12 - Aiuto insolito

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Era sempre nella sua solitudine tranquilla e senza fare del male a nessuno. Era solo arrabbiata dopo la visita di Andrea, o più che altro per le sue parole. Come poteva chiederle se si divertisse ad uccidere? Non era mai divertente. Poteva esserci soddisfazione, il desiderio del sangue, il voler sentire urla di dolore e suppliche, ma mai puro divertimento. Avesse fatto fuori criminali magari avrebbe potuto dire che l'aveva fatto davvero per noia, per distrarsi e giocare, divertirsi. Dentro di sé era come se sapesse con chi esagerare e con chi no. Le sembrava di aver già ucciso molte più persone di quel che ricordava ma nel passato. Era possibile?

– Ehi.– sentì dire e sospirò, rimanendo stesa a terra, le mani sotto la testa, lo sguardo al soffitto.

– Allora è un vizio venire qui. È passata mezza giornata e ti sento di nuovo.– disse a quella che sapeva essere Kyra, lo sentiva dalla sua energia forte.

– Non ti annoi qui tutto il tempo?– le domandò la chiara e lei sembrò pensarci.

– Non così tanto. Mi so tenere occupata. Cosa ti porta qui dolcezza?–

– Ancora così mi devi chiamare?–

Sheera si mise a sedere e la guardò ridacchiando.

– Vuoi qualcosa.–

– Io? Ma va, cosa te lo fa credere?–

Sheera la guardò con un sopracciglio inarcato non credendoci per nulla, in più il suo gesticolare l'aiutò a capirlo. Alla fine la chiara sbuffò.

– Ok ok, hai vinto. Ho bisogno di una mano.–

– Riguardo cosa?–

La corvina si alzò e si stiracchiò aspettando una risposta che non tardò ad arrivare.

– Domani sera ci sarà un evento qui, verranno molte persone. E devo organizzare tutto entro stasera.–

– E io cosa c'entro con questo?–

– Non lo so. Sei l'unica che non è indaffarata.–

– Mh, e cosa ti fa credere che io ti aiuterò?–

Sheera di avvicinò alle sbarre guardandola maliziosa e Kyra invece le mostrò un sorriso furbo.

– So che non rifiuterai.– le disse.

In effetti la chiara non aveva tutti i torti. Non capiva per quale motivo non riuscisse a dire di no a quella ragazza, sentiva di non volerla lontana da sé.

– Ho vinto io ora, siamo pari.– le disse Kyra ridacchiando sentendo il suo silenzio e Sheera scosse la testa. Questa è totalmente fuori di testa se continua a parlarmi. Poi la guardò con la testa inclinata da un lato non capendo cosa volesse fare con quelle chiavi che teneva in mano, fin quando la porta della cella non si aprì.

– Scusa?– le domandò Sheera.

– Beh, non posso organizzare tutto qui, quindi mi servi di sopra.– le rispose la ragazza dagli occhi grigi.

– E sei così pazza da lasciare libera di vagare un'assassina per casa tua?–

Sheera ridacchiò, quella Kyra era strana, non si conoscevano nemmeno a momenti e stava seriamente facendo tutto quello?

– Probabilmente sì, ma sono disperata.–

– E va bene miss disperazione, come vuole lei.– le disse alla fine avvicinandosi alla chiara ma non così tanto come quella mattina. Voleva solo capire se quella ragazza provasse paura ad averla accanto ma non fu così. Sentì solo curiosità.

– Cerca solo di non dare nell'occhio, le domestiche non ti conoscono ma potrebbero intuire chi sei.–

Sheera ridacchiò pensando alla sua magia. Nonostante fosse limitata per i bracciali che portava poteva fare ancora molte cose.

– Sarò invisibile allora.–

Kyra le sorrise e poi si voltò facendole strada controllando bene i grandi corridoi dalle pareti rosate. Sheera si guardava intorno mentre era invisibile agli occhi di tutti, Kyra non si era accorta di nulla probabilmente. Quanto mi piacerebbe radere al suolo tutto per ammazzare la noia, solo che miss tutta bianca non me lo permetterebbe pensò la corvina osservando tutto intorno, tutto troppo nuovo, perfetto, pulito per i suoi gusti. Alla fine entrarono in una stanza, quella della chiara.

– Ti tratti bene vedo.– le disse tornando visibile prima che l'altra potesse notare la sua strana magia, guardandosi attorno pensando a quanto potesse essere ricca quella ragazza già a quell'età. Kyra invece andò verso il suo armadio e cominciò a cercare qualcosa, tornando poi verso Sheera e porgendole qualche cosa da mettere.

La corvina la guardò accigliata, cosa voleva fare? La chiara sembrò capire la sua perplessità.

– Penso che una doccia ti possa fare bene dopo tutta quella polvere e umidità delle celle.–

– Ma che gentile.– rispose l'altra un po' più freddamente rispetto al solito e la chiara non se la prese. Sheera poi ringraziò il cielo, non avrebbe mai messo addosso alcun colore se non di una tonalità scura. Non sopportava altri colori addosso a sé, come avrebbe fatto a rimanere nascosta nell'ombra poi?

– Il bagno è di là.– le indicò Kyra guardando la parete a sinistra. La corvina non se lo fece ripetere, aveva bisogno della sua amata acqua fredda non sopportando già più la temperatura calda che c'era fuori dalle celle. Si lavò velocemente per poi asciugarsi con le sue fiamme e sistemare anche quello che aveva messo in disordine seppur avrebbe voluto lasciare tutto come aveva lasciato come di consuetudine, ma le tornò per poco la buona volontà. Poi prese i vestiti che aveva appoggiato al mobile vicino al lavandino e li indossò, guardandosi allo specchio per sistemarsi i capelli e non sembrare più pazza di quanto già fosse.

Kyra le aveva dato una canottiera nera che le stava perfettamente e dei pantaloni di un colore simile al sangue, così rosso e scuro. Chiuse gli occhi e cercò di cancellare dalla sua testa quella voglia che la tartassava già da qualche ora. Uscì una volta ripresasi e trovò Kyra seduta sul letto intenta ad osservare fuori dalla finestra. Non le disse niente, solo la osservò.

Il sole le illuminava parte del corpo e i capelli bianchi morbidi, la sua pelle chiara era di un colore più vivo, le sue labbra incurvate in un lieve sorriso. Sorrise anche lei appena nel vederla mentre dentro di sé si espanse un calore che non le diede fastidio. Quella ragazza la intrigava.

– Ehi.– le disse alla fine distraendola. Kyra la squadrò un attimo prima di alzarsi.

– Stai bene con quel rosso.–

– Preferisco il nero.–

– Dai vieni.–

Kyra ridacchiò e la prese per una mano, trascinandola fuori dalla stanza, correndo per un altro enorme corridoio. Arrivarono ad una immensa porta di legno ben lavorato e lucido che arrivava fino all'alto soffitto e Sheera vide la chiara appoggiarsi di schiena alla porta guardandola divertita. Continuò comunque a tenerla per mano e un'altra volta non le diede per niente fastidio quel tocco lieve e caldo sulla sua pelle ghiacciata.

Una volta dentro Sheera rimase a bocca aperta. La stanza in cui si trovavano era piena di scaffali e scaffali di libri, una biblioteca in casa era il massimo. La chiara chiuse la porta dietro di sé e la prese di nuovo per mano portandola per la stanza. D'altronde doveva controllare che non scappasse e la corvina lo capiva, sarebbe stata colpa sua altrimenti. Ma lei non aveva alcuna intenzione di andarsene, o non in quel momento che stava con la chiara.

– Ogni scaffale ha un argomento diverso. I miei preferiti sono quelli di avventura. Ci sono libri che hanno secoli e altri sono recenti. Da quando ho scoperto di avere una biblioteca qui dentro non sono più uscita, anche se non uscivo già da prima.–

– Sono tantissimi.–

Sheera toccò ogni libro di cui leggeva i titoli con le dita ma, con la sua solita fortuna, fece cadere lo scaffale e con sé tutti i libri e volumi. Riuscì in tempo a spostarsi trascinando con sé Kyra mentre della polvere si sparse in giro facendole tossire, i libri si sparsero tutti a terra creando solo più casino. Le due ragazze si guardarono e Kyra scoppiò a ridere mentre Sheera le diede una lieve spinta allontanandola da sé, ma ridacchiò anche lei.

– Scusa, la maggior parte delle cose che tocco si rompono o... beh, succede questo.– disse Sheera toccandosi la testa un po' in imbarazzo anche se non lo sopportava, non le piaceva sentirsi così.

– Non fa niente.– disse Kyra ridendo ancora. La corvina cominciò a raccattare alcuni volumi per metterli più in ordine mentre vide Kyra con la coda dell'occhio usare la magia per risollevare il pesante scaffale di legno massiccio.

– Ehm, erano messi in qualche ordine?– le domandò Sheera e l'altra scosse la testa.

– Per tua fortuna erano libri vecchi e quasi mai usati ed erano messi a caso, senza un ordine alfabetico o roba del genere.–

– Perfetto allora.–

Kyra la vide fare un gesto con la mano e dei libri iniziarono a fluttuare in aria posizionandosi ordinatamente nei vari piani dello scaffale, sapeva che poteva usare una minima parte della sua magia anche con quei bracciali che trovava oggetti ripugnanti quanto il Wix. Essendo i libri tanti la aiutò, era la prima volta che usava la magia di fronte a qualcuno ma sentiva di potersi fidare. Anche perché quella ragazza aveva la possibilità di scappare e non lo stava facendo né le leggeva quell'intenzione negli occhi.

– Quelli penso di averli un po', ehm, diciamo rovinati.– le disse Sheera quando rimasero una decina di libri. Alcuni erano come bruciati, altri erano a pezzi e altri avevano perso la rilegatura. Kyra ridacchiò scuotendo la testa.

– Ma come hai fatto?–

– Non me lo chiedere, questi cosi non aiutano ad avere il controllo della mia energia.– le disse sbuffando e guardando i bracciali mentre andò a sedersi su una poltrona per evitare di fare ulteriori danni. Kyra invece, grazie alla sua strana magia, riuscì a riportare al loro aspetto originale i libri rovinati, raggiungendo poi l'altra che si era seduta in modo perpendicolare rispetto alle persone normali che si sedevano su una poltrona, le gambe e la testa sui braccioli, le braccia dietro la nuca.

Nessuna delle due però si sentì osservata, non potevano sapere che in realtà Sarah non era mai uscita. La sua idea era di seguire Kyra per vedere come se la cavava con l'organizzazione e, quando sentì un grande frastuono provenire dalla grande biblioteca, non si aspettò per niente di vedere la prigioniera con sua figlia. Inizialmente pensò di riportarla indietro ma poi la vide tranquilla come lo era Kyra in sua presenza.

– Allora, che dovresti fare esattamente? Organizzare una delle solite cose che voi ricchi fate?– sentì chiedere dalla corvina.

– Mettiamola pure così se proprio vuoi.–

– Mh, idea di dove iniziare?–

– Zero.–

– Mamma mia quanto sei pessima!–

Vide Kyra lanciarle un cuscino dal divano su cui era seduta, prendendola in pieno e alla sprovvista, provocando una lieve risata dalla chiara.

– Ehi!–

– Ops, mi è volato.– le disse a modo di sfida ma la corvina scosse la testa rilanciandoglielo indietro al suo posto.

– Vediamo, è per qualche occasione speciale?–

– Non esattamente, per di più ci saranno amici. Quindi vengono qui da molto e si aspettano anche molto.–

– In pratica ti preoccupi di non essere all'altezza.–

– Non ho detto questo.–

– Ma l'hai pensato.–

Kyra la guardò accigliata e Sheera ridacchiò, sedendosi normalmente e guardandola fissa negli occhi chiari.

– Pensa cosa piacerebbe a te per una volta, non agli altri.– le disse sincera. Se c'era una cosa che aveva capito della chiara era il suo altruismo, questo però portava a dimenticarsi di sé, cosa volesse davvero. E Kyra intuì da quella frase che la corvina l'aveva capito e sorrise. Non aveva sbagliato a scegliere lei.

   

La meraviglia era ciò che si poteva vedere negli occhi di un giovane ragazzo di campagna che continuava a guardarsi intorno come a voler memorizzare ogni cosa e fissarlo per sempre nella sua mente.

Alte torri bianche, case per lui gigantesche ed eleganti, giardini fioriti, alberi maestosi in mezzo ai prati circondati da sentieri ben studiati. Poi statue commemorative di importanti personaggi, botteghe di gran classe come le persone che camminavano tutte tranquille e con una certa compostezza.

Tutta Stavira era illuminata dai raggi solari e tutti quei muri chiari li riflettavano come a voler sottolineare ogni bellezza della capitale in ogni dettaglio. D'altronde quella grande città simboleggiava il massimo splendore della società, in cui vivevano i più importanti rappresentanti della magia.

– È... sublime...–

Nath era senza parole. Kyra abitava verso le periferie più tranquille di Stavira, dove non vi erano quei grandi palazzi maestosi ad ergersi fino al cielo limpido e aveva pensato che non ci sarebbe potuto essere luogo migliore di quello. Si era ricreduto all'istante, appena varcò il grande arco a dare il benvenuto nella città.

– Questo è il cuore di Stavira.– ridacchiò Nissa. Sembrava un bambino in una bottega di giocattoli.

– Non avrei mai immaginato potesse essere così. Sapevo che fosse ricca e splendida ma così va oltre alla mia immaginazione.–

La ragazza ridacchiò ancora e camminarono tranquilli per le strade a braccetto per evitare che Nath potesse perdersi e sarebbe stato difficile ritrovarlo in quell'immensità.

– Qui ogni singolo vicolo è stato costruito grazie all'aiuto della magia.- iniziò a spiegarli.

– Generalmente queste case appartengono ai più nobili ma più che altro ci sono botteghe, negozi, librerie, un paio di templi. Di notte non c'è molta gente, forse nessuna.–

– Non fai parte dei nobili tu?–

Nath la guardò confuso e lei fece spallucce.

– C'è gente molto più ricca di me e Kyra, fidati.–

– Sul serio?-

Lei annuì.

– Diciamo che abbiamo una specie di gerarchia anche qui. Per primi i Superior, a scendere ci sono tre tipologie di nobili, ovvero gli Aurum, poi gli Argenti ed infine gli Aereus. Alle periferie più esterne invece vivono i Rubies.–

– Oh, intendi i territori pieni di quei fantastici alberi rossi?–

– Esatto. Li hai visti venendo qui?–

Lui annuì continuando a guardarsi intorno e apprendere ogni informazione possibile da Nissa.

– Quindi voi fate per te dei?–

– Argenti. Siamo più o meno nel mezzo.–

– Da noi non c'è niente di così. O almeno, c'è chi vive più verso le campagne come Sheera o al centro come me di Agraq.–

Poi il ragazzo si fermò un attimo per osservare bene il grande palazzo che vedeva di fronte a sé, così maestoso e vasto. Sembrava un castello con quelle alte torri dai tetti blu come il cielo. Nissa notò cosa stesse guardando.

– Lì abitano i Superior. Ci fanno di tutto, dalle conferenze ai balli, feste, ricevimenti. Non escono quasi mai, solo i domestici.–

– Wow...–

Non era per niente come Agraq, già solo passeggiare per le strade era diverso: a casa spesso sua madre si fermava a parlare con i vicini, gli amici, tutti erano cordiali e si conoscevano. Lì invece, nonostante l'ambiente spettacolare, ognuno guardava per sé. Forse era quello che non lo convinceva totalmente delle grandi città, in giro dovevano esserci molti pregiudizi solo per il patrimonio che si possedeva.

– Oh, guarda, questo ti starebbe perfettamente!– richiamò la sua attenzione Nissa quando si fermò dinanzi ad una vetrina più che lucidata su cui ci si poteva specchiare tutta Stavira. La ragazza stava cercando qualcosa di speciale da far indossare al ragazzo alla festa che si sarebbe tenuta e lui, nonostante si sentisse un po' a disagio, la lasciò fare. D'altronde, lei sapeva come fossero le persone lì e non voleva portare problemi ad Andreas e la sua famiglia. Forse accogliere un ragazzo di un villaggio sperduto vestito di stracci che aveva sempre messo, se messi a paragone alle lussuose stoffe, non era ben visto. Era inusuale, così pensava. Perciò si fidava.

– Secondo me ti rispecchia abbastanza.– continuò la ragazza passando dal guardare il manichino al ragazzo un paio di volte, pensierosa.

– Che ne pensi?– gli chiese poi, e lui osservò bene il completo. In effetti, tra tutte le vetrine e gli uomini camminare in giro che aveva visto fino a quel momento, non era nulla di sfarzoso, solo tre indumenti semplici: camicia bianca, pantaloni scuri e giacca scura. Quest'ultima probabilmente gli arrivava alle ginocchia ed era di una stoffa pregiata arricchita con qualche bordino oro, ed era la più "eccentrica" dei tre.

– Non è male. Tra quello che ho visto sì, mi rispecchia di più. Sarà difficile sembrare una persona come voi.– disse passandosi una mano tra i capelli al pensiero di avere tanta gente intorno.

– Dai, te la caverai. Vediamo come ti sta.–

Nath non fece in tempo a dirle nulla che si ritrovò all'interno del negozio pieno zeppo di stoffe dai colori più variegati. Anche gli abiti dei più ricchi che abbiamo ad Agraq sono stracci qui! pensò ridacchiando mentre Nissa era andata dal sarto a parlargli. Lui la osservò da lontano e sorrise nel vedere quanto ci tenesse ad aiutarlo distraendolo dalla situazione della sua amica.

Non le dispiaceva la compagnia della bionda, non era mai riuscito a farsi degli amici a casa, o non ci aveva voluto provare più di tanto. Nissa invece era abbastanza chiacchierona ma non in senso negativo.

– Ehi, guarda questo.- richiamò l'attenzione della ragazza quando lo raggiunse, indicandogli un vestito che probabilmente era stato da poco ultimato.

– Sai, mi ricorda Kyra. Non so perché.– aggiunse e lei annuì estasiata.

– Hai ragione. Quasi quasi lo prendo assieme al tuo, non si farà problemi lei.–

Nath si voltò quando lei ritornò spedita dall'uomo per cercare di fermarla ma ormai era troppo tardi, stava già tirando fuori dalla sua mantella un sacchetto pieno di ori che la sua famiglia avrebbe potuto guadagnare forse in un paio di anni. Prima o poi ti ripagherò si disse sospirando.

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