CAPITOLO 12

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Allacciai la cintura di sicurezza e presi a fissare la strada mentre l’auto si dirigeva verso casa.
La mia ipnosi venne rotta da un messaggio di Reiki.

“Festa di Halloween, da Kalin , che ne dici?”

Non ero esattamente in vena di feste, ma avevo bisogno di staccare un po’ la spina, di allontanarmi dal mondo ultraterreno e tornare nel mondo comune. Mi presi qualche minuto per pensarci, ma evidentemente lo feci così intensamente da suscitare curiosità in mia madre.

“Che succede?”

“Reiki mi ha proposto di andare ad una festa per Halloween…ma non so…non ho troppa voglia.”

“Credo che sia una buona occasione per svagarsi un po’… e per stare con Lethan.”

“Mamma, si chiama Leith, e non ho bisogno di andare ad una festa per stare con lui.”

Mamma frenò improvvisamente e, se non fosse stato per la cintura di sicurezza, avrei sbattuto la testa sul cruscotto. La guardai stupita, poi mi accorsi del semaforo rosso.

“Siete attenti vero?”

Le rivolsi un'espressione perplessa, sperando di aver capito male.

“State usando le giuste precauzioni?”

Sapevo che quel momento sarebbe arrivato.

“No!”

La vidi sbiancare e premette improvvisamente sull’acceleratore.

“Alexa cosa succederebbe se-“

Iniziò a sputare fuori le parole con la stessa rapidità di un irrigatore.

“Mamma, no, non ne abbiamo bisogno.”

“È sterile?”

Se avessi avuto dell’acqua in bocca l’avrei sputata.

“Mamma! No! Sono ancora vergine!”

Un improvviso sorriso le comparve sul volto.

“Che caro ragazzo.”

Mi rifiutai di aprire bocca per il resto del tragitto, che questa volta sembrò più lungo del solito.

“Leith!”

Appena entrai in camera mia, lo trovai steso sul letto, girato sul fianco, con la testa appoggiata sulla mano.

“Sono appena riuscita a convincere mia madre delle tue buone intenzioni e ti trovo così?”

“Non va bene mentire alle persone!” Disse con uno sguardo allusivo mentre si alzava per chiudere la porta a chiave.

“Mai fidarsi di un demone.”

Mi baciò, un bacio semplice, ma lento e sensuale.

“Ma questo lei non lo sa.” Dissi stendendomi sul letto.

“Ti va di andare ad una festa ad Halloween?”

Cambiai argomento mentre con lo sguardo seguivo Leith, che mi stava raggiungendo sul letto.

“Halloween è il giorno preferito dei demoni. Si mischiano perfettamente con gli umani e, dopo essersi divertiti un po' con loro, li uccidono. Sarebbe meglio restare a casa.”

Annuii un po’ rammaricata.
Non ci tenevo più di tanto ad andare a quella festa, ma da quando avevo stretto il contratto con Leith le mie azioni quotidiane si erano ristrette: ovunque andassi c’era pericolo.

“…ma se ci tieni tanto possiamo anche andarci.” Continuò Leith notando il mio mal umore.

“No, non è quello."

Scossi la testa per enfatizzare le mie parole.

"È che mi manca un giorno da umana.”

Non volevo che si sentisse in colpa, ma non avevo intenzione di nascondergli nulla.  Balzò di scatto in piedi.

“Noi andremo a quella festa!”

“Ma hai detto che è peric-“

“A cosa serve avere un mezzo demone come fidanzato allora?”

Aprì le braccia con un movimento teatrale, riuscendo a strapparmi una risata.

“D’accordo. Come ci vestiamo?”

“Ho un’idea…” Disse con un ghigno fiero.

“Che bell’idea vestirsi da Dracula e…la sua preda…?” Disse Reiki allegramente, ma un po’ perplessa.

“Già, è stata una sua idea.”

Indicai Leith mentre mi aggiustavo il canino finto con il pollice.

“Beh, cosa stiamo aspettando?”

Reiki mi tirò per il polso trascinandomi all’interno della casa, ma Leith mi fermò stringendomi il braccio e precedendomi. Oramai ci eravamo ben addentrati nella casa, mischiandoci alla gente, quando mi sentii chiamare. Con mio stupore vidi in lontananza Samantha, vestita da sposa cadavere e Damy, vestita da strega, che mi salutavano agitando la mano. Dopo l’ultima volta che ci eravamo incontrate in ospedale, io e Damy non avevamo più avuto l’occasione di parlarci, ma ero sicura che presto l’avremmo fatto, poiché avevamo ancora un discorso in sospeso.
Non sono mai stata una grande fan del ballo, quindi, sempre accompagnata da Leith, mi diressi verso la zona buffet. Reiki invece si fiondò sulla pista iniziando ad ancheggiare e mettendo in mostra le sue sinuose curve, accentuate dall’attillato vestito in vinile rosso. Un diavolo perfetto.

“Vuoi?” Dissi porgendo a Leith un bicchiere di punch rossastro che presunsi dovesse ricordare il sangue.

“No, grazie. Non amo gli alcolici, e questa sera il vampiro sei tu.” Disse sollevando un sopracciglio.

“Non dirmi che non reggi l’alcol!”

Lo stuzzicai.

“No-“

Una voce lo interruppe.

“Leithian!”

Un ragazzo alto quanto Leith, dagli occhi grigi e dai capelli argentei, si avvicinò a Leith, abbracciandolo con fare fraterno.

“Kalinette! Da quanto tempo!”

Improvvisamente l’attenzione del ragazzo passò su di me.

“Oh! Chi è questa fanciulla?” Disse avvicinandomisi un po’ troppo.

“Alexa, la mia fidanzata.” Disse fermamente Leith, quasi con un tono di sfida.

“Oh! Perdono Milady.” Disse, quello che sembrava essere un vecchio conoscente di Leith, avvicinando le labbra al dorso della mia mano.

Le rusche in pizzo del suo abito in stile vittoriano mi solleticarono il palmo. Accennai un sorriso di circostanza e guardai Leith confusa, sperando che potesse chiarirmi le idee.

“Andiamo in camera mia.” Continuò Kalinette. 

“Potremo parlare meglio.”

Leith annuì e iniziò a seguirlo, assicurandosi che io fossi dietro di lui.

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