22 - Idee contrastanti

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Kyra sbadigliò per l'ennesima volta quel pomeriggio piuttosto stanca dopo aver passato il tempo tra stoffa e piani per un matrimonio perfetto. Non sapeva nemmeno perché la sua amica avesse iniziato ad organizzare ogni cosa senza nemmeno stabilire prima una data certa ma forse voleva distrazioni dalla malattia di suo padre, le pressioni sempre più frequenti dei suoi doveri come erede di un importante posto di lavoro ai piani alti di Stavira.

– Notte in bianco per caso?– le chiese Dan appena entrato nella cucina con affianco Nath, entrambi con cesti di cibo, probabilmente Dyiara aveva dato delle commissioni ai gemelli e avevano incontrato il figlio del panettiere per strada.

– Io direi una notte passionale.– disse Sam apparendo anche lui alla porta con un sorriso malizioso.

– Sta zitto.– gli ringhiò a momenti la Dea lanciandogli un'occhiataccia e lui ridacchiò.

– Non dirmi che non avete fatto niente per tutto questo tempo che siete di nuovo qui, non vi vedevate da quattro anni.- disse Sam in sua discolpa raggiungendo il fratello e aiutandolo. Fortuna che Sheera non è qui o gli avrebbe dato corda pensò la chiara scuotendo la testa e vedendo cosa poter fare per farli smettere di sghignazzare.

– Ho un'ottima mira, volete provare?–

Fece apparire sulla sua mano una fiamma bianca seria. Non sapeva perché ma non era di buon umore o comunque sé stessa quel giorno, che le era successo? Non c'era nemmeno brutto tempo che potesse influenzarla.

– No no, grazie.– dissero entrambi uscendo e lei spense la fiamma sbuffando, scompigliandosi poi i capelli bianchi. Rimasero solo lei e Nath poco dopo in quella casa silenziosa e lo vide sedersi di fronte a sé a tavola. Sembrava stanco e lasciò che la sua energia gli desse forza.

– Troppo lavoro?– chiese lanciandogli una mela lì accanto a sé.

– Già. Oggi almeno mi riposo. Mio fratello farà il mio turno. Sai, con la notizia del matrimonio tutta la mia famiglia vuole che me ne stia tranquillo ma non sono abituato a fare nulla.–

– Immagino, approfitta di questa situazione per essere servito e riverito allora.–

Entrambi risero. In realtà non avevano mai passato loro due il tempo da soli per davvero a pensarci, c'era sempre stata Nissa nel caso di Stavira durante la questione del Wix ad esempio.

– Almeno il morale è alle stelle da me, anche se i miei fratelli a momenti litigano per chi prenderà la mia camera quando me ne andrò.–

– Bhe, è un bel bottino in effetti.–

– Spero solo di aver fatto la cosa giusta.–

Kyra sorrise e poggiò la mano sulla sua come a rincuorarlo, scacciare i cattivi pensieri.

– Se è fatto con il cuore lo è, tranquillo. Come passo è grande ma sono sicura che non ve ne pentirete.–

Nath la ringraziò, erano d'aiuto le sue parole, la sua presenza. Cambiò espressione presto però, guardandola seria e lei non ne capì il motivo inizialmente. Anche se non le ci volle molto per sentirlo parlare di nuovo.

– So che è una domanda stupida e non dovrei dubitarne, ma ami davvero Sheera?–

Kyra inclinò la testa da un lato confusa. Glielo stava chiedendo seriamente? E perché solo lì in quel momento, a distanza di anni?

– Perché?– domandò e lui si passò una mano tra i folti capelli nel tentativo di sistemarseli.

– Beh, non è che alla fine ti conosca così tanto. Lei sì ma mi preoccupo un po' per la mia amica d'altronde. Le voglio bene e so che non parla molto di ciò che prova o che le passa per la testa quindi non posso parlarle di queste cose.–

Gli sorrise apprensiva e rispose tranquilla, non aveva nulla da nascondere.

– Non metterei mai in dubbio e mai lo metterò quello che provo. Delle volte la disintegrerei per quanto mi dia sui nervi ma, alla fine, amo ciò che è.–

Lui annuì e sorrise un po' imbarazzato.

– Scusa se te l'ho chiesto.–

Lei scosse la testa.

– Tranquillo, è capibile. Potrei chiederti la stessa cosa per Nissa per dire.–

Lui sorrise e fece spallucce alzandosi dalla sedia una volta finito la mela, stiracchiandosi un poco e vedendo Nissa sbucare con sua madre da qualche parte.

– Me la riporto a casa, così non dovrai più subirla.– disse invece dopo aver lasciato un bacio sulla guancia a Nissa che lo squadrò come offesa, facendo sorridere Kyra e Amanda, lei già con gli occhi luminosi. Erano troppo carini quei due insieme, voleva vederli felici per davvero.

Così, qualche istante dopo, la Dea Bianca si ritrovò completamente sola in casa. Marcus, che aveva scoperto essere un fabbro con poteri legati al fuoco e al metallo, era al lavoro già da parecchio; Dyiara era filata da qualche sua amica subito dopo aver trovato l'abito per Nissa, e anche Sheera era sparita chissà dove senza dire una parola. Aveva sentito dal suo corpo che aveva avuto necessità di muoversi, recuperare energia negativa. Non l'aveva fermata, era il suo compito alla fine.

Sospirò e si alzò sistemando l'intera casa con la magia con un solo schiocco di dita; si sentiva in colpa delle volte stare in quella casa come una rifugiata, sapeva che a quei Salir facesse piacere la sua presenza ma avevano le loro vite da mandare avanti, così come le Dee.

Un paio di giorni e dovremo controllare i Mondi pensò mentre si fece una coda alta raggiungendo la piccola camera della sua energia sorella, sistemando tutto quello che era rimasto fuori posto. Sapeva che alla padrona di casa non piaceva quello che Sheera chiamava meraviglioso disordine da secoli. Ricordava perfettamente che caos si fosse ritrovata di fronte quando si era presentata nei vari nascondigli della corvina sparsi negli Abissi Infernali e negli altri mondi.

– Quello cos'è?– si chiese a bassa voce vedendo una semplice scatola misteriosa sbucare da sotto il letto. Non ci aveva mai fatto caso, come se qualcuno volesse nasconderla da tutti. La prese e si sedette sul materasso ad osservarla, era semplice legno di un marrone chiaro e la scosse appena: era piena. Tentennò un po' se aprirla o meno, la curiosità si fece viva in sé.

– Non dovrei...– continuò a ripetersi. Alla fine però fu più forte di sé e la aprì: era letteralmente piena, stracolma, a malapena ci stava tutto il contenuto, avrebbe faticato a chiuderla. Tirò fuori man mano gli oggetti che trovò osservandoli. Una decina di rocce e pietre diverse tra loro che provenivano da luoghi vicini ad Agraq, altre sconosciute dalla forte aura negativa che ricondusse agli Abissi Infernali, poi matite rovinate e utilizzate centinaia di volte, fogli, moltissimi fogli.

Li sfogliò e li guardò un po' incuriosita. Erano disegni fatti dalla corvina in quanto riconosceva il suo tratto inconfondibile dopo averla vista migliaia di volte disegnare. Molti ritraevano animali come lupi, uccelli, volpi in ogni minimo dettaglio lasciandola come sempre sorpresa. Tutti fatti in modo straordinario e datati a dieci anni addietro. Sono passati ventidue anni da quando siamo in carne ed ossa, quindi ne aveva dodici quando li ha fatti.

Si stupì molto, poco dopo, di vedere di come fosse migliorato il suo modo di disegnare negli anni passati come una semplice Salir fino al suo risveglio, sbloccando completamente quell'abilità artistica come secoli addietro. Disegnava anche persone dai ritratti che vedeva, come Nath, Chris, qualche donna sconosciuta e in modo così curato da sembrare vere, potevano uscire dal foglio e prendere vita. Gli ultimi risalivano a quando si erano trovate e infine quelli di qualche giorno prima. C'erano un paio di paesaggi, la visione dovuta alla pietra caduta dal cielo e parecchi ritratti di sé in varie occasioni.

A quanto pare sono il suo soggetto preferito pensò sorridendo osservando quelle linee così morbide e delicate, nessuno se lo sarebbe aspettato da una Creatura Oscura che uccideva con le stesse mani con cui realizzava tutto quello.

Scosse la testa cominciando a mettere via tutto quando un foglio attirò la sua attenzione più di tutti caduto ai suoi piedi. Era un foglietto strappato e piegato più e più volte. Lo prese e lo aprì guardando al suo interno. È la sua scrittura questa...

Non si aspettò di vedere parole su quel foglio sapendo che scriveva di rado. Provò a leggere ma non ci riuscì molto in quanto scritto nella Lingua Oscura. La capiva perfettamente solo oralmente, scritto solo pochissime parole, così come per Sheera con la Lingua Chiara anche se la Dea Bianca non la parlava spesso in sua presenza. Non capisco niente!

Sbuffò arresa e rimise tutto a posto sotto il letto attenta a non lasciare segni che avesse curiosato dove non avrebbe dovuto. Poi si alzò e si cambiò velocemente avendo voglia di uscire un po' e prendersi una boccata d'aria fresca, forse le avrebbe fatto bene.

Camminò così tranquilla tra le varie vie di Agraq, la gente le sorrideva e lei fece altrettanto con ogni volto che incontrava. Si fermò proprio davanti la Quercia, lì dove c'era da millennio il portale che conduceva all'Oblio e che Sheera aveva sigillato subito dopo la comparsa degli Yarix. Purtroppo era impossibile da eliminare poiché l'albero centenario sarebbe dovuto morire, e per i paesani era una pianta molto importante che aveva visto generazioni e generazioni vivere intorno ai propri rami.

Toccò con la mano la corteccia dura, ruvida che le solleticò il palmo. Sentiva tutta l'energia e la vita che racchiudeva al suo interno nonostante stesse cominciando a perdere la sua chioma folta per il freddo, presto si sarebbe addormentato concedendosi mesi di riposo. Nella stagione calda si sarebbe risvegliato più forte di prima.

Poi, il sorriso di Kyra, si spense all'istante appena percepì una forte energia negativa piuttosto lontana, ma la sentì comunque. Stavolta però non era l'anomalia di cui aveva avvisato Selena, era l'energia di Sheera, ne era più che certa. L'avrebbe riconosciuta ovunque, come non farlo? Strinse le mani a pugno senza accorgersene, le nocche a momenti bianche e ritornò indietro, la rabbia che, per qualche motivo, le salì in corpo fuori dal suo controllo.

              

Sheera si stiracchiò dopo che atterrò sul terreno umido del bosco, le ali nere chiuse di nuovo dietro la schiena prima che le nascondesse dallo sguardo altrui, finalmente piena di energia dopo aver passato l'intero pomeriggio a vagare per il Regno Assoluto alla ricerca di qualcosa da fare come intimorire un po' le persone con qualche allucinazione, cattive intenzioni. Portarli alla pazzia era così eccitante ed invitante.

– Ehi Ky. salutò stupita appena di trovare la Dea Bianca seduta alle radici di un albero nel bosco intenta ad intagliare un pezzo di legno, cosa inusuale che tenesse un'arma in mano, ancora di più fu il fatto che non le rivolse nemmeno lo sguardo né un saluto. La cosa la preoccupò all'istante.

Che hai? le chiese accucciandosi davanti a lei e guardandola stranita. Non era da lei essere così silenziosa e non ricordava di aver combinato qualcosa per meritarsi di essere ignorata. Non le rispose ancora perciò le toccò la gamba e subito si ritrasse. Ma che diamine...

Dov'eri? le chiese alla fine la chiara seria ma senza ancora guardarla negli occhi e alzandosi in piedi.

A fare il mio solito lavoro, avevo bisogno di energia negativa. le rispose tranquilla.

Quali?

Le solite, quali vuoi che siano?

Avresti potuto evitare.

Sheera la guardò accigliata all'istante.

Stai scherzando? ridacchiò appena, che le stava succedendo? Che fosse ubriaca? Ma era fin troppo lucida e seria per esserlo, e poi non beveva così spesso quanto lei.

No. Non sto scherzando Sheera.

Kyra la guardò negli occhi solo allora, lesse rabbia nei suoi occhi viola chiaro. Per quale motivo? La corvina sospirò appoggiandosi con la schiena contro un albero e cercando di parlarle e capire cosa non stesse andando, quando la chiamava con il suo nome in quel modo non significava niente di buono.

È il mio compito, lo sai. Ho già poche vite negli Abissi Infernali a causa dell'incantesimo dell'eternità anche per i Salir, devo andare avanti con quello che trovo e se non c'è niente devo provocarlo.

Spaventando la gente? Portandoli alla pazzia?

Ehi, è l'unica cosa che posso fare. Esisto per questo Kyra. Si può sapere che ti prende?

La chiara era bene a conoscenza dei compiti di entrambe e sin dall'inizio dei tempi, perché se la prendeva così tanto, proprio lì? Non l'aveva mai fatto prima.

Ti facevi bastare le emozioni negative.

Tu puoi andare avanti con tutta la vita che ti circonda, la luce, i sorrisi e le risate di tutti. Io no, non faccio parte di questo mondo tutto arcobaleni. Andiamo Kyra! cercò di dirle mentre sentiva l'agitazione in sé salire. Non le piaceva per niente quella situazione e si avvicinò alla Dea Bianca rimasta immobile, l'una di fronte l'altra.

Hai idea di quanta energia negativa tu abbia rilasciato? L'ho sentita fino a qui ed eri dall'altra parte del Mondo! Stavi andando oltre, potevi scombussolare tutto! Sai che basta poco.– sputò quasi inorridita. Questo mise l'altra sulla difensiva, il tono freddo e tagliente.

Non è la prima volta che lo faccio e non sarà nemmeno l'ultima.

Senti, dobbiamo collaborare, questo lo sappiamo entrambe troppo bene. Non puoi importi troppo sul destino delle persone.

Come scusa? Me lo stai dicendo sul serio!? esclamò sull'orlo dell'esasperazione. In quel momento stava accadendo esattamente ciò che avevano detto a Nissa e Nath, erano puramente due forze nemiche dalle visioni differenti, il Bianco e il Nero.

Sbaglio o l'altro giorno stavi andando letteralmente tu oltre nel tentativo di recuperare una dannata anima che era già spacciata? Hai sentito che fosse predestinato a morire quell'uomo ma ti sei messa in mezzo e non ti ho detto nulla al riguardo perché so quanto tu stia male davanti alla morte, a come reagisci, a come ti si annebbia la mente.–

– Era diverso.–

– Per niente, si può sapere che ti passa per la testa? Mi stai innervosendo.–

– Mi da fastidio, va bene? È come se non ti importasse di niente di nessuno come ogni altra Creatura Oscura!-

Sheera la guardò truce, era proprio andata fuori di testa quella ragazza. Non aveva idea di come comportarsi, reagire, affrontare di nuovo quella frase sentita così tante volte, innumerevoli. Ma sentirla dire da lei dopo tutto quello che avevano passato... fu tutt'altra cosa. Cosa percepì in sé? Dolore, uno di quelli che non ti aspetti e affilato peggio di una lama, e poi rabbia, confusione, delusione. Solo le si avvicinò lentamente fissandola con occhio cupi e gelidi.

Si trattenne dal non farle niente, dal non toccarla, non sfiorarla, a non farle del male sentendo che la parte più oscura di sé volesse prendere il controllo. Ci avrebbe pensato la piuma nera tra i suoi capelli candidi a proteggerla, certo, ma non dalle sue parole. Quelle potevano ferirla sempre.

Se sei stanca di ciò che provoco da sempre... iniziò a dirle ad un passo dal suo volto, il tono minaccioso come pochi che le avesse mai riservato.

Allora tornatene nell'Eden e vedi di lasciami in pace. Non sei nessuno per dirmi come essere la Distruzione. le ringhiò contro ormai fuori di sé. Come poteva dirle quelle cose conoscendo i loro destini? Come poteva anche solo lamentarsi lei di un cammino, scelto da una forza se non l'unica superiore a loro, non suo sapendo tutto quello che le causava ogni volta.

Molto volentieri. fu la risposta dell'altra, uno sguardo viola chiaro fisso nei suoi che non cedettero.

– E vedi di non cercarmi come tuo solito.– ci tenne a dire l'ultima parola la Dea Nera. Entrambe si voltarono verso parti opposte e si divisero allontanandosi sempre di più l'una dall'altra ognuna con i propri pensieri per la testa, troppo prese da esse, dalle proprie sensazioni ed emozioni per poter far caso che, per tutto quel tempo, vi era stata una presenza nascosta in mezzo agli alberi che le aveva spiate silenziosamente, ghignazzando come soddisfatto.

Nel mentre, il cielo si fece più cupo, il sole svanì oltre l'orizzonte e le nuvole andarono a coprire persino la luna piena brillante, sempre più minacciose e cariche di brutti presagi. Qualcosa era in agguato, e già da tempo.

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Ehilaaaaaaa! Oggi sono di buon umore perciò mi è venuta voglia di pubblicare due capitoli, vi è andata bene.

Alla prossima! <3

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