La pecora

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La bottega sembrava zeppa di ogni sorta di strani oggetti... ma il più strano di tutto si era che tutte le volte che Alice si metteva a guardar fisso uno scaffale, per veder bene ciò che conteneva, quello diventava improvvisamente vuoto, sebbene gli altri d'intorno fossero perfettamente colmi.

Alice si osservò esterrefatta. Aveva l'abito, aveva le ali...Ora sì, avrebbe voluto la corona.

Si concentrò su quel pensiero.

E di colpo cadde a terra.

Aprì gli occhi: il vestito era scomparso, lasciando il posto al suo solito camice bianco d'ospedale.

Non poteva vedersi la schiena, quindi non capì subito se anche le ali fossero sparite. Finché non lo sentì. Il dolore.

Bruciava tra le sue scapole come se le stessero appoggiando del ferro rovente sulla carne viva.

Alice urlò e subito due infermiere si precipitarono in camera, tra cui Lucia.

"Cosa c'è piccola? Ѐ lei? Devo cacciarla via?" chiese questa, cercando gentilmente di sollevarla da terra. Purtroppo, nell'operazione le toccò inavvertitamente la schiena, facendola gridare di nuovo.

Alice si sforzò di sollevare la testa e scuoterla, trattenendo le lacrime. "La schiena" riuscì a balbettare.

"Hai sbattuto da qualche parte?" chiese la seconda infermiera, lucida e distaccata.

Alice negò un'altra volta con il capo.

"Sono ferita" singhiozzò, sottintendendo un Vi prego, aiutatemi che non riusciva ad articolare.

Le due donne si scambiarono uno sguardo dubbioso e preoccupato, poi Lucia fece sdraiare la paziente sul letto, a pancia in giù.

Aprì i bottoni del camice nella parte alta della schiena, scoprendo le spalle.

Rimase un attimo immobile, mentre anche l'altra infermiera osservava quello che Alice aveva chiamato 'ferita'.

"Tesoro, è entrato qualcuno?" chiese, fredda.

Alice morse il cuscino per non urlare. Che bisogno c'era di perdere tempo in quel modo? Non vedevano quanto stava male? Cosa c'entrava quella domanda?

"Per favore" sussurrò, ormai piangendo. Il suo tono gemente sembrò far tornare in sé Lucia, che andò a chiamare un medico del pronto soccorso mentre l'altra infermiera, Anita, prendeva del ghiaccio per calmare temporaneamente il dolore.

Alice ormai piangeva senza freni, il fuoco che sembrava arderle le spalle.

Il gelo improvviso sulla schiena le tolse per un attimo il fiato, ma poi la ragazza sospirò, un po' sollevata dalla sensazione.

Al ritorno di Lucia, la addormentarono per disinfettare e ricucire la ferita. Era in pessime condizioni e temevano che il dolore potesse causarle un eccesso di rabbia.

Quando si svegliò, Lucia era accanto al letto e le teneva la mano. 

"Alice" le disse piano. "Cosa ti è successo?"

La ragazza provò a fingere di dormire, invano. 

"So che sei sveglia. Ѐ entrato qualcuno? Ti hanno fatto del male? Oppure lo hai fatto da sola, anche senza lame?"

"Cos'avevo?" mormorò lei con voce rauca.

Lucia rimase un attimo in silenzio. "Tesoro, te lo devo chiedere, è stata la Regina di Cuori?"

"No."

"Mi vuoi dire chi è stato?"

"Ѐ complicato."

"Puoi provarci?"

Alice esitò. "Ѐ come hai detto tu. Alcune cose non sono colpa di qualcuno, succedono e basta."

Lucia le rivolse un'espressione affranta.  "Allora spiegami come è successo."

"Non posso" disse Alice, e cercò di sollevarsi, ma l'infermiera la spinse delicatamente sul cuscino.

"Non ancora, sei sotto anestesia per non sentire dolore, ma non sei indistruttibile. Per favore, raccontami cosa è successo, altrimenti non potrò mai aiutarti."

La ragazza negò con il capo, sorridendo tristemente. "Non puoi comunque aiutarmi."

"Forse so più di quanto credi" affermò Lucia, con un tono così serio che per un attimo Alice credette davvero che potesse sapere delle sue ali.

"Ah sì? Beh, allora se hai capito qualcosa spiegamelo, perché io non ci capisco niente!" esclamò, con rabbia improvvisa.

L'immagine di sé stessa che volteggiava a mezz'aria sotto il soffitto basso della sua stanza le si parava continuamente davanti. Perché non era volata fuori dalla finestra finché aveva le ali? Perché non era scappata via finché poteva?

Lucia non seppe rispondere, questa volta, e si alzò per andarsene.

"Scusa" mormorò Alice, in colpa. "Mamma" aggiunse poi, istintivamente.

La donna si fermò per guardarla con dolcezza e accarezzarle i riccioli biondi. "Se dovessi capire qualcosa" le sussurrò, "Fammelo sapere. Di una 'Mamma' ti puoi fidare."

***

"C'è sempre un giunco più bello per voi di Sopra?" commentò la voce belante del giorno prima.

"Lei non è di Sopra" intervenne con tono di rimprovero la voce ghignante.

Alice fece una smorfia, ricordando come la bambina del libro si fosse fermata a raccogliere piante acquatiche, ma ne vedesse sempre di più belle rispetto a quelle che coglieva, e sempre fuori dalla sua portata.

"Però vorrei capire perché non ho potuto tenere quelli che avevo" sussurrò, come imbronciata.

"Non avrai pensato che fossero regali! Erano capi della mia bottega, sai. A differenza dell'Alice del libro, tu sembravi aver capito come prendere gli oggetti dagli scaffali."

"Ehm, no."

Un belato e un sospiro. "E poi mi vieni a dire che non è una di Sopra, eh?"

"La influenzano. Non essere sempre così critica, per la Regina!" rispose la voce ghignante, difendendo Alice.

"Bene, te lo spiegherò io, bambina."

"Veramente ho diciannove anni" protestò Alice, ma quella che sembrava una pecora la zittì. 

"Mi sento in diritto di chiamare 'bambina' chiunque sia più giovane di me, fosse anche di un solo giorno! Ora, bambina, hai potuto prendere il vestito perché non hai guardato sullo scaffale, non hai espresso il desiderio di prenderlo. Con le ali è stato più complicato, ma ha funzionato perché avevi gli occhi puntati sullo scaffale più avanti, anche se ci sono stati degli effetti collaterali."

Alice si morse la lingua per non mostrare la sua indignazione. Effetti collaterali? Ho creduto di star per morire in quel momento!

"La corona?" chiese invece.

"L'hai desiderata espressamente, per cui non sei riuscita ad afferrarla. E nell'allungare le braccia a vuoto hai fatto cadere ciò che avevi già preso" spiegò la pecora, un po' dispiaciuta questa volta.

"Quindi ho fatto il mare di lacrime?" provò a scherzare Alice. "Anche se mi sembra sia passato un secolo dall'ingresso di Alice bambina nel Paese delle Meraviglie."

"Oh, sì, e anche dell'Alice del libro" rispose la pecora, provocando l'ilarità non proprio così rara della voce ghignante. "Ma la tua supposizione è corretta. Se non fosse stato per la fragile scialuppa che ti hanno offerto qui forse non l'avresti mai attraversato. Ricordi cosa ha detto la Regina Rossa?"

" 'La Quinta Casella per lo più è acqua' " citò Alice, capendo. "Questo vuol dire che..."

"Hai superato la Quinta Casella" concluse la voce ghignante. "Complimenti, Miss Alice!"

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