Capitolo 14 : Transizione

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Pensavo seriamente che quella stalker di Marika andasse avanti a messaggiarmi per tutto il resto della notte invece, con mia grande sorpresa non fu lei a portarmi lontano dal sonno.

Stavo seriamente pensando di silenziare il telefono.

Dopo aver mollato presto l'idea di restare in quella discoteca per figli di papà un po' sopra le righe, aver preso un taxi fatiscente che puzzava di vomito, essere rientrata a casa più morta che viva, stavo seriamente iniziando ad odiare il cellulare.

Scrissi un rapido SMS a mia madre per informarla che sarei andata a prendere Filippo dopo pranzo così da poter riposare un po', ma proprio mentre finalmente la notte e il sonno arrivavano inghiottendomi, altri messaggi in entrata.

Ma questa volta mi mancò un battito.
Il messaggio era di Edoardo.
Non sapevo se aprire o meno la bustina sul display, con il rischio di vederci scritto chissà cosa?

Che dovevo fare?
Eliminarlo senza aprirlo?
E se ci fossero state scritte cattiverie,come mi sarei comportata?

A gambe conserte sul letto, con un occhio chiuso e uno aperto ed un violento mal di testa, lo aprii.
Era un SMS anche parecchio lungo per essere stato scritto da un uomo.

'Ascolta, dovremmo comportarci come non fosse successo nulla. Io sto per andare a convivere e tu sei una donna sposata. L'alcol sicuramente non ci ha fatto ragionare lucidamente, se non avessimo bevuto così tanto non sarebbe successo nulla. È stato un errore. Ti prego di trattarmi all'Hotel come hai sempre fatto e di fare in modo che non succeda più. Ti chiedo scusa se ti ho fatto pensare cose che non esistono. Ciao, Edoardo.'

Ti chiedo scusa se ti ho fatto pensare cose che non esistono.

Certo lo sapevo, che non esistono. Anche se il cuore non era d'accordo con me.

Tenevo il telefono stretto in mano pensando ad una risposta distaccata e convincente. Magari di scuse, altrettanto distaccata.

Ma non mi venne in mente niente da dire, ero rimasta già abbastanza scottata.
Rilessi il messaggio un altro paio di volte e mi convinsi che ok, aveva ragione. Non lo avrei cercato e non gli avrei chiesto perché era così tanto convinto di aver sbagliato, se aveva ricambiato il mio bacio più e più volte.
Mi rammentai di non essere più una ragazzina, di essere sposata.

Giusto.
Cosa avrei detto a Marco? Glielo avrei detto o avrei fatto finta di nulla?
E se rivedendolo fossi stata invasa dal senso di colpa?

Riposi il cellulare, appena dopo averlo spento, sul comodino. Non avevo più voglia di pensare a nulla, né alla serata appena trascorsa, né a Marco, né alle mani di Edoardo su di me.
Effettivamente si trattava solo di un bacio e nulla più.

Solo un banalissimo bacio.

_________________________

La mattina ero atterrata dai postumi.
Sentii lo stomaco contorcersi e in un balzo corsi in bagno per vomitare.
Non so per quanto tempo rimasi lì, a piangere e pensare a come mi sentivo.

Svuotata, sbagliata, stupida
Infantile.

Accesi il cellulare.
Per fortuna nessuno mi aveva cercato quella mattina.
Non avevo ancora sentito Marco.
Decisi di scrivergli qualcosa al volo, giusto per assicurarmi che stesse bene e per comunicargli che avevo passato una bella serata, che non avevo bevuto molto e che quel pomeriggio sarei andata a prendere Filippo.
Non mi rispose.
Non avevo dubbi, in cuor mio lo sapevo già che era arrabbiato.
Forse non tanto perché ero andata a ballare con un'amica, ma piuttosto perché Filippo non era affatto abituato a dormire dai miei.

Chiamai mia madre.
Dall'altra parte del telefono potevo chiaramente sentire la voce di Filippo.
Stava giocando con il nonno e i soldatini d'epoca che tanto custodiva, mi sembrò un bambino gioioso e che non aveva vissuto male questo week end lontano da me.
Fui meravigliata anche che mio padre stesse permettendo a qualcuno di giocare con quei soldatini.
Se io da bambina mi fossi permessa di mettere un solo dito su quella collezione, sarei stata punita di sicuro.

Diventando nonno si era sicuramente addolcito, ero molto sollevata.

Cancellai tutti gli SMS, compreso quello inviato a Marco e senza risposta. Cancellai anche quel messaggio disgustoso di Edoardo.
Mi volli convincere del fatto che non esistessero entrambi.
Non avevo più voglia di provare rancore per nessuno dei due.
Accesi la macchina del caffè e riempii la casa di calore. Un caffè era la cosa che più mi serviva per recuperare energie, quel giorno.

La casa era completamente vuota e silenziosa e ciò la faceva sembrare anche più grande. Il freddo quell'anno si fece particolarmente sentire, e sembrava dovesse nevicare da un momento all'altro.
Indossando la mia vestaglia preferita, mi accesi una sigaretta e me la gustai al tavolo della cucina. Nessuno mi avrebbe potuto fare osservazioni perché stavo fumando in casa.
Ero sola, dopo un sacco di tempo e non mi dispiaceva starmene un po' lì a riflettere.

Tutto attorno a me foto di me e Marco, di me e Filippo. Avevo una famiglia, un lavoro gratificante.

Ma cosa non andava?

Ero insoddisfatta del mio matrimonio, insoddisfatta che Fausti non mi aveva ancora proposto di lavorare all'Hotel, insoddisfatta che Marco non mi vedesse e non mi amasse come invece io avrei voluto.
La mia unica gioia, il mio unico grande amore, era il mio bambino, l'unica cosa buona fatta dopo la mia laurea (che tra l'altro non stavo sfruttando come invece avrei voluto).

La sigaretta bruciava lenta tra le mie dita, quando mi resi conto che ormai era tardi ed era ora di andare a casa dei miei. Avevo detto che sarei arrivata verso mezzogiorno, che Filippo avrebbe mangiato e lo avrei portato al cinema.
Quel giorno avrei dedicato il mio tempo solo a lui, se lo meritava più di chiunque altro.

Anche Marika provò più volte a rimediare alla pessima serata invitandomi a bere una cioccolata in tazza al centro commerciale, ma rifiutai l'invito. Non mi era piaciuta troppo, le volevo bene, ma non riuscivo ad inghiottire il boccone amaro della serata precedente.

Se non mi avesse lasciata sola, non sarebbe successo niente di quello che era successo.
Non avrei baciato quello stronzo, non mi sarei messa nei casini.
Ma non avrei mai provato certe emozioni che pensavo di aver dimenticato.
Beh forse un po' la dovevo ringraziare Marika.
Anche se la serata aveva avuto un finale disastroso, almeno mi ero resa conto che potevo ancora provare emozioni per qualcosa, per qualcuno.

__________________________

Il cartone animato che Filippo scelse al cinema era di un noioso infernale, ma lui se la rideva di gusto, perciò percepii che si stesse divertendo.

Nonostante avessi ancora i postumi della sbornia, cercavo di stare sveglia. Non potevo proprio addormentarmi sulla poltroncina scomoda e fredda del cinema.
Filippo trovava divertente lanciare i Pop corn alla famiglia avanti da noi, una situazione che mi faceva un po' incazzare e un po' ridere.
Provai a riprenderlo, ma fu tutto inutile. Si era già innescata una battaglia senza eguali con il figlio della coppia seduta poco distante.

Alla fine della proiezione fu lui ad accontentare me: ci aspettava una bella cena al ristorante cinese vicino casa nostra, dove la titolare, una bellissima signora poco più che quarantenne, ci accoglieva sempre con gioia.
Regalava sempre a Filippo le bacchette da portare a casa e un biscottino della fortuna che lui puntualmente mangiava gettando il biglietto contenuto al suo interno.

《Mamma... Ma il papà torna vero? 》 mi chiese gettando la verdura nel piatto. Il cavolo lo schifava più di ogni altra cosa.

Per poco non mi strozzai con un involtino un po' troppo unto.

《Amore, certo che torna! Vedrai che il giorno di natale sarà a casa con te!》

Lo vidi leggermente preoccupato, ma continuò ad ingurgitare il suo riso alla cantonese, l'unico che gli piaceva davvero.

《Ma tu e papà vi lasciate?》

Un altro boccone andato di traverso.
Mio figlio voleva vedermi certamente morta.

《No, certo che no Filippo. Abbiamo solo questioni da grandi da sistemare, ma la mamma e papà non si lasciano.》

Bugiarda.

Alla fine della cena, la locandiera offrì a me la solita grappa di rose e a Filippo delle nuove bacchette.

La serata passò spensierata e decidemmo di guardare un altro cartone, ma questa volta a casa.
Mancavano pochi minuti alle ventitré, Filippo già dormiva a fianco di Toby da un po'.
Ormai odiavo a morte il cellulare.

'Domani ore nove al cantiere. C'è da discutere con l'impresa edile del progetto del campo da golf. C'è la fai? Io devo portare mia madre ad una visita. '

Il solito tempismo di Fausti e delle sue chiamate a tarda sera.

' D'accordo, alle nove sarò all'Hotel, compatibilmente con il portare a scuola il bambino'

Pensai solo alla possibilità di fare, di nuovo, spiacevoli incontri.

Ragazze :)
Per chi di voi mi sta seguendo e leggendo un GRAZIE DI CUORE.
stiamo per arrivare al meglio della storia!!
Un bacio!
Ary913711

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