3 - Visione

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– Kyra!–

La ragazza dai capelli bianchi si ritrovò un Chris affettuoso ad abbracciarla quando arrivarono tutti e quattro alla casa in cui Sheera aveva passato l'infanzia e l'adolescenza, e proprio a quest'ultima non entusiasmava molto l'idea di stare lì a dirla tutta ma almeno aveva un posto in cui stare senza dare troppo nell'occhio poiché Dyiara si era sempre offerta di ospitare le due Dee quando necessario. Non che la cosa fosse indispensabile in quanto sapevano benissimo come cavarsela in quel mondo. D'altronde, l'avevano fatto nella loro vita precedente.

– Ehi, ciao! Quanto sei cresciuto.– esclamò lei contenta di avere persone intorno dopo tanto, sentire la vita scorrere intorno a sé. Chris sollevò lo sguardo fissandola negli occhi con un sorriso smagliante prima di staccarsi e fiondarsi sulla corvina, di nuovo. Evidentemente nutriva un particolare affetto per la Dea Nera e la cosa la metteva a disagio, così come molte altre situazioni con Nath. Non era abituata d'altronde e solo con la Dea Bianca tutto era diverso, anche se aveva impiegato molto tempo ad abituarcisi.

– Ci avete messo tanto a tornare.– si lamentò lui mentre Nissa sorrise e aprì la porta entrando in casa come molte altre volte assieme a Nath.

– Che ci facevi fuori da solo?– gli chiese Sheera invece notando che si stesse stringendo nella propria pelliccia dal freddo.

– Ti stavo aspettando.–

– Muoviti ad entrare, rischi di beccarti un malanno.– lo rimproverò appena con tono annoiato.

– Ma tu sei più scoperta di me!–

– Io sono diversa, negli Abissi Infernali questo è niente.–

Chris si staccò da lei ascoltandola, o forse la Dea lo obbligò con la magia senza che potesse rendersene conto, ed entrò in casa saltellando allegramente.

Non ti ammali, eh? le disse Kyra guardandola accigliata.

– Fino ad ora non è mai successo, Ky. Il freddo è pur sempre il mio elemento.–

C'è sempre una prima volta cara Distruttrice.

Ti muovi o vuoi tornare all'Eden seduta stante?

Mi scusi, non era mia intenzione offenderla, chiedo umilmente perdono. Mi risparmi.

Kyra fece una faccia dispiaciuta e innocente, inchinandosi leggermente come a chiedere la sua grazia. Era di buon umore a quanto pareva e riuscì ad influenzare anche la corvina.

Idiota. ridacchiò infatti spingendola leggermente lontano da sé e facendola ridere. Poi la chiara le avvolse le braccia intorno al collo avvicinando il suo corpo al suo. Si sentiva così felice nell'averla intorno.

Lo sai che ti amo, vero Neera?

Mh, purtroppo.

Kyra le diede un bacio dolce e casto inizialmente ma la corvina sembrò volere di più approfondendolo, anche se fu interrotto dalla voce di Nath.

– Ehi voi due, vi muovete?–

– Rischi la morte così.– lo minacciò truce la sua amica guardandolo freddamente.

– Me ne farò una ragione.– ridacchiò lui invece voltandosi. Kyra a quel punto si staccò dall'altra di malavoglia ed entrarono in casa. Non era cambiato granché, tutto era al suo posto come era sempre stato.

Sheera ricordava ancora le grida di Dyiara quando in passato aveva provato a spostare qualcosa anche solo per un attimo quando viveva con loro. Era una donna precisa e molto rompiscatole, specialmente quando si trattava di lei, che non l'aveva quasi mai lasciata in pace. Era sempre stato un battibeccare. Fortunatamente o sfortunatamente le cose erano cambiate.

– Oh, buongiorno.– le salutò Marcus vedendole in cucina visibilmente sorpreso. Non se lo aspettò evidentemente, nessuno aveva avvisato del loro arrivo.

– 'Giorno anche a voi.– salutò la Dea Bianca sorridente e venendo abbracciata da Dyiara contenta di vederla. Era l'effetto che la sua magia aveva sugli altri e la seguì subito quando la donna le chiese aiuto per qualche cosa, venendo raggiunta da Nissa e Nath, Marcus che uscì di casa probabilmente per lavoro.

– Sam, Dan! Venite!– chiamò Chris ad alta voce in fondo alle scale per chiamare i fratelli al piano di sopra che purtroppo non furono molto d'accordo e non gli risposero subito. Probabilmente erano intenti a studiare.

– Non veniamo a guardare uno dei tuoi incantesimi.– gli disse Dan ad alta voce al secondo tentativo di attirare l'attenzione dei maggiori.

– Dai! Non è per quello.– brontolò il più piccolo mettendo il broncio, Sheera che gli si avvicinò sospirando e schioccando le dita. Poco dopo si sentirono le voci spaventate e preoccupate dei gemelli che subito corsero verso le scale con tutta fretta, Dan che addirittura scivolò e cadde a terra, ritrovandosi davanti una figura familiare interamente di scuro.

– Sheera!– esclamò quando la riconobbe, lo sguardo misto tra il terrorizzato e lo stupito, oltre che il fastidio.

– Mi piacerebbe spesso farvela pagare per quello che avete combinato quando ero qui. Essere vendicativa è anche la mia specialità, sapete?– disse lei di rimando con un sorriso malizioso e maligno con svariate idee per la testa, le braccia al seno. Sam aiutò il gemello ad alzarsi ed entrambi le mostrarono un sorriso giusto per gentilezza ed educazione; non erano rimasti così tanto contenti del suo incantesimo che mostrava nella realtà le paure più grandi pur di distrarli dallo studio e ascoltare il minore. E un po' lo aveva fatto per noia, aveva voluto portare per un attimo il caos a modo suo.

– Non ci aspettavamo di vedervi dopo tutto questo tempo.– le disse Dan sistemandosi i capelli scompigliati. Entrambi erano più alti e maturi, la Dea lo sentiva anche dalla loro aura. Forse erano ancora dei combina guai per certe cose, i vecchi vizi non potevano essere cancellati dall'animo di una persona, chi meglio di lei poteva saperlo?

Fece spallucce e si mise le mani in tasca andando un po' in giro per la casa lasciandoli lì mentre un profumo delizioso si propagò ovunque, anche se non catturò la sua attenzione come per gli altri. Stando negli Abissi Infernali si era riabituata in fretta a nutrirsi solo di sangue, morte ed energie negative come faceva un tempo. In quel modo recuperò velocemente tutto quello che aveva perso con la sua parte mancante che aveva dato forma al Demone.

Intanto che pensava alla sua vita da finta Salir, ammirò tutt'intorno a sé: i quadri erano tutti al loro posto come sempre, i fiori freschi cambiati ogni tre giorni nei loro vasi di terracotta e ceramica, tanti soprammobili messi in ordine in tutta la casa secondo il gusto della padrona di casa. E poi la sua camera chiusa quasi isolata da tutto. Non ci era entrato più nessuno da quando era andata via, glielo aveva riferito Nath. Fu un bene dato che, dalla fretta, Sheera non aveva potuto portare nel suo mondo ciò che non voleva che gli altri vedessero, tutte le sue cose private.

Il suo sguardo si fermò all'improvviso su una pietra grigiastra sul mobile accanto all'ingresso. Era la prima volta che la vedeva e percepita un'aura strana proveniente da essa mai sentita. Era come contrastante con sé stessa, eppure non era possibile. Curioso, dev'essere qui da poco o non ci ho mai fatto caso, non che io sia una attenta a questo tipo di dettagli.

Si avvicinò e la prese in mano e appena la toccò sentì i suoni farsi ovattati fino a sparire del tutto. Il silenzio l'avvolse, in breve un'immagine davanti a sé, nella sua mente: una parete di roccia ruvida e fredda, la stessa che teneva in mano, aveva un incisione simile ad un disegno luminoso di un color notte con tanti puntini bianchi come ad essere un cielo stellato.

Era un cerchio abbastanza grande, al centro due ragazze di profilo dello stesso colore e all'altezza dei cuori di ogni figura c'erano due gemme: una nera e l'altra bianca. Le sembrava di aver già visto qualcosa del genere ma non era totalmente così. Lo sapeva. Continuava a studiarlo alla ricerca di un indizio che la facesse ricordare, invano. Cosa significava? Raggiungimi disse una voce senza che se ne accorgesse. L'aveva già sentita.

– Kyra.– chiamò qualcuno, uno dei gemelli.

– Sì?–

La Dea Bianca andò all'ingresso percependo nell'aria uno strano senso di tensione e preoccupazione, cosa c'era che non andava?

– Non ci ascolta, sembra da tutt'altra parte.– spiegò Sam quando lo raggiunse nel piccolo ingresso e sembrava un po' confuso guardando Sheera. La chiara la osservò, in mano aveva una normalissima pietra grigia da cui non staccava gli occhi, ed essi non mentivano: erano vitrei, e poteva essere causato solo da una visione. Non capitava spesso durante il giorno bensì quando dormivano in cui i loro sensi erano meno in allerta.

Le si avvicinò all'istante e le toccò il braccio. La sua mano calda la risvegliò subito, la vide fare un passo indietro come colta di sorpresa e le cadde la pietra dalle mani facendo rumore. Scosse la testa poi e si guardò per un attimo attorno leggermente spaesata, era normale.

– Stai bene?– le chiese l'altra Dea dai capelli candidi e annuì.

– Sì sì, tranquilla.– le disse con troppa fretta guardandola. Ma Kyra capì quello sguardo, significava che le avrebbe parlato più tardi quando sarebbero state da sole senza Salir intorno che potessero disturbarle. Cos'era quell'immagine? Perché c'erano i nostri nomi e simboli?

   

Accogliente fu forse la parola giusta per descrivere quella serata alla fine. La famiglia di Nath era arrivata puntuale alla casa in campagna portando con sé dolci come erano soliti fare, e in poco tempo si riunirono a tavola: Dyiara e Amanda, la madre di Nath, iniziarono subito a parlare di cucina, i due fidanzatini dagli occhi verdi invece risero e scherzarono assieme a Nico e le due Dee ad ascoltare, i gemelli a discutere amichevolmente con Peter e Marcus lasciando i più piccoli ai loro spensierati sogni per il futuro.

C'era stato calore tra le persone e armonia e così tanta energia positiva che saziò Kyra in poco tempo. Non si unì a loro nell'assaggiare i favolosi piatti cucinati con cura da Diyara ma fece compagnia ascoltando i loro racconti e quanto accaduto in quegli anni e di tanto in tanto, sotto il grande tavolo della sala attorno al quale erano tutti riuniti, poggiava la mano sulla gamba della corvina seduta al suo fianco sentendo la sua perenne agitazione.

Evidentemente Sheera doveva abituarsi di nuovo ai piccoli inconvenienti dello stare in mezzo alle persone, quali i loro battiti cardiaci allettanti. Li sentiva anche quando non voleva talvolta e doveva cercare di distrarsi ed evitare di prestarci troppa attenzione o la sua fame si sarebbe risvegliata. Era come un animale selvaggio, i suoi sensi erano in allerta sempre a causa dei Demoni negli Abissi Infernali in cui cercava di evitare che le scombinassero i piani, rimanendo sull'attenti involontariamente pronta a rimetterli in riga a modo suo.

Una lieve folata di vento gelido mosse appena la luce delle candele che illuminavano la stanza per qualche istante appena percettibile, poi una presenza per la quale Sheera scosse la testa quasi incredula e già su di giri.

– Ecco dov'eri finita, sei andata via senza dire una parola!– sentì dire da Lilith, la sua demone seduttrice di fronte a sé ad osservare la scena in parte scettica e in parte fredda. Si soffermò ovviamente su Kyra riservandole un sorrisetto schifato e provocatorio, la Dea che alzò gli occhi al cielo. Tutto nella norma.

– Ciao Lilith.– la salutò Nissa per cortesia.

– Piccola Salir, il suo amichetto con la famigliola, ci siete tutti!– continuò la bruna quasi ignorandola.

– Ti vuoi unire?– domandò Diyara. Non l'aveva vista spesso, non sapeva nemmeno chi fosse a momenti. Aveva solo sentito parlare Nath e Nissa di una giovane donna simile a Sheera e l'avevano descritta piuttosto bene.

– Uh, cibo!– esclamò infatti la demone notando lo stufato nella pentola posta al centro del tavolo. Non se lo fece ripetere di nuovo e accettò, mandando giù all'istante il primo pezzo di carne che trovò nel piatto che la padrona di casa le diede. Poi sorrise maliziosa guardando la sua Dea, la quale la stava fissando tenendo il volto appoggiato ad una mano, l'altra a tamburellare sul tavolo per niente contenta della sua presenza lì.

– Qui c'è il tuo zampino, riconosco quando cucini tu.– le disse la mora con fare compiaciuto e affamato.

– Cucina negli Abissi Infernali? Non vi nutrite di energia negativa?– domandò Nico confuso nel sentirla, e ovviamente seduto il più lontano possibile dalla Dea Nera che rispose in quanto Lilith fu troppo impegnata a mangiare con avidità, o meglio trangugiare, dopo che le cedette il posto, Kyra che cercò di non stare troppo vicino al suo nemico naturale.

– Sì ma a volte non basta. Il cuore dei demoni non è molto semplice da mangiare quanto quello degli animali che scarseggiano dalle nostre parti. L'unico modo per renderli abbastanza commestibili è stufarli.– spiegò Sheera come fosse la cosa più naturale dei Mondi, rimasero tutti per un attimo colpiti e straniti.

– Mangiate i vostri simili? Come i cannibali intendi?– chiese disgustato Dan, Sheera che fece spallucce.

– A volte ci sono demoni che disubbidiscono e fanno una brutta fine. È un peccato sprecarli.– ammise lei come fosse una cosa scontata.

– Capiterà un paio di volte ogni tre mesi se va bene.– aggiunse invece Lilith soddisfatta del suo pasto. Raramente si saziava di cibo vero in quel modo.

– E a proposito di disubbidire.– continuò la corvina poggiando le mani ghiacciate sulle spalle di Lilith quando notò il piatto vuoto.

Ti ricordo che un tempo non potevate uscire dal portale e la cosa varrebbe anche ora. Perciò ti conviene avere una scusa valida per essere qui.– le disse all'orecchio seria chinandosi quel che bastava. Non le piaceva molto che le Creature Oscure vagassero così con semplicità per i mondi. O meglio, potevano farlo solo se anche Sheera era all'esterno, e poi solo Lilith e Damon sapevano come fare ma la cosa non la entusiasmava comunque.

– Quell'idiota continua a lamentarsi, chiede se hai qualcosa di più potente per farlo riprendere.– sbuffò la bruna e facendo alzare gli occhi al cielo all'altra.

– Forse nella caverna ad est, un'ampolla rossa con un liquido grigio. Vedete se funziona. E non voglio vedervi qui a meno che non ve lo dica io.

Lilith borbottò ma prese la mano della Distruttrice appena lei fece per allontanarsi e la fissò negli occhi senza dire una parola. Sheera sapeva cosa significasse: voleva parlare, e se ne aveva bisogno qualcosa la turbava o non andava.

Così le fece cenno di seguirla e, prima di allontanarsi, scompigliò appena i capelli candidi di Kyra come a volerle dire che tutto era a posto, che non doveva preoccuparsi avendo notato il suo sguardo confuso e di chi voleva capire cosa stava accadendo.

– Non ti piace che io sia qui senza il tuo permesso, lo so, ma... iniziò a dire Lilith quando furono sole e nella penombra davanti la camera della corvina, la quale le poggiò l'indice sulle labbra fermandola subito.

La demone non ne capì il motivo, vide solo la sua Dea fissare l'ingresso della sala dove erano tutti gli altri e da cui provenivano. –Azzardati ad ascoltare e te ne pentirai dopo, Creatrice. comunicò telepaticamente senza problemi e alcuno sforzo. –Non sto facendo niente.– sentì in risposta dalla voce calda del suo opposto e con tono fintamente innocente. –So che capisci la Lingua Oscura, Ky. insistette. –Guastafeste. sembrò dire l'altra come in uno sbuffo. Erano pur sempre esseri opposti con compiti totalmente contrastanti e non dovevano sapere troppo le mosse l'una dell'altra.

– Vai avanti. diede il permesso a quel punto Sheera non sentendo più la sensazione di essere ascoltata lungo la spina dorsale, la demone che proseguì.

– Abbiamo rilevato qualcosa di strano sia qui in questo mondo che ad Eathevyr in alcuni istanti. Sembrerebbe essere un'energia negativa proveniente dagli Abissi Infernali. Appare e scompare ad intermittenza a volte.

La corvina la fissò accigliata e con le braccia al seno.

– Non è la tua aura, anche se è stata più percepibile da quando sei tornata tra i Salir ma non è come in passato. La riconosco. Sono sicura che fosse altro. aggiunse subito Lilith vedendola annuire lievemente pensierosa.

– In effetti ho avuto una strana sensazione delle volte, come se fossi osservata. ammise ripensando al suo arrivo alla casa di pietre. Non aveva detto niente al riguardo a Kyra o gli altri ma anche durante il resto della giornata le era capitato di innervosirsi per quella sensazione fastidiosa. Per non parlare di quella visione. Non è un caso.

– In più il portale per l'Oblio è stato quasi violato, è come se qualcuno abbia provato ad uscire o entrare. Senza riuscirci, ovvio.–

Non era una novità che le anime dannate tentassero di fuggire dalla loro dannazione, accadeva tutti i giorni e innumerevoli volte. Eppure, l'espressione di Lilith abbastanza tesa, cosa rara, fece incupire la Dea. Non era da lei proprio per niente.

– Dici che sta accadendo qualcos'altro?– tentennò nell'ipotizzare la castana, Sheera che sospirò e scosse la testa. Da quanto accaduto con Shedan era meglio non dare nulla per scontato e accertarsi su qualsiasi cosa. L'istinto delle Creature Oscure era in grado di avvisare molto prima rispetto alle Creature Chiare riguardo i pericoli e le anomalie, non era da sottovalutare.

– Non lo so, meglio non andare subito a conclusioni affrettate. Tenete d'occhio il portale come sempre, nel caso notate altro vedrò di persona.

– Non privarti troppo della tua vita sotto vesti di Salir. le lanciò come frecciatina Lilith beccandosi uno sguardo glaciale dalla Distruttrice, facendole abbassare lo sguardo appena e facendole sfuggire uno sbuffo annoiato poco prima che svanisse in una nube scura.

Non capiranno mai perché sto qui quei demoni! scosse la testa Sheera passandosi una mano tra i capelli neri, riportando lo sguardo sulla pietra che aveva toccato. E se stava davvero per accadere qualcosa? Anche quella volta Kyra aveva avuto una visione e io non avevo smesso di sentirmi seguita pensò guardandosi le mani prima di sistemarsi per ritornare in sala come se niente fosse accaduto. Vediamo il destino cosa vuole da noi stavolta.

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