2 - Continui sguardi

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La porta fece rumore quando Sheera entrò nel vecchio panificio della famiglia del suo migliore amico. Le sembrò strano tornare in quel luogo in cui si era presentata tutte le mattine nella sua vita da Salir dopo tutti quei mesi, eppure eccola lì a guardarsi intorno e a notare quanto l'ambiente fosse cambiato dall'ultima volta: tutto era più accogliente, nuovo, curato, le vetrine più grandi e piene di prelibatezze.

I profumi erano gli stessi invece, erano così familiari e la riportarono indietro nel tempo a quando, quelle rare volte, aveva dato una mano all'interno dei forni pur di non tornare a casa tra le campagne e passare il tempo a proteggere Nath.

Fin da ragazzina, in quella vita sotto forma di Salir, era riuscita ad accumulare abbastanza denaro che le avrebbe permesso di andarsene da Agraq come aveva sempre sperato di fare, o questo era stato il suo desiderio prima di ricordare chi fosse realmente.

Quando il Demone fu sconfitto e tornò a salutare Nath, poco prima di andarsene, era riuscita a dargli tutti i suoi risparmi tra cui qualche moneta d'oro rubata in giro da borse, pellicce e venditori. Non gli disse quel particolare però, aveva rifiutato quella somma inizialmente prima di essere obbligato dalla Dea e non avrebbe mai accettato ancor di più se lo avesse saputo.

Gli affari dovevano essere migliorati anche grazie a quanto guadagnato a Stavira a casa di Andreas e Sarah, e forse anche Nico aveva iniziato a lavorare di più con il fratello e Peter il quale, sorridendo e scherzando con i clienti, assecondava le loro richieste come sempre.

La ragazza si levò dal volto il cappuccio della mantella scura che indossava e che le aveva tenuto nascosto il viso, mettendosi poi le mani nelle tasche dei suoi pantaloni in pelle aderenti neri tipici da cacciatrice di taglie come il toppino a mostrare parte del suo addome, i guanti dalle dita scoperte, stivaletti alla caviglia. Forse non erano più che altro le lame che aveva sparse tra la cintura e la gamba destra ad attirare l'attenzione delle sei persone vicino al bancone davanti a sé, quanto alla sua presenza.

Parlavano tra loro mentre la osservavano e lei non poté non ignorarli, scrutandoli. Riconobbe in mezzo al gruppetto la donna a cui aveva versato il tè bollente addosso anni addietro e quando ci ripensò ridacchiò appena non sentendosi minimamente in colpa per quanto accaduto, e la donna parve capire il motivo del suo sguardo dagli occhi neri profondi ed inquietanti.

Però poi la corvina fece finta di niente guardandosi ancora attorno nonostante sentisse gli sguardi non staccarsi da lei, le diedero fastidio. Se non la smettono avranno l'onore di essere sgozzati dal Male in persona senza nemmeno saperlo.

Studiò per un attimo il corpo che sentiva sempre più suo in modo da distrarsi, così freddo, agile, forte e veloce. Si tolse la mano sinistra dalla tasca e guardò quell'anello che aveva all'anulare e che non si era mai tolta, poi le sue unghie nere come la pece. Chissà se mi ci abituerò mai a stare in questa forma... Le faceva ancora un po' uno strano effetto, dopo anni e anni passati come spirito incorporeo, essere in carne ed ossa.

– Eccomi di nuovo qui, scusate l'attesa.– disse Peter sbucando dal retro con delle cassette che diede ai presenti. La notò subito, come non farlo con una figura vestita interamente di scuro e che tutti stavano fissando?

– Oh, Sheera!– esclamò lui sorpreso. Non si spense il suo sorriso però, salutandola calorosamente oltre le vetrine come era solito fare.

– Quasi quattro anni che non ti si vede qui!– continuò contento.

– Già, non si sapeva nemmeno se fossi viva. Sei sparita nel nulla.– disse uno dei presenti con un tono tra lo stupito e il preoccupato.

– Si stava bene senza la mia presenza, è questo che vorresti dire vero?– ridacchiò lei maligna guardandolo appena prima di riportare l'attenzione su Peter.

– Ti hanno presa come cacciatrice di taglie, niente male.– riprese la conversazione lui mentre i clienti uscirono e facendone entrare degli altri. Le voci che la combinaguai di Agraq fosse tornata sarebbe volata in fretta. Nessuno aveva avuto sue notizie, chi sapeva doveva aver fatto finta di niente.

– Hai da fare qui?–

– No, giusto una pausa dal lavoro.– fece spallucce lei. Peter sorrise e annuì, intuendo che finalmente il Bene e il Male erano in equilibrio. Nessuno sapeva dell'identità delle due Dee se non i contatti più stretti, per quello Sheera aveva deciso di fingersi una cacciatrice come aveva fatto spesso nella sua vita da incorporea, quando si era mimetizzata tra i Salir.

– Sei qui per Nath? Dovrebbe essere nei paraggi, era andato con Nico a prendere il nuovo carico di farina.– la informò intuendo per quale motivo fosse là, non certo per lui o per avere del pane da mettere sotto i denti quando per lei il sangue era di gran lunga meglio e più saziante. E anche senza smettere di sorriderle calorosamente. Nonostante le parole che gli avesse rivolto anni prima, a quando avrebbe dovuto affrontare il Wix ancora rinchiusa in quella cella angusta, l'aveva perdonata quando sentì tutta la sua storia dal figlio, quel suo essere instabile e fuori controllo, la sua vera natura.

– Ci si vede.– lo salutò prima di uscire stiracchiandosi appena e attendendo poco distante dall'ingresso il ragazzo appoggiata al muro, le braccia al seno. Odio quando mi guardano così! Non hanno altro da fare se non fissare questi Salir impiccioni pensò alzando gli occhi al cielo quando notò essere osservata, di nuovo, da tutti i passanti.

Fortunatamente la sua voglia di sgozzarli fu placata dalla figura familiare del suo amico e ridacchiò appena: Nath teneva una pila di sacchi tra le braccia che gli impedivano di vedere oltre il proprio naso, poi altri tre volteggiavano dietro di lui in fila grazie alla sua magia. Peccato che uno di essi gli sfuggì dal controllo e cadde proprio davanti alla Dea che lo guardò sorpassarla.

A momenti sarebbe scivolato a terra se non fosse che riuscì ad appoggiare i sacchi che teneva a terra per riprendere fiato. Era diventato più alto di qualche dita e forse, trasportando carichi pesanti, era riuscito a farsi un po' di muscoli visibili quando erano in tensione. Ma, a parte la pelle di poco abbronzata e i capelli più folti e lunghi, nulla era cambiato nei suoi occhi e lineamenti. Doveva esser merito dell'incantesimo della pseudo immortalità, in effetti anche Peter non era cambiato granché.

– Ne hai dimenticato uno.– gli disse rimanendo ferma nella sua posizione. Lui si bloccò dal contare confuso il carico appena sentì una voce tremendamente familiare, maliziosa e ammaliante. La fissò, e inizialmente non si rese conto di chi avesse di fronte fin quando non fece un passo indietro come a non volerci credere.

Sheera scosse la testa divertita e lo raggiunse per scompigliargli i capelli e pulirli dalla farina che cadde. Dovette essere il suo tocco a risvegliarlo, difatti prese il corpo freddo della ragazza per i fianchi facendola fare quasi un giro per aria. Anche se, una volta con i piedi per terra, si ritrovò con una lama alla gola.

– Non ti azzardare a farlo di nuovo in vita tua.– lo minacciò soffocando una lieve risata, Nath che invece rise di gusto. Sentiva in lui quanto fosse stupito e felice, euforico.

– Sei davvero qui!– esclamò abbracciandola forte. Poco dopo si staccò da lei facendo un passo indietro per osservarla; era in fermento, la Dea sentiva il suo battito correre dall'emozione.

– Ma guardati! Da quando sei così?–

Era a dir poco ammirato dalla sua amica. Anche lei era diventata più alta e il suo corpo era tonico, snello, i suoi lineamenti più maturi e ammalianti. Quella ragazza stregava chiunque molto più degli anni precedenti. Sembrava diversa, o forse lo era.

– È il mio aspetto reale, lo stesso di secoli fa. Significa che sono a posto ora. Stessa cosa vale per Kyra.–

– Rimarrete così per sempre quindi?–

Sheera annuì prima di ritrovarsi di nuovo in un abbraccio, scuotendo la testa ridacchiando e giocherellando con qualche ciocca bruna del ragazzo.

– Ehi Nico!– chiamò poi il giovane alzando un braccio e muovendolo per aria in modo tale da attirare l'attenzione del fratello minore intento a raggiungere i sacchi di farina che il maggiore aveva appoggiato, abbandonando lì i suoi.

– Ma chi è tornata.– disse il corvino squadrandola, la ragazza che fece altrettanto. Era cresciuto anche lui e assomigliava ancora di più a Nath, probabilmente la fila di ragazze che gli girava intorno era aumentata in quegli anni.

– Porterai altri guai?– domandò e Sheera sorrise maliziosa.

– Devo pensarci un po' su ma non verrò di certo a dirlo ad un ragazzino.–

Nico scosse la testa e alzò gli occhi al cielo, ancora non gli piaceva ma come dargli torto?

– Abbiamo del lavoro da fare in realtà, e questi pesano. Prima li portiamo dentro e prima siamo liberi.– provò a dire il corvino per convincere il fratello a tornare ad aiutarlo, anche se Nath avrebbe preferito stare con la sua amica. Dopotutto, era parecchio che non si vedevano, quante cose erano successe?

– Già.– sbuffò Nath passandosi una mano tra i capelli. A quel punto Sheera ridacchiò e schioccò le dita. Subito dopo i sacchi svanirono nel nulla.

– Sono al loro posto ora.– disse, Nico che la fissò stupito.

– Come...–

– Teletrasporto, ragazzino.–

Nico la guardò truce, l'aveva fatto solo perché aveva sentito che entrambi erano stanchi di lavorare per quel giorno, e poi il freddo iniziava a farsi sentire.

– Beh, a questo punto noi andiamo. Ci vediamo a cena!– salutò in fretta Nath contento poggiando un braccio sulle spalle di Sheera e trascinandola via con sé in giro per la piazza del paese.

– Allora, che combini qui?– domandò la ragazza un po' curiosa prendendo una lama dalla cintura e iniziando a giocherellarci tranquilla mentre passeggiavano un po'. Lui fece spallucce e spiegò.

– Aiuto mio padre come sempre quando sono qui ad Agraq, ovvero quasi sempre. Capita che una o due volte al mese vada con Nissa a Stavira dai suoi genitori per qualche giorno, sai, per i ricevimenti e cose del genere. Al momento abbiamo questo accordo con suo padre. Ultimamente, poi, lei sta scrivendo un libro basato sulle sue ricerche e a breve verrà pubblicato, suo padre vuole fare una grande festa. E il fatto che dovrò esserci mi preoccupa. Non sono abituato a tutta quella gente così sofisticata.–

Era come se il tempo non fosse effettivamente trascorso, che in fondo la Dea Nera fosse rimasta con lui. In parte era così grazie alla collana che Sheera aveva dato al ragazzo, il quale la portava al collo ogni giorno, non se l'era mai tolta da quando le era stata donata.

Quando si sentiva solo andava spesso sopra il tetto di casa sua ad osservare il cielo e a giocherellare con quella catenella argentea parlando come se la ragazza avesse potuto sentire le sue parole. A volte accadeva, Sheera aveva sentito qualcosa negli Abissi Infernali di tanto in tanto.

– Perché raggiungiamo la scuola?– domandò confusa quando se ne accorse.

– Nissa è lì ora, dovrebbe uscire tra poco.–

– A proposito.– iniziò lei maliziosa.

– Come va con la biondina?–

Nath sorrise subito felice, era sincero e lei ne fu felice.

– Benissimo, sua madre mi adora. Suo padre ancora non capisco se si sia messo l'anima in pace o meno.–

– Hai provato ad entrare nelle loro grazie facendo qualche ricetta di famiglia?– ridacchiò prendendolo in giro e beccandosi una lieve spinta da lui. Poco dopo però la Dea iniziò a sentirsi agitata a causa degli infiniti sguardi dei ragazzi oltre i cancelli della scuola in attesa di poter tornare a casa. Era proprio un luogo che non sopportava.

Poi un fruscio nell'aria e dopo un corpo avvinghiato a sé, i suoi sensi sopraffini che si attivarono in un istante. Si staccò immediatamente da quel tocco allarmata prima di rendersi conto chi avesse davanti e di fare una strage.

– Non farlo più. Stavi già per morire.– disse seriamente al ragazzino che riconobbe essere Chris poco dopo grazie alla sua aura, guardandolo con occhi agghiaccianti e tono aggressivo, le sue fiamme nere alle mani che fece svanire subito dopo per evitare di esser notata. Nemmeno Nath si aspettò quella reazione ma, evidentemente, ora che aveva di nuovo tutto il suo potere era più pericolosa e i suoi sensi più reattivi, in allerta.

– Scusa, non volevo. Ti ho vista e non sono riuscito a trattenermi.– disse lui un po' preoccupato e dispiaciuto ma dagli occhi luminosi e contento di vederla. Lei alla fine scosse la testa e sospirò, avvicinandosi per abbracciarlo sentendo in lui quel desiderio. Non era più un bambino, la sua voce stava diventando più profonda, ormai le arrivava poco sotto il seno. Era sempre stato più basso dei suoi coetanei ma la Dea sapeva che li avrebbe raggiunti presto, lo percepiva e il suo istinto non sbagliava mai.

– Mi mancavi. Anche alla mamma.– le disse lui saltellando contento.

– Ne ho dei dubbi.– rispose lei accigliata e voltandosi appena verso Nath che ridacchiò.

– Muoviti e vai a casa, Marcus si lamenterà altrimenti.– aggiunse poi scompigliandogli lievemente i capelli biondi.

– Ci siete stasera, vero?– domandò lui già speranzoso di qualche cosa. Non ci volle molto per lei capire a cosa si stesse riferendo, le bastò leggergli la mente: quella sera la famiglia di Nath era invitata da Dyiara a cenare a casa loro. A quanto pareva sembravano esser tutti diventati amici in quei mesi.

– Non ho nulla da fare.– fece spallucce lei, vedendolo poi allontanarsi felice.

– Quindi avete legato un po'.– pensò ad alta voce lei, Nath che annuì.

– Quando il portale è aperto si aggiungono anche Evelyn e i suoi fratelli. Oh, dovrebbe essere lei!– esclamò d'un tratto notando una figura familiare uscire dai cancelli. Sembrò anche guardarsi intorno come alla ricerca di qualcosa o qualcuno, o meglio, era così.

Spesso Nissa trovava il suo ragazzo fuori ad attenderla e insieme raggiungevano la panetteria dove finalmente lei poteva rilassarsi dopo una giornata sfiancante. Non era semplice tenere l'attenzione dei più piccoli e, caso volesse, erano proprio loro gli ultimi che incontrava ogni volta.

– Eccoti qui.–

Nissa sentì delle mani sui fianchi che riconobbe subito essere di Nath, poi il suo respiro caldo sulla spalla. Le sembrava di conoscerlo da molto di più di tre anni, e in parte odiava ammetterlo ma doveva dar ragione alla sua amica Dea quando le aveva presentato il giovane, dicendole che sarebbero stati una bella coppia e molto affiatata. E in effetti era così. Entrambi erano solari e con quegli occhi verdi curiosi, la voglia di vivere. Erano diversi solo per la posizione sociale, e forse Nath era più paziente di lei e meno chiacchierone.

– Stavo iniziando a perdermi tra la folla.– ridacchiò lei voltandosi e lasciando un bacio casto sulle sue labbra calde felice di vederlo.

– Com'è andata oggi?–

– Abbastanza bene, sono solo un po' stanca. Sono troppo agitati quei ragazzini.–

– Tu che fatichi a tenerli a bada? Ma che ti sta succedendo?– disse una voce dietro di loro ridacchiando e Nissa si voltò subito riconoscendola. No, sto sognando, per forza!

– Kyra?– esclamò scioccata quando vide una figura avvicinarsi a loro. Inizialmente pensò di essersi immaginata tutto ma il sorriso della ragazza davanti a sé era troppo reale per esserlo e in breve si fiondò addosso alla chiara in un abbraccio, per poco non la fece cadere.

Le era mancata tantissimo quella Dea luminosa, che scoppiò a ridere, così come alla chiara era mancata la sua amica Salir con cui non aveva mai pensato di poter legare quando era ancora uno spirito incorporeo. Il calore, le risate, i sorrisi, le parole d'aiuto.

– Sei così... Wow!– disse estasiata la bionda osservandola mentre si asciugò le lacrime che riuscirono a fuggire dal suo controllo. Era come cresciuta, più radiosa e calma.

– Anche voi non siete male, vi trovo in forma.–

– Aspetta.– la interruppe l'amica. Sembrò essersi accorta solo in quel momento che la Dea Bianca fosse tornata tra loro.

– Sei seriamente qui?– domandò come scesa dalle nuvole. Kyra e Nath scoppiarono a ridere nuovamente.

– Sì, a meno che tu non abbia visioni a caso.– la prese in giro facendo ridere ancora di più il ragazzo.

– Come stai? Tutto bene?– continuò Nissa felice.

– Certo. Devo solo capire come ha fatto Sheera ad entrare nell'Eden senza il mio permesso prima che venissimo qui ma per il resto non ho problemi. Non ho nemmeno idea di dove sia finita, l'ho persa di vista appena siamo arrivate.–

– Oh, era qui con me fino a qualche secondo fa ma è sparita a quanto vedo. Però l'ho persa di vista anche io.–

Kyra scosse la testa tranquilla, sapeva dove fosse la combinaguai, sentiva la sua aura nei paraggi.

– È più distante, non le piace questa massa.–

I due Salir annuirono e tutti e tre iniziarono ad avviarsi per la loro strada scambiando qualche parola. La Dea disse loro che finalmente tutto era in ordine, ogni energia e potevano passare un po' di tempo tra i Salir e gli Yarix. Anche se sarebbero dovute tornare nei loro Mondi magici per evitare che l'equilibrio potesse essere nuovamente compromesso.

– La solita asociale.– ridacchiò Kyra quando trovò il suo opposto appoggiata ad un tronco d'albero in una via più tranquilla intenta ad aspettarli.

– Non parlare troppo tu.–

Sheera si mise affianco alla chiara lasciandole un morso sul collo per ripicca lasciandola lamentare, di nuovo. Dopodiché notò il saluto di Nissa che ricambiò con un semplice sguardo.

– Sapete già quanto starete qui?– chiese Nath curioso. Appena arrivate e già ti preoccupi di quando ce ne andremo? pensò la corvina scuotendo la testa divertita e rispondendo.

– Forse tre settimane, se tutto va bene.–

– È abbastanza per passare del tempo insieme allora.–

Sheera sbuffò, Kyra che la prese a braccetto ridacchiando. Avrebbe voluto starsene per i fatti suoi, si era abituata negli Abissi Infernali a stare sola e invece lì non avrebbe potuto farlo più di tanto. L'unica cosa positiva era che non doveva stare con persone che odiava troppo.

– Andiamo? Ho anche fame ed è ora di cena tra poco qua da voi, e ho sentito che fate una specie di festa a casa dei gemelli.– disse Kyra portandosi una mano allo stomaco che a momenti brontolava e Sheera le morse la guancia. Ma ci hai preso proprio gusto! pensò la chiara massaggiando dove le doleva.

– Mangiona.– sentì dire dalla corvina.

– Come scusa?– esclamò guardandola accigliata. Già solo vedere le due Dee guardarsi in quel modo fu familiare e nostalgico per i due Salir.

– Muoviamoci prima che ti sbrani la Dea Nera.– disse ridacchiando Nissa.

– Mh, non mi dispiacerebbe a dirla tutta.– disse Kyra sorridendo maliziosamente alla corvina che ricambiò, come non farlo? Lo vide perfettamente il suo pensiero nascosto, quel desiderio che solo la Distruttrice poteva vedere e soddisfare. E mentre camminavano verso la casa di Marcus e Dyiara, Sheera osservava il paesaggio notando che era cambiato lievemente: al posto di fragili alberelli ora c'erano alberi più robusti come piante che prima non c'erano state e crescevano rigogliose, si sentiva ancora qualche uccellino canticchiare nonostante la stagione fredda che era alle porte.

Brivido lungo la schiena, sensazione fredda. Di nuovo... Sheera si fermò e si voltò, catturando l'attenzione di Kyra che le prese la mano per quello strano comportamento, fermandosi con lei.

– Stai bene?– le domandò preoccupata. Anche se ormai il Demone era stato sconfitto, Kyra aveva sempre la paura che quello potesse essere solo un sogno, un'illusione momentanea. E ogni volta si riprendeva quando sentiva il tocco della corvina sulla sua pelle come in quel momento.

– Sì. È che continuo a sentirmi osservata da quando siamo nel Regno Assoluto.– le rispose Sheera di fretta guardandola sentendo le sue preoccupazioni.

– Beh, è normale considerando che non ci vedevano da parecchio. E devi dirmi ancora come hai fatto ad entrare nell'Eden.–

La corvina non disse niente e continuò a camminare, portando la mano della chiara tra la sua alle labbra e lasciandole un bacio lieve. Questo insospettì la chiara ancora di più.

– Come mai così affettuosa oggi? Dov'è finita la tua essenza maliziosa e menefreghista?–

– Cerco di farti dimenticare quella questione.– ammise la corvina con uno sguardo furbo.

– Prima o poi dovrai dirmelo, sai? È già la seconda volta che lo fai, mi ricordo.–

– No mai, non mi corromperai e lo sai, quindi arrenditi.–

Kyra alzò gli occhi al cielo, ci avrebbe riprovato più avanti poiché l'idea che potesse mettere in pericolo sé stessa come aveva fatto lei in passato non le piaceva proprio per niente. Poteva solo sperare.

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Ed eccoci qua come promesso con un capitolo! (Non nego che non sapevo nemmeno fosse sabato fino a cinque minuti fa, ops!). Come state iniziando a vedere, i capitoli (quasi tutti) saranno pressoché di questa lunghezza ma so che sembreranno comunque brevi per voi curiosi ahaha. Tranquilli, è solo l'inizio :)

Ci si vede!

Ps. Mi sono impegnata a fare l'aesthetic di Sheera

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