Capitolo 27

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La neve sulla città - Parte 2

‹‹Ci hai provato anche con lei per caso?›› gli chiesi mordendomi il labbro inferiore con rabbia. Quelle mani posate su di lui mi avevano decisamente ingelosita.

‹‹Dovresti smetterla di istigarmi se non vuoi che ti trascini dall'altra parte della villa e finisca quello che avevo iniziato prima›› mi tirò verso di sé per la vita, sussurrando al mio orecchio. Il suo respiro mi causò la pelle d'oca, facendomi avvampare. Johanna doveva averlo proprio provocato.

Dietro di lui, la mia attenzione fu carpita da una donna familiarmente stravagante che entrava dalla porta principale. Indossava un vestito lilla e un copricapo ondulato dello stesso colore: sembrava un gigantesco garofano. La sua parrucca era di un azzurro più spento di quella di Sparkle, le sue calze erano tempestate di lustrini e le scarpe dai tacchi vertiginosi, erano ricoperte di pelo rosa.

A seguirla, riconobbi Peeta e Katniss.

I loro abiti neri, tranne per il colletto oro di lui e le spalline piumate rosse di lei, spiccavano nettamente tra la folla. Non passavano affatto inosservati, anzi sembravano fuori posto. Per quel motivo, Plutarch aveva insistito tanto che indossassimo quei completi ridicoli

Lanciai uno sguardo nella loro direzione colpendo con il gomito Sparkle.

Mentre fingevamo di bere e ridere, ci passarono accanto. Lei si guardava intorno come se volesse dare fuoco alla villa, Peeta invece sembrava solo stupito da tutto ciò che lo circondava.

‹‹La libreria, tutta in mogano!›› esclamò Effie.

Si fermarono vicino al centro della pista da ballo. Li scrutai mentre parlavano con dei capitolini.

Nell'aria risuonò una nuova canzone. Un lento, con una sinfonia deprimente. Il pizzico delle corde di una chitarra si mescolarono al suono di un violoncello. Era una strana musica per l'armonia festosa della serata.

***

I'm dying to catch my breath
Oh why don't I ever learn?
I've lost all my trust,
Though I've surely tried to turn it around

Can you still see the heart of me?
All my agony fades away
When you hold me in your embrace

***

‹‹Ti andrebbe di ballare?›› mi chiese Sparkle gentilmente offrendomi la mano.

I suoi occhi scintillavano come la prima volta che i nostri sguardi si erano incontrati. Forse si era davvero ripreso dalla dipendenza. Annuii incantata.

Prese la mia mano sinistra e mi condusse verso la pista. Io lo guardai mentre sollevavo il vestito per evitare di inciampare e cadere davanti a tutti.

Sparkle osservava risoluto il centro del giardino dove, sul pavimento di marmo bianco come la neve, avevo ballato poco prima con Finnick.

***

Don't tear me down for all I need
Make my heart a better place
Give me something I can believe
Don't tear me down
You've opened the door now, don't let it close

I'm here on the edge again
I wish I could let it go
I know that I'm only one step away
From turning it around

***

Ci mescolammo alle altre coppie che stavano già ballando. Sparkle mi diresse davanti a lui facendomi fare una giravolta, senza mai spostare gli occhi dai miei.

Afferrò la mia vita con la mano libera e fece un passo verso sinistra.

Lo seguii fissando il mio sguardo nel suo.

Il suo completo violaceo scintillò sotto la luce artificiale ed i suoi riccioli azzurri ondeggiarono nel vento.

Le lenti viola che nascondevano i suoi occhi verdi, brillavano come stelle mentre mi rivolgeva un sorriso malizioso. Gli risposi guardandolo di sottecchi.

Iniziammo a girarci intorno mantenendo il contatto visivo. I nostri sguardi erano allacciati l'uno all'altro da uno strano filo magnetico.

Eravamo entrambi preda e cacciatore. Ogni contatto della nostra pelle per quanto minimo, rilasciava una scarica elettrica.

Sentivo il suo respiro su di me e i suoi occhi magnetici che scrutavano ogni centimetro del mio corpo. Non meritavo tutte le sue attenzioni, ma a lui non sembrava importare. Era talmente bello anche sotto quel travestimento, che era impossibile non rimanere incantati.

I suoi muscoli erano più tonici di quanto lo erano stati nell'arena e io lo sapevo bene. Avrei voluto trascinarlo nel fondo di quella villa per avere una dimostrazione di tutti i progressi che aveva fatto con l'allenamento, ma non potevo.

La sua gentilezza e dolcezza poi, erano un qualcosa che mi lasciava disarmata. Guardare nei suoi occhi era come assistere allo spettacolo delle stelle cadenti nel cielo nero della notte.

‹‹Sei bellissima, se non lo avessi già detto›› sussurrò avvicinandosi pericolosamente al mio viso.

‹‹In un certo senso, lo hai detto›› gli ricordai mentre fissavo il papillon che gli avevo precedentemente sistemato. ‹‹Anche tu. Se non lo avessi già detto››

Sorrise prendendomi per la vita ed alzandomi verso l'alto. Per un attimo persi il senso dello spazio e del tempo. Mi riportò verso il basso lentamente mentre mi appoggiavo alle sue spalle muscolose per mantenere l'equilibrio.

In quel momento la sala e la gente sparirono. I nostri sguardi bramosi si collegarono ancora una volta.

***

Can you still see the heart of me?
All my agony fades away
When you hold me in your embrace

Don't tear me down for all I need
Make my heart a better place
Give me something I can believe

Don't tear it down, what's left of me
Make my heart a better place

I tried many times but nothing was real
Make it fade away, don't break me down
I want to believe that this is for real
Save me from my fear
Don't tear me down

***

I nostri nasi si sfiorarono mentre mi riportava a terra. Chiusi gli occhi inspirando il suo profumo e sentii che lui faceva lo stesso con il mio.

Le mie mani si allungarono dietro al suo collo mente le sue mi stringevano la vita con forza, come se potessi volare via se mi avesse lasciata.

I nostri sguardi ardenti minacciavano di attaccare l'uno l'altro. I nostri respiri si sincronizzarono e ricominciammo ad ondeggiare. Il mio corpo mi costrinse a respirare più profondamente quando le sue labbra si avvicinarono pericolosamente alle mie.

***

Don't tear me down for all I need
Make my heart a better place
Don't tear me down for all I need
Make my heart a better place

Give me something I can believe
Don't tear it down, what's left of me
Make my heart a better place
Make my heart a better place

***

Le nostre labbra iniziarono a sfiorarsi, ma la canzone finì improvvisamente lasciandomi a bocca asciutta.

Guardai verso il basso imbarazzata, poi mi trascinò dietro di sé in un angolo fuori dalla pista. Da lì potevo ancora vedere i due vincitori.

Quel momento di intimità non poteva essere passato inosservato alla folla. L'alcool stava contribuendo a farmi dimenticare il pericolo. Non potevo perdere di vista l'obbiettivo. Speravo ci fosse una minima possibilità che l'agire in quel modo, ci avrebbe mimetizzati tra i capitolini.

‹‹A cosa pensi?›› mi chiese mettendomi una mano sulla vita.

Sembrò distratto. Forse stava cercando un modo per allontanarsi da me ed evitare di rispondere alle mie attenzioni. Cercai di far virare la conversazione.

‹‹Tutta questa gente. Non è colpa loro se vivono nella ricchezza, non sanno cosa succede nei distretti›› iniziai pensando al dialogo con Plutarch.

‹‹Non gli interessa›› commentò lui con tono arrabbiato, avvicinandomi a sè.

‹‹Se tu avessi sempre vissuto come loro, non ti comporteresti nello stesso modo?›› gli domandai senza riflettere sulle sue origini.

‹‹Non lo so. Vengo da uno dei distretti più ricchi eppure non vomito per mangiare tutto da capo›› aggiunse disgustato. In effetti non aveva tutti i torti. Poggiai una mano sul suo petto. Il battito del suo cuore era accelerato.

Il mio sguardo fu rapito da Plutarch che si stava avvicinando ai vincitori accompagnato da Effie. Peeta doveva aver fatto una battuta irriverente, perché lei lo sgridò mentre lo stratega rideva di gusto. Lo stratega...

Peeta era un ragazzo profondamente altruista e lo aveva dimostrato non solo nei giochi, ma anche dopo. Aveva donato parte della vincita sua e di Katniss all'11 per il resto della loro vita. L'11 aveva pochi vincitori, quindi le risorse fornite al distretto erano scarse almeno quanto quelle del 12. Non sapevo se lui avesse il potere di fare quel gesto, ma sembrava non importargli. Poggiò il calice da cui stava bevendo per chiedere a Katniss di ballare.

Era strano pensare a come certe persone potessero offrirsi solo per diventare ricche. Il prezzo da pagare per quella vittoria era davvero troppo alto.

‹‹Pensi mai, se avessimo vinto, a come ci avrebbe usato il presidente? Intendo...cosa ci avrebbe costretti a fare per non dimenticare che siamo i suoi burattini›› gli chiesi ripensando a quello che avevo detto a Finnick.

‹‹Perché?›› sembrò voler evitare la domanda. Forse gli avevo riportato alla mentre un brutto ricordo.

‹‹Non lo so. Continuo a pensare a cosa sarebbe successo se tutto fosse andato diversamente...immagino che per la tua bellezza ti avrebbe costretto a fare compagnia ai capitolini...a me forse avrebbe fatto cantare nei locali, per poi lasciarmi in mano al miglior offerente. Temo che abbia fatto qualcosa a Tisbe...›› riflettei ad alta voce senza calibrare le mie parole.

‹‹Non lo avrei permesso›› ribatté lui.

‹‹Tu non ci saresti stato...›› risposi immediatamente.

‹‹Per la mia bellezza?›› riprese raddrizzando la schiena e ignorando il resto del discorso.

‹‹Sono seria Spar...mmm ragazzo azzurro dagli occhi viola›› mi corressi non potendo usare il suo nome. Forse però lo avevo già fatto, l'alcool non me ne dava la certezza.

‹‹Lo so...ma non voglio pensare a cosa sarebbe successo, perché significherebbe pensare ad una realtà senza di te›› mi strinse di più la mano sul fianco ‹‹e ne ho avuto abbastanza››

Finnick mi aveva ricordato cosa avrebbe significato vincere. Non ci sarebbero stati né Sparkle né Tisbe al mio fianco. Avrei dovuto portare un enorme peso sulle spalle, da sola.

Tutto quello che Sparkle aveva passato, doveva averlo fatto riflettere a lungo. Mi aveva confessato di essersi sentito solo quando si era risvegliato prima di me. Per fortuna aveva trovato la ragazza del reparto di ricerca.

‹‹Sono felice che tu adesso stia con Adantia, ne sono felice davvero›› quel pensiero uscì dalla mia bocca senza darmi tempo di processarlo. Forse lo ripetei più per convincere me stessa che lui.

Il bacio aveva dimostrato tutt'altro.

Il mio mentore mi aveva consigliato di smettere di mentire a me stessa e a tutti, ma non potevo. Non volevo rischiare di essere ferita perché mi ero lasciata andare una volta.

‹‹Tu sei felice con Jae?›› rigirò la domanda. Io risposi con un'alzata di spalle.

‹‹Si, ne sono sicuro. Me ne sono accorto prima, quando hai risposto con tutta quella calma al mio bacio...›› insinuò senza un briciolo di rabbia.

Forse era l'alcool, o il suo profumo che sentivo ancora con chiarezza su di me, ma non riuscii a frenare la lingua.

‹‹Mi sono mancati tanto i tuoi occhi, sai. Sono di nuovo profondi come il mare al largo, nonostante adesso siano viola›› il velo grigio che c'era sopra quando lo avevo rivisto, era sparito. Potevo di nuovo specchiarmici dentro, sperando che mi trascinassero via con sé.

‹‹Per questo hai sempre quello sguardo preoccupato? Pensavi che non sarei più tornato quello di prima, vero? Temi che possa ricascarci in ogni momento, non pensi che io sia in grado...›› strinse la mano in un pugno.

‹‹Siamo tutti diversi, i giochi ti cambiano›› lo interruppi sospirando. In realtà avevo dannatamente paura di perderlo.

‹‹Tu sei sempre la stessa›› aggiunse avvicinandosi di più.

Per un attimo pensai che mi avrebbe baciata di nuovo, ma in quel momento vidi una donna sontuosamente vestita di rosso, guardare nella nostra direzione. Sgranò gli occhi e poi sparì nella folla. La seguii velocemente con lo sguardo, ma la persi.

Beetee, che se ne stava immobile davanti ad una colonna di marmo, mi rivolse uno sguardo di intesa.

‹‹Credo di aver visto Beetee, perché non cerchi Enobaria?›› feci dimenticando la conversazione.

‹‹Certo. Agli ordini›› commentò lui sbuffando.

Raggiunsi in un attimo Beetee alle spalle, aggirando la stanza gremita di capitolini.

‹‹Rain, immagino›› cominciò lui a bassa voce.

‹‹Beetee. È un piacere conoscerti di persona...soprattutto dopo aver lavorato a lungo con una voce›› scherzai presentandomi. ‹‹Non mi sorprende che tu ci abbia riconosciuti››

Lui sorrise studiandomi. ‹‹Anche per me è un piacere›› rispose con freddezza calcolatrice.

‹‹Non mi sembravi un tipo da feste›› la mia abilità oratoria stava venendo meno dopo tutto quello che era successo, ma cercai di salvare le apparenze. Non volevo fare una brutta figura davanti al vincitore più geniale che gli Hunger Games avessero mai avuto.

‹‹Oh, normalmente non partecipo a questi eventi mondani, ma ho pensato che questa volta ne sarebbe valsa la pena. Complimenti per il lavoro che hai portato a termine›› aggiunse riferendosi all'arena.

Il mio pensiero andò immediatamente a Stacker e lui sembrò decifrare l'espressione che avevo stampata in volto.

‹‹Deve essere stata una delusione non esserci riuscita quella volta›› avanzò riferendosi alla bomba che aveva progettato il mio amico.

‹‹Era stata un'idea di Stacker...lui era›› pensare alla sua morte era ancora dura per me. Avevo tatuate nella testa le sue ultime parole. "Guarderai Capitol bruciare dall'alto anche per noi"

‹‹Molto capace ed intelligente, si›› mi interruppe ricordandolo.

‹‹Era mio amico›› ribattei io con rimorso.

‹‹Oh, certo capisco...››

‹‹Beh, era un'idea geniale ma purtroppo non ci siamo riusciti›› conclusi il discorso.

‹‹Questa volta ce la faremo›› rispose lui alzando lo sguardo verso di me.

‹‹Con le tue invenzioni ed il piano ben congegnato, lo spero...voglio dire, non sto mettendo in discussione le tue abilità. Sei estremamente intelligente e hai perfino realizzato il sistema di sicurezza della capitale...›› sperai di non offenderlo a causa dei miei dubbi.

‹‹Sì è vero›› rispose con sguardo indagatore, cercando di capire dove andavo a parare.

‹‹Sono solo terrorizzata che qualcosa vada nuovamente storto. Non ha niente a che vedere con ciò che abbiamo progettato›› le sue capacità mi mettevano in soggezione.

Mentre lavoravamo insieme, avevo il timore che credesse che fossi solo una ragazzina che si divertiva a giocare con i computer.

‹‹Non ho potuto fare a meno di notare la tua inclinazione per la tecnologia›› mi stupì tirando fuori l'argomento.

‹‹Cerco di impegnarmi al massimo e ho degli ottimi insegnanti›› gli sorrisi riferendomi anche a lui ‹‹ma non sono brava quanto voi››

‹‹A volte è solo questione di pratica. Hai talento. Dico davvero›› mi incoraggiò sistemandosi gli occhiali.

‹‹Ti ringrazio...›› accennai un sorriso ‹‹temo solo che quando arriverà il momento...non sarò in grado di decidere...›› riflettei ad alta voce ‹‹scegliere tra cosa è giusto e ciò che è necessario... Come fai a rimanere sempre così freddo e distaccato?›› domandai ammirando il suo carattere.

‹‹In realtà non lo sono. Ma in fondo ogni cosa è solo questione di calcoli e algoritmi, non credi? Alla fine però non è vero nemmeno solo questo. C'è sempre una falla nel sistema›› mi osservò da sotto gli occhiali e poi si voltò di nuovo verso la sala.

‹‹Certo. Spero solo di non essere io›› commentai saccente. A lui scappò un sorriso.

Quel vincitore era uno dei più strani che avessi mai incontrato. Guardare lui e Plutarch a lavoro, mi aveva ridato un po' di speranza.

‹‹Hai scoperto qualcosa riguardo allo schermo nelle comunicazioni radio?›› sussurrai pensierosa appoggiandomi alla colonna dietro di lui. ‹‹Oppure anche quello è una tua invenzione e non puoi parlarmene?››

Ero certa che avesse esaminato i rilevamenti di Jae.

‹‹Può darsi›› rispose stupito dalla mia domanda.

Dopo aver constatato l'amicizia che legava i vincitori, avevo ipotizzato che Snow avesse costretto Beetee a creare qualcosa che impedisse le comunicazioni. La recinzione ostacolava già il flusso di civili tra i distretti, ma un'invenzione più avanzata avrebbe scongiurato ogni tentativo di accordo.

Avrebbe annientato ogni minima speranza di rivolta.

‹‹Non vado fiero di ciò che ho fatto...›› sospirò, ma lo interruppi sollevata che conoscesse bene quel meccanismo.

‹‹In questo caso allora possiamo stare tranquilli. Hai solo fatto il tuo lavoro e non te ne faccio di certo una colpa›› spiegai aggiungendo ‹‹ci sarai anche tu in quell'arena. Non hai mai dimostrato di volerti tirare indietro. Ammiro molto il tuo coraggio››

‹‹Quindi farai parte dello staff di Plutarch, eh?›› mi chiese dal nulla. Io lo guardai sconcertato, lo stratega doveva averlo informato. ‹‹Beh hai parlato di scelte, non è difficile capire dove stessi andando a parare››

‹‹Non ho ancora deciso...›› fissai le venature nel marmo della colonna bianca.

‹‹Ricorda, le lancette dell'orologio non smettono mai di ticchettare››

Non feci in tempo a sorridere per quel commento in tema, che lui era sparito.

Mi voltai a cercarlo, ma non c'era più alcuna traccia di lui.

Sapevo benissimo che non rimaneva più molto tempo. Sentivo quelle lancette scandire il tempo dentro di me in ogni secondo.

Volevo recuperare Sparkle, quando vidi una nuvola fucsia penzolare da uno dei divani di broccato. Il mio entusiasmo divenne incontenibile; mi avvicinai a lei per esserne sicura.

La sua pelle ambrata scintillava d'oro, sotto al vestito nero scollato di camoscio lavorato. Guanti a metà dito da cui pendevano delle catenelle, le ornavano le mani. Truccata e piena di gioielli sembrava un'altra persona.

Tisbe.

Sgattaiolai tra la folla e quando le fui alle spalle, l'abbracciai.

‹‹Una bella ragazza non dovrebbe girare da sola ad una festa piena di gente. Qualcuno potrebbe rimanere folgorato›› scherzai facendola sobbalzare. Prima che potesse colpirmi con un bicchiere, aggiunsi ‹‹perdonami per essermene andata di soppiatto come un ladro. Non volevo svegliarti. Sembravi...tranquilla››

‹‹Sk...››

‹‹Sono Rain. La mia presenza qui è già un rischio, non devo usare il mio nome. Potrei aver già creato un po' troppi casini per colpa dell'alcool...›› sghignazzai lasciandola.

‹‹Per questo ti hanno conciata così?›› rise del mio aspetto. ‹‹Cosa dovresti essere, una coccarda?››

‹‹Una meringa, credo. La moda di Capitol non la capisco proprio›› risposi in modo civettuolo sedendomi vicino a lei. Sembrava molto diversa. Aveva riacquistato peso e il colore dei suoi capelli era di nuovo vibrante.

‹‹È bello vederti›› iniziò lei guardandomi emozionata.

‹‹Anche per me...spesso ripenso a quando sono entrata in casa tua, pensavo che mi avresti uccisa! Sembravi molto arrabbiata›› ricordai come poi si era addormentata, infreddolita sul suo divano. Lei abbozzò un sorriso. ‹‹Adesso stai molto meglio, sembri sollevata›› le presi le mani felice per la sua compagnia.

Mentre le parlavo, mi accorsi che una donna alta e dai capelli blu, stava cercando di attirare l'attenzione di Tisbe. Era seduta sul bancone alla nostra destra e non smetteva di fissarla. La mia improvvisa apparizione doveva averla messa in guardia.

‹‹Sì, diciamo che da quando ci siamo riviste mi sono ripresa un po'›› aggiunse lei ignorando le attenzioni dell'ammiratrice.

‹‹Volevo lasciarti un biglietto, ma ho pensato che sarebbe stato un casino se qualcuno lo avesse trovato...›› mi scusai.

‹‹Lo so. Ho trovato anche la foto spostata. Pensavo che l'avresti portata via...›› insinuò guardandomi con i suoi enormi occhi scuri.

‹‹Volevo farlo›› confessai guardandomi le mani.

Tornò alla mia mente un ricordo vivido di una sera, tutti insieme a parlare intorno al fuoco. Quante cose avremmo potuto fare se i giochi non fossero mai esistiti e Panem fosse stata libera.

‹‹Mi avete stupito›› ricordai sorridendo ‹‹non credevo che qualcuno mi avrebbe davvero appoggiata. Ero abituata a parlare al vento e a non essere creduta perché raccontavo una marea di cagate. In voi non ho trovato solo degli alleati, ma dei veri amici›› dichiarai con nostalgia.

‹‹Anche se le tue cagate non mi sono mai dispiaciute, ti abbiamo seguita perché sembravi sapere esattamente cosa fare...in quel casino di alleanze. Non importava conoscerti, bastava osservare lo sguardo risoluto che avevi per saperlo. Eri una leader›› ammise senza un accenno di ironia.

‹‹Eravamo una bella squadra e l'unica cosa che volevo, era proteggerci tutti›› risposi con sincerità.

Una avox si avvicinò lentamente a noi e poggiò sul tavolo un lucido vassoio nero, per poi allontanarsi. Mi sporsi per studiare il calice di cristallo contente il liquido celeste e notai che era accompagnato da un bigliettino.

Tisbe lo prese senza dire niente, lo lesse e lo ripose nella tasca del suo vestito.

Io la osservai stranita mentre si voltava verso la donna che continuava a fissarla. Quando i loro sguardi si incontrarono, quella le fece l'occhiolino. Sapevo esattamente cosa stava succedendo.

‹‹Tisbe...›› iniziai ma lei mi interruppe.

‹‹Snow mi ha interrogata più di una volta e quando si è reso conto che davvero non sapevo niente...ha avanzato delle richieste. Eri morta, non sapevo cosa...ho dovuto accettare›› spiegò con freddezza senza troppi dettagli.

Ricordai le parole che mi aveva rivolto quando ero entrata in casa sua: "ho già fatto tutto ciò che dovevo".

‹‹Che cosa ti ha chiesto?›› domandai conoscendo già la risposta mentre sentivo la rabbia che cresceva.

‹‹Fare compagnia ai capitolini...›› non potevo credere a quelle parole. Anche a lei era toccato lo stesso destino di Finnick.

‹‹So benissimo di cosa stai parlando›› aggiunsi con la rabbia a fior di pelle. Snow continuava a vendere le persone a cui volevo bene come se fossero dei giocattoli.

Quella sera nessuno l'avrebbe usata.

Afferrai il bicchiere dal liquido azzurro e lo tracannai in un colpo solo. Poi, incollando lo sguardo sulla capitolina, voltai il mento di Tisbe verso di me e le stampai un bacio sulle labbra. La sentii avvampare all'istante.

‹‹Ma non succederà niente fino a che ci sarò io›› aggiunsi staccandomi da lei e sorridendole maliziosamente. La donna dai capelli blu batté i tacchi a terra e se ne andò arrabbiata. Avrebbe creduto di essere arrivata troppo tardi per un "appuntamento" con Tisbe.

‹‹Non dovrebbe disturbarti più nessuno per questa sera›› conclusi tornando con la schiena sul divano. Tisbe era rimasta sconvolta dal mio gesto. ‹‹Scusami se...›› avanzai, ma lei scosse la testa.

‹‹No, non...non dovevi, potresti...››

‹‹Mettermi nei casini? Credimi, lo sono già›› dichiarai quasi divertita.

Lei sgranò gli occhi sconvolta. Mi addolciva quando si preoccupava per me.

‹‹Sono qui per parlarti del "piano"›› virgolettai la parola con le dita.

‹‹Che cosa? Un altro? Anche stavolta mi hai tenuta all'oscuro? Sk...Rain quando la smetterai?! Ancora non ti fidi di me!›› si arrabbiò aggrottando la fronte, offesa.

‹‹Non stavolta! Infatti sono qui per spiegarti tutto›› sfoderai il mio migliore sorriso. Lei non sembrava troppo convinta, però mi ascoltò con attenzione mentre parlavo.

Non voleva che fosse Johanna ad offrirsi volontaria al posto suo, ma capì che per far funzionare tutto, dovevamo agire come voleva Plutarch. Quando conclusi, rimase per un attimo in silenzio.

‹‹Diciamo che potrei acconsentire... ma solo se mi prometti che starai davvero attenta, o io mi offrirò›› mi minacciò alzando il naso ‹‹so già che ti getterai a capo fitto in qualche missione suicida››

‹‹Tisbe! Non provare nemmeno...››

‹‹Prometti!›› mi fermò puntandomi contro un dito.

‹‹E va bene, dannazione!›› accettai alzando le braccia in segno di resa.

In quel momento, un lampo rosso finì nel mio campo visivo. La donna che mi aveva osservata poco prima, si aggirava furtiva in mezzo alla folla.

‹‹Tisbe, adesso devo andare...ma ti prometto che ci rivedremo. Però alza subito il culo da qui, e corri da Johanna e Finnick! Non staccarti da loro per nessun motivo per tutto il resto della serata...promettimelo›› feci guardandola negli occhi. Notai che vacillò per un secondo, poi annuì. Le detti un bacio sulla guancia e mi alzai senza voltarmi indietro.

Non sopportavo di lasciarmela alle spalle ancora una volta, ma dovevo farlo. Quella donna sospetta richiedeva la mia attenzione.

Se Sparkle avesse saputo che stavo inseguendo qualcuno senza di lui, mi avrebbe rinchiusa nel 13 per il resto dei miei giorni.

Il timore che fosse qualcuno di importante e che ci avesse riconosciuto, mi portò a scivolare velocemente dietro un'imponente tenda drappeggiata d'oro per seguirla. Il sesto senso mi diceva che se volevo essere sicura di non essere in pericolo, dovevo saperne di più.

Mi tolsi le scarpe e sollevai lo strascico per evitare ogni suono sul pavimento di marmo.

Il suo vestito di velluto scarlatto ondeggiò come in preda alla bufera. Seguii come un'ombra i suoi tacchi che rimbombavano veloci, ticchettando sulle scale vuote. Sembrava nervosa.

‹‹L'ho vista, sono sicura che sia lei!›› esclamò improvvisamente la donna costringendomi a nascondere dietro un arazzo.

‹‹Egeria, calmati! Hai detto la stessa cosa l'anno scorso›› le rispose scocciata una voce femminile.

‹‹Stavolta ne sono certa! C'era anche l'altro...››

‹‹Abbassa la voce, qualcuno potrebbe sentirti›› sussurrò la donna che non potevo vedere.

‹‹Ti dico che l'ho vista! L'ha mandata qui a mia insaputa. Aveva promesso! Devo ucciderli o sarò nei guai›› quelle parole mi fecero gelare il sangue.

‹‹Egeria, davvero, sei solo stressata. Lo so che i settantacinquesimi sono un evento complicato da organizzare...››

‹‹Non sono stressata, Penelope!›› la interruppe lei quasi gridando.

‹‹Hai già rischiato la tua posizione per un attacco nervoso, vuoi che il presidente metta in dubbio ancora una volta la tua integrità?›› le rispose l'altra altezzosa.

‹‹Certo che no›› sospirò Egeria sconfitta.

‹‹Allora andiamo. Oxelia ha detto di aver trovato una nuova bevanda che ti fa vedere tutto rosa se ne bevi due sorsi!››

Il rumore dei tacchi delle due donne che si allontanavano, mi fece ricominciare a respirare. Egeria doveva aver visto qualcuno che poteva metterla nei guai col presidente.

Magari era un ispettore o qualcosa di simile?

L'altra signora aveva accennato all'anno precedente...

L'espressione stupita che Egeria aveva rivolto verso di me alla festa, mi faceva temere che la persona a cui facevano riferimento fossi io.

Quando mi aveva notata però Sparkle non era vicino a me e invece avevano parlato di due persone.

Dovevo calmarmi.

Probabilmente mi ero solo sbagliata; le paranoie stavano iniziando a darmi alla testa. Eravamo mascherati bene e nessuno avrebbe mai potuto riconoscerci.

Decisi che lo avrei riferito alla Coin, magari lei ne sapeva qualcosa.

In ogni caso però, dovevo assolutamente trovare Sparkle.

***

Looking up from underneath
Fractured moonlight on the sea
Reflections still look the same to me
As before I went under

And it's peaceful in the deep
'Cause either way you cannot breathe
No need to pray, no need to speak
Now I am under

Oh, and it's breaking over me
A thousand miles out to the sea bed
Found the place to rest my head

(Never let me go, never let me go
Never let me go, never let me go)

And the arms of the ocean are carrying me
And all this devotion was rushing over me
And the questions I have for a sinner like me
But the arms of the ocean deliver me

Though the pressure's hard to take
It's the only way I can escape
It seems a heavy choice to make
But now I am under, oh

And it's breaking over me
A thousand miles down to the sea bed
I found the place to rest my head

(Never let me go, never let me go
Never let me go, never let me go)

And the arms of the ocean are carrying me
(So cold and so sweet)
And all this devotion was rushing out of me
And the questions I have for a sinner like me
But the arms of the ocean deliver me

And it's over and I'm going under
But I'm not giving up
I'm just giving in

Oh, slipping underneath
So cold and so sweet

In the arms of the ocean, so sweet and so cold
And all this devotion, well, I never knew at all
And the questions I have for a sinner released
In the arms of the ocean deliver me

(Never let me go, never let me go
Never let me go, never let me go)

Deliver me

(Never let me go, never let me go
Never let me go, never let me go)
Never let me go, never let me go)

Deliver me
(Never let me go, never let me go)
Never let me go, never let me go)

Deliver me
Never let me go, never let me go

And it's over
I'm going under
But I'm not giving up
I'm just giving in

Ah, slipping underneath
Wooh, so cold, but so sweet


***

Ciao a tutti da Shadow_Moonlightear! 

Spero che la prima parte del POV di Sparkle vi sia piaciuta!

Sono qui per annunciarvi che ho finalmente pubblicato, sul mio canale Youtube, il book trailer del primo libro "The Breath of trees"! Vi lascio qua sotto il link, ma potete trovarlo anche nella mia Bio! Se vi va, andate a dargli un'occhiata. Non vedevo l'ora di pubblicarlo, spero che vi piaccia!

https://www.youtube.com/watch?v=-r7qXIVxq4A

xo xo Shadow_Moonlightear

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