Capitolo 19

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Jae rimase con me tutta la notte senza chiedermi spiegazioni. Il giorno dopo poi, continuammo ad allenarci come nulla fosse.

Quella era una delle cose che mi piacevano di lui. Non mi costringeva mai a parlare se non volevo e mi lasciava i miei spazi ogni volta che ne avevo bisogno.

Dato che le sue missioni erano temporaneamente sospese per aver assunto il ruolo di istruttore, Jae rimaneva spesso con me. Il suo abbraccio era caldo, rilassante e protettivo, ma nemmeno quello riusciva a tenermi lontana dai miei incubi. Sgattaiolavo spesso nel refettorio mentre lui dormiva profondamente perché non riuscivo a prendere sonno.

Mi ritrovavo a scarabocchiare su dei tovaglioli fino all'alba, mentre alla tv si alternavano interviste a live dei preparativi degli Hunger Games. Nessuno faceva molto caso a me, quindi potevo rimanere lì quanto volevo. Forse pensavano che fossi una pazza ossessionata dai giochi e mi lasciavano perdere. Anche se non volevo rivivere i miei brutti ricordi, sapere ciò che stava accadendo teneva la mia paura sotto controllo.

Iniziai ad interessarmi sempre di più alla ragazza del 12.

A quanto pareva, era la preferita di Caesar. C'era qualcosa in lei che mi spingeva a cercare di capirla. Era enigmatica, non sorrideva quasi mai e sembrava una di quelle persone che ti accoltellavano se le parlavi. Mi era molto simpatica.

Con mia grande sorpresa, notai che lo stilista che le era stato assegnato era Cinna. Appariva ogni tanto dietro di lei, col suo fedele eyeliner dorato a illuminargli gli occhi. Lui sembrava felice e più maturo. Non era invecchiato di un giorno.

Probabilmente l'anno precedente aveva iniziato la sua carriera distaccandosi da Ruby. Conoscevo bene il loro stile e quando vidi nella replica le fiamme bruciare sui costumi del 12, mi scese una lacrima. Avevano realizzato il mio vestito d'acqua con la stessa tecnica. Mi domandai se entrambi ripensassero mai a me.

Mi sentii molto nostalgica. Mi ero persa molte cose in quegli anni e forse non sarei mai riuscita a recuperare il tempo perduto.

‹‹Ti godi lo spettacolo?›› esordì Plutarch entrando nel refettorio con teatralità.

‹‹Non dovrei...preferirei che non ci fosse nessuno show...ma sapere tutto ciò che succede mi tranquillizza. Almeno non penso al peggio›› risposi sospirando, ma lui sorrise.

‹‹Cinna, eh? Era uno dei tuoi stilisti se non sbaglio. Ha davvero un grande talento! Dopo questi giochi, tutti si ricorderanno di lui›› dichiarò arricciando le labbra.

‹‹Cosa ne pensi della ragazza del 12? Katniss Everdeen›› mi interessava avere il suo parere.

‹‹Si è offerta per la sorella. È una volontaria del 12, molto raro. Ha avuto anche un punteggio alto. Sono molto curioso, lo ammetto›› confessò osservando lo schermo.

‹‹Davvero? Quanto?›› non avevo ancora assistito all'assegnazione del voto dopo la prova individuale. Ammisi anche io di essere molto interessata.

‹‹11›› rispose soddisfatto. ‹‹Mi ricorda qualcuno...››

‹‹Hai saputo che cosa ha fatto? Si è rivelata un'assassina provetta?›› chiesi stupita ripensando alla mia prova. ‹‹Deve essere stata davvero brava...››

‹‹No, ma è audace›› aggiunse lui.

‹‹Che cosa ti hanno raccontato?›› domandai studiando il suo sguardo calcolatore.

‹‹Mi sono arrivate delle voci...Ha scagliato una freccia contro una mela molto vicina alla testa di Seneca. A quanto pare, non le aveva dato abbastanza attenzione durante la prova. Alla fine si è inchinata e ha detto "grazie per il vostro interessamento" e se n'è andata›› il suo sguardo compiaciuto mi fece ridacchiare.

‹‹Quindi è un arciere...›› riflettei ad alta voce ‹‹specialità combattimento a distanza, copertura dall'alto. Le servirà qualcuno bravo nel corpo a corpo...››

‹‹Mosse e contromosse. Non cambi mai, vero?›› la sua risposta mi fece tornare alla realtà. Lo stavo facendo di nuovo.

‹‹Un po' come te. Le cattive abitudini sono dure a morire!›› esclamai con amarezza. Era un gioco barbarico e io dovevo smetterla di pensare come un assassino. ‹‹In ogni caso, quella ragazza sembra avere coraggio da vendere››

‹‹Le hanno già trovato un soprannome: "The girl on fire". Penso sia perfettamente azzeccato. Se continui a guardare, tra poco vedrai la sua intervista›› mi consigliò.

‹‹Scommetteresti su di lei?›› esitai a fare quella domanda, ma mi interessava il suo parere.

‹‹Forse. Però è troppo presto per esprimere un giudizio›› dichiarò alzando le spalle.

‹‹Quindi ti sei già fatto un'idea, ma non vuoi dirmela. Lo accetto. Spero solo che arrivi in fondo. Molti vorranno fare gruppo con lei›› ipotizzai con rimorso.

Mentre fissavo lo schermo, sentii lo sguardo di Plutarch su di me.

‹‹Anche lei ha negli occhi qualcosa che si accende›› commentò con orgoglio. Mi voltai verso di lui. Era davvero perspicace, decisi che mi sarei fidata del suo giudizio.

‹‹Cosa ne pensi invece di quello del 2?›› accennai al ragazzo biondo. Ricordavo Zatos e Atala del suo distretto. Mi avevano sempre suscitato timore.

‹‹Troppo arrogante e irruento. Quando non ero ancora uno stratega non scommettevo mai su quelli come lui, al contrario di altri sponsor. Sembrano sempre i più forti, ma l'arena è anche un gioco mentale, non solo fisico›› quel punto di vista mi stupì. Non avevo mai pensato a come dovesse essere la sua vita prima di diventare stratega.

‹‹Perché alla prova individuale mi hai dato un punteggio alto? Sparkle era praticamente perfetto in tutto, ma io? Ho dimostrato solo di sapere usare armi diverse, ma in tanti lo fanno. Dovevi fornirmi sponsor per fare funzionare il piano?›› quella constatazione mi uscì spontaneamente senza pensarci.

‹‹No, semplicemente te lo meritavi. Oltre ai muscoli, hai dimostrato di avere cervello. Quando ho visto come avevi diviso in settori lo spazio, ho capito che avevi analizzato diversi terreni, nemici e possibilità. In realtà ho rischiato con quel gesto. Avrei attirato troppa attenzione su di te, ma non potevo assolutamente sminuirti›› espose candidamente.

‹‹La Coin non capisce quanto ci guadagni ad averti qui›› sostenni sorridendo. Lui sembrò grato di quel complimento.

Estrasse l'orologio da taschino e lo guardò con disappunto ‹‹Beh, adesso devo proprio andare. Tu continua a guardare, sono certo che scoprirai cose interessanti››

‹‹Buon lavoro Plutarch›› lo salutai. Lui mi fece un inchino augurandomi un buon allenamento e poi se ne andò.

Passai i giorni seguenti a pensare a quello che mi aveva detto, continuando a seguire le trasmissioni di Capitol e ad allenarmi. Forse voleva che facessi attenzione a qualcosa di particolare, o solo che capissi come ragionavano gli strateghi.

Era difficile guardarli senza provare ogni secondo una fitta allo stomaco, ma ci provai lo stesso.

Plutarch ovviamente non me lo aveva consigliato per farmi stare male, ma perché sapeva che non sarei riuscita a stare lontana dagli schermi. Tanto valeva imparare qualcosa di utile. Ad ogni frame però, era come se rivivessi di nuovo i giochi e dallo sguardo di Sparkle, doveva essere lo stesso anche per lui.

Da quando avevo eliminato tutta la morfamina dalla stanza di Sparkle, avevo deciso di lasciargli un po' di spazio. Gli avevo promesso che starei stata sempre al suo fianco, e stavo studiando quale fosse il modo migliore per aiutarlo.

Jae, che si era accorto che qualcosa non andava per la mia continua distrazione, sembrava preoccupato. Gli raccontai della morfamina e non ne fu contento, ma non mi proibì di aiutarlo.

Gli avevo chiesto di aiutarmi nel tiro con l'arco, non solo perché lo avevo visto usare da Katniss, ma perché mi aveva fatto ripensare ad Icaro. Era strano riprenderne uno. L'ultima volta che lo avevo usato ero con lui. Avrei voluto condividere quei ricordi con Sebastian.

Alle prime ore dell'alba, mi ritrovai nuovamente stanca ma incapace di chiudere occhio.

Nel refettorio stavano trasmettendo le repliche delle interviste. Finalmente avrei visto quella di Katniss.

Quando arrivai al solito tavolo, mi accorsi che Sparkle era lì davanti ad uno schermo.

‹‹Ehi›› lo salutai ‹‹come stai?›› gli chiesi con tono gentile. ‹‹Scusami se non sono tornata subito, ma sto pensando al modo giusto per aiutarti senza peggiore le cose...››

‹‹Ehi! No...›› aggiunse con tono stanco. Mi sedetti vicino a lui e si voltò verso di me dispiaciuto ‹‹Il solito. Per ora non ho avuto forti ricadute, ma la mancanza mi sta distruggendo›› fece appoggiando le mani sul tavolo.

‹‹Ti ho promesso che ti avrei aiutato e lo farò. Voglio solo che tu sappia che non mi sono tirata in dietro. So che i primi giorni non si sente troppo la differenza. Tra poco potrebbe salirti la febbre›› ipotizzai mettendogli una mano sulla spalla. Lui mi guardò e annuì.

‹‹Si, già fatto. Per questo motivo non mi hai visto in giro. Adantia mi ha portato le medicine che mi servivano e ora è passata. Però sento che sta per arrivare la nausea e non riesco a mangiare niente›› appoggiò anche la fronte al tavolo, poi mi lanciò uno sguardo interrogativo.

‹‹Certo Adantia...hai fatto la cosa giusta. Glielo hai detto?›› nonostante la odiassi, era la persona più qualificata per aiutarlo. Lui scosse la testa.

‹‹Come sai quello che succede in questa situazione?›› mi chiese improvvisamente.

‹‹Diciamo che ho avuto un'esperienza simile...poi ho fatto delle ricerche...›› evitai di rispondere in modo specifico ‹‹Comunque per la fame: per le prossime due settimane ti sembrerà che tutto il cibo faccia schifo. Devi mangiare poco, spesso e cose solide. Le fette biscottate sono un'ottima idea! Forse qua le hanno...insomma è cibo semplice da soldati...Ah, e bevi spesso e a piccoli sorsi! Devi mantenerti idratato, soprattutto se vomiti spesso›› gli suggerii sperando si ricordasse tutto.

Mi guardò come se mi fossero spuntate all'improvviso tre teste.

‹‹Ero convinto che quando lo avresti scoperto saresti rimasta scioccata, invece...›› sorrise come se pensasse che fosse sciocco. Non riuscivo mai a resistere ai suoi occhi verde menta.

‹‹Sparkle, io non sono nessuno per giudicarti. Conoscendomi, se fossi stata nella tua situazione, avrei fatto lo stesso...eri solo...››

‹‹No, Sky, tu avresti lottato!›› esclamò sicuro di sé interrompendomi.

‹‹No Sparkle, forse avrei fatto anche di peggio...tu non sai...›› strinsi i pugni pensando all'oscurità dentro di me.

‹‹Per questo sai cosa fare? Non mi dirai mai cosa ti è successo, vero?›› mi domandò prendendomi le mani.

‹‹Io...lo sai, non riesco a gestire la mia rabbia a volte. C'eri anche tu. Sono un mostro e....un'assassina›› sputai fuori tutto d'un fiato. ‹‹Prima ancora, ho fatto cose di cui non vado fiera››

Il suo sguardo dispiaciuto e i suoi occhi stanchi, mi convinsero a raccontargli ciò che non gli avevo detto nell'arena.

Afferrai l'accendino di Finnick e iniziai a giocherellarci. Iniziai da Ethan, da i gruppi che avevo creato e dall'incidente. Sapeva già molte cose di me, ma lo avevo tenuto all'oscuro dalle peggiori.

Mi fissò in silenzio per qualche secondo.

Mentre parlavo, non aveva mai spostato lo sguardo da me ‹‹Ero al limite, avevo bisogno di andarmene ed essendo impulsiva ed estremamente fuori di testa, mi sono offerta volontaria ai giochi. Ma questo lo sai già››

Non riuscivo mai a mentirgli, soprattutto quando quegli occhi brillanti come le stelle, mi fissavano con comprensione. Mi stupii il distacco con cui avevo affrontato il discorso; come se in quel momento fosse una cosa che non mi riguardava più. Forse in parte, era così.

‹‹Anche tu quindi hai affrontato queste cose da sola›› constatò ferito.

‹‹Non sono il tipo di persona che rende le cose facili per sè stessa››

Era la terza persona a venire a conoscenza del mio passato, ed anche lui non era scappato a gambe levate. Lo trovavo molto strano.

‹‹Sky, quando dico che sono certo che avresti reagito, è esattamente questo a cui mi riferisco. Tu lotti, sempre! Qualche volta è lecito lasciarsi andare...spero solo che parlarne ti abbia fatta stare un po' meglio. Non sei più legata a quel passato. Certo i ricordi rimarranno per sempre, ma adesso, niente di tutto quello è più una tua responsabilità›› dichiarò a cuore aperto. Gli sorrisi.

‹‹Hai, ragione... adesso però sei tu la mia responsabilità!›› esclamai tirandogli un pugno ‹‹ti ho detto che aiuterò e lo farò davvero, a partire da adesso!››

Mi alzai dirigendomi verso il bancone. La porta che conduceva alla cucina era chiusa, così scavalcai.

Tornai dopo poco con una bottiglia d'acqua e del pane tostato.

‹‹Strano vero, vederlo in televisione›› fece titubante riferendosi ai giochi.

‹‹Già. In questo distretto, nessuno sembra farci troppo caso›› risposi sospirando. ‹‹Mentre guardiamo le interviste, che ne dici di dare un morso a questo e bere un sorso all'acqua?›› gli mostrai il mio bottino.

‹‹A quest'ora?›› chiese stupito.

‹‹Si lo so che è presto per la colazione, ma tanto non hai mangiato nulla...›› ipotizzai.

‹‹Non posso assicurarti niente, però posso provare...›› rispose rassegnato.

‹‹Io non volevo origliare, ma ho sentito mentre raccontavi alcune cose a Jae›› si scusò addentando con disappunto il cibo. ‹‹Quella sera davanti al fuoco...››

‹‹Io...si›› ammisi abbassando la testa.

‹‹Sembra un bravo ragazzo›› dichiarò masticando.

‹‹Si, lo è...›› troncai il discorso sul nascere e cambiai argomento. ‹‹Quindi, come va? Lo stomaco accetta il cibo?››

‹‹Mmm›› ci rifletté per un attimo ‹‹per adesso sembra di sì››

‹‹Non finirlo tutto se non ti va. Mangiane poco per volta›› gli consigliai mentre gli rubavo una fetta. Stavano passando le prime interviste e forse, condividerle con lui le avrebbe fatte sembrare meno dolorose.

‹‹Ci farò una collana e me la appenderò al collo, così ogni tanto potrò dargli un morso›› scherzò. Lo guardai con disappunto e poi scoppiai a ridere. Sembrava stare meglio.

La voce di Caesar che chiamava la ragazza del 12 con il soprannome che mi aveva detto Plutarch, richiamò la mia attenzione.

Rimasi incantata quando salì sul palco. Cinna si era superato.

Indossava un tubino attillato rosso fuoco che si apriva in fiamme ai polpacci. La stoffa sembrava brillare di luce propria e quel tulle arancione presente anche sulle décolleté, dava l'impressione che stesse andando in fiamme. Brillantini colorati tono su tono, le si diramavano dalla spalla sinistra fino alla schiena.

Ero certa che sotto quegli strati, si nascondesse il tocco dello stilista.

Non mi persi nemmeno una parola e mi stupii quando lei sembrò non aver nemmeno sentito Caesar. I ragazzi del 12 non erano abituati a tutto quel lusso, doveva sentirsi frastornata. L'intervistatore cercava di metterla a suo agio esaltando i suoi punti di forza, ma si notava la stizza di lei verso tutto ciò che la circondava.

‹‹Sai, anche tu avevi quell'espressione›› esordì Sparkle indicandola con la fetta di pane. ‹‹Cercavi di non darlo a vedere, sei di certo un'ottima attrice, ma io l'ho notato››

‹‹In che senso?›› gli chiesi stranita voltandomi.

‹‹Si vedeva che odiavi tutto quello intorno a te. Per un attimo ho pensato che saresti salita sulla sedia per urlare a tutti di andare a farsi fottere. Avete entrambe quell'espressione seria...come se non riusciste mai a rilassarvi›› sembrava aver fatto attenzione ad ogni minimo particolare.

‹‹Non pensavo che ci avessi fatto caso›› gli risposi stupita.

Prima che potesse rispondere mi alzai in piedi. Katniss stava volteggiando, lasciando che il vestito di Cinna prendesse fuoco.

‹‹Lo sapevo!›› esclamai esultando. Da quel tulle si erano diramate delle vere fiamme, che scoppiettavano incandescenti senza bruciare. L'effetto era spettacolare.

Quel breve momento di spensieratezza finì quando iniziò a parlare di sua sorella. Forse quello fu l'unico momento in cui ci mostrò la vera Katniss. L'aveva salvata non per dimostrarsi coraggiosa, ma perché la amava con tutta sé stessa e non poteva permetterle di morire al posto suo.

‹‹Scommetto che ti sta già simpatica›› commentò il ragazzo biondo bevendo un sorso d'acqua.

‹‹Beh, per adesso è l'unica che ha mostrato un po' di carattere. Sembra che voglia bruciarli tutti almeno quanto lo voglio io...›› gli feci notare. Mi soffermai poi a pensare a quella dell'11 ‹‹per fortuna mi hai distratto mentre...non volevo guardare quella della ragazzina...››

‹‹Lo so›› mi consolò mettendomi una mano sulla spalla. Per evitare di rivivere i ricordi, cambiai discorso.

‹‹Lui invece mi ricorda te›› scherzai guardando il così detto "ragazzo del pane".

Sembrava sveglio ed intelligente. Aveva un certo fascino e sapeva dire le cose giuste.

‹‹Perché è biondo?›› chiese lui interdetto.

‹‹No, idiota, perché ha carisma! Ha capito cosa vuole vedere il pubblico e lo sta sfruttando a suo vantaggio. Si sta giocando il tutto per tutto in quei pochi minuti a disposizione›› gli feci notare lanciandogli un'occhiata truce. Era lui a tenere le redini dell'intervista e mi fece perfino ridere.

Sparkle mi rivolse un verso di disappunto mentre continuavamo a guardare. Caesar porse una domanda interessante che mi incuriosì.

Gli chiese se avesse una fidanzata e Peeta sembrò scoraggiato. Rispose che gli piaceva da sempre una ragazza, ma che lei non lo aveva mai notato fino a che non era stato estratto. Il suo sguardo divenne sempre più triste.

Caesar gli consigliò di tornare a casa da vincitore così che lei lo notasse per forza, ma la sua risposta fu inaspettata.

"Lei è venuta qui insieme a me" rispose quasi con le lacrime agli occhi.

‹‹Katniss›› sussurrai.

‹‹Ora si che vedo la somiglianza...›› commentò Sparkle.

Sollevai un sopracciglio quasi alzando gli occhi al cielo per il suo commento saccente, ma poi riflettei.

‹‹Sarà una farsa? Però...››

Nei distretti avrebbero sicuramente pensato che lui stesse mentendo, ma c'era qualcosa nel suo sguardo che mi faceva credere che fosse sincero. Forse era stato un po' troppo drammatico, ma quegli occhi non potevano mentire. Li conoscevo bene perché non gli avevo creduto.

‹‹Che cosa stai pensando?›› mi chiese quasi mordendosi la lingua.

‹‹Che non ho creduto a te›› gli ricordai con amarezza. ‹‹quindi mi trovo costretta a credere a lui››

‹‹In che senso?›› sembrò interessato a quella mia strana risposta.

‹‹Perché avevi quello stesso sguardo mentre parlavi di me a Caesar. Lo sai che ero convinta che fingessi per le telecamere o per salvarti la pelle...Non ti sei dimenticato di me appena siamo entrati nell'arena ma io ho continuato a non crederti. Ne ho pagato le conseguenze›› quelle parole mi uscirono senza pensarci. Fissai lo schermo perché non avevo il coraggio di incontrare i suoi occhi.

Sembrò non sapere che cosa rispondermi, così aggiunsi mordendomi il labbro ‹‹non dimenticherò mai quello che mi hai detto alla fine›› con la coda dell'occhio, lo vidi stringere il pugno capendo che mi riferivo al suo "sono perdutamente innamorato di te".

‹‹Infatti sappiamo entrambi com'è finita...›› aggiunse amaramente. Quelle parole mi ferirono costringendomi a distogliere lo sguardo altrove.

Sentii il suo sguardo su di me ‹‹Poi adesso non fa nessuna differenza. Stai con Jae e ho visto come ti guarda›› quelle parole furono come lame che mi laceravano il petto.

‹‹E tu hai Adantia›› ribattei voltandomi con rabbia. ‹‹Quando ti ho visto speravo che nemmeno tu avessi dimenticato, e invece...›› abbassai lo sguardo facendo per allontanarmi, ma lui afferrò la mia mano sinistra.

‹‹Niente potrà mai farmi dimenticare›› sentenziò rivolgendomi i suoi occhi di giada purissima.

Sentivo una lacrima minacciare di uscire, ma la ricacciai indietro quando mi voltò il polso sinistro. Notò la cicatrice inferta dalla stretta di Emeraude e la accarezzò dolcemente col pollice. Quando lo guardai, il pugnale tornò a scavare di nuovo nel mio cuore. Mi liberai dalla sua stretta e me ne andai.

Non riuscivo a capire perché mi guardasse in quel modo dopo tutto quello che era successo. Forse i ricordi erano riaffiorati improvvisamente quando mi aveva vista. Dovevo essere il suo incubo ricorrente.

Se fossi sparita magari, non lo avrei più tormentato permettendogli di tornare a respirare.

La sua dipendenza era in gran parte colpa mia, quindi avrei fatto meglio ad andarmene, ma ormai gli avevo promesso di aiutarlo.

Era colpa mia se era in quello stato e aiutarlo a rimettersi era il minimo che potevo fare. Dovevo solo tenere a bada i miei sentimenti.

Tornai in camera mia e chiusi la porta.

Era ancora buio, Jae stava ancora dormendo. Mi sentii estremamente in colpa per entrambi.

Quando in silenzio scivolai nel mio letto, trovai immediatamente la sua stretta rassicurante.

Se mi fossi limitata a controllare da lontano Sparkle, dandogli dei consigli sarebbe andato tutto bene.

Dovevo solo cancellare i miei dannati sentimenti e quella, sembrava l'unica cosa che non ero in grado di fare.

***

Something always brings me back to you
It never takes too long
No matter what I say or do
I'll still feel you here 'till the moment I'm gone

You hold me without touch
You keep me without chains
I never wanted anything so much than to drown in your love
And not feel your reign

Set me free, leave me be
I don't want to fall another moment into your gravity
Here I am, and I stand
So tall, just the way I'm supposed to be
But you're on to me and all over me

Oh, you loved me 'cause I'm fragile
When I thought that I was strong
But you touch me for a little while
And all my fragile strength is gone

Set me free, leave me be
I don't want to fall another moment into your gravity
Here I am, and I stand
So tall, just the way I'm supposed to be
But you're on to me and all over me

I live here on my knees as I try to make you see
That you're everything I think I need here on the ground
But you're neither friend nor foe though I can't seem to let you go
The one thing that I still know is that you're keeping me down
You're keeping me down, eh ooh
You're on to me, on to me, and all over

Something always brings me back to you
It never takes too long


***

Ciao a tutti da Shadow_Moonlightear!

Era da un po' che non scrivevo in questa zona! Spero che stiate bene e che la storia vi stia piacendo!

Ci stiamo avvicinando alla fine...sento già la mancanza di questo secondo libro mentre scrivo il terzo...eh sì, ci sarà un seguito! Vorrei che questa saga fosse una trilogia, quindi concluderò con il prossimo (sempre se riuscirò a finirlo...)

Nel mentre sto lavorando anche ad un altra saga. Spero che le attenderete con piacere. 

Fatemi sapere nei commenti  cosa ne pensate e se vi va e il capitolo vi è piaciuto, lasciate una stellina!

Vi ricordo che tutte le canzoni presenti nei capitoli, potete trovarle nella mia playlist di Spotify!

Vi lascio qui il link: 

https://open.spotify.com/playlist/0BtWAezfGb9ziLDHqCvlZj?si=r9pAdQl7QHmxtfJ8J3WIqA&utm_source=copy-link

Buona lettura! XO XO

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