57 - Questioni irrisolte

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Aveva sempre odiato sentire la pressione su di sé, un peso o più a schiacciarla, il fatto che fosse una Dea e un essere eterno di straordinaria ed inimmaginabile potenza che poteva rimediare a così tanti problemi con uno schiocco di dita. La verità? Era tutto falso, una menzogna sentita dagli Yarix secoli addietro, coloro che osservavano il cielo ammirati e veneravano le Dee con tutti sé stessi.

La realtà era più complessa; essere potenti non significava poter cancellare gli errori né sistemarli facilmente, bisognava valutare quanto la cosa incidesse sull'equilibrio e, di conseguenza, sui Mondi. Per non parlare del fatto che, a dirla tutta, né la Distruttrice né la Creatrice avessero mai mostrato cosa fossero in grado di fare nel pieno della loro forza e magia. O meglio, solo una volta ma Eathevyr era già quasi stata spazzata via.

– Tra un po' non ci capirò più niente!–

Sheera era nervosa, come spesso accadeva del resto in mancanza del suo opposto a calmarla e a girarle intorno. Ma cos'altro poteva fare se non studiare accuratamente la situazione? Doveva calcolare ogni singola cosa per sapere come muoversi, a cominciare dal prevedere le mosse di Thaurius, o più che altro capire in quale zona l'avrebbe sfidata. L'avrebbe fatto, i suoi occhi di colori diversi glielo avevano comunicato più che chiaramente.

– Eathevyr è il luogo migliore dato che gli Yarix sono numericamente inferiori ai Salir, oltre che meno ficcanaso. Sicuramente vorrà puntare su qualche pianura o posto sperduto.– pensò ad alta voce la Dea fissando in continuazione la mappa magica che possedeva in uno dei suoi nascondigli, un tavolo in pietra a mostrarle il Mondo popolato dalle ali grigie.

Aveva controllato quanti Divoratori ci fossero nei vari territori secondo quanto riportato dai Demoni e, a dirla tutta, la quantità presente lì era lievemente minore rispetto a quelli contati nel Regno Assoluto. Forse perché lo squilibrio era stato causato proprio lì. In parte la cosa poteva esserle utile, poteva usare un filo di magia, quel che bastava per qualche incantesimo di base e facile senza attirare l'attenzione.

– Punterà indubbiamente su uno dei territori più sperduti e pericolosi, quindi ad Aklia. continuò a dirsi pensierosa spostandosi e raggiungendo la parte di mappa che le interessava di più. Ad Aklia, abbastanza varia di vegetazione tra le foreste, pianure, deserti di roccia e il minaccioso vulcano, le sue Creature Oscure avevano rilevato la presenza di ben dodici Divoratori dormienti sparsi a distanze quasi uguali tra loro. Stessa cosa valeva più o meno per Pluria, Theose e Gonseral.

Diversa era la situazione per il Regno Assoluto: intorno alla grande Marviles, nel Distretto di Boesia e poco distante da Agraq, ce n'erano oltre venti. Per non parlare del Distretto di Vilesia e Louver con quaranta a testa. Fortunatamente non erano territori che frequentava perciò poco le era interessata la cosa, per così dire. Tutt'altro d'aiuto erano quelli presenti nel Distretto di Leia e concentrati proprio a Stavira, lì dove il covo nemico si trovava e su cui avrebbe voluto indagare di più. Un solo passo anche sotto forma di Salir e quei tentacoli si sarebbero attivati per quanti fossero. Non poteva quasi più apparire in quel Mondo, e non era una cosa positiva.

– Rimarrai lì per quanti altri giorni intorno a quella mappa esattamente?sentì distrarla una voce, Damon più precisamente, da oltre lo specchio d'acqua sopra di sé. Sheera sbuffò e schioccò le dita per poter apparire all'esterno lì dove i suoi Demoni Supremi l'attendevano alle radici di un albero dal tronco scuro e cupo. Gli Abissi Infernali ormai erano tornati come prima, niente terreno smosso o temporali devastanti.

– Quel che faccio non è di vostro interesse, quante volte ve lo devo ricordare? disse seria e fredda, i due che alzarono gli occhi al cielo notturno.

– Che noiosa, non ci vuoi dire proprio niente riguardo il tuo piano per fermare quei cosi schifosi di pietra?– sbuffò Lilith. La loro Dea non aveva detto loro assolutamente nulla riguardo i suoi pensieri, né di cosa avrebbe voluto farne di Thaurius o tantomeno ciò che stava accadendo con Kerrell. Niente di niente. Meno informazioni le persone intorno a lei avevano meglio era.

– Fatevene una ragione. Se mi servirà qualcosa vi dirò cosa fare, e fino ad allora pretendo che torniate ai vostri lavori qui.–

Li fissò intensamente e seria, tremendamente. Significava che era già abbastanza su di giri e non avrebbe aspettato un secondo per saltare addosso ad entrambi e ucciderli seriamente se non avesso obbedito. Non sarebbe stata una bella situazione, forse anche peggio dell'ultima volta che l'avevano sfidata.

Dovettero per forza girare i tacchi e andarsene, la Dea che si stiracchiò. Quanto era passato? Forse un paio di giorni? Altamente probabile, aveva passato tutto il tempo a saltare da un nascondiglio all'altro tra pozioni, antiche pergamene, luoghi più silenziosi dove la presenza di Demoni era inferiore. Meno stress e distrazioni aveva intorno e meglio era.

– Fortuna che ho reso tutti i Divoratori invisibili o mi sarei già trovata i Superior davanti!pensò ad alta voce ancora passandosi una mano tra i capelli corvini che legò in una coda, sicuramente quegli inutili Salir che si credevano più forti degli altri si sarebbero preoccupati fintamente del bene del Regno quando interessavano solo i propri guadagni e la vita agiata. E poi, era compito delle Dee sistemare ciò che andava rimesso a posto senza che le altre Creature lo notassero troppo, lasciarli vivere tranquilli mentre loro impazzivano. Sheera, se ci pensava, ne rimaneva infastidita e ricominciava ad odiare la sua vita come Dea. Alla fine non poteva farci molto, quello era il suo destino.

– Chi si rivede.– sentì. Una voce familiare la riportò con i piedi per terra, la distolse dai suoi pensieri e piani per poter liberarsi dei tentacoli violacei. Si ritrovò così ad Eathevyr a camminare tra le lande desolate in silenzio. Non si era minimamente accorta della cosa, nemmeno che davanti a sé fosse apparsa Kerrell. I loro sguardi si incrociarono subito, ci fu tensione in essi.

– Hai il vizio di starmi attorno.– sospirò la corvina a metà tra l'innervosita e il malinconico, la cosa confuse per un attimo la demone che però lasciò correre.

– Pensavo fossi tu quella che mi perseguita. Non avevi detto che quando metti gli occhi su una preda fai di tutto per farla tua?–

La Distruttrice sorrise maligna e maliziosa, mise anche le mani in tasca per quanto sapesse che la situazione non era pericolosa e l'altra lo notò perfettamente ma non ebbe alcun istinto omicida, non volle attaccarla.

– Sento che i tuoi desideri stanno cambiando dall'ultima volta.– la stuzzicò. In effetti era vero, Kerrell sembrava anche diventata più insicura riguardo le idee del suo amico Tharius. Mi basterà ancora poco e cederà, deve per forza accadere. O non so più cosa fare...

La castana fece spallucce invece, sembrava voler far vedere che accettava la cosa ma non era proprio per niente così. Dentro di sé a volte sentiva energie contrastanti, una parte le diceva di fidarsi della Dea di fronte a sé e lasciarsi liberare, l'altra invece premeva sul dominare sui Mondi. Ma... Liberare da cosa?

– Anche in te c'è stato qualche cambiamento.– ribatté incrociando le baccia al seno e provocando nell'altra uno sguardo confuso e curioso, la vide inclinare la testa da un lato. Non erano così vicine tra loro a dirla tutta, quel paio di metri non sembrava essere ancora pericoloso per entrambe perciò si riusciva a parlare più tranquillamente.

– Dalle informazioni che il Demone ha dato a Tharius risultava che il tuo punto debole fosse la Dea Bianca e viceversa ma vedo che, nonostante noi l'abbiamo imprigionata da ormai giorni, non fai nulla per liberarla. Non ti interessa più niente di lei?–

Sheera, il suo sguardo violaceo, si fece cupo, il corpo teso. Lo vide all'istante.

– Solo perché a voi sembra che io non faccia niente non significa che io non ci tenga e non ci pensi.–

– Bha, non si direbbe dato che te la spassi con me.–

Il suo respiro si fece più pesante, sembrava sull'orlo di esplodere ma Kerrell non capì che emozioni stesse provando, non vedeva rabbia, ira, dolore, nulla. Come riusciva a non far trasparire tutto ciò nonostante la stesse provocando apposta? La intrigava, talmente tanto che, senza accorgersene, fece una paio di passi verso di lei.

– Pensi a lei per davvero?– continuò stavolta più curiosa e senza secondi scopi, non voleva estrapolare alcuna informazione da riportare al suo capo in maniera da usarla come arma. Era pura e semplice curiosità, nient'altro.

– Costantemente, ogni giorno.– rispose l'altra quasi in un rnghio come se stesse cercando di trattenersi dal fare qualcosa.

– Perché ci tieni così tanto a lei? Non capisco, non è una Creatura Chiara? Non è il tuo opposto che dovresti odiare?– continuò facendo un altro passo e vedendo lo sguardo di Sheera farsi tremante, il respiro ancora più pesante, le mani sembravano fremerle.

– Ero la sciagura, il disastro. Lei la fortuna, la bellezza. Ero la morte, lei la vita. Sono stata la sua maledizione, è vero, ma lei è stata la mia salvezza.–

Kerrell ne rimase interdetta e affascinata al tempo stesso. Cosa stava intendendo? E perché il suo cuore per un attimo perse un battito e si sentì attratta da quella Dea oscura? Di nuovo? Sentì in sé come un sentimento caldo che in parte la disgustò ma dall'altra... lo sentì familiare e piacevole. Non aveva mai sentito niente del genere nella sua vita di demone.

Poi il suo istinto la avvisò, percepì un pericolo anche se troppo tardi, il suo corpo non ebbe il tempo di reagire. Tutt'altro accadde con Sheera che le si avvicinò con slancio e la spinse via facendola cadere a terra poco distante.

– Ma che diamine...–

Dei tentacoli sbucati dal terreno si erano avvinghiati intorno alle caviglie e alla vita della corvina con una velocità impressionante. Non aveva mai visto una cosa del genere, tutt'altro sembrava per la corvina che sembrò, per un attimo, colpita dal dolore. Fu così in effetti, un dolore lancinante che la obbligò a piegarsi per quanto le contorse le membra, non era per niente come era accaduto qualche settimana prima per il semplice fatto che i Divoratori fossero aumentati e tutti collegati tra loro.

Tuttavia, Sheera ebbe più lucidità e prontezza in quel momento da riuscire a liberarsi dal nemico semplicemente facendolo diventare di pietra e successivamente polvere. Fortunatamente quel Divoratore era stato di dimensioni ridotte rispetto a quello di Agraq, perciò non le era servito grande quantità di potere o incentesimi speciali per contrastarlo momentaneamente.

– Sheera!– esclamò Kerrell nell'istante in cui la vide cadere a terra in ginocchio con l'affanno, cercando di alzarsi per raggiungerla. Per quale motivo lo fece? Era sua nemica... Oppure no? 

– Stai bene?– le chiese inginocchiandosi e non sapendo minimamente cosa fare. Come poteav aiutarla? E perché sentiva di doverla e volerla aiutare? Sembrava respirare a fatica e nella mente stavano già correndo svariate idee, forse le serviva dell'acqua? Energia negativa?

Si bloccò quando si ritrovò con la schiena contro il terreno freddo e umido, l'erba secca sotto di sé, il corpo ghiaccaito e perfetto di Dea contro il suo, le mani di altrettanta freddezza a tenerle le mani ai lati della testa senza alcuna delicatezza. Subito si accese qualcosa in Kerrell, un secondo dopo sentì le labbra sulle sue. Erano vogliose, implacabili, e presto ricambiò quel desiderio famelico improvviso. Ma non sembrò quello l'obiettivo principale della corvina, difatti si staccò poco dopo e spostò i suoi respiri ancora affannosi sul suo collo. La morse subito dopo con forza, prepotenza, le fece male seriamente ma se ne fregò per quanto continuò a bere il suo sangue rosso.

Sheera si riscosse poco dopo, si staccò da lei completamente alzandosi di scatto in piedi dandole le spalle. Kerrell era più che confusa e spaesata, forse quella strana cosa che l'aveva attaccata le aveva fatto perdere il controllo per un attimo?

– Scusa.– la sentì dire stupendola prima che svanisse in una nube nera. La castana scosse la testa, si era persa qualche cosa? Le sembrava di impazzire, motivo per cui sbuffò e lanciò un sasso preso vicino a sé lontano. Poi fece un respiro profondo e si passò una mano sul collo lì dove la ferita inflittale dall'altra stava già guarendo.

– Il mio sangue...–

Si bloccò, completamente. Sbatté gli occhi più volte pensando di aver visto male ma tutto era reale: era rosso profondo e non nero come gli altri Demoni né come ricordava. Il suo sguardo bronzeo si fece freddo, tremendamente.

– Qualsiasi cosa mi abbia fatto Tharius gliela farò pagare.– disse in un ringhio. Il suo amico l'aveva riportata indietro dall'Oblio, ma effettivamente come aveva fatto? Perché la sua magia ancora faticava a tornare? Era così debole? Chi era lui per dettare cosa fare se non un'inutile ibrido che avrebbe potuto fronteggiare tranquillamente da sola? Direi che è il momento di darmi più spiegazioni o lo ammazzerò io prima che Sheera possa metterci le mani.

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