4 - Segni magici

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L'aria tornò in breve ad essere di nuovo calda dopo che Lilith se ne andò. Continuarono a chiacchierare anche mentre tutti sistemavano per aiutare quando il sole svanì all'orizzonte. Anche Chris e Chez cercarono di dare il proprio contributo nonostante sembrassero piuttosto assonnati, la scuola quel giorno doveva esser stata pesante. Alla fine Kyra riuscì ad incantarli e a convincerli a lasciar fare a loro dopo l'ennesimo tentativo di Marcus di mandarli a riposare fin quando non avessero finito, dovendo salutarsi, e gliene fu grato.

Scoprirono anche che avere delle Dee in casa fu più che d'aiuto, dopotutto erano in grado di fare incantesimo con una facilità innata essendo loro stesse la magia: grazie a Kyra le candele non si consumarono per niente, come se avessero vita infinita, e il calore sprigionato dal suo corpo lentamente si espanse ovunque senza farli morire dal freddo che il suo opposto rischiava di portare, la quale invece fece volteggiare con semplicità tutti i piatti, bicchieri e quant'altro per aria portandoli al lavandino, lasciando che si lavassero da soli grazie ad un altro incantesimo.

Riuscì anche a sentire quali delle amate piante di Diyara fossero vicine alla morte e la donna le curò subito grazie alla sua magia, aiutato da Nath che non riuscì a veder soffrire in quel modo quei fiori che Sheera avrebbe più che volentieri trasformato in qualcosa di più pericoloso. Così riuscirono a finire in fretta e a salutarsi mentre la notte mostrava il suo manto stellato.

– Ehi Neera.–

Kyra avvolse le braccia intorno al collo della corvina, il mento poggiato sulla sua testa rimanendo in piedi, l'altra seduta a tavola in cucina intenta a disegnare con un paio di piccoli fuochi scarlatti fluttuanti non staccando minimamente lo sguardo da quello che stava facendo troppo tesa.

Erano sole, tutti dormivano ormai essendo notte fonda e la corvina non riusciva a dormire come molte altre volte, dovendo distrarsi in qualche modo. E qual'era maniera migliore se non starsene tranquilla a disegnare anziché creare il suo amato caos per la quale avrebbe avuto il suo opposto contro?

– Non hai mangiato granché stasera.– le disse la chiara sulla pelle sentendo il suo profumo inconfondibile.

– Non avevo fame in realtà, ero solo agitata.–

Non disse altro al riguardo, d'altronde non si sfamavano più di tanto di cibo reale per sopravvivere, le fu solo strano vederla silenziosamente per i fatti suoi senza nemmeno ribattere in malo modo a qualcuno.

– Cos'è?– le chiese poco dopo.

Kyra fu distratta dal disegno insolito che vide davanti a sé. Allungò il braccio verso il foglio, toccando la figura appena tracciata dall'altra incuriosita. Non era solita raffigurare qualcosa del genere, così minuziosamente.

– È quello che ho visto quando ho preso quella pietra. Non so cosa sia.– le rispose lei sapendo cosa stesse per chiederle.

–È come se l'avessi già visto.–

–Sì infatti, ma non è così. La cosa è alquanto strana.–

Guardò bene l'immagine, un cerchio decorato con al centro due ragazze, tutto di un color notte se non per due cristalli, nero e bianco.

– Se lo giro così...– continuò la corvina mentre ruotò il foglio capovolgendolo.

– Si riconoscono due parole nella nostra lingua, i nostri simboli.–

E aveva ragione, la decorazione del cerchio creava due segni ed erano esattamente i loro, li riconobbe subito.

– È... Curioso. Perché dovrebbe esistere una cosa del genere? E poi siamo le uniche a parlare in questa lingua, giusto?–

– Non ne ho idea ma non mi piace. O forse mi sto facendo problemi inutili.–

Poi Sheera lasciò la sua matita sul tavolo e toccò con la mano fredda il braccio della chiara.

– Hai freddo? Sei ghiacciata.–

– Mai quanto te se per questo.–

La corvina le tolse le braccia da sé e si levò la camicia che aveva indosso, dandogliela subito e rimanendo con solo una maglia nonostante la bassa temperatura della notte. Era normale per lei.

– Prendila tu, ho caldo. Non so come facessi quando abitavo qui nella stagione calda in pieno sole.–

Kyra le sorrise e si mise sul divano poco più in là a guardarla una volta misasi addosso l'indumento, assaporando quel profumo inebriante e irresistibile come fosse la prima volta che lo sentiva, rimanendone ammaliata.

Vederla disegnare la rilassava ogni volta, osservarla concentrata e tranquilla, il sistemarsi dietro l'orecchio una ciocca di capelli scuri che le andava sul volto dandole fastidio, le labbra morbide che avrebbe voluto mordere e baciare all'infinito, i suoi occhi viola attenti e fissi sulla carta, la sua mano che indirizzava la matita con movimenti eleganti come le linee che tracciava.

– Sta ferma.– le disse Sheera quando si mosse, guardandola per qualche secondo prima di tornare a lavorare sul foglio che aveva appena preso. Kyra eseguì e non si lamentò, iniziando a parlare non sopportando il silenzio a lungo.

– Perché non torni a cantare? La tua voce è così bella, delle volte mi manca. Arrivava anche nell'Eden, ricordi?–

– Perché non torni a suonare invece?–

– Lo facevo da Andreas e Sarah.–

– Ah sì, come alla festa che senza di me non sarebbe esistita.–

Kyra alzò gli occhi al cielo e la vide ridacchiare senza smettere di tracciare segni sulla carta a lei insignificanti dalla posizione in cui trovava. Ricordava ancora quella festa, quando aveva sentito o suoi occhi sulla pelle quando si erano baciate per la prima volta dopo millenni senza memoria.

– La mia voce serve per ammaliare Ky, lo sai. Se cantassi per troppo potrei obbligare qualcuno a fare delle cose senza rendermene conto.–

Vieni qui.– le disse invece la chiara. Sheera sbuffò e si alzò dopo essersi sistemata i capelli per l'ennesima volta e raggiunse l'altra sedendosi affianco a lei che si girò leggermente toccandole i capelli scuri e morbidi, iniziando a farle una treccia. Anche se si ritrovò a giocherellare con qualche ciocca corvina, le piaceva toccarli essendo rilassante.

– Era bella la tua musica, con il violino.– continuò la Dea Nera pensierosa.

– Penso sia lo strumento che preferisco di più in effetti. Lo scoprii grazie ai Salir.–

– La sentivo anche negli Abissi Infernali delle volte la tua melodia.–

– Davvero?–

– Già. E rilasciavi troppa energia positiva e scombussolavi il mio mondo.–

Kyra ridacchiò sentendola sbuffare infastidita da quel ricordo e le avvolse le braccia intorno alla vita una volta finito il suo lavoro, il volto sulla spalla. Era bello riaverla con sé, sentire il suo corpo accanto al suo.

– Mi ami combinaguai?– le domandò nonostante sapesse la risposta, ma era troppo bello per essere vero.

– Mh, è una domanda a trabocchetto nel senso che poi mi chiedi quanto? L'ho già sentito chiedere da un sacco di donne ai loro mariti negli anni e io non ci casco.–

Sheera la guardò accigliata una volta voltatasi ma l'altra sapeva che lo faceva apposta e le baciò il collo scoperto, così irresistibile. Senza che se rendessero conto, Kyra finì con l'essere seduta sull'altra, un bacio ad unirle, le loro lingue che si toccavano e vagavano per quel sentimento ardente che non si spegneva mai.

La corvina si staccò da lei solo quando furono senza fiato, baciandole il collo sapendo che fosse uno dei suoi punti deboli, difatti la sentì sospirare e alzare lievemente il volto. Le morse lievemente un punto preciso vicino all'incavo, prima di assaggiare la sua pelle rosea, calda, lasciandole un segno evidente.

Dentro di sé quel fuoco inestinguibile bruciava, il desiderio della chiara lo sentiva alla perfezione alimentando ulteriormente il suo. Erano state troppo tempo distanti ed era parsa un'eternità, ironico che a dirlo erano proprio due Dee con secoli alle spalle.

Kyra era in completa balia del suo tocco freddo ma l'unico che volesse sulla sua pelle, sentendo le dita sui fianchi mentre le prese il volto tra le sue di mani baciando le labbra lievemente gonfie della corvina, famelica. Secoli addietro non avrebbe mai pensato di poter finire in una situazione del genere, l'essere vittima della tentazione.

– No, ferma.– riuscì a dire tornando per un attimo lucida quando Sheera spostò la mano dal fianco raggiungendo il suo ventre sotto la maglia che indossava. Il suo respiro era pesante e per la Dea Nera era una soddisfazione, il corpo del suo opposto reagiva in maniera così diversa da quella dei suoi demoni. Loro cercavano un contatto con il suo potere distruttivo tramite il piacere, le ferite. Ma quella Dea no, lei cercava la sua essenza, la sua anima per fondersi con la propria ed era una sensazione unica

– Non qui.– aggiunse Kyra quando notò il suo sguardo lussurioso e confuso. La vide sorridere maliziosamente, i suoi occhi brillare di una luce strana. Cosa le stava passando per la testa?

– Hai paura che gli altri sentano?– la provocò leccandosi le labbra in modo così sensuale che l'altra deglutì appena cercando nella sua memoria come si respirasse.

– Loro abitano qui, hanno le loro vite e...–

– Imparerebbero che anche la Dea all'apparenza più innocente cada nelle mani della lussuria.–

Kyra le mise le mani sul volto sentendo il suo in fiamme, cosa che fece ridacchiare l'altra.

– Questa è la punizione per esserci incontrate, lo sai. Il nostro bruciare l'una per l'altra...– le sussurrò sulle labbra alla fine la corvina spostando le mani calde della Dea Bianca che sorrise e si perse nei suoi occhi.

– Lo rifarei ancora se tornassi indietro nel tempo. Non mi perderei i tuoi occhi scuri per nulla al mondo.– disse a quel punto la chiara prima di esser avvolta da una nube chiara che aveva evocato e che avvolse anche la sua energia sorella, facendole sparire da lì e apparire altrove.

– Una casa abbandonata da poco e deserta eh?– constatò la Dea Nera guardandosi attorno appena, il buio che veniva schiarito lievemente dalla luce che Kyra, davanti a sé, sprigionava.

– Questa mi è nuova.– aggiunse ridacchiando prendendo la chiara per i fianchi e avvicinandola a sé non volendo sentire distanze tra loro. Ne avevano avuto abbastanza, e anche l'altra non sembrava intenzionata a lasciarla, baciandola di nuovo ma stavolta con più foga prima di poggiarle una mano sull'addome e spingerla appena, obbligandola a sedersi su quello che sembrava un letto intatto che scriocchiolò.

– Ricordo che ti piacessero i rumori sinistri.– le disse Kyra ridacchiando a sua volta sedendosi sulle sue gambe e vedendola sorridere maliziosa, una sua mano fredda sulla schiena che si era subito intrufolata sotto la maglia, la sua lingua a tracciarle una linea sul collo che graffiò con l'altra mano facendola sospirare.

– Preferisco la tua voce a dirla tutta. ammise levandole impaziente gli indumenti con uno schiocco di dita e lasciandosi ammaliare dal suo corpo caldo con cui si mise a giocare tracciando una scia di baci dal collo fino ai seni, poi l'addome. Venne però fermata dall'altra che la obbligò a stendersi. Non che la cosa piacque molto a Sheera, la faceva sentire braccata e Kyra ridacchiò al suo sguardo completamente contrariato.

– Solo una cosa, non lasciare troppi segni come l'ultima volta che me l'hai fatta pagare o sei nei guai Distruttrice. le sussurrò sulle labbra vedendola mordesele maliziosa nel mentre che le levò lei di dosso i vestiti. Avrebbe ascoltato? Non ne aveva idea, le si annebbiò la mente nel momento in cui sentì le sue dita vagare di nuovo sfiorandole la pelle fino ad arrivare alla sua sensibilità per la quale soffocò un gemito.

– Spero tu sia cosciente del fatto che con la stagione fredda la notte sia più lunga, e che non ho intenzione di lasciarti scappare, dolcezza. la provocò la Distruttrice alzando il busto per lasciare che la sua lingua giocasse con uno dei suoi seni, poi la pelle, le labbra, gli incroci di sguardi. Aveva bramato quella Dea dal potere del bene così tanto, ogni giorno, e averla lì la faceva impazzire. Voleva sentire il suo profumo, il sapore della sua pelle che non riusciva a non baciare e accarezzare come la cosa più preziosa che avesse, la sua voce chiamarla, supplicarla di darle attenzioni e farla perdere nel peccato che le macchiava. Voleva vedere l'essenza dell'unica luce che riusciva a tollerare e che amava alla follia.

      

"Una musica lontana, dolce, soave, leggiadra, lenta. Sembrava un misto di note di un flauto, note delicate e trasportate da un vento lieve in sintonia con la melodia. Non sapeva cosa fosse, ne era solo rapita. Però aveva qualcosa di strano, magnetico ma spaventoso poiché più la ascoltava con attenzione più la melodia cambiava: da meravigliosa acquisiva una sfumatura sempre più cupa, inquietante. Da note lunghe e dolci a note graffianti, sofferte, urla di dolore, disperazione, caos, lacrime amare come il sangue.

– Attente...–

Una voce le sussurrò all'orecchio lieve. Non le sembrava totalmente nuova, di chi poteva essere?

– Chi sei?– domandò ma non ci fu risposta.

– Attente...– continuò sempre più lontana. Poi un'immagine le apparve all'improvviso nella mente: una ragazza dai capelli castano scuro. Era di spalle per cui vedeva solo il suo corpo armonioso. La sua attenzione fu catturata però dalla Spada della Morte che teneva in mano. Come faceva a tenerla quell'estranea? Perché ce l'aveva lei? Chi era? La conosceva? Quando si voltò a fissarla, come ad aver percepito la sua presenza, vide i suoi occhi ambrati e sentì una fitta al petto che le tolse il fiato senza una ragione logica per lei. Sul suo volto lacrime nere scendevano lentamente.

– Riportala indietro...– le disse con voce rotta."

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Ehilà! Oggi ero di buon umore e mi sono detta perché non pubblicare due capitoli? Sarà il bel tempo che mi sta dando la testa ahahaha.

A settimana prossima! <3

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