Seven

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«Amore mi passi l'olio?» Chiese Antonella a Paulo.

«Si, tieni.»

Paulo era visibilmente irritato da tutto quello che stava succedendo, doveva far finta di essere insieme ad Antonella davanti ad Alvaro, visto che lui non sapeva nulla del fatto che Paulo non la voleva più e non volevamo dettare sospetti.
C'era qualcosa sotto, me lo sentivo sin dal principio.

«Scusate...io vado un attimo in bagno.» Dissi lanciando un'occhiata a Paulo; lui mi capì subito.

Appena entrai nel anti bagno vidi Paulo venire verso di me, con uno sguardo triste.

«Ehi che c'è amore?» Dissi accarezzandogli il viso dolcemente.

«Antonella sa tutto.»

«Cosa vuoi dire?»

«Quel giorno...quando io e lei stavamo litigando...ti ha vista e ha capito tutto. Mi ha ricattato dicendomi che se non mi sarei rimesso con lei sarebbe andata a dire tutto ad Alvaro. Gli ha già mandato un messaggio in anonimo, ecco perché Alva ti ha chiesto se era vero che eravamo andati a letto insieme.»

Mi misi una mano tra i capelli.

«O cazzo! No!» Urlai.

«Calma Faby, calma.» Mi abbracciò.

«Cosa faremo adesso?»

«Direi di scopare qui in bagno.» Propose.

«Lo farei, ti giuro. Ogni volta che ti guardo mi partono di quelle voglie assurde.» Mi leccai le labbra. «Ma adesso non è il momento!»

«Lo so, lo so.» Cambiò subito espressione. «Forse avevi ragione tu, dobbiamo lasciar perdere.»

«Davvero pensi questo?» Gli chiesi con le lacrime agli occhi.

Forse era la soluzione migliore, ma io non avrei voluto far finire tutto così. Io amavo Paulo, cazzo! Non avrei voluto che una troia rovinasse tutto.

«Si. Non voglio che Alvaro ti faccia del male.»

«Okay...» Mi asciugai le lacrime.

«Torniamo al tavolo o capiranno.»

«Si, adesso arrivo, tu vai intanto.»

Fece per andarsene, ma poi si girò di nuovo verso di me, mi prese per un braccio, mi spinse verso di sé e mi baciò.
Fu il bacio più passionale che mi avesse mai dato, forse perché aveva paura che quello sarebbe stato l'ultimo, ma io non lo avrei mai permesso.

Ci staccammo.

«Ti aspetto al tavolo.» Se ne andò.

Rimasi lì, appoggiata al lavandino, per qualche minuto. Piangevo...tutto il trucco ormai si era sbavato e non era rimasto più nulla: sembravo un mostro. Beh in realtà lo ero.
Presi coraggio e uscii tornando da loro.

«Tutto ok?» Mi chiese Alvaro.

«Si, non preoccuparti.»

«Bene. Allora noi andiamo, abbiamo un paio di cose da fare stasera. Vero Paulo?» Disse Antonella.

«Eh?» Chiese confuso Paulo.

«Vero PAULO?» Ripeté.

«Si.» Fece una faccia disgustata.

Si stavano per alzare e stavano per andarsene, non sapevo quando avrei rivisto Paulo e se l'avrei rivisto, così decisi di fermarlo, decisi che dovevo porre fine alla cosa, Paulo ne valeva davvero la pena.

«Sai una cosa Antonella? Tu sei solo una sporca troia che pensa solamente ai soldi e basta! Ti credi che minacciando le persone per farle stare con te sia una cosa buona eh? Paulo NON ti vuole, mettitelo in testa. Paulo vuole ME.» Urlai.

Tutti i presenti si girarono a guardare verso il nostro tavolo, cercando di capire cosa stesse succedendo.
Alvaro, con gli occhi fuori dalle orbite, cominciò a piangere.

«Allora è vero! Siete stati a letto insieme!» Mi urlò.

«Si, Alvaro! È tutto vero. Io non ti amo più, mi dispiace dirtelo. Sei sempre assente, non ci sei mai per me, mi tratti come se fossi la tua bambola. È colpa tua se è successo, ma ti ringrazio; mi hai fatto conoscere il ragazzo più splendido della terra.» Con quest'ultima frase mi rivolsi a Paulo con fare dolce e lo guardai come se fosse davvero l'uomo che avessi voluto accanto per tutta la vita; ed era così. «Mi dispiace, Alvaro.»

«È inammissibile!» Urlò Antonella. «Alvaro andiamo via.» Prese Alvaro, che ancora stava piangendo, e uscì da locale.

Nel frattempo tutta la gente si stava godendo la scena e a me venne da ridere: se quella sera non l'avessi fermata non so come sarebbe andata a finire. Ne è valsa la pena.

Paulo sorrise.

«Vieni, andiamo a casa.» Mi disse.

[...]

Eravamo seduti sul divano a guardare la tv, Paulo aveva ancora dolore alla gamba a causa di un infortunio che lo avrebbe tenuto fuori dal campionato per un bel po'. Era passato tanto tempo dall'ultimo litigio con Alvaro e Antonella e nessuno dei due, per ora, si era fatto più sentire. Paulo e Alvaro ovviamente non si parlavano più...anzi nemmeno si guardavano.

«Ti piace questo film?» Mi chiese Paulo.

«Oddio, ma è 50 sfumature di grigio.» Risi.

«Ti va se lo proviamo anche noi?»

«Sei pazzo.» Risi ancora.

«No dai, davvero. Potrebbe essere divertente.» Scherzò.

Mi girai e lo guardai. «Loro scopano, io e te facciamo l'amore...»

«Quanto tempo è passato eh? La prima volta non dicevi proprio così.» Rise.

«Le cose cambiano.»

Ci baciammo, poi ci staccammo, ma poi ci riattaccammo subito dopo. Fino a che lui non finì su di me e iniziò ad accarezzami la pelle sotto la mia maglietta. Gli tolsi la sua maglietta e anche io cominciai ad accarezzarlo dolcemente, poi mi prese in braccio e mi portò a letto; salì ancora una volta su di me.

Continuavamo a baciarci, non avevamo smesso nemmeno un secondo. Gli tolsi i pantaloni e poi le mutande, lui fece lo stesso con me...eravamo nudi e non ci vergognavamo più di nulla ormai. Entrò dentro la mia intimità prima lentamente poi sempre più veloce.
Quello era quello che volevo: stare con lui, fare l'amore con lui, avere dei figli con lui...il resto? Non contava nulla.

[...]

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