Capitolo 57: Trame Dell'orrore

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Edoardo si protrasse verso il padre, come un soldato pronto all'attacco.
Per un po' si osservarono in cagnesco.

Non solo il tono di Berghi si era rivelato austero e pieno di risentimento nei miei confronti, ma aveva usato anche parole per niente piacevoli.

Il padre di Edoardo attirò diversi sguardi su di noi, molti mossi dalla curiosità di quella strana reazione del tutto inaspettata.
Mi sembrò che persino la musica proveniente dallo stereo avesse perso volume per dare modo a Berghi di farsi sentire meglio.

《L'ho invitata io, è un problema?》 Edoardo mi sembrò abbastanza convincente, ma era visibilmente intimorito di fronte allo sguardo truce del padre. Sembrò subito uno scontro impari.

《Certo che lo è Edoardo, dal momento che sei ancora sposato con un'altra donna. Cosa ti passa nel cervello? Non è la serata giusta per le presentazioni ufficiali!》

Parlarono come io non fossi mai stata presente. Ero spettatrice, sebbene stessero parlando di me.

Maria, la nonna di Edoardo mi prese per il polso e mi trascinò più indietro quasi a volermi difendere da fiamme immaginarie.

Si stava per innescare una bomba mai esplosa sin ora, un'atomica tenuta latente tra un padre deluso e un figlio definito ribelle.

《Non mi pare di aver fatto nulla di così eclatante. Mary é una persona a cui tengo, ha lavorato con noi. Ho pensato ti facesse piacere che fosse tra noi stasera.》 l'ingenuo tono di Edoardo mi fece trasalire. Finii per aspettarmi reazioni inaspettate di Berghi. Si stavano sfidando a suon di risposte taglienti.

Tutto attorno a noi una folla di persone si era riunita ed ascoltava divertita, curiosa, come stesse assistendo ad una puntata di una telenovela in televisione.
Stavamo dando un bello spettacolo.

《Sarebbe stato meglio se questa donna ti fosse stata distante, non ero stato abbastanza chiaro con te?》 il signor Berghi sembrò parlare di qualcosa di cui non ero al corrente.

Tutto d'un tratto mi fu tutto chiaro.

Il viaggio in Canada.
Il negozio della sorella.
La sparizione nel nulla.
Nulla era casuale. Fino a quel momento Edoardo aveva assecondato i capricci del padre, il quale era chiaro sapesse abbastanza di quello che era successo.

《I tuoi interessi ora non sono più una cosa mia. Me ne sono andato proprio per fartelo capire. Vedo che dopo un mese non ti è ancora chiaro che ho fatto una scelta e non torno indietro!》

《I soldi che mi devi sono miei interessi, altroché, mio caro Edoardo!》

Osservai Edoardo difendersi e per la prima volta mi sentii tutelata. Aveva il fuoco negli occhi e lame nella voce. Stava prendendo anche le mie di difese e gliene fui grata. In quel frangente l'unica persona che non sentii nemica in mezzo a quella folla scomposta fu la nonna Maria.
Neanche per un momento smise di tenermi il polso. Era il suo modo speciale per farmi sentire protetta.
Il Berghi si rivolse a me, come se tutto d'un tratto avesse ricordato della mia presenza.

《E a te! Non ti auguro nulla di buono Mary, tu hai rovinato mio figlio! Aveva una famiglia e una vita davanti, tu con la tua intromissione hai distrutto tutto! Non sei la benvenuta qui,per quanto mi riguarda!》

Le parole di Berghi mi spiazzarono.
Tutto d'un tratto i miei occhi si riempirono di lacrime. Non avevo mai sentito nulla di piu brutto in vita mia.
Mi stava dipingendo come qualcosa che non ero, come una poco di buono.
Era un affronto alla mia persona oltre a tutta quella faccenda dolorosa.

Tutto quello che avrei voluto dire morì un po' con me.
Avevo solo bisogno di andarmene e di corsa, di levarmi di dosso tutti quegli sguardi curiosi e sbigottiti.

Massimiliano, come avesse avuto un sesto senso e forse disturbato dal trambusto in sala, uscì dalla cucina e venne verso di noi.
Non feci nemmeno in tempo a rendermi conto di quello che stava succedendo.
Mi trovai strattonata lontana dalla dalla sala da pranzo.

Scoppiai a piangere e mi ritrovai accoccolata tra due braccia che conoscevo bene. Era quello che di più paterno mi fosse rimasto nella vita.
Massimiliano mi strinse talmente forte quasi da farmi male e io gli permisi di proteggermi come aveva sempre fatto, sin da quando ci conoscevamo. Fui grata del fatto che mi fosse accanto.

《Me ne devo andare da qui, perché diavolo sono venuta!》 gli comunicai tra i rantoli. A malapena riuscivo a spiegarmi. Massimiliano non aveva bisogno di certo che io gli dicessi cos'era successo, aveva ascoltato abbastanza della discussione con il padre di Edoardo.

《Dovresti affrontare la questione invece, non è giusto come ti ha trattata davanti a tutti. Se non lo fai tu, lo farò io. Te lo assicuro.》

Massimiliano sorrise, ma io ero certa che se solo lo avessi voluto davvero, avrebbe spaccato la faccia a quel insolente senza cuore, né rispetto nei miei confronti.

《È il padre di Edoardo, non posso e tu lo sai. Mi gioco il lavoro...》 sussurai ancora in preda al panico.
Massimiliano rise fortissimo. Ne stava pensando una più del diavolo.

《Tu puoi eccome cara mia! Esci da qui e affrontalo come solo tu sai fare. Sii superiore, funzionerà!》

Massimiliano era riuscito nella sua impresa. Gli lasciai le mani e mi asciugai gli occhi. Avrei perso il rispetto del mio capo forse e di tutti gli invitati alla festa di compleanno, ma non avrei accettato un tale trattamento.

Non ci pensai neanche un altro minuto e dopo aver ringraziato Massimiliano, mi diressi con decisione di nuovo nella sala da pranzo.

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Quello che trovai al mio ritorno mi lasciò di stucco.

Alla discussione si erano unite nel frattempo altre persone e la situazione stava decisamente degenerando. Non ero più io il nocciolo della questione, ma le scelte di vita di Edoardo.

Nonna Maria, eternamente schierata con il nipote, discuteva animatamente con Elisabetta che nel frattempo aveva raggiunto la festa. Una presenza davvero inaspettata e che mi mise di nuovo in allerta. Edoardo continuava ad urlare con il padre, il quale tentava invano di sovrastarlo.

Mi sembrò una scena da film.
Un bruttissimo film dell'orrore.

Non era il momento di intromettermi, non avrei fatto altro che gettare altra benzina sul fuoco. Erano discorsi famigliari ai quali non volevo partecipare e non lo avrei fatto, nonostante Massimiliano fosse stato così convincente fino a pochi minuti prima.

Decisi allora per la cosa più sensata da fare: andarmene e basta, senza dare tante spiegazioni. Raccolsi la mia borsetta, il soprabito e lasciai immediatamente il ristorante senza sentirmi in colpa. Edoardo se la sarebbe cavata meglio senza di me nei paraggi.

L'aria fresca della sera si insinuò tra i miei capelli permettendomi di respirare di nuovo. Fino a quel momento mi resi conto che a stento avevo tirato il fiato.

Ero intenzionata più che mai a lasciarmi alle spalle quella serata, tutta quella faccenda e anche la mia relazione con Edoardo, se fosse stato necessario.
Sapevo di averlo detto almeno un centinaio di volte, ma quella sera si era sfiorato il ridicolo più di altre volte e si erano pure intromesse le famiglie.
Per me era già troppo.

Avevo già acceso il motore della mia utilitaria, ma mi accorsi di una sagoma correre verso di me. Ci misi poco a riconoscere a chi appartenesse.

《Non dovresti proprio andare via, se lo fai, darai ragione a mio padre. 》 Edoardo riprese fiato dopo aver corso fino alla mia auto. A stento ancora riuscivo ad emettere suoni, ero davvero shockata.

《Non posso restare, mi spiace. Ormai la serata è rovinata. Dovresti cercare di risolvere con tuo padre, è la sua festa di compleanno e tu a breve ripartirai.》

Nella mia testa l'unica cosa che volevo era tornare a casa, mettermi il pigiama e dormire immediatamente sperando di svegliarmi e ripetermi che mi ero sognata tutto. Me ne sarei convinta in un modo o nell'altro, tanto lo facevo da mesi.

Tutto mi sarei aspettata, ma non che Edoardo si sedesse al posto del passeggero nella mia auto. Fu sufficiente osservare la sua convinzione nel farlo per capire che se me ne fossi andata, sarebbe venuto con me.

《Si da il caso che io abbia fame e qui la cena purtroppo stia un po' tardando ad arrivare. Dovremmo proprio andare via. Ci sono cose più importanti per me adesso! 》si massaggiò lo stomaco, mimando un senso di fame.
Era più che convinto di voler andare via e poco gli importava di deludere il padre.
Era esausto di tutto e tutti, tanto quanto me.

Mi vide titubante.
Non volevo che lasciasse la festa, era l'ultimo finale che mi ero immaginata per la serata. C'erano cose importanti che volevo avesse modo di risolvere.
L'audacia di Edoardo però non si placò nemmeno di fronte ai miei dubbi. Stava rischiando di perdere ogni rapporto con la sua famiglia, o per lo meno quel poco che ne restava.

Stavamo combattendo insieme, esattamente come avevo sempre voluto.

Mi sorrise. Era convinto sul serio delle proprie scelte.

《Mary non sto scherzando. Andiamo via, adesso.》

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