Capitolo 21

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Crowley osservava i movimenti e il modo di comportarsi di Rouym con un certo interesse.

Sembrava fuori posto. Anche con l'aspetto poco amichevole, i capelli sporchi e i denti lunghi, qualcosa con lui sembrava non andare, semplicemente. Era sbagliato lì, quasi come lo era Aziraphale.

Parlando di lui, quasi non si vedevano, un po' per gli impegni, un po' per la paura di essere visti, sospettati. Crowley nel frattempo cercava un modo per andare via, per prendere anche solo una di quelle dannate scale, ma non lo trovava.

E Aziraphale... stava male. Gli erano stati dati altri vestiti, non troppo diversi dai soliti ma sui toni del nero e del blu, e non stava bene, non stava affatto bene. Lo vedeva ogni volta più stanco, più solo, pallido e perso.

Crowley non lo abbracciava quando era in pubblico, ma ogni volta che lo vedeva con quegli occhi chiari, quegli occhi che sembravano diventare ogni giorno più stanchi, si sentiva morire. Avrebbe voluto portarlo su, con sé, fargli respirare l'aria fresca.

"Mi sta abbandonando." diceva.

"Lo so - rispondeva Crowley - Ti stai tormentando, vero?"

Anche Crowley lo aveva fatto. Si era tormentato a lungo, troppo a lungo. Era da perderci la testa, quella sensazione di inutilità, di aver sbagliato, di essere diventato imperdonabile.

Quel giorno, o notte che fosse, impossibile dirlo, Rouym era entrato nell'ufficio di Crowley con aria affannata.

"Crowley - disse, con il fiatone e il petto sottile che si muoveva su e giù a una velocità spaventosa - Non- io... io credo di essere in pericolo."

Aveva gli occhi stralunati, il viso teso come mai prima.

"Cosa succede? - chiese Crowley, decisamente confuso - Va tutto bene?"

"No, no, non direi. Ho il terrore che mi scoprano, gli altri   Rouym appoggiò le mani sulla scrivania e sui documenti - Tu puoi aiutarmi, vero? Tu sei come me. Non voglio fare certe cose che mi dicono, preferisco gli umani ai demoni, non mi piace qui."

"Ssh! Ma ti rendi conto in che guai ti metti anche solo a dire queste cose? - Crowley si strinse tra due dita la base del naso, sbuffando sonoramente - Prima di tutto resta calmo. E poi non puoi fare una confessione così a caso, stai rischiando!"

"Ma io so che sei come me - disse Rouym, allarmato - Sei l'unico che può aiutarmi. Tu non volevi far cadere quell'angelo, vero? Eri suo amico?"

"Io... - Crowley sbuffò, improvvisamente nervoso - Parliamone con calma. Respira tranquillo e parla a bassa voce, cosa sta succedendo?"

"Non... - il demone parve essere diventato improvvisamente timoroso - Credo che non mi piacciano i demoni. E credo che non mi piaccia il mio lavoro. Capisci ciò che intendo, vero?"

"Sì, lo capisco."

"Cammino sulla Terra e mi sembra assurdo che debba essere distrutta, mi piacciono le cose che fanno gli umani, i rapporti che stringono tra di loro e tutto il resto... sono cose che adoro, più di quanto un demone dovrebbe. Anzi, a volte penso di non dover essere un demone. Non mi piace il fatto di essere caduto, mi manca stare lassù. Un tempo, in alto, era tutto meraviglioso, mi chiedo se lo sia ancora. A te... tu volevi cadere?"

Che razza di domanda. Qualsiasi demone, da Hastur a Beelzebub, da Dagon fino a Lucifero in persona, davanti a una domanda del genere avrebbe ridacchiato e detto Non me lo aspettavo, ma meglio essere liberi all'Inferno, che schiavi in Paradiso.

Anche Crowley avrebbe detto qualcosa del genere, forse in parte credendoci, in parte cercando di mascherarsi.

Ma era da un bel po' ormai che l'Inferno gli pareva come tutto meno che l'immagine della libertà.

"Non volevo - rispose seccamente - Ma ormai è fatta no? Lassù, su di noi, nessuno cambierà idea."

Rouym a quel punto quasi sorrise tra sé e sé, lasciandosi dietro il nervosismo. Si mise le mani dietro la schiena e ridacchiò "Oh ma così mi costringi a tirare fuori l'argomento troppo presto, avevo lavorato tanto sulla mia scena."

Crowley, credendo genuinamente di essersi perso qualcosa del discorso dell'altro, alzò un sopracciglio "Che? Puoi ripetere?"

"Oh ma quante cose che ti devo raccontare. Prima di tutto però - Rouym aveva lasciato del tutto perdere il tono insicuro e il tremore, restando alto e con posizione stabile - Devo chiederti un paio di cose. Primo, non urlare, secondo non chiamare nessuno qui, terzo, se qualcuno entra, fai finta di starmi rimproverando per il mio pessimo lavoro. Questa cosa deve andare bene, e non voglio essere costretto a prendere rimedi estremi, però devo informarti che ho una boccetta d'Acqua Santa con me."

Crowley si alzò in piedi di scatto solo al sentirla nominare "Tu avresti che cosa? Non... non puoi girare con dei materiali simili, vuoi scherzare?"

Rouym si schiarì la voce "Non alzare troppo la voce, i muri hanno orecchie. Tiri certi acuti, quando sei nervoso..."

"Io... non-che... puoi spiegarti?"

Solo in quel momento Crowley si accorse che Rouym stava esattamente davanti alla porta, bloccando l'unica via di fuga. E se davvero con sé aveva l'Acqua...

"Certo, certo. Dobbiamo fare le presentazioni daccapo, immagino - gli porse la mano oltre la scrivania - Io sono Remiel, angelo del pentimento."

Crowley non gliela strinse, limitandosi a osservare le dita affusolate dell'altro tese verso di lui "Tu sei chi di che cosa?"

Rouym schioccò le dita e Crowley desiderò ardentemente tornare ad avere i propri occhiali da sole. Una luce accecante lo colpì e lui nascose il viso tra le mani, sentendo un certo dolore.

"Puoi guardare, adesso - si sentì dire, e guardò - Ho sfruttato un gran bel camuflage, non ti pare?"

Rouym, Remiel o quello che era, se ne stava davanti a lui con i lunghi capelli neri raccolti in una coda dietro la schiena, un abito elegante e candido e un viso più sano e fiero del solito.

"Certo, modificare i documenti demoniaci e creare Rouym non è stato troppo difficile, il vostro sistema funziona in modo orrendo, sai? Nessuno controlla mai niente, una cosa del genere non accadrebbe in Paradiso."

"È... interessante - disse Crowley, facendo un passo all'indietro - E dimmi... sei qui perché...?"

Lo guardava con gli occhi spalancati, pietrificato. Se lui era lì, se loro erano lì, poteva essere per ben pochi motivi. In fondo Crowley non ci credeva. Non poteva essere, non doveva essere.

"Oh ma non è ovvio? Sei stato riaccettato ai piani alti, Crowley. Oppure dovrei chiamarti Raphael?"


























Well.

Plot twist babes.

Ah sì. Remiel è davvero l'Angelo del Pentimento, da quello che ne so, esiste. Avevo letto qualcosa su di lui quest'estate ed è da lì che è partita l'idea per questa parte di storia, in realtà.

Anyway, here we are. Ditemi pure cosa ne pensate, se volete lasciatemi un voto e adios!

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