8 - Un nuovo richiamo

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Una cosa che un po' mancava a volte in quel luogo che aveva creato era l'aria fresca, il vento, la lieve brezza che spesso sentiva sulla pelle le mattine quando si svegliava nell'Eden. La salutava sempre, era diventata una cosa abitudinaria ricambiare il saluto del vento. Però, sott'acqua, non poteva di certo arrivare con i suoi sospiri. Kyra...

I raggi lunari, rispetto a quelli del sole, arrivavano più lievi anche, a stento si riusciva a vedere oltre il proprio naso talvolta, motivo per cui spesso non rimaneva lì per la notte. Quella volta invece si era addormentata per la stanchezza data dal buio intorno a lei per l'appunto. Kyra...

Di nuovo una voce lontana, pareva quella di una ragazza o di una giovane donna. Le sembrò familiare, calda e dolce. Kyra...

Aprì gli occhi a fatica, il corpo era intorpidito. Era meglio uscire da quella stanza segreta per lei, giusto il tempo di prendere una boccata d'aria fresca e sgranchirsi un po'. Kyra...

Si mise a sedere all'ennesimo richiamo osservandosi intorno non notando però niente di inusuale: Nissa e Nath dormivano tranquilli nel letto che la Dea aveva lasciato loro, Sherra non era lì ma probabilmente era dato dal suo stare male nella notte negli spazi chiusi, mentre intorno a lei ancora antichi volumi erano sparsi.

Assieme alla corvina avevano deciso di appuntarsi sulla carta tutto quello che era accaduto in quegli ultimi anni, era una cosa che spesso avevano fatto nella loro vita passata poiché era difficile ricordarsi secoli di avvenimenti.

Ora va meglio pensò una volta fuori con i piedi sulla sabbia fredda dopo essersi teletrasportata, il cielo stellato sopra di sé con la luna che splendeva così luminosa e che aveva visto così tante volte. Decise di camminare un po' tranquilla, la melodia delle onde marine rilassante, le sembrava di essere nell'Eden, lì dove stava in pace con sé stessa. Kyra...

– Di nuovo.–

Si fermò quando si sentì chiamare, osservando intorno a sé dai fini granelli chiari alle alte stelle dorate. Non c'era niente, non percepiva auree di Creature magiche intorno a sé. Si soffermò a fissare la luna e le ritornò alla mente Selena, le aveva promesso che l'avrebbe invocata e perché non farlo lì con nessuno intorno che potesse interferire o scoprire la sua identità? Perciò chiuse gli occhi e toccò la propria collana che emise un lieve scintillio violaceo prima di ritornare normale, i raggi lunari sulla sua pelle che si fecero più intensi.

– Spero di non aver sbagliato momento.– disse quando riaprì gli occhi ritrovandosi la donna di luce argentea di fronte a sé.

– Tranquilla, riesco a stare qui qualche minuto ancora prima che sorga il sole.– la rincuorò l'altra sorridendole appena. Kyra delle volte si stupiva di quanto anche lei fosse cambiata: in passato era stata rigida, autoritaria persino con le Dee ma era sempre e solo stata paura la sua che si era lasciata alle spalle e aveva lasciato cadere la sua maschera mostrando un lato più sensibile e tranquillo, empatico. Ancora la chiara doveva abituarsi ai suoi sorrisi a dirla tutta.

– Sei comparsa così all'improvviso ad Agraq, cos'è successo?– le domandò dritta al punto non avendo molto tempo a disposizione per parlare. Nel mentre si misero a camminare, Kyra non sarebbe riuscita a stare ferma molto in quel momento in cui era preoccupata data l'espressione tesa di Selena. Lei era in grado di vedere sia Eathevyr che il Regno Assoluto da lontano, cosa accadeva in ogni angolo dei Mondi e il suo compito era sempre stato avvisare le Dee di qualsiasi problema che loro non potevano vedere dai loro luoghi d'origine o sotto forma di Salir, avendo a disposizione solo una minima parte della propria magia a disposizione.

– Non lo so ancora bene con esattezza ma sta accadendo qualcosa di strano. Delle volte compare un'aura negativa dal nulla, prima qui dai Salir e quando scompare appare tra gli Yarix. Si muove, si nasconde, fa avanti e indietro tra un mondo e l'altro. Non è normale.–

Kyra si fece cupa nel sentirla ed era anche la prima volta che sentiva qualcosa del genere.

– Allora avevo percepito davvero un'aura negativa differente da quella di Sheera. Sai più o meno da quanto? Ci siamo sentite qualche mese fa nell'Eden ma non mi hai accennato niente al riguardo.–

– In realtà...– cominciò a dire Selena con un tono che alla Dea non piacque molto.

– È presente da un po', più o meno qualche mese dopo che voi siete ritornate nei vostri Mondi.–

Kyra la fissò stupita, perché non l'aveva avvisata subito? L'altra parve leggerle nel pensiero anche se non fu molto difficile capire cosa le passasse per la testa.

– Prima accadeva solo una volta in svariati mesi e avevo pensato fosse qualche Creatura Oscura ma solo recentemente la cosa sta aumentando. So che Sheera non farebbe uscire così spesso nemmeno i Demoni Supremi, perciò non ho idea di chi o cosa sia.–

La chiara rimase in silenzio a pensare, in effetti non aveva tutti i torti. La voce, forse...

– Non so perché ma è da tutta la notte che qualcuno mi chiama.–

– Non ero io.– la interruppe subito Selena vedendola annuire.

– Lo so, parlava la lingua che solitamente usiamo solo io e Sheera. Dici che la cosa è collegata? Sai chi può essere?–

Selena scosse la testa non sapendo cosa pensare e la Dea sbuffò. Per un attimo le sembrò di esser tornata indietro nel tempo, a quando lei aveva avuto una visione di morte e distruzione imminente e, poche settimane dopo, aveva fatto la sua comparsa il Demone, condannando a millenni di prigionia un popolo che non aveva mai avuto realmente a che fare con i suoi scopi. Erano stati solo delle pedine. Ma lì, cosa stava accadendo? Devi mi farebbe vedere solo il passato e stralci di futuro scollegati tra loro, non so quanto potrebbe aiutare.

– Il mio tempo è scaduto.– la distrasse Selena portandola a salutarla con un cenno quando vide il suo corpo iniziare a sprigionare scintille argentee prima di svanire nel nulla.

– Chissà cosa sarà mai. Magari è davvero solo un demone.– sospirò passandosi una mano tra i capelli bianchi che fermò quando sentì tra le ciocche la solita piuma nera che tornò visibile. Sorrise e la prese, rigirandosela tra le dita e sentendone la morbidezza sui polpastrelli. Se la rimise tra i capelli nascondendola come sempre poco dopo sentendosi più calma, ricominciando a camminare diretta verso il nascondiglio magico e, nel mentre, ripensò alla bugia di Selena. Perché sì, le aveva mentito: lei sapeva di chi appartenesse la voce, chi la stesse chiamando.

L'aveva capito dal modo in cui si era messa composta, dalle sue pupille dilatate e il modo in cui l'aveva interrotta. Perché mai dovrebbe mentirmi? E se fosse qualcosa di importante? Scosse la testa e guardò oltre l'orizzonte, lì dove i primissimi raggi del sole iniziavano a spuntare oltre la distesa d'acqua salata.

– Buongiorno dolcezza.– sentì sussurrare sulla spalla, un tocco freddo e delicato sui fianchi.

– Buongiorno anche a te, combinaguai.– ricambiò con un sorriso tranquillo, voltandosi verso Sheera.

– Eri in qualche caverna nelle vicinanze a pensare come disintegrare Damon?– aggiunse ridacchiando, la corvina che la avvicinò a sé.

– Probabile. Ma tu che ci fai sveglia a quest'ora?–

La Dea Nera inclinò la testa da un lato incuriosita e lei fece spallucce.

– Ho parlato con Selena.–

Appena pronunciò quel nome la corvina alzò gli occhi al cielo facendo una smorfia disgustata che la fece sorridere appena.

– Voleva solo avvisarci di qualche aura negativa anomala. Pensava potesse essere uno dei tuoi.–

Sheera non rispose subito, solo si fece pensierosa e si staccò da lei prima di cominciare a camminare. Sembrò anche tentennare se dirle qualcosa o meno ma alla fine cedette.

– Anche Lilith me l'ha detto. Non è dei nostri, anche se qualcuno ha provato a violare il portale per l'Oblio.–

– Sul serio? Magari è qualche alleato di Shedan che prova a scappare.–

– Ne dubito. Al momento gli è impossibile spostarsi oltre la propria prigionia, calcolando che sono senza forze.–

La chiara annuì appena, non sapeva come fosse in realtà quel luogo spaventoso. Poteva solo immaginarlo, il suo opposto non le aveva mai detto esattamente come fosse, cosa accadesse ai prigionieri, alle loro anime. Forse era meglio così, e poi, erano pur sempre rivali: mai sapere troppo dell'altra.

– Ho sentito anche una voce stanotte. Mi continuava a chiamare. Selena ha detto che non sapeva chi fosse ma mentiva.–

– Tsk! Come se fosse la prima volta.– ribatté l'altra cupa e fredda, alchè Kyra le diece una lieve spallata come a dirle di non esagerare.

– Sai come sono quando si parla di quella.– ribadì Sheera.

– Comunque, è meglio tenere gli occhi aperti.–

Non parlarono più dell'argomento, cercarono di sembrare come se nulla fosse accaduto poiché, entrambe, si erano promesse di non immischiare di nuovo Salir e Yarix in qualsiasi problema avrebbero mai affrontato nel resto della loro eternità. Era meglio che sia Nath che Nissa non notassero niente di strano nei loro comportamenti, la loro curiosità non avrebbe fatto bene. Eppure, Sheera continuò a pensare per il resto della giornata a quello che aveva rivissuto quella notte e con essa una premonizione che non le era piaciuta proprio per niente.

 

"Il buio era sempre stato ciò che più amava vedere quando apriva gli occhi, niente raggi solari fastidiosi, niente calore sulla pelle, niente colori sgargianti in ogni dove. Era bello una volta ogni tanto trovarsi nell'oscurità più totale. Il problema però lì era che non era reale: stava sognando. O così pensò su due piedi.

– Benvenuta nella mia testa.– ironizzò quando fece caso che stesse come fluttuando nel nulla. No, non era uno dei soliti sogni, quello era ben altro ma cosa?

– Questa voce... Shedan? Impossibile.–

In lontananza sentì qualcuno parlare, un ragazzo se non sbagliava e le ricordò tremendamente quello che era stato il suo nemico. Apparve una pavimentazione sotto i suoi piedi su cui si ritrovò poco dopo, era di pietra grezza e scura. Poi una lieve luce proveniente da una specie di arco. Era confusa, cosa voleva dirle la sua stessa essenza? Non le era mai accaduto niente del genere, era piuttosto simile a quando aveva qualche premonizione eppure non lo era.

– E se fosse...–

Iniziò a pensare ad una strana ma plausibile ipotesi mentre si avvicinò all'arco illuminato, dietro al quale, quando lo attraverso, l'oscurità si dissolse appena permettendole di ritrovarsi in una stanza angusta e buia, niente di insolito per lei. Non conosceva però quel luogo: le pareti di rocce poste le une sopra le altre, una minuscola finestrella in un angolo in alto.

– Chi sei?– sentì chiedere da un ragazzo che era improvvisamente apparso di fronte a sé. La sua immagine non era limpida, era come leggermente sfuocata e non le permetteva di capire chi avesse davanti a sé legato in catene. Era possibile che fosse una prigione dei Salir? In effetti, le ricordava un poco quella in cui era stata a Stavira quando aveva incontrato di nuovo Kyra dopo secoli.

– Posso essere la tua salvezza se lo vuoi.– disse lei, ma allo stesso tempo una voce maschile. Era come aveva ipotizzato: quello era un ricordo di Shedan, il Demone e lo stava rivivendo. Aveva pensato di non poter vedere nulla di quello che aveva combinato nei millenni l'essere creato dalla sua stessa energia, era la prima volta.

– Come faresti a liberarmi da qui? Sono circondato da guardie ovunque.– ringhiò l'altro che notò essere inginocchiato a terra, vestiti strappati e malconci. Non doveva essersela passata molto bene.

– Oh, non ti preoccupare. Ho i miei assi nella manica. Sono venuto qui per proporti un affare.–

– Nemmeno ti conosco.–

Shedan-Sheera ridacchiò e si accucciò per arrivare all'altezza del giovane, da lì la ragazza capì che quello che aveva davanti a sé era di corporatura simile a quella che Nath e suo fratello e ogni altro ragazzo avevano intorno ai sedici anni. In effetti, anche la sua voce aveva ancora qualcosa che ricordava quella di un bambino. Chi era? Cosa poteva mai aver voluto avere il Demone da lui?

– Puoi rimanere qui fino alla morte, o seguirmi e allearti con me. Mi obbedirai, sarai la mia ombra, i miei occhi, le mie orecchie laddove io non potrò esserci.–

– Dovrei essere tuo schiavo? Sei fuori di testa! Cosa pensi abbia fatto per tutti questi anni?–

– Non è la stessa cosa, saresti fuori da queste mura. E ti insegnerò cose interessanti che neanche immagini. Non sarai mio schiavo, sarai nostro alleato.–

Il ragazzo sembrò confuso e si mosse un attimo come a volersi sistemare meglio sulle ginocchia.

– Nostro?– domandò. La scena però finì lì, non sentì più voci né vide altri luoghi. Era ritornata nel buio più totale. O solo al momento prima che sentisse il corpo come compresso da qualcosa che le tolse il fiato. Quello lo riconobbe chiaramente: premonizione.

Non riusciva a muoversi né a respirare, semplicemente vagava nell'oscurità e immagini iniziarono a scorrere davanti a ripetizione, sempre le stesse. Prima un calice, uno di quelli da cui lei beveva sempre il suo amato vino, poi una mano femminile dalle unghie bianche che riconobbe all'istante essere di Kyra a prendere delicatamente il vetro cristallino. La sua immagine completa apparve, vide il suo sorriso e sembrava parlare con qualcuno prima di bere. Da lì, una macchia nera si espanse dal suo petto come sangue, sembrò toglierle ogni energia vitale mentre la chiara si accasciava a terra e si dissolveva in sangue viscido."

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Ehilà! Anche questa settimana mi sarà impossibile pubblicare sabato, ovvero domani, perciò ecco a voi. E visto che c'è pasqua ho pensato di regalarvi due capitoli ma non abbituatevici troppo! ;)

Alla prossima!

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