Twelve

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«Ehi, tutto bene?» Chiesi a Paulo sedendomi sull'erba accanto a lui.
Il sole era appena tramontato e, un rosso, misto ad un arancione, coloravano il cielo.

«Si, tutto ok.» Mi sorrise. «È bello uscire per la prima volta, dopo tanto tempo, e vedere tutto questo. Mi fa sentire ancora meglio.»

«Sono felice che tu stia bene.» Mi persi a guardarlo, invece di guardare il panorama; che ci potevo fare? Tanto era già lui il mio panorama.

«Tu invece stai bene?»

Sospirai. «Se stai bene tu, certo...»

«Mi sembri ansiosa...c'è qualcosa che vuoi o che devi dirmi?»

«No, è solo che...» Avrei dovuto dirgli di quella sera che Alvaro stava per picchiarmi in mezzo alla strada. Avrei dovuto dirgli cosa era successo, ma era passato troppo tempo...che importanza avrebbe potuto avere? «È solo che sto aspettando una chiamata.» Mentii.

«Di chi?»

«Mia madre.»

«Ah, ho capito.» Tornò a guardare il tramonto.

Cazzo come mi dispiaceva mentirgli, mi faceva sentire una merda. Non si poteva mentire a un viso angelico simile, no. Era una cosa praticamente impossibile.

«Paulo...»

«Hmm?»

«Devo dirti una cosa, non posso più nascondertela...credevo di sì, ma no.»

Si girò a guardarmi. «Dimmi.»

Presi un respiro profondo. Chiusi gli occhi.

«Sei incinta?» Urlò all'improvviso.

Spalancai gli occhi. «Cosa?? NO!»

Rise. «Dai, dimmi...»

«Uff...ti ricordi quella sera...quella in cui tu hai fatto l'incidente?»

«Certo che me la ricordo.» Sospirò. «Cioè...qualcosa qua e là. Ma cosa c'entra?»

«Quella sera...prima che arrivassi da te e che sapessi del tuo incidente...ero con Alvaro e...stavamo litigando.» Rimase zitto ad ascoltarmi. «Stavamo litigando di brutto, lui mi ha messo le mani addosso e mi ha fatto del male, tanto male.» Sospirai. «Non ti ho detto nulla prima, perché stavi male più te di me e avevi bisogno di tranquillità assoluta e non delle mie sciocchezze. Quindi scusa se te l'ho tenuto nascosto, ma l'ho fatto solo per il tuo bene. In ogni caso, io e Alvaro abbiamo fatto pace adesso ed è tutto risolto.»

Tornò, per la millesima volta, a guardare il tramonto e non disse nulla per i primi 20 secondi.

«Avresti dovuto dirmelo.»

«No! Non avrei dovuto e non l'ho fatto, ormai è troppo tardi per rimpiangere quello che è stato o non è stato fatto. Sono stanca di guardare sempre al passato e di pensare sempre ad Alvaro e a tutto il male che mi ha fatto! Io voglio pensare solo a noi due, Paulo, solo a noi due.»

«Andiamo a casa...»

«Sei arrabbiato?»

«Con te?» Sorrise. «Non potrei mai esserlo. Andiamo a casa adesso, ho bisogno di sdraiarmi su un comodo materasso.» Rise.

«Ai suoi ordini capitano.» Lo baciai.

[...]

Ordinammo una pizza e, davanti al divano, guardammo Batman vs Superman.
Il suo braccio attorno al mio collo, la mia testa sulla sua spalla, la pizza sulle gambe...era tutto così romantico (nei limiti del romanticismo ovviamente).

«Devo dire che Batman ha proprio dei bei muscoli.» Risi.

«Ah sì?» Fece Paulo. «Quindi il tuo vecchio disabile qui non ti va più bene?» Rise.

«Mmm...può darsi di no.» Lo baciai.

Ci baciammo. Le nostre labbra incollate, le nostre lingue intrecciate. Sarei stata così per mille anni.

«A quanto pare faccio ancora scintille.» Rise.

«Si può dire che anche tu non te la cavi male a proposito di muscoli.» Dissi passandogli la mano sotto la maglia.

«Lo so, ed è anche per questo che mi ami.»

«Perché hai i muscoli?» Risi.

«No, perché sono modesto.» Disse ironicamente, leccandosi il labbro inferiore.

Ci guardammo dritti negli occhi, con uno di quegli sguardi provocanti, ma talmente provocanti da gemere anche solamente così. Ed era vero; a me piaceva soprattutto perché non era affatto modesto e perché era spavaldo, ma sapeva anche essere dolce e protettivo. Queste caratteristiche, che io amavo, erano la combinazione perfetta ed erano difficili da trovare in un ragazzo.

«Hai degli occhi bellissimi lo sai?» Mi disse.

Arrossii.

«Penso che sono più belli i tuoi.»

In quel momento se il film avesse potuto parlare ci avrebbe detto:"Ei ricordatevi che sono ancora qui e sto girando a vuoto."

«Possiamo tornare a guardare il film ora...? o devo scoparti in questo preciso istante?» Scherzai.

«Non sarebbe una brutta idea, visto che è da un po' che...»

«Guardiamo il film...» Dissi guardandolo male.

«Okay, okay...» Si arrese.

[...]

Andammo a letto. Mi misi sotto le coperte e dopo qualche minuto mi raggiunse anche Paulo, con solo le mutande addosso. Perfetto! Voleva farmi morire per forza.

«È inutile che mi provochi indossando solo le mutande, non ci casco.» Incrociai le braccia al petto.

«Oh sì invece...»

Saltò sopra di me e prese a baciarmi con foga il collo, io provai a scansarmi, ma con pochi risultati.

«Paulo, dai...stai ancora male...»

«Non mi importa!» Mi disse tra un bacio e l'altro.

«A me si! Metti a posto il tuo amico e dormi.»

«Uff.» Si sdraiò dalla sua parte del letto. «Mi sembri una vecchia isterica in menopausa.»

«Mi preoccupo solo per te.» Gli sussurrai all'orecchio.

«Ok, mamma.»

Gli presi la mano e la strinsi forte a me. «Sarò anche tua mamma, ma ti amo più di ogni altra cosa al mondo e non voglio che ti capiti nulla, se non qualcosa di bello.»

«A me è già capitato qualcosa di bello...: tu.»

La dolcezza in persona.

«Non lasciarmi mai. Me lo prometti?» Gli dissi.

«Certo che te lo prometto.»

«Ti amo.»

«Anche io.»

Lo abbracciai.

«Ti piacerebbe avere un bambino insieme?» Mi chiese. «Ci stavo pensando oggi. Quando mi hai detto che dovevi parlarmi pensavo davvero che fossi incinta e ci speravo. Allora ti andrebbe?»

«Certo! Sarebbe bellissimo. Magari un bel maschietto che potrebbe prendere le tue orme di calciatore.»

«Già...come lo chiameresti?»

«Mmm...a me piace molto Tommaso.»

«E se fosse una femmina?»

«Lori.»

«Bei nomi. Ma io preferirei Bruno e Denise.»

«Bruno? Scommetto perché è il tuo secondo nome!» Risi.

«Ehi che c'è da ridere! È bello davvero quel nome...e poi si, almeno avrà qualcosa dal padre.»

Risi. «Va bene tutto amore, basta che sia con te...»

Ci baciammo.

«Ora dormiamo.» Dissi. «Notte Paulino.» Gli diedi un bacio sul naso.

«Notte amore mio.» Mi abbracciò.

Ci addormentammo così: abbracciati e immensamente innamorati.

[...]

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