Eight

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Mi svegliai di colpo: avevo fatto un incubo terribile. Paulo, che era già sveglio, se ne accorse.

«Tutto bene?» Mi chiese.

«Si, solo un brutto sogno.» Risposi massaggiandomi le tempie. «Vado a fare il caffè, lo vuoi?»

«Si, con un po' di latte.»

«Arriva subito, amore!»

Andai verso la cucina; ero con solo le mutande addosso, ma che importava? Ormai io e lui ne avevamo fatte di tutti i colori, non avevo più tanta vergogna di farmi vedere nuda.
Preparai il caffè con il latte e dopo pochi minuti che lo misi dentro le tazze arrivò Paulo che si sedette al tavolo.

Notai che mi stava fissando.

«Che hai da guardarmi?» Risi.

«Sei ancora nuda.» Rise anche lui. «Non posso crederci che adesso sei qui con me.»

«Nemmeno io, ma è così per fortuna.» Andai a sedermi sulle sue gambe, sentii subito la sua intimità premere sul mio fondo schiena. «Ti amo da impazzire.»
Lo baciai.

«Anche io.»

Mi leccai le labbra, guardandolo negli occhi. «Ora vado a vestirmi, prima che ti approfitti della situazione.» Risi.

«Non lo farei mai!» Mi fece l'occhiolino.

Andai di sopra e prima di aprire l'armadio controllai il cellulare: 1 nuovo messaggio da Alva❤. Dovevo ancora cambiare il nome sulla rubrica e dovevo farlo al più presto.
Avevo paura ad aprire quel maledetto messaggio, il cuore mi batteva a 1000.

Hai ottenuto quello che volevi eh brava. Non finisce qui comunque lo sai benissimo. Non la passerete liscia.

Lo sapevo che non avrei mai dovuto aprire quel messaggio.
Mi lasciai cadere sul letto e piansi, piansi, cosa altro potevo fare? Non potevo essere felice con Alvaro e non potevo esserlo nemmeno con Paulo. Che situazione di merda.

Aprii l'armadio e mi misi le prime cose che mi capitarono, anche perché non avevo molto da mettermi visto che avevo ancora tutto a casa di Alvaro.
E, per la cronaca, probabilmente non sarei nemmeno più andata a prenderle.

Mi misi una camicia di Paulo con sopra un cardigan blu, i miei jeans e un paio di converse bianche.
Scesi di nuovo di sotto.

«Sei pronta!» Mi urlò Paulo. «Ah ma quella è la mia roba.»

«Solo il cardigan e la camicetta.» Sorrisi. «Alvaro mi ha mandato un messaggio.» Smisi subito di sorridere.

«Con scritto?»

Gli passai il cellulare.

«Quel brutto...»

«Paulo, calma. Non preoccuparti, ci penserò io.»

«Col cavolo! Quello ti farà del male! Non hai detto che già una volta ha provato ha picchiarti?»

«Si, lo so, ma non posso coinvolgerti in questo.»

«Ormai è troppo tardi, sono già coinvolto.»

Prese il borsone dell'allenamento, le chiavi dell'auto e andò verso l'uscita.

«Vado agli allenamenti e ci parlo io.»

«No, ti prego.»

«Non preoccuparti di nulla, ok?»

Annuii.

«Ci vediamo più tardi.» Mi lasciò un bacio.

«Ok, a più tardi.»

Richiusi la porta.

[...]

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