35 - Vendicarsi

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Il freddo glaciale aveva iniziato ad attanagliare quel Mondo magico misterioso e cupo, il vento non smetteva di fischiare rabbioso, furioso, spezzando rami che cadevano a terra, facendo volare via ogni oggetto incontrasse nel suo cammino, risucchiando persino alcune anime che si sarebbero perse chissà dove.

Tutti i Demoni erano nascosti in caverne, grotte sotterranee, qualsiasi luogo andava bene purché quell'energia devastante non li colpisse un'altra volta. Tutto quello era causato da ciò che la Dea Nera sentiva, loro sapevano che fosse furiosa per qualche motivo, così come sapevano che era tornata a casa poiché tutto era precipitato bruscamente. Era l'unica spiegazione.

Non avevano tutti i torti in effetti, avevano da avere paura e tanto, molto più di quello che lei sentiva nell'aria e di cui si nutriva mentre se ne stava seduta su quello che sembrava essere una specie di trono di pietra scura, le gambe accavallate, le dita a tamburellare sul bracciolo in pietra, l'altro braccio a sorreggerle il mento. Era in attesa, e la sua pazienza si era completamente volatilizzata, non che prima esistesse. Dunque, era più che di pessimo umore.

– Non tollero il ritardo.– disse come prima cosa ai due Demoni che aveva chiamato a sé appena varcato il suo portale.

– Tu però puoi fare ciò che vuoi.– sbuffò Damon infastidito e lievemente teso. Il fatto che li avesse voluti incontrare proprio lì, nel posto da cui lei poteva vedere chiunque negli Abissi Infernali, sulla punta di un precipizio roccioso abbandonato e pieno di scheletri di svariati Demoni e orchi, non era mai una cosa positiva.

– Ti conviene non rispondere e startene al tuo posto.– alzò la voce lei fissando entrambi.

– Che c'è ora? Perché stai scatentando una tempesta? Avremmo da fare che poi te la prendi con noi se perdiamo tempo!– disse Lilith con le braccia al seno e annoiata. Così Sheera ridacchiò appena maligna.

– Dove siete stati tutto il giorno?–

– Qui? Dove vuoi che eravamo?– mentì spudoratamente lei. Fu allora che Sheera si alzò in piedi e li raggiunse lentamente, con una lentezza che portava all'agonia però, una di quelle che  provocano ansia non sapendo cosa potrà accadere da un momento all'altro.

– Eravate qui, eh?– sibilò la corvina dietro Lilith sul suo collo su cui fece presa con la mano subito dopo prendendola alla sprovvista, le unghie a premere sulla carne.

– Perché gli alberi vicino ad Agraq erano intrisi della vostra aura? Così come le rovine di Leia e i ghiacciai?–

– Stavamo...– provò a dire Damon ma venne subito bloccato.

– Zitto! L'ho chiesto a lei!– tuonò provocandogli un dolore per tutto il corpo con il solo sguardo per cui si inginocchiò a terra, le membra sembravano implodergli dentro. Lilith a quel punto ridacchiò avendo capito, e questo provocò soltanto di più la sua Dea.

– Ci hai fatto venire qui per via di Kyra, vero?–

Riuscì velocemente a liberarsi e a vedere faccia a faccia Sheera che non si scompose minimamente.

– Poverina, è venuta da te con la coda tra le gambe?– ironizzò infastidita e rabbiosa pure lei.

– Non vedi quanto sei diventata patetica a prendere le sue difese? Sbaglio o anche lei è una Dea? Come fa ad esserlo e non saper proteggersi?– continuò. Damon si rialzò a fatica e le poggiò una mano sulla spalla.

– Smettila, peggiori le cose.– le ringhiò contro.

– No, ogni volta mi fermi ma ora parlo fin quando voglio!–

– Non capisci, così finirai per...–

– Lasciala fare. Vuole parlare? Che lo faccia.– lo bloccò Sheera fissandolo truce. Il ragazzo aveva paura a differenza dell'altra, questo perché lui sapeva cosa sarebbe accaduto, più che bene. Lui l'aveva visto e vissuto.

– Dimmi pure, sentiamo.– si accomodò Sheera di nuovo appoggiandosi all'enorme masso dietro di sé, le braccia al seno in attesa, di nuovo. Dentro di sé si stava trattenendo dal non disintegrare ogni singola cosa che si ritrovasse dinnanzi. Kyra aveva provato a nasconderlo, male a dirla tutta, ma loro le avevano fatto qualcosa, e le era bastato poco per entrarle nella mente e vedere cosa fosse successo per filo e per segno. Dire che fosse furiosa era nulla in confronto a ciò che bruciava dentro di sé.

– Sei cambiata e tanto. Stando con lei, anche oggi, sta facendo male alla tua essenza. Pensi che non sappiamo che per stare calma bevi il suo sangue?– iniziò così a dire la castana senza scrupoli.

– Prima non ti importava di uccidere anche degli innocenti, ora lo eviti. Vogliamo parlare del fatto che le hai dato la tua protezione in modo che noi non potessimo farle male? Non ne ha bisogno, o forse sì perché è solo un'inutile Creatura Chiara che non sa stare al suo posto!–

– Altro?– la istigò apposta Sheera che continuava a guardarla con indifferenza totale. Era quello a dare sempre più sui nervi Lilith che le si avvicinò e diede un pugno alla roccia dietro di lei, la mano poco distante dal suo volto. Non si scompose, assolutamente.

– Perché non parli un po' tu? O sei diventata una codarda ora? Tanto, ormai sei una debole, esattamente come lei.–

– Vuoi che io sia me stessa, che sia la vera Distruzione.– lesse invece senza problemi dalla sua mente. Niente poteva sfuggirle.

– Ti sei rammollita da quando la conosci, dov'è finita l'essere più spietato dei Mondi?–

Sheera ridacchiò e il suo sguardo di sufficienza fece rabbrividire Damon rimasto in disparte.

– Oh, vuoi vederla davvero? Lascia che ti accontenti...–

Furono le ultime parole che la castana sentì prima di essere colpita dal pugno della corvina che la scaraventò contro la parete esattamente dietro al trono di pietra, ed essa si sbriciolò per la quantità di forza che la Dea ci mise. Non aveva mai sentito un dolore del genere, quel colpo allo stomaco le aveva persino rotto la maggior parte delle ossa, le membra si contorsero come mai prima di allora.

Damon provò a raggiungerla ma Sheera colpì anche lui facendogli fare la stessa identica fine. Lilith però cercò comunque di alzarsi, riuscì a mettersi a carponi grazie alla sua magia che guarì in fretta le ossa spezzate, peccato che la Dea Nera le diede subito un calcio al volto facendole vomitare sangue nero e denso. Non finì lì, non ancora, lasciò che i suoi occhi violacei vagassero per il suo corpo a terra che iniziò a sentire come fuoco vivo bruciare dall'interno che la fece gridare.

– Come osi presentarti a me in quel modo!?– tuonò la Distruttrice. A malapena riuscì a vedere bene ma sapeva che i suoi occhi violacei fossero stracolmi di ira e ridacchiò appena.

– Questo è il tuo peggio?– faticò a dire tra un colpo di tosse e l'altro, la corvina che rise maligna e la obbligò a stendersi a terra con un altro calcio.

– Non ho nemmeno iniziato.–

Sheera con un semplice gesto della mano le tranciò via un braccio con cui aveva provato a colpirla, allontanandolo subito dopo in modo che non potesse rigenerarsi così in fretta. Il sangue continuò solo a scorrere di più, a espandersi a terra, a mescolarsi con la polvere diventando una sostanza appiccicaticcia e nauseante.

– Pensi di essere così importante da credere che io abbia dato a lei una mia piuma per proteggersi da voi?– continuò la Dea ridendo completamente fuori di sé sedendosi sul suo bacino, le unghie nere che si conficcarono sui fianchi creando dei profondi graffi per cui Lilith strinse i denti dal dolore.

– Quando uccidevo innocenti non ero realmente io e creavo uno squilibrio, ma questo non vi è mai importato.– continuò facendo apparire nelle sue mani le fiamme violacee del suo mondo che le ustionarono la pelle del torace, lei che provò a divincolarsi invano. Era dannatamente più forte.

– Dovresti ringraziarla per avermi fermato quella volta da eliminare gli Abissi Infernali, o a quest'ora voi non eravate nemmeno polvere!– le urlò contro infilzando una lama apparsa dal nulla all'altezza del suo cuore di energia, la carne che si lacerò in profondità talmente tanto da permettere alla Dea di vederle parte delle interiora e della gabbia toracica.

– Dovresti ringraziarla per quanto lei mi plachi dal non volervi fare a pezzi ogni volta che vi vedo.–

Ormai aveva il corpo completamente ricoperto di ustioni, graffi e sangue, il respiro era completamente irregolare e a stento l'aria le raggiungeva i polmoni. Non l'aveva mai vista in quelle condizioni, con gli occhi così luminosi di energia, il suo tatuaggio non più nero ma viola come la sua aura che sembrava crescere a dismisura fino a schiacciarla. E non era nemmeno nella sua reale forma che solitamente teneva a casa sua.

Era un essere tremendamente inferiore, non riusciva a fare niente davanti a tale potenza, neppure Damon che tossì e sputò sangue poco distante, una gamba girata in maniera innaturale, un braccio le cui ossa erano disintegrate, un occhio che mancava per cui si coprì il volto. E la Dea della Distruzione non si pentì minimamente di tutto ciò, si sfamò ogni secondo del dolore, della paura, del terrore negli occhi ambrati di colei che l'aveva sfidata.

– Io non vi devo nessuna spiegazione di quel che faccio. Voi obbedite a me, se dico una cosa la fate.–

Sentire la mano ghiacciata di Sheera farsi largo nella ferita che le aveva procurato al torace fu spiacevole come poche per una Creatura Oscura. Era come esser stata violata, sentiva la sua pelle ghiacciata tra le membra. Ancora di più quando la vide con in mano il suo cuore pulsante non più al suo petto, il sangue scuro che grondava sulle sue braccia cadaveriche. Lo guardava, lo studiava e lì ebbe seriamente paura per sé stessa, la sua esistenza.

– Mi basta solo dargli un morso e tutto finisce, sai? Posso toglierti ciò che ti ho dato così facilmente!– la sentì ridere ancora senza pietà. L'avrebbe fatto sul serio? Non ne aveva idea, mai prima di allora le si era accanita in quel modo.

– T-ti prego...– balbettò verso di lei per la prima volta, la vista che le si fece offuscata.

– Mi stai pregando per cosa, mh? Dovrei lasciarti dopo quello che hai osato dirmi? Non penso di essere d'accordo!–

Una lieve ma letale stretta al suo cuore la fece gridare dal dolore compiacendo l'animo della corvina che si chinò lievemente per fissarla direttamente negli occhi dopo aver preso il suo volto bruscamente.

– Sheera, ti prego.– fu Damon stavolta a chiedere. Lo guardò truce, non le piaceva quando la interrompevano o si immischiavano nei suoi affari.

– Cercheremo di rimediare.– aggiunse lui di nuovo facendola ringhiare contrariata. Però, qualcosa in lei si mosse e lanciò al ragazzo il cuore della sua amica che subito fece volteggiare in aria con la magia per evitare che potesse colpire le rocce appuntite dando fine alla sua esistenza.

– Non esisterà una prossima volta, per nessuno dei due! Ci sarà solo il buio eterno.– intimò alzandosi bruscamente e voltandosi come nulla fosse.

– Ripulite, non voglio sentire il vostro putrido sangue in giro! Ed è meglio che impariate a rispettare sia me che Kyra, se dovessimo mostrarvi il nostro vero potere non durereste due secondi! Non sottovalutateci.–

Detto ciò, diede un altro pugno all'ultima roccia e i pezzi volarono ovunque colpendo di nuovo i due Demoni. Dopodiché se ne andò in una nube nera mentre una tempesta di fuoco, negli Abissi Infernali, continuò a irrompere iraconda per ore ed ore.


Solitamente le era facile muoversi nel silenzio senza fare il benché minimo rumore, riusciva a spostarsi da una parte all'altra indisturbata. Peccato che quella volta, molto probabilmente, per il fatto che avesse i nervi tesi e su di giri non riuscì ad evitare di attirare l'attenzione dopo aver fatto cadere qualcosa dalla scrivania della sua camera. Subito dopo una luce apparì e si portò una mano sugli occhi per quanto fosse fastidiosa.

– Sheera?– sentì da Kyra che stava dormendo fino a quel momento.

– Chi altro vuoi che sia?– le rispose brusca mentre la chiara schioccò le dita accendendo ogni singola candela sparsa per la stanza dandole modo di vederla. La sentì subito farsi preoccupata e scattò in piedi raggiungendola.

– Per tutti i cieli, stai bene?– esclamò vedendo le sue mani: erano completamente imbrattate di un liquido denso, a tratti nero e a tratti rosso con striature dorate; provò a prendergliele ma la corvina si scansò.

– È solo sangue.– cercò di allontanarla da sé, invano. Tutt'altro le si piazzò davanti con le mani ai fianchi.

– Solo sangue? In quel solo sangue c'è anche il tuo, e questo non mi piace. Non è mai una cosa positiva!–

Si fissarono in silenzio prima che Kyra prendesse la parola.

– Siediti.–

– Non mi serve, non rompere!– ringhiò subito l'altra contrariata e nervosa.

– Non sfogare la tua rabbia su di me così. Ti ho detto di sederti, Distruttrice. Ora!–

La corvina cercò di non darlo a vedere ma rimase totalmente scioccata dal tono autoritario che il suo opposto le aveva rivolto. I suoi occhi viola chiaro non avevano smesso di fissare i suoi, erano talmente seri che sembravano non appartenere a quella Dea. Non l'aveva mai fatto, non in quel modo da farla sentire in gabbia, senza alternative.

Così, dopo aver sbuffato e alzato gli occhi al cielo, si lasciò abbandonare sul letto sfatto nel mentre che l'altra rovistava nel bagno lì vicino alla ricerca di qualcosa. Sbucò poco dopo con un asciugamano, una piccola scodella e delle bende che nemmeno sapeva di aver avuto tutto quel tempo là dentro. Lasciò che Kyra le bagnasse la pelle con l'acqua per pulire via il sangue dei Demoni rivelando un paio di lividi e svariati tagli. Quella messa peggio però era la destra, lì le ferite erano più profonde.

– Si può sapere cosa hai fatto per ridurtele così? domandò preoccupata dopo un po' Kyra.

– Potrebbero aver avuto un incontro ravvicinato con qualcuno. borbottò Sheera guardando altrove, in lei la Dea Bianca percepì ancora la rabbia.

– Cosa? esclamò lei scettica e stupita. Non la stava guardando, probabilmente perché era una cosa che alla chiara non sarebbe piaciuto e lo sapeva. Non fu così difficile però intuire la motivazione.

– Dimmi che non c'entra nulla con quello che mi hanno detto quei due idioti stamattina. sospirò anche se sapeva la risposta, la quale venne confermata nel momento in cui la corvina rimase in silenzio. Evidentemente le aveva visto nella mente ciò che l'aveva scossa e, nonostante non le piacesse, non le disse nulla al riguardo, l'aveva fatto spinta dalla curiosità di sapere perché era sembrata strana, cosa aveva provato a nasconderle.

– Neera, non mi interessa, sono solo Demoni. le disse continuando a tamponare le ferite con tocchi leggeri.

– E a me non importa cosa pensi tu al riguardo. Sono i miei Demoni, e decido io cosa farne. ribatté l'altra, di nuovo.

– Siamo opposti, a loro non piaccio. È normale.

– Non hanno comunque il diritto di trattarti così. Devono capire che non devono più azzardarsi a farlo. Dea Nera o Dea Bianca, siamo sullo stesso livello in tutto e per tutto. Loro sono schiavi, sottoposti, qualsiasi cosa che vuoi ma è grazie a noi se esistono. Siamo superiori a loro, ci chiamano Supremi per un motivo, o sbaglio?

Potevano dire, fare, colpire, criticare lei quanto volevano ma mai osare fare lo stesso con la Dea Bianca di fronte a sé, era una cosa che non sopportava. Kyra non voleva ammetterlo ma le parole di Lilith e Damon l'avevano sempre ferita, la portavano a riflettere troppo ogni volta e farla sentire in colpa anche per cose su cui pensava di averci messo una pietra sopra. Era sempre stato così, e ogni volta Sheera aveva agito in quel modo. Cosa poteva fare se non ferire a sua volta quella Dea dall'anima nera?

– Non dovevi comunque ridurti così.–

Quello era vero, aveva agito di fretta, si era precipitata negli Abissi Infernali all'istante senza nemmeno attivare la sua vera forma. Per quel motivo si era fatta male, i colpi inferti ai due Demoni, poi le rocce che aveva disintegrato non le facevano nulla normalmente ma non se stava sotto forma di Salir in cui guariva più lentamente, per giunta.

– E-ehi...–

Sheera fu presa alla sprovvista quando Kyra la abbracciò così tutto d'un tratto una volta finito di fasciarle le mani, però il calore del suo corpo la tranquillizzò.

– Grazie per esserci sempre, a modo tuo.– la sentì dire, il che la fece sentire lievemente a disagio.

– Prima che incontrassi Lilith e Damon stavo raccogliendo delle bacche, quando sono arrivata la pianta era quasi morta. C'era della polvere viola su alcune foglie.– le disse poi staccandosi appena da lei e guardandola negli occhi. Sheera sentiva che stava iniziando ad avere paura.

– Quindi è ufficiale.– sospirò passandosi una mano tra i capelli scuri e guardando fuori dalla finestra.

– Dici che... la nostra discussione abbia dato inizio alla cosa?– domandò ancora Kyra ma la vide scuotere la testa.

– Non penso. Insomma, non c'è stato niente di così importante tra noi da compromettere l'equilibrio come l'ultima volta.–

– Forse è meglio iniziare a mettere insieme i pezzi, la roccia, le tue visioni, quel ragazzo che dicevi dei ricordi di Shedan. E se ci fosse lui alla base di tutto?–

– Non so nemmeno chi sia.–

– Potresti chiedere a Damon, era dalla parte di Shedan prima, avrà visto una persona del genere.– propose così su due piedi e Sheera si sdraiò sul materasso con le mani sugli occhi. Non voleva minimamente vedere alcuna Creatura Oscura intorno a sé al momento, e poi lui era sicuramente da qualche parte a leccarsi le ferite e non le avrebbe prestato molta attenzione.

– Vieni qui tu.– disse poi la corvina prendendo per il braccio Kyra e avvicinandola a sé, o meglio, obbligandola a stendersi anche lei su di sé. Le sistemò una ciocca chiara dietro l'orecchio nel mentre che studiava i suoi occhi e ci si perdeva, accarezzandole poi il volto.

– Siamo state lontane per un bel po', le nostre essenze si sono abituate in fretta a non sentire l'un l'altra, ed è la mia energia negativa che ti sta intaccando, vero?–

Kyra sorrise appena, si stava riferendo al suo essere più fragile del solito, ai suoi dubbi improvvisi, alla sua costante preoccupazione verso il futuro. Non sembrava essere così tanto lucida. La Dea Bianca calmava la Dea Nera, purtroppo non viceversa. La Distruzione poteva solo creare problemi, persino al suo opposto. Era inevitabile.

– Probabile, ma non è colpa tua, è anche la stagione fredda ad influenzarmi. Appena starò meglio torno a casa.–

– Stavolta ti ci accompagno, meglio evitare che qualcuno osi rapirti di nuovo.–

– Guarda che me la sono cavata comunque.–

La Dea Bianca assunse uno sguardo come offesa e Sheera ridacchiò lasciandole un bacio umido sulla spalla.

– Non ho specificato se quel qualcuno potessi essere io.– la stuzzicò e vedendola subito scuotere la testa lievemente come a non volerci credere.

– Sei la solita.– le sussurrò prima di baciarla. Nessuna delle due voleva più avere in testa pensieri, preoccupazioni, visioni, voci sconosciute o volti offuscati. Volevano che per qualche tempo ci fossero solo loro due, non delle Dee, ma due anime che volevano solamente incontrarsi.

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