1 - Come prima

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Le pareti di roccia erano fredde, ruvide. Vi erano incastonati una miriade di cristalli colorati a dare un senso di calore che però era solo e puramente illusorio; essi sprigionavano luce propria e rendevano quel luogo magico e speciale come nessun altro, una semplice stanza scavata nella pietra chiara grande e solitaria.

Il rumore di una cascata donava all'ambiente un'atmosfera rilassante e calma, lì c'era solo pace che nessuno poteva infrangere. E poi, una splendida distesa di erba e fiori variopinti unici dava vitalità, che in realtà non c'era mai stata se non per quella unica figura che abitava lì, completamente sola.

Non aveva alcun potere magico in sé e questo le faceva apprezzare ancora di più la magia che la circondava in quel grande ma piccolo posto solo suo e isolato.

I suoi capelli erano viola, un colore inusuale a dirla tutta, ed erano corti fino poco sotto al collo; le piaceva agghindarli con tutti i fiori che aveva intorno, era uno dei suoi passatempi. I suoi occhi invece erano blu come la notte, penetranti ma vivaci e pieni di vita e meraviglia, la pelle chiara in contrasto con quell'abito scuro che indossava quel giorno semplice come lei.

Era costretta a rimanere lì senza nessuno. Anche se non le dispiaceva per niente, era unica nel suo genere e il suo destino era quello, lei lo capiva e l'aveva sempre accettato. Forse altre persone non avrebbero mai capito perché continuasse a stare lì sapendo che poteva andarsene quando voleva ormai. O quasi, poiché aveva ancora un compito da svolgere e lo prendeva molto seriamente.

Sorrise, fissando la parete rocciosa davanti a sé come tantissime altre volte, così maestosa e imponente. Conosceva ogni singola imperfezione di essa ormai per quanti secoli avesse passato ad ammirarla stando chiusa lì.

– Vediamo un po'.– disse alzandosi da quel prato fiorito su cui era rimasta seduta raggiungendo la roccia e fermandosi a svariati metri di distanza senza smettere di sorridere. Continuava a fissare un'immagine incisa sulla superficie piuttosto dettagliata e il cui significato non le era per niente ignoto: delle linee blu notte come i suoi occhi, e che sembravano formare un cielo stellato, tracciavano le forme di due ragazze; i loro corpi erano perfetti, semplici, divini, ed essi erano racchiusi in un cerchio come a voler simboleggiare un ciclo continuo, un'ordine.

– Dea Bianca, Dea Nera.– disse la solitaria ancora sorridente facendo un inchino in segno di rispetto per qualche secondo, sollevando poi il volto e avvicinandosi ancora e guardando ciò che le due figure avevano all'altezza dei loro petti, proprio all'altezza dove vi era il cuore: delle gemme speciali, una bianca da venature viola chiaro e una nera anch'essa da venature di .quel colore divino.

– Siete tra i Salir e gli Yarix di nuovo eh?–

Si alzò in punta di piedi e allungò il braccio per sfiorare le pietre, ed entrambe si illuminarono come ad aver sentito le sue parole. Poi tornarono normali e lei si diresse di nuovo al suo posto, seduta tra i fiori profumati.

– Siete pronte Dee primordiali, vi aspetterò.– disse ancora prendendo una rosa nera accanto a sé tra le dita e guardando la raffigurazione di quella che era la Distruttrice, staccando i delicati petali morbidi e lasciandoli volare trasportati da un leggero vento verso una meta ignota.

– Raggiungimi nel mondo d'incanto,

nel giardino ormai dimenticato...–

   

Casa, un luogo dove essere sé stessi, da soli o in compagnia. Un luogo che non sempre indica dove si è nati ma dove vivono le persone a cui si tiene particolarmente, o così, come spesso accadeva, aveva letto nella sua vita. Lei invece, stava dove era rimasta per anni e anni da sola, dove l'energia in sé era al suo massimo splendore.

Il lieve vento spirava sulla pelle accompagnato da un tepore così rassicurante donato da raggi dorati e familiari. E poi, il rumore delle foglie che incontrano quel soffio caldo, una lama che intaglia il legno con maestria, l'acqua fresca che scorre e dona vita ad ogni pianta ed essere vivente.

Lama? Aprì gli occhi e il sole fu subito la prima cosa che vide come altre ed infinite volte. Sentì sotto di sè l'erba che le solleticava la pelle sul quale era stesa a riposare come di consuetudine, poi di nuovo quel rumore che non si aspettò di sentire. Era lontano e con esso un'aura lieve appena percettibile. Qualcosa o qualcuno di non autorizzato era nel suo mondo.

Scattò subito a sedere preoccupata, era alquanto strano che il portale per l'Eden fosse stato varcato così semplicemente da altri che non erano la Dea Bianca o le Creature Chiare. Eppure, la cosa le sembrò in un certo senso familiare senza però riuscire a capirne il perché, inizialmente.

Spiegò le sue ali candide che talvolta riflettevano i lieve raggi del sole colorandoli appena di viola, lo stesso colore dei suoi occhi chiari che osservavano il paesaggio del suo mondo alla ricerca dell'anomalia.

Alberi maestosi e rigogliosi le cui foglie rosa, azzurro, oro e bianco si muovevano seguendo il vento armonioso, le piccole Creature Chiare svolazzavano in giro lasciando una lieve scia dorata di luce accompagnando le anime provenienti dagli Abissi Infernali di coloro che non avevano ceduto ai demoni alla reincarnazione o ad una nuova vita. Non solo le persone ma anche gli animali. Apparivano semplicemente dal nulla e questo di tanto in tanto faceva arrabbiare qualche piccola creaturina dovendo volare da una parte all'altra dell'Eden, il quale era piuttosto vasto.

La Dea Bianca le poteva aiutare per quanto poteva in quanto la sua magia rischiava di dare problemi alle anime se ci stava troppo a contatto, ad esempio non reggevano il suo potere e si scioglievano come neve al sole, oppure rimanevano fin troppo incantati da lei volendo rimanere in eterno in quel mondo magico. E ovviamente non era permesso, ogni cosa doveva avere un inizio e una fine, nulla era totalmente eterno.

Persino i due poteri Supremi morivano e nascevano ogni giorno, in un certo senso, ogni qualvolta che un essere moriva e rinasceva, alimentando la loro magia che rimaneva perciò stabile seguendo un ciclo, solo che era percettibile e ancora il concetto non era chiaro neppure alle due Dee.

Kyra sapeva che anche per la Dea Nera lo stare troppo a contatto con le anime fosse pericoloso, lei poteva però catturarle, rapirle dai corpi vicino alla morte se ne trovava nelle vicinanze. Non aveva ancora capito però se fossero le anime a chiamare la corvina a loro o viceversa, forse entrambe le cose? Aveva conosciuto abbastanza dalla Distruzione, più di quello che si era mai aspettata di poter conoscere, e sapeva che la sua personificazione era folle e con strane idee per la testa talvolta, come quella di entrare nell'Eden.

Rimase per un attimo ferma a mezz'aria quando la vide e riconobbe la sua aura, un punto nero in mezzo alla luce. Non si domandò cosa ci facesse lì né perché o come, non inizialmente perlomeno. Come prevederlo? Erano passati tre anni, undici mesi e due settimane dall'ultima volta che si erano viste, da quando si erano salutate. Per la precisione, millequattrocento tredici giorni, li aveva contati ad ogni sorgere del sole.

E, dopo tutto quel tempo, cosa poteva fare se non raggiungerla e abbracciarla ancor prima che l'altra potesse anche solo rivolgerle uno sguardo? Le sue mani fredde che le toccarono la pelle, una alla schiena e l'altra tra i capelli candidi, il suo profumo inconfondibile, il suo battito calmo. E poco dopo le sue labbra familiari sulle sue. Sarebbe rimasta così in eterno pur di sentirsi a casa. Perché, sì, l'Eden era il luogo in cui era nata come essere pensante, cosciente, ma il suo cuore di energia apparteneva a quella Dea casinista. Con lei si sentiva davvero a casa, un luogo dove sentirsi al sicuro e sé stessi.

– Come diamine hai fatto ad entrare?– si staccò da Sheera scioccata e più che ben sicura di ciò che le si presentava dinnanzi una volta che realizzò il tutto. Guardò la ragazza dai capelli corvini stupita, nessuno poteva entrare in casa sua senza il suo permesso, specialmente se aveva un'energia opposta alla sua, come aveva fatto? Ora che ci penso non è la prima volta, ecco perché mi era familiare...

– Ma buongiorno anche a te, ce ne hai messo di tempo dormigliona.– le disse Sheera ridacchiando e incurante della sua presenza improvvisa in quel luogo luminoso. Stava tranquillamente seduta come se fosse normale per lei ritrovarsi lì.

– Non mi hai risposto.– insistette la chiara.

– Se te lo dicessi non mi permetteresti più di tornare in quel modo.– ribatté l'altra furba e facendola sbuffare. Così appoggiò il mento sulle braccia a loro volta appoggiate al suo ginocchio arresa, sapendo che non avrebbe mai saputo niente da lei, osservandola attentamente dopo settimane, mesi. Ancora non ci credeva.

La sua pelle era cadaverica come era sempre stata, i suoi occhi viola scuro erano accesi e pieni di energia. I suoi capelli neri erano cresciuti ancora, come i suoi d'altronde, e le cadevano morbidi lungo la schiena. I suoi lineamenti erano cambiati appena ma non le erano nuovi poiché avevano entrambe finalmente l'aspetto di millenni addietro.

Lo sguardo di Sheera rimase fisso su un pezzo di legno che stava intagliando con un piccolo coltello che creava quello struscio che l'aveva svegliata e messa in allerta da lontano, prima di spostare l'attenzione su di sé.

– Che c'è?– le chiese la corvina un po' infastidita dal suo sguardo scrutatore che non rivolgeva spesso a lei. Parlò con la sua solita voce fredda, annoiata e che nascondeva così tanto di sé.

– La tua bellezza mi strega.– le disse sincera e un po' timidamente. Sheera sorrise appena invece dopo quelle parole e le si avvicinò mordendole il collo come era solita fare, un gesto che ormai le era naturale dopo tutto quel tempo passato con la chiara che aveva di fronte a sé, finalmente. Aveva passato le notti ad osservare il cielo negli Abissi Infernali e aspettare che il tempo scorresse. Le era sembrato lento e a tratti immobile per la precisione tanto da averla innervosita quelle volte che non era riuscita a non pensare alla chiara.

Una parte di sé era stata bene e in splendida forma senza un'energia positiva intorno a sé potendo tornare ad essere la Distruttrice quale era; dall'altra invece era stato semplicemente insopportabile non averla in giro, nei paraggi. Molte volte aveva voluto varcare il portale del suo mondo oscuro per addentrarsi nell'Eden. In qualche modo Lilith e Damon l'avevano convinta ad aspettare ma solo perché l'energia negativa in eccesso di Eathevyr e del Regno Assoluto non era stata raccolta e serviva per riportare l'ordine negli Abissi Infernali, altrimenti l'avrebbero lasciata affrontare le conseguenze della sua impazienza.

– Come sempre.– le sussurrò sulla pelle lasciandole il suo respiro su di essa, sapeva che l'avrebbe fatta impazzire, e la consapevolezza di avere quel potere sull'altra era una cosa unica. Kyra le accarezzò il volto quando la vide vicino a sé e l'altra non si lamentò, guardandola negli occhi.

– Come va negli Abissi Infernali? Se sei qui è tornato tutto normale.– le chiese inclinando la testa di poco incuriosita.

– Abbastanza, a parte Damon che ha cominbinato non so cosa e ora sta male. Dovrei controllarlo come fosse un bambino per come si è conciato.–

Kyra ridacchiò al suo sbuffare infastidita dopo quelle parole.

– Ma ora lo stai lasciando solo.–

– Che si arrangi, è grande abbastanza e sa ciò che non deve fare. Non posso controllare ogni singola Creatura Oscura che mi rimane, conoscono i loro compiti o peggio per loro.–

– Anche se appena tornerai negli Abissi Infernali ci sarà tutto il mondo ribaltato?– ridacchiò la chiara immaginandosi già la scena. Damon non si faceva di certo problemi a sfidare la Dea Nera, l'aveva sempre fatto.

– Ha ha, divertente.–

Kyra sorrise e la avvicinò a sé dandole di nuovo un bacio, dolce e lento.

– Quasi quattro anni senza te sono un incubo.– le sussurrò sulle labbra Kyra una volta staccatasi.

– Mh, per me un sogno.–

Sheera si beccò un colpo in testa dopo quelle parole e ridacchiò prima di darle un veloce bacio a stampo. Le era mancata ma non l'avrebbe mai ammesso fino in fondo, l'orgoglio delle Creature Oscure non si poteva mettere da parte in quelle circostanze. Anche se la chiara era più che in grado di cambiare le cose. Solo per poco magari, ma poteva.

– Significa che ora possiamo andare dagli altri.– ipotizzò la Dea Bianca pensierosa.

– Si sta così bene nella tranquillità, tutto il silenzio, il buio...– iniziò a lamentarsi la corvina che si alzò in piedi incamminandosi verso il portale candido. Stava iniziando a diventare fastidioso stare lì in mezzo alla luce e non voleva stare altro tempo lì.

– Eddai, non vedo Nissa da troppo tempo, e tu Nath se è per questo.–

– Ok ok, basta che non mi importuni.– sbuffò per l'ennesima volta.

La chiara la vide sbadigliare appena subito dopo.

– Non hai dormito eh?– le chiese sapendo già la risposta, sentiva la sua stanchezza in effetti.

– No. Dai muoviti prima che cambi idea e inizi a cercare qualcuno da far fuori.–

Kyra si alzò e la prese subito per mano trascinandola fuori dall'Eden e raggiungendo l'Infinitus che non vedeva da molto tempo. Appoggiò poi la mano sull'enorme portone del suo mondo pacifico e chiaro una volta varcata la soglia, in quel modo nessuno sarebbe potuto entrare, o perlomeno la cosa valeva per le Creature Oscure, anche se al momento solo la loro Dea aveva trovato un modo di intrufolarsi.

Le varie venature si illuminarono leggermente e si sentì un clak netto. Dopodiché, Kyra si dissolse in nube e fece lo stesso l'altra. Erano cambiati i mondi nel frattempo? Tutto si era sistemato per davvero come loro avevano percepito da lontano non potendo uscire dai loro luoghi d'origine?

  

– Muoviti Sam!–

– Sì sì, arrivo!–

Il giovane Salir dai capelli bruni scese velocemente le scale di casa raggiungendo il gemello che lo stava aspettando già da parecchio e anche un po' spazientito in cucina. A Dan non piaceva essere in ritardo a differenza di Sam che non guardava mai l'orario, nemmeno per le cose importanti. Spesso era Dan a doverglieli far ricordare. In più mancava poco per la fine degli studi per loro, ed era spesso agitato facendo tutto di fretta. Anche se l'ansia pre-esami era in anticipo di due anni in lui, era Sam a doverlo calmare ogni tanto essendo il più tranquillo tra loro.

– Quanto sei lento!– si lamentò mordicchiando una matita con dei fogli tra le mani il gemello dai capelli più scuri, facendo sbuffare l'altro.

– Dovresti rilassarti.–

– Tu muoviti e basta.–

Dan gli lanciò una mela che cominciò a mangiare senza aggiungere altro mentre raggiungevano la scuola stringendosi nelle loro pellicce calde. Agraq, così come l'intero Regno Assoluto, aveva colori spenti con l'arrivo della stagione fredda, il cielo sempre nuvoloso, l'aria che gelava il corpo. I loro animi, tuttavia, erano ancora vivaci e scoppiettanti di energia in contrasto con l'ambiente circostante; in più tutto il villaggio si stava preparando ad una grande festa organizzata per divertirsi, e non accadeva da anni.

Purtroppo il portale per il mondo degli Yarix sarebbe rimasto chiuso per qualche altra settimana e non avrebbero potuto parteciparvi i nuovi amici alati ma avrebbero rimediato al loro arrivo come ogni volta. Ormai tra le due specie si era creato un bel legame in quegli anni, ogni cosa era così perfetta.

Sam vide Nissa all'entrata della scuola quando finalmente arrivarono, e la ragazza era come intenta a ripassare qualche cosa. Sembrava ancora una studentessa agitata per un'interrogazione che avrebbe dovuto affrontare a breve anche se non era esattamente così.

– Non ti serve studiare ancora quegli appunti, li sai già a memoria sicuramente.– ridacchiò quando la raggiunsero, Dan che si aggiunse al fratello, entrambi che si beccarono un'occhiataccia.

Quell'anno dopo aver passato mesi e mesi nelle sue ricerche ad Eathevyr, i Superior, avendo visto il suo lavoro e le prime bozze del libro che stava scrivendo, l'avevano incaricata di viaggiare per il Regno e spiegare semplici concetti riguardanti gli Yarix e i poteri Supremi, di modo che potessero esser apprezzati senza esser visti come nemici a causa della loro magia, senza paure.

Così la giovane aveva raggiunto principalmente le scuole e le piazze dei piccoli villaggi, ed Agraq era l'ultimo in lista cosicché potesse riposare a casa di Nath una volta terminato. Raramente si era fermata per tutto quel periodo, stando anche lontano dalla sua famiglia e il suo ragazzo.

E poi, Nissa trovava ancora Agraq una cittadina libera e spensierata rispetto alla capitale, specie con l'assenza di Sheera, la Dea Nera che aveva creato agli abitanti dei problemi senza che ne fosse cosciente. Da quando era andata via l'aria tra le persone si era fatta meno tesa.

In sé però c'era ancora molto dell'alta società come il suo portamento, i suoi modi di fare, i suoi studi; tutto il villaggio sapeva della sua posizione sociale, una ragazza proveniente da una famiglia importante della capitale del Regno Assoluto. La voce che il figlio del panettiere fosse il suo ragazzo erano girate in fretta. Spesso le persone la salutavano quando camminava per strada e lei non sapeva se per cortesia o per essere nelle sue grazie, in qualche modo.

– È un compito importante, in pratica sono la voce dei Superior.– disse lei quasi severa ai due, prendeva molto seriamente il suo lavoro.

– Sei più divertente quando non hai le tue ricerche in mano.– si lamentò Sam sbuffando e andando con il fratello in classe, mentre lei sorrise nervosa. Poi guardò il cielo e sorrise di nuovo quando pensò alla sua amica.

Non si vedevano da così tanto e si chiedeva se fosse cambiata nel tempo, cosa aveva fatto. Sarebbe tornata presto? Perché sapeva che sarebbe tornata, Kyra manteneva le promesse, sempre. Per un attimo però si distrasse dai suoi pensieri quando le parve di essere osservata, portandola a guardarsi intorno ma non vedendo altro che studenti ritardatari. Sarà stato il vento, e poi sono così agitata che mi faccio paranoie!

Scosse la testa e la campanella suonò subito dopo dando il via alle lezioni e la ragazza si affrettò ad entrare nell'istituto dopo aver fatto un respiro profondo. Avrebbe girato per tutte le classi e parlato con occhi luminosi e curiosi come sempre, sentendo l'ansia diminuire, sapeva che ogni volta era così e che non doveva preoccuparsi troppo. E anche questa sarà una lunga giornata.


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Buongiornissimo! Sono viva per quanto non sembri ma sono solo dettagli questi. Scusate l'assenza di questi mesi ma non mentirò, non sto bene come un paio di anni fa, non avevo le forze nè la mente a posto per tornare a scrivere.

In queste ultime settimane invece ho ritrovato di nuovo la mia via di fuga nella scrittura e mi sono portata avanti abbastanza per potervi finalmente dare una bella notizia: ogni settimana, più precisamente di sabato, pubblicherò un capitolo di questa storia così avrete un capitolo a settimana da leggere assicurato... o magari due, vedremo :)

Non vedo l'ora che possiate leggere la nuova versione e che la possiate amare come lo sto facendo io nel scriverla. A presto!

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