Six

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«Sono a casa!» Urlai non appena poggiai le chiavi sul mobile all'entrata.

Alvaro spuntò fuori dalla cucina, con uno sguardo più che incazzato.

«Che hai?» Gli chiesi.

Venne contro di me e mi puntò il dito davanti alla faccia; aveva uno sguardo che cominciava a farmi paura. Non lo avevo mai visto così, MAI.

«Alvaro che hai?!» Urlai.

«TU.» Disse continuando a puntarmi il dito contro. «Lurida puttana!»

«Levami questo dito, cazzo! Prima che te lo ficco in culo.»

«Non ti permettere di parlarmi così!» Mi rimproverò.

Io mi scansai e corsi in cucina a bere un bicchiere d'acqua, lui mi seguì.

«È vero che sei andata a letto con Paulo?»

Poggiai le mani sul lavandino e chiusi gli occhi: tutto quello che avevo previsto stava per accadere e, non so perché, mi sentivo che non sarebbe andata a finire bene. Qualcosa avrei dovuto rispondergli prima o dopo.

«Rispondi.»

Presi fiato.

«No, non è vero.» Le parole mi uscirono dalla bocca spontaneamente, senza nemmeno che ci pensassi.

«Come no? Devi essere sincera! Cazzo!»

«Te lo giuro!»

Mi prese per un braccio e mi strattonò contro di lui. I suoi occhi fissi sui miei, non potevo più scappare ormai.

«Ora guardami negli occhi e dimmi che non è successo niente tra di voi!»

Lo guardai, rimasi a fissarlo negli occhi e qualche lacrima stava per bagnare le mie guance, ma le ricacciai subito indietro.

«Non è successo niente di niente!» Dissi. «E ora mollami che mi fai male!» Mollò subito la presa.

Guardò in terra senza dire nulla, poi rialzò il capo e mi guardò di nuovo.

«Scusa, scusa davvero.» Mi abbracciò. «Non avrei mai dovuto dubitare di te.»

Io inizialmente ricambiai l'abbraccio, ma poi mi scansai subito dopo. Quello che aveva fatto non mi era piaciuto per niente e mi aveva mostrato una parte di Alvaro che era quasi aggressiva e violenta.

«Stammi lontano.» Sputai fredda.

«Che ho fatto?»

«Tu...tu...» Iniziai a piangere. «Mi hai fatto male Alvaro, sei pericoloso.»

«Ti ho chiesto scusa, davvero! Non volevo farlo...mi hai costretto.»

«Lasciami in pace.» Andai di sopra e mi chiusi in camera.

Presi il cellulare e scrissi subito a Paulo; avevo ancora le lacrime agli occhi che mi impedivano di vedere bene lo schermo del cellulare.

Credo che sia meglio se la finiamo qua

Perché? Dio...Faby io ti amo! Non puoi dirmi una cosa del genere

Lo so, ma è meglio per tutti e due, fidati. Anche io ti amo, ma non possiamo stare insieme...

È successo qualcosa con Alvaro vero?

Si...

Cosa è successo?

Cazzo Faby rispondi

Ti prego

Lui era come se volesse picchiarmi...aveva il fuoco negli occhi! Era incazzato con me, pensava che fossimo andati a letto insieme

Pensava bene...

Paulo!

Si scusa. Tu che gli hai detto?

Che non è vero ovviamente.

Per questo non possiamo più andare avanti!

Non voglio che tu litighi con lui e non voglio
che succedano casini per colpa mia

Io non ti lascerò andare, sappilo! Ti amo troppo e senza di te non so come fare! Lascia Alvaro ti prego

Non posso...

Vieni da me, ti proteggo io da tutto e da tutti. Che ci importa di quello che succederà se io e te staremo insieme?

Hai ragione, ma lascia passare un po' di tempo ok? Almeno anche io mi metto le idee al posto giusto.

Tutto il tempo che vuoi, sarò sempre qui per te❤ Ti amo tantissimo, sei la mia gioia più grande❤

Anche tu, Paulito❤vorrei che un giorno diventassi il padre dei miei figli e spero che si realizzerà questo mio desiderio.

Farò di tutto purché accada😘ci vediamo domani a Vinovo...notte amore mio❤

Notte topo❤

[...]

Passò un po' di tempo prima che io e Paulo tornassimo a vederci, ma alla fine era sempre come la prima volta. Quel giorno ero a Vinovo e, per caso, incontrai Zaza che aveva appena finito di fare la doccia e stava andando a prendere la macchina per tornare a casa; venne a parlarmi.

«Come va con...»

«Con?» Chiesi ridendo.

«Dai hai capito...con...il triangolo amoroso.» Sussurrò.

«Eddai, Simo, non dire cazzate.» Gli tirai un pugno sulla spalla.

«Okay, scusa...allora come va?»

«Alvaro stava per scoprire tutto, mi chiedevo se fossi stato tu a dirgli qualcosa.»

«No! Ti avevo dato la mia parola, non potrei mai.»

«Non so come possa aver fatto allora...»

«È intuibile dai. Non è mica scemo!»

«Se lo dici tu...»

Rise. «Ora devo andare. Ci sentiamo, ciao Faby.»

«Uff...ciao.» Sospirai.

Mentre Zaza andava via con la macchina, Alvaro, si avvicinava sempre di più a me e con la mano mi fece segno di raggiungerlo: vidi che non era solo, ma con Paulo e Antonella.

«Stasera andiamo a mangiare con loro, va bene?» Mi disse Alvaro.

Io finsi un sorriso. Poi guardai Paulo che ricambiò con uno sguardo comprensivo, ma allo stesso tempo irritato dalla scena.

«Va benissimo.» Dissi sorridendo.

Così, insieme, ci dirigemmo al ristorante più lussuoso della città e quello che successe quella sera fu un casino totale.

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