Capitolo 3 - Mani e corpi sudati

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Colton

Sono davanti a me, completamente nude ed eccitate.

La mora ha due tette enormi che mi faranno parecchio divertire, mentre la bionda ha un meraviglioso piercing al clitoride col quale giocherò a breve per farla godere come non ha mai goduto prima.

Sono distese sul mio letto e mi stanno aspettando. Mi guardano con occhi famelici, osservano con bramosia il mio pene eretto da cui cercano piacere.

«È tutto chiaro? Samuel vi ha spiegato le regole?»

Annuiscono entrambe, senza fiatare. Tra le mie regole c'è proprio questa: devono stare zitte.

Niente parole inutili o discorsi che spezzino l'eccitazione. Voglio sentire le loro voci candide solo quando mi butterò in mezzo a quei corpi sinuosi.

«Nessuna di queste può essere trasgredita, ragazze. Vi farò godere, ma se mi farete incazzare diventerò molto, molto cattivo.»

Le ragazze annuiscono ancora, senza che un sol fiato venga emesso da quelle bocche peccaminose.

Decido, allora, di iniziare quel viaggio nel mondo dei sensi che porterà queste belle fanciulle all'estasi più totale.

Salgo sul letto e accarezzo le cosce della mora, fiondandomi piano, con la faccia, in mezzo a quelle della bionda.

I primi gemiti raggiungono le mie orecchie, mentre comincio una guerra silenziosa con il suo piercing.

Ci gioco, stuzzicandolo lentamente, aumentando il ritmo con dei tempi precisi, cadenzati, i tempi perfetti per farle avere un orgasmo stellare tra... Tre, due, uno.

La bionda viene, gridando, mentre la mora si allunga a cercare la mia erezione.

Mi stendo in mezzo a loro e stimolo con le dita la vagina di quest'ultima, mentre la prima si riprende dai fremiti dell'orgasmo.

«Oh mio Dio. Oh mio Dio, Colton, ma come fai?» domanda, mentre io non smetto di titillare la sua amica.

«Mi avevano detto che eri bravo, ma non credevo che...»

«Shh...» la zittisco, portando un dito davanti alla sua bocca.

Lei lo prende, leccando e succhiando. Immaginando che sia altro di mio a stare tra le sue fauci.

Tolgo il dito da lì e scendo di sotto a massaggiare i suoi seni inesistenti, mentre con l'altra mano continuo a masturbare la mora, ma senza farla venire. Volutamente.

Voglio che la moretta tutta tette esploda mentre il mio grosso cazzo pulsante è dentro di lei.

«Non sono mai venuta così in fretta. Mai, nemmeno quando ho fatto da sola» confessa la bionda, continuando a parlare.

Non voglio che parlino, devono tacere quando sono in mia presenza.

«Sta' zitta, bionda, voglio sentire la tua voce solo quando godi» la ammonisco, con tono duro.

Non conosco nemmeno i loro nomi, non mi interessa.

Frequentano il club da circa un mese, le ha portate qui Dalton, uno dei soci.

Ho aspettato un po' per capire se lo meritavano, le ho studiate, e alla fine ho deciso di concedere loro l'onore di venire a letto con me.

Ovviamente, chiunque voglia portare qualcuno qui dentro deve avere la mia approvazione.

È sempre Chris, il mio scagnozzo, ad indagare per me.

Se lui dice che ci si può fidare allora mi posso fidare.

Conosco Chris da una vita e sa che se mi tradisse sarebbe un uomo morto.

Nessuno deve sapere cosa avviene davvero nel mio club!

Tolgo la mano destra dalle penose tette della bionda e quella sinistra dal sesso della mora, che pulsava per l'eccitazione.

Mi sistemo in mezzo alle sue cosce e la penetro, con un colpo secco.

Non indosso protezioni, non ne ho bisogno.

Prima che qualsiasi donna venga a letto con me deve essere controllata minuziosamente e se non usa contraccettivi è obbligata a farlo.

Trivello con potenza la maggiorata mentre faccio sistemare la bionda sopra la testa della sua amica, tornando a giocare con la mia faccia in mezzo alle sue gambe spalancate.

Basterà poco per farle raggiungere il secondo orgasmo!

Quando la mora viene, tolgo la mia faccia dalla bionda perché voglio guardarla.

La maggiorata spruzza la sua splendida acqua sul mio pene e io chiudo per un secondo gli occhi, annuendo soddisfatto.

Dalton mi aveva detto che la mora possedeva la fantastica abilità di squirtare.

La lascio sola, a gridare gli ultimi attimi della sua goduria, e mi occupo della sua amica.

La giro di spalle e la scopo, spingendo forte dentro il suo sesso fradicio.

Quando la mora si calma, riuscendo a risollevarsi dopo quel potente orgasmo, viene dietro di me e mi bacia le natiche, insinuando la sua lingua prima sulla punta dell'ano e poi più avanti a succhiarmi i testicoli che sbattono sul culo della sua amica.

Godo, ma non emetto verso perché, a parte nel momento dell'orgasmo, nessuna merita di vedermi preda di certe sensazioni. Rilassato, fragile... debole.

Mostro sicurezza, come se questo non mi provocasse niente, nessun sussulto, nessuno scombussolamento.

Dentro, però, mi sto godendo ogni attimo di questo magnifico threesome, anche se non lo dimostro.

Spingo più veloce dentro la bionda finché lei non viene di nuovo, gridando come un'ossessa.

La spingo via e mi dedico alla sua amica, interessandomi finalmente al suo seno prosperoso, prendendo con la bocca e con i denti ogni parte di quella carne.

Nel frattempo tiro più a me la bionda e la obbligo a farmi una fellatio, aiutandola nel movimento con una mano, spingendola veloce in avanti e indietro.

«Voglio anch'io... voglio anch'io...»

«Shhh.»

La mora cerca di parlare ma la zittisco subito, capendo perfettamente cosa vuole.

La faccio alzare all'inpiedi sul letto e mi precipito con la bocca sulla sua figa bagnata, per dimostrarle che nessuno l'ha mai venerata come sto facendo io.

La bionda cerca il mio busto tonico e muscoloso, mentre con la mano che usava per tenere il mio membro, trova la coscia della sua amica che prende ad accarezzare.

Siamo famelici, insaziabili. Siamo mani e corpi sudati che non si fermeranno finché io non dirò basta.

Quando la mora viene, squirta ancora e io lecco fino all'ultima goccia di quello che mi dona.

Poi la faccio rimettere seduta sul letto e riprendo a palparle senza alcuna grazia le tette, spostando la bionda dal mio cazzo e facendola mettere carponi davanti a me.

Allungo una mano sotto al letto e prendo del lubrificante.

Me lo spalmo sul membro e poi penetro il culetto bianco della bionda.

La scopo con estrema cura, con una maestria che appartiene solo a me, mentre torno con la bocca tra le splendide tette della sua amica. Con la mano, però, stimolo quel bel clitoride col piercing, stuzzicandolo a più non posso.

Finché lei non viene e, con mia enorme sorpresa, squirta a sua volta, tirando giù un vero e proprio lago.

Le urla che emette sono assordanti, sembra possano far venire giù le mura della stanza.

La mollo, lasciandole godere quel momento e faccio per penetrare il culo della sua amica. Ma dopo aver fatto girare la mora di spalle, la bionda si avventa su di me, provando a baciarmi in bocca.

La scaccio via in malo modo e le tiro uno schiaffo fortissimo che la fa finire riversa sul letto. Mi pulisco con una mano l'angolo della bocca, l'unico punto in cui la sua sporca lingua è arrivata.

Mi alzo incazzato nero e ringhio sulla sua faccia di merda tutta la mia furia incontrollabile.

«Conoscevi le regole, brutta puttana. Dopo questa sei fuori!»

Raccolgo i miei abiti per rivestirmi. Non mi interessa nemmeno finire. Le voglio fuori di qui, tutt'e due.

«No, no, ti prego, Colton, mi dispiace. Mi sono fatta prendere dall'entusiasmo» si scusa, rimettendosi in piedi e avvicinandosi piano a me.

«Sta' zitta» dico, quasi in un sussurro, provando a calmarmi.

Socchiudo gli occhi. Devo respirare a fondo per non fare cazzate e contare fino a dieci prima di colpirla ancora.

«È che... non avevo mai fatto quella cosa prima. Non avevo mai squirtato, non so come sei riuscito a...»

«Zitta!» grido, colpendo con un pugno lo specchio della stanza.

Lo fracasso e mi scortico la mano, ma non mi importa.

Non mi importa di niente eccetto che vendicare Callie.

«Oh, Dio, ti sei fatto male? Vuoi...»

Prova ad avvicinarsi a me ma io le punto un dito contro con aria minacciosa. La bionda indietreggia impaurita fino a sbattere sulla parte finale del letto.

Guardo la sua amica che è rannicchiata sul materasso a osservare la scena e mi rivolgo a lei.

«Sparite di qui. Portati via la tua amica prima che mi penta di essere stato così clemente.»

La mora mi guarda spaventata. Non dice nulla.

«Adesso!!!» grido con quanto fiato ho in gola.

Le due scappano immediatamente, lasciandomi solo.

La porta viene sbattuta con violenza e io rimango lì, impalato, ancora coi vestiti tra le mani

Mi siedo sul letto e mi massaggio nervosamente le tempie, grattandomi poi la testa con forza, torturandola.

Quando finirà tutto questo, quando spegnerò questa vita di merda?

Quando premerò quel dannato grilletto nella mia bocca. Allora. Soltanto allora potrò trovare la pace che cerco e che questo mondo non è stato capace di darmi.

Ho scelto questa foto perché Colton, in realtà, ha moltissime facce.
Sa mostrarsi anche sorridente e completamente a suo agio, quando deve, ma dentro di lui è tutto buio, troppo buio, e la fine di questo capitolo penso l'abbia dimostrato più di ogni altra cosa.

P.S. Fate tantissima attenzione a quel "Shhh" (per indicare di fare silenzio). Sarà segno distintivo di Colton.

P.P.S.
Volete vedere come ho immaginato (più o meno) la bionda e la mora??🤣🤣

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