Capitolo 64: Amicizie e... alleanze

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Elisa si accomodò sullo sgabello proprio in fronte al bancone.
Io e Filippo facemmo lo stesso, in attesa che la barista prendesse le nostre ordinazioni.
Mi sembrò proprio di essere all'interno di un tipico barettino italiano. L'odore di croissant appena sfornati e di caffè espresso mi ricordarono il bar sotto casa, quello dove avevo passato momenti indimenticabili da ragazzina.

《Come lo vuoi il caffè? Qui lo fanno in mille modi. Speziato, macchiato, lungo...》

《Nero. Un banalissimo espresso andrà bene. 》

Filippo scelse, tra le moltitudini di ciambelle, sicuramente la più invitante. Era ricoperta di una sottile glassa al cioccolato e nocciole. Aveva l'aria di essere gustosa e morbidissima.

La ragazza che ci consegnò il caffè a banco non smise di sorridere al bambino.
Osservava Filippo mangiare e sporcarsi in ogni dove, leccarsi i baffi come un predatore.

《Come vanno le cose in negozio?》

Ero giunta sino a Toronto per Edoardo, ma non potevo permettermi di concentrare tutte le mie attenzioni solo su di lui. Se non fosse stato per Elisa e per il suo prezioso aiuto, non saremmo mai potuti venire.

《A rilento, ma vanno. Dovremmo essere pronti per inaugurare in settimana, quindi voi sarete dei nostri. Avrò bisogno certamente di una mano e tu con la contabilità te la cavi bene. 》

Ero in Canada in vacanza, non per lavorare. Sorrisi ad Elisa, ma una parte di me si trovò a disagio.

《Edoardo mi aveva detto che nel negozio avresti trattato prodotti italiani, dico bene?》

Elisa sorseggiò l'espresso, intenta nel raccogliere ogni più piccolo briciolo di aroma contenuto nella tazzina.

《Sì, solo prodotti made in Italy. Devi sapere che quì si mangia davvero malissimo. Mi piacerebbe portare un po' della nostra cultura gastronomica in Canada.》

Era una ragazza molto ambiziosa, così come Edoardo. Non erano fratelli per nulla. Elisa, sebbene molto giovane, aveva le idee chiarissime sul proprio futuro.

《Edoardo non fa altro che parlare di te. Mi ha detto che siete stati persino sulla tomba di mamma, insieme. 》

Mi sorprese il fatto che Edoardo glielo avesse detto, ma da un lato, conoscendo bene il rapporto tra i due, avrei dovuto immaginarlo.

《Sì, mi ha fatto piacere. Poco eravamo stati al compleanno di tuo padre. Come mai non sei venuta?》

La vidi rabbuirsi.

《Io non ho rapporti con lui, al momento. 》

Capii di aver toccato un tasto dolente.
Elisa decise comunque di aprirsi con me, come ci conoscessimo da sempre.

《Non ho rispetto per ciò che ha fatto a mio fratello. Il matrimonio, gli interessi economici. Edoardo è venuto qui per sfuggire a lui, più che a tutto il resto. So che gli è costata cara, ma quì sta rifiorendo. Ogni volta che mio padre torna nelle nostre vite, si porta con sé astio e risentimento. Mia madre si vergognerebbe di lui, se solo fosse ancora viva. 》

Non la interruppi perché consapevole che fondamentalmente avesse ragione.

Elisa era una ragazza che aveva fatto una scelta di vita importante. A differenza mia, era stata in grado di tagliare i ponti con tutte quelle cose che l'avevano ripetutamente ferita. Suo padre, purtroppo, era una di queste.

《Al negozio ti farò conoscere anche il mio ragazzo. Lui è di quì, ma parla bene l'italiano. Se non fosse stato per Josh, non sarei arrivata dove sono. 》

Le tazze giacevano ormai vuote sul bancone. Filippo aveva da poco terminato la ciambella, proiettava il proprio interesse sul solito video gioco. Non era un bambino particolarmente attivo nelle conversazioni dei grandi.

Elisa insistette per pagare i caffè e la merenda del bambino. Pensai che in famiglia fossero davvero fatti tutti allo stesso modo, poiché anche Edoardo possedeva la stessa abitudine di insistere al momento del conto.

Il taxi ci attendeva fuori dal locale.
La sorella di Edoardo aveva già pensato a tutto, compreso il pagamento del trasporto sino al negozio.

Toronto era splendida, anche solo vista attraverso il vetro di un'auto.
I colori, l'architettura, tutto profumava di energia e vitalità. Persino le persone sembravano più felici.

Il piccolo negozio di Elisa distava pochi isolati dal bar all'italiana. Mi promisi che presto o tardi ci saremmo tornati tutti insieme, per mangiare una succulenta ciambella glassata.
Filippo non vedeva l'ora di rivedere Edoardo. Lo notò subito oltre al vetro del negozio, una volta parcheggiati.

Fu il primo a varcare la soglia del punto vendita di Elisa e correre in direzione dell'uomo, ancora girato di spalle e intento a riorganizzare uno scaffale di merci.

Edoardo fece appena in tempo a voltarsi. Si trovò spiazzato, con lo sguardo allucinato e mio figlio tra le braccia.
Lo sollevo da terra e lo strinse forte, come a voler convincersi si trattasse proprio di Filippo.

Poco più indietro, Elisa e io, osservammo la scena come ci trovassimo al cinema.

《Ma che cosa ci fate qui!》

Sembrò non ci vedessimo da anni, in realtà erano passate poco più di due settimane.

Ta Daaaan! Sorpresa!》

Edoardo posò il bambino a terra e si concentrò su di me. Ero ancora sulla soglia, con i bagagli al fianco.

Lasciò tutto quello che stava facendo per avvicinarsi a me.

Prese il mio viso tra le mani e mi baciò, sotto gli occhi della sorella e di Josh, che nel frattempo era giunto nella stanza incuriosito da voci nuove.

《Come hai fatto? Nel senso... il lavoro? Fausti? 》

《Ho preso due settimane di ferie e Filippo ha scelto di venire con me. Ci teneva a rivederti. 》

《Per quanto resterai?》

Edoardo sembrò già preoccupato per via mio rientro in Italia. Eravamo appena arrivati, la cosa onestamente non mi stava preoccupando.

《Dodici giorni. Non possiamo restare di più, questo è il meglio che siamo riusciti a fare. 》

Mi prese tra le braccia e trascinò Filippo con noi nella stretta.
Sembrammo la cosa più simile ad una famiglia che io avessi mai visto.

《Sono così felice che tu, che voi, siate qui. 》

《È tutto merito di Elisa. 》

La sorella stava ancora in disparte. Spiegava a Josh chi fossimo, da dove venissimo.

Mi presentai al biondo alto un metro e novanta. Lo trovai un ragazzo molto affascinante, cordiale. Elisa aveva scelto bene, a Toronto.

《Edoardo, dovresti portare Mary da me. Ho una stanza già pronta per loro. 》

《No, staranno da me. Non ti preoccupare. La camera degli ospiti è sempre stata pronta, nell'eventualità...》

Mi parve che Edoardo si fosse sempre aspettato il nostro arrivo.

Ci aiutò a caricare i bagagli in auto.
Filippo prese posto dietro. Il veicolo che Edoardo aveva noleggiato in Canada non aveva nulla a che vedere con la berlina sportiva in suo possesso, in Italia.

《Davvero non posso credere che siate venuti. È il più bel regalo mai ricevuto. 》

Mi prese la mano e senza distogliere l'attenzione dalla strada, me la strinse.

《Abbiamo scelto in fretta. Filippo è stata la mia molla. Non è stato facile convincere Marco e mandare al diavolo la mia paura per gli aerei, ma abbiamo superato tutto in grande stile. Siamo felicissimi sia andata così, vero Fil?》

Il bambino acconsentì con entusiasmo.

《Non vi aspettate una reggia. Il mio appartamento non era proprio preparato al vostro arrivo, è un po' in disordine. 》

Non me ne importava nulla.
La sola cosa per cui ero felice era essere finalmente insieme all'uomo che amavo.

《Dovremmo uscire per fare un po' di spesa. Prima sistemate le vostre cose, poi vi porterò nel centro commerciale più bello che voi abbiate mai visto. 》

Edoardo ci fece strada sino al terzo piano di una palazzina da poco rimodernata.

Aprì la porta e ci permise finalmente di entrare.

Il primo odore che giunse alle mie narici mi riportò alla mente tutte le nostre esperienze insieme, le più belle.

L'appartamento di Edoardo sapeva del profumo dell'uomo che ci abitava.

E in quel momento, finalmente dopo tanto tempo, ci sentimmo di nuovo a casa.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro