assenso per proseguire "Quando parleremo con loro dovrai dire tutto e niente, dare risposte che non si aspettano, dire la prima cosa che ti viene in mente."

"E quindi? Cosa dovrei ottenere con ciò? Non smetteranno mica di prendermi in giro e tormentarmi per così poco?" ribatto confusa.

Serena ci pensa su un attimo: "Hai ragione. Ma sarebbe stato uno spasso. Io mi sarei divertita tantissimo." Il suo tono di voce cresce man mano che continua a parlare "Finalmente una battaglia di cervelli! Tu sei fantastica quando insulti."

Modestamente, è vero. Non so come, ma quando comincio con le offese, la mia bocca continua da sola.

"Dobbiamo fargliela vedere! Non ha sempre ragione quella con le tette più grandi!"

Divento rossa come un ubriaco dopo la quinta bottiglia di Merlot, mentre percepisco gli sguardi di tutti voltarsi verso di noi.

"Serena!" la ammonisco.

"Oh, Marianna, come sei pudica! Adesso non posso neanche dire..."

"Serena!" la interrompo di nuovo. Continuo sottovoce: "Ci stanno guardando tutti! Datti una calmata!"

"Bon. Allora seguimi. Andiamo! Affrontiamo quelle vipere."

Non ho alternative. Quando bisogna far prevalere il cervello Serena non si ferma davanti a niente e nessuno.

Almeno mi distrarrò da Cristian.

Già... Cristian.

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